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Luke era sdraiato sul letto, mentre io cercavo di tenermi a distanza, seduta sulla sedia dall'altra parte della mia stanza.

– Allora, quel Calum, com'è? –

- E' come Ashton – spiegai, rendendomi conto troppo tardi che non era stata la risposta giusta.

– In che senso? –

- E' bravo, ma è... curioso. Ecco. Non capisco perché ti ostini a lasciare a me tutti quelli così – risposi.

Lui mi ignorò, come sempre quando dicevo cose che non condivideva. Si alzò, pensieroso, e mi disse – Penso dovresti portarlo fuori –

Sospirai. Era troppo, troppo presto per fargli subire quello che avevamo subìto tutti, lì dentro. Ma non dissi niente, perché era chiaro che Luke aveva già programmato tutto in ogni singolo dettaglio.

Ero sul punto di alzarmi e uscire, per andare a chiamare Calum, quando entrò una ragazza che avevo visto sì e no due volte. Sembrava sconvolta.

– E' scappato – disse, con il fiatone per la corsa che, immaginai, aveva compiuto per arrivare fin lì. Luke si alzò dal letto talmente velocemente che non lo vidi finché non lo ritrovai al mio fianco, pochi secondi dopo. – Chi? –

- Quello là, Irwin –

Subito, Luke sparì dalla mia vista, mentre correva fuori con la ragazza, per mandare qualcuno a trovare al più presto Ashton.

Non sapevo come facessero a sapere che era scappato, ma, testarda com'ero, mi ritrovai davanti alla porta della sua camera. Non bussai, ricordandomi troppo tardi che Ashton non era il solo a vivere lì. O, per lo meno, non lo era stato per poco. I due letti erano posizionati contro il muro, dall'altra parte della stanza, che era quasi divisa a metà.

Quella di Ashton mostrava in pieno il suo amore per il colore nero: il copriletto e qualsiasi altra cosa erano di quel colore, che spiccava contro le pareti bianche. Nonostante quello, molti dei suoi effetti personali erano ancora lì, mentre la metà di Calum era chiaramente spoglia, messa in evidenza dal materasso in bella vista; non c'erano lenzuola, solo un piccolo cuscino.

Voltai la testa verso l'altra porta, che dava sul bagno. Sentivo l'acqua scorrere, segno che, se mi fossi sbrigata, Calum non si sarebbe accorto di nulla.

Avvicinandomi, vidi ai piedi del letto di Ashton, c'era un biglietto. Vis, diceva. Lo aprii piano.

Se stai leggendo questo, prega che Luke non mi abbia ancora trovato, sì? Sarai furiosa, certo, e so anch'io di aver fatto una gran cazzata, ma, andiamo, non sono cieco. Se non stai a cosa mi sto riferendo, capisco. Non sembri fare caso a certe cose. Ha senso quello che sto scrivendo? So di tutte quelle "promesse", ma lì dentro c'è una persona che ha bisogno di te, davvero. Non riuscirebbe neanche a fare un passo, da solo, parola mia. Perciò, datti una mossa, esci di lì con lui, e troveremo il modo di incontrarci.

Ashton.

Oh, se non hai capito chi è la persona di cui sto parlando: il mio nuovo compagno di stanza.

Quando sentii la serratura della porta del bagno scattare, capii che era troppo tardi.

- Che ci fai, qui? -

Chasing Cars; Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora