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Mi sistemai il colletto del maglione nero che indossavo. Legai i capelli dello stesso colore in una coda, e mi avviai a passo sicuro verso il punto di ritrovo, che distava una rampa di scale dalla mia “stanza”.

– Eccola qui – disse sorridendo la persona che ospitava i miei incubi.

Guardai quel paio di occhi azzurri, freddi come il ghiaccio. Sfuggivano da ogni cosa, non si soffermavano mai su qualcosa per più di qualche secondo.

Attraversai la stanza e mi sedetti vicino a lui, non sapendo bene cosa fare.

– Allora, tesoro – cominciò lui, mentre sentivo le risatine degli altri attorno a me.

– Non chiamarmi tesoro – gli dissi.

– Scusa, tesoro – ripeté, con quel suo stupido sorriso.

Nella mia mente lo stavo facendo annegare lentamente in una vasca piena di acido.

 – Direi che in questi giorni hai lavorato fin troppo, perciò ti serve una pausa –

- Sto benissimo così come sono – gli dissi subito. Sapevo dove voleva arrivare. Ci arrivava sempre, in un modo o nell’altro.

– Sgombrate voi – intimò agli altri con fare minaccioso. Lo sapevo.

– Già, ma serve anche a me una pausa –

 - Non so come poterti aiutare, Luke –

 - Oh, io credo che tu lo sappia –

Sospirai. Da quanto tempo andava avanti quella storia?

Sembrò soddisfatto dalla mia risposta muta, e mi prese con una mano il mento, costringendomi a voltarmi verso di lui. I miei occhi incontrarono i suoi, verde contro azzurro.

Avvicinò il suo viso al mio, e, morale della storia, cominciò a baciarmi.

Non era uno di quei baci dolci che si vedono nei film, era un bacio che voleva dire tante cose. Fra queste, le frasi che più rendevano l’idea erano ‘Se non fai quello che ti dico io ti ritrovi un coltello piantato in gola’, oppure, ‘Ti conviene obbedire o sei morta’. Frasi con lo stesso significato, una più minacciosa dell’altra. Quando finalmente si stancò, uscì dalla stanza, lasciandomi sola con i miei pensieri.

Ecco perché non avevo ancora avuto la forza di ucciderlo, lui o uno di loro, perché la cosa che più mi premeva era tenermi stretta la vita, e non rispettare le regole era il migliore modo per perderla.

 

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a/n

ok ok ok allora, mi sembra ovvio che questo non è calum. ma ogni cosa a suo tempo. vi chiedo solo di darmi un briciolo di fiducia x

non aggiornerò per altri venticinque millenni causa saggio/prove, appena potrò aggiornerò le altre storie e successivamente pure questa.

un bacione, Lucrezia

Chasing Cars; Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora