Ventitré anni

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5 anni dopo...
Axel
« Papà? Dove sei? » guardai quel ben preciso punto della cucina, lui non c'era.

Mi voltai e rivoltai. Non lo trovavo nella stanza.
Uscii fuori e lo vidi seduto di spalle sul muretto del giardino della vecchia casa.

« Papà? Che fai qui fuori? » mio padre si voltò a guardarmi, mi sorrise e picchiettò la mano due volte accanto a lui. Mi sedetti al suo fianco.

« Allora? Come stai? È da tanto che non parliamo. Da quando eri alto così » mise la mano difronte a noi, mimando l'altezza di un bambino di 12 anni.

« Ah, bene bene...A lavoro, a casa. Tutto ok. » mio padre annuì.

« Sei forte, Axel » sorrise, voltandosi ancora una volta e fronteggiandomi.
« Avrei voluto essere con te tutti i giorni. Tutti i santi giorni non hai idea di quanto mi mancate »

Annuii, inghiottii il groppo alla gola e sorrisi.

« Pà tu stai sempre con me, sei parte della mia vita e ogni giorno mi dai la forza di affrontare la giornata »

Mio padre mi sorrise, una lacrime gli scese da un occhio percorrendo tutto il viso.

« Mi sa che devi svegliarti, qualcuno ti sta chiamando » disse, dopo essersi asciugato la lacrima con l'indice.

Corrugai le sopracciglia.

« Svegliarmi? Ma di che stai parlando? Io voglio stare con te, siamo a casa, insieme » parlai, confuso.

Mio padre mi pose un ultimo sorriso, prima di svanire. Prima che tornò tutto quanto immerso nel buio.

« Amore? Amoreee » disse qualcuno, mentre una mano mi accarezzava una guancia. Era seduto ai bordi del letto, dal lato dove dormivo.

Aprii lentamente gli occhi e misi a fuoco l'ambiente circostante. Sbadigliai e presi un grande sospiro. Avevo sognato papà dopo tanto tempo, ero contento.

« Amore, auguri! È il tuo compleanno » mi voltai verso di lui, gli sorrisi e gli diedi un dolce bacio sulle labbra.

« Dai alzati, sono già tutti al piano di sotto »

« Cosa? Chi? Perché non mi hai svegliato prima? »
lui si lasciò sfuggire un sorriso impacciato, roteò gli occhi.

« Eri tanto carino mentre dormivi! E poi in ospedale ti stanchi sempre, hai dei turni strazianti » risi, mi misi a sedere sul letto e facendo leva con le mani mi alzai definitivamente.

« A lavoro ho dei turni normalissimi, sei tu che estremizzi qualsiasi cosa » lui si avvicinò, mi tenne fermo dai fianchi e mi sussurrò sulle labbra « Ok, come vuoi, ma io voglio averti tutto per me tutto il giorno » sorrisi prima di stampargli un altro bacio sulle labbra.

« Questo letto è decisamente troppo grande per noi due, giusto perché estremizzi tutto..» dissi voltandomi verso il nostro letto che sembrava per almeno 2 coppie, ponendo le mani sui fianchi.

« Eppure ti piace così tanto..quando- » risi, gli tappai la bocca e gli rivolsi un'espressione di rimprovero « Che c'è? Dico la verità »

« Verità o non verità, so dove vuoi parare. Dobbiamo scendere, dato che ci sono già tutti » lui si lasciò cadere sul materasso emettendo un mugolio contrariato.

« Abbiamo tutto il giorno, prometto che oggi sono a tua disposizione » lui rise « È il tuo compleanno e il regalo lo fai a me? » lo presi per una mano e lo tirai sù, baciandolo ancora.

Volevo baciarlo, toccarlo, soffocare nel suo profumo. Era una droga, una bellissima droga da cui avrei voluto non disintossicarmici mai. Era un anno e mezzo che abitavamo assieme, eppure ogni giorno pareva il primo.

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