Posso baciarti? Solo una volta.

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Axel
La voce di Mile rimbombò nelle mie orecchie come un eco ovattato.

« Brandon e tua madre, tua madre. Tua. Madre. Nathalie. Brandon. » sentivo solamente.

Mi fermai a guardare un preciso punto della stanza provando a non sentirmi male, non seppi più dove mi trovassi, con chi fossi e cosa stessi facendo.

Sentivo solo la voce di qualcuno che rimbombava da qualche parte.

Mia madre, dovevo avere paura di mia madre? La donna della mia vita? Colei che mi partorì e mi crebbe per 18 anni. Nathalie.

Se avessi dovuto avere paura di lei, allora non mi sarei potuto fidare di nessuno in questo mondo. Era chiaro.

Chi, se non la propria madre, esiste una persona più importante nella propria vita?

Mi sentii scuotere, dapprima con cautela, poi sempre con più foga. E quella stessa voce continuava a farsi sempre più nitida e vicina.

Ero come in stato di trance, le voci nella mia testa parlavano per me. Ma quell'altra, quella sconosciuta, le contrastava pian piano e sempre maggiormente.

« Axel! » sbattei le palpebre.
« Mi senti? Rispondi accidenti! » una mano sventolò sui miei occhi, provocando del leggero venticello che mi sfiorò il naso.

« Ti sento » dissi. Ma chi sentivo? Ero ancora troppo confuso per curarmene, ancora troppo sotto shock.

« No, non mi senti! Sembri un cadavere » ripeté quel qualcuno. Poi di nuovo il nulla cosmico.

Percepii la sensazione di coperte che avvolgevano la mia schiena, le mie gambe e braccia. E un cuscino dietro la testa. Ero sdraiato, ma dove? Nel letto di chi?

E quella voce? Non la sentivo più, zero.

Ero morto? Sì, può essere. Sarò morto d'infarto o qualcosa di simile, altrimenti non si spiega.

Lo avrei accettato. Ero ufficialmente morto e non avrei potuto fare nient'altro se non rassegnarmene.

Poi, come una veemenza, mi sentii affogare. Mi tornarono immediatamente i sensi ed ebbi l'istinto di tirarmi sù dal letto, tossendo, e buttando la testa in avanti.

Mi strofinai gli occhi con le dita e ripresi a respirare. Alzai lo sguardo, provando a capirci qualcosa in tutto questo tornado di confusione.

Vidi Mile dinanzi a me, con un bicchiere in mano, che mi fissava con aria preoccupata.
« Ci sei? Terra chiama Axel » mi scioccò due volte le dita davanti il naso.

Scostai le sue mani lontano da me in men che non si dica, con rudezza.

« Ma dico, sei impazzito? Volevi farmi morire facendomi affogare? » Mile sospirò, portandosi una mano all'altezza del cuore.

« Sei tu che vuoi farmi morire, prima morendo tu e poi facendomi morire a me. E poi come la fai tragica, per un bicchiere d'acqua...» poggiò il bicchiere ancora gocciolante sul comodino.

« Dovevi vederti, mi sei caduto tra le braccia e sei rimasto nella stessa posizione per un quarto d'ora » un quarto d'ora?

« La prossima volta non dirmi certe cose con una certa semplicità. Sai? Stiamo parlando di mia madre! » parlai risoluto, provando ad alzarmi, ma cadendo per i giramenti di testa nuovamente sul materasso.

Sospirai, esausto.

« Non voglio sapere più nulla, per ora. Voglio solo dormire. » dissi massaggiandomi una tempia. Mile era ancora in piedi.

« Va bene, ma resta qua a dormire. Dopo la cazzata fatta da tuo fratello non so che potrei aspettarmi » rispose Mile, incrociando le braccia al petto.

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