Calma prima della tempesta

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Quel bacio fu un tocco cauto, un soffio delicato. Le soffici labbra di Noah premettero lievemente sulle mie.

Incondizionatamente il mio battito iniziò ad accelerare. Ero immobile nel letto, non sapendo come reagire.

Il bacio in sè non mi era dispiaciuto, ma il fatto che fosse stato Noah a darmelo mi mandava leggermente nel panico.

Cosa avrei dovuto fare? Pensavo incessantemente. Avrei dovuto ricambiare rischiando di creare dell'imbarazzo o semplicemente continuare a fingere di dormire?

« Scusa..» sussurrò repentinamente Noah vicino al mio volto.

Allora finsi di dormire ancora. Tenni gli occhi serrati mentre assaporavo ancora il lieve gusto strascicato della labbra di Noah appena tolte dalle mie. Sentivo il calore emanato dal suo corpo pian piano scemare.

Noah tirò un sospiro e io continuai a cercare di non cedere al panico e rischiare di mandare tutto a puttane. E farlo era l'ultima cosa che avessi voluto.

Quindi sorvolai temporaneamente quel bacio e caddi lo stesso in un sonno leggero, lieve come un lenzuolo, come se fossi in allerta di qualcosa. Ma ero troppo stanco per pensarci.

Io e Noah eravamo migliori amici e il solo pensiero che potessi veramente piacergli mi preoccupava. Mi creava come un nodo alla gola: così stretto che quasi soffocavo.

La mattina seguente mi svegliai ancora nel letto al suo fianco. Mi stropicciai gli occhi e mi voltai.

Finalmente lo vedevo dormire pacificamente vicino a me, coi suoi capelli disordinati che ricadevano sul viso e sul cuscino pieno di onde dalla notte.

Era un momento così quieto e calmo. Era la classica calma prima della tempesta.

La prima cosa che mi passò per la testa fu il ricordo di quella stessa notte. Mi portai istintivamente due dita sulle labbra e vi ci passai di sopra strofinandole.

«Oh Noah..» sussurrai in soprappensiero.
Ma fu tardi quando mi resi conto che lui fosse già sveglio, e mi stesse guardando. Sussultai quando scorsi i suoi occhi aperti puntati su di me. Tutte le paranoie iniziarono d'acchito a corrermi in testa.

E se avesse capito che non stessi dormendo quando mi baciò? E se avesse visto che ho passato le dite sulle labbra in memoria di ciò? Cosa dovrei fare se ora mi dicesse che gli piaccio? Non posso rifiutarlo, è il mio migliore amico! Fanculo-

« Dormito bene? » mi chiese lievemente lui, con un dolce sorriso e la voce impastata dal sonno.

Il battito mi si bloccò per un attimo nel petto, poi riprese nel momento in cui incontrai il suo sguardo. Aveva gli occhi ancora non del tutto aperti per la sonnolenza e reggeva la testa su un palmo della mano.

«Si» mormorai.

Non era lo stesso parlare con lui dopo la notte passata insieme. Certo, non era la prima volta che dormivamo insieme, ma la prima in cui Noah...beh.

Era davvero sbagliato? Forse quel bacio l'avevo sognato. Ma se l'avessi sognato davvero, allora sarebbe stato sbagliato anche nel sogno?

No, quel bacio era stato reale. Lo sapevo, e lo sapeva anche lui. Nonostante fingessimo entrambi il contrario.

Buffo come nonostante fossimo lucidi di ciò che fosse successo, sopprimevamo ugualmente la verità dietro parole celate in gola.

Ma sorvolai, di nuovo. Non avevo le palle di affrontare pure questa questione. Non con Noah. E sperai anche che lui non tirasse fuori l'argomento.

La giornata passò regolarmente come tutte le altre. Mi dimenticai del bacio, mi dimenticai di Mile, mi dimenticai di tutto ciò che mi faceva indisporre.

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