Se dici qualcosa: sei morto

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Arrivati nel corridoio del piano superiore Mile mi afferrò un polso e mi trascinò dentro la sua stanza - proprio come fece la sera della festa in maschera -.

Entrammo e chiuse la porta violentemente « Mi spieghi che hai nel cervello!? Ti presenti alla gara in mezzo a mille persone e inizi liberamente a parlarmi in quel modo! Che cazzo ti passa per la testa?! » mi fronteggiò, gesticolando e puntandomi contro il dito.

« Che c'è, Carter? Hai sul serio paura che qualcuno scopra che ti piace scopare con i rag-» dissi, nuovamente, con l'intenzione di beffeggiarlo.

Ma lui non mi lasciò terminare la frase.
« Smettila, per Dio! »

Risi, capendo che per lui il problema fosse sul serio quello lì. Era l'ennesimo finto "etero" represso che scopava con i ragazzi e non aveva le palle di ammetterlo. Neppure a sé stesso. Un approfittatore, un altro.

« Sei uno stronzo! Un grandissimo cacasotto, un frocio, come lo sono io! » lo spinsi lontano, pressando le mie mani sulle sue spalle.
Ma lui le scansò rudemente via, intimandomi ancora una volta di finirla.

Poi si limitò a scuotere la testa e camminare più in là « Come se il problema fosse ammettere che mi piacciono i ragazzi..» borbottò, passandosi le mani tra i capelli.

Allora mi prendeva in giro sul serio? Ciò mi fece solo incollerire di più. Buttai fuori un rantolo di esasperazione « E allora qual'è il problema? Ti sei solo voluto approfittare di me! » la sua voce, con tono più alto, contrastò la mia.

« Ma di che stai parlando? Mi pare che non ti abbia mai fatto niente di male » disse seriamente, guardandomi fisso negli occhi.

« Fai sul serio? Mi dici tutte quelle stronzate, mi riempi la testa delle tue bugie e poi te ne vai per l'ennesima volta con Allison! » lui si accipigliò, come se stesse riflettendo su qualcosa.

« Con Allison? Per te il problema è Allison? » spalancai la bocca, perplesso. Che stronzo, riusciva ad esserlo e mostrarsi come tale così bene.

« Secondo te, vederti pomiciare con una ragazza non è un problema? »

Lui sospirò e andò a sedersi sul materasso, lasciandomi in piedi in mezzo alla stanza con il fiato corto. Si prese ancora una volta il capo tra le mani, poggiando i gomiti sulle gambe.

« Non posso lasciare Allison, mi dispiace » schioccai la lingua e feci per andarmene via. Ne avevo abbastanza di lui, di ciò che faceva e diceva.

« Fottiti Carter, non intralciare più la mia vita »
« Ah! Ora io non devo farlo? Chi è stato a presentarsi alla gara come un idiota e ad iniziare a blaterare quelle cose davanti a tutti? » riprese il discorso. Ero disgustato, avevo lasciato seriamente prendere il controllo ad uno schifo come Mile.

« Scusa se mi importava qualcosa, allora! »
« Perché credi che a me non importi? Dannazione, Axel! » vociò lui, alzandosi ancora una volta dal letto e raggiungendo il mio spazio, fronteggiandomi nuovamente.

« Perché mi hai dimostrato l'esatto opposto di ciò che hai detto. » volevo andarmene da quella stanza il prima possibile. Non saremmo andati da nessuna parte continuando a discuterne. Mile proprio non lo capiva.

« Te l'ho detto: non posso lasciare Allison »
« E perché? Sentiamo! »

Lui sospirò di nuovo, più rumorosamente di prima. Non voleva chiaramente dirmelo.

« È..è complicato, okay? » si lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, incrociando nuovamente i suoi occhi con i miei.

Scossi la testa esausto « No, lo so io qual'è il problema: sei un finocchio represso e non hai le palle di dirlo agli altri! Non ti è mai importato di me, ma solo del mio corpo » sentenziai alzando la voce.

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