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Cit.«Thomas» squittì Isabelle, era ancora lì a Milano! La ragazza non sapeva se esserne felice o meno ma dovette ammettere che le aveva in qualche modo risollevato il morale.
«Ehm.. volevo dire: signor Willows, salve»
«Thomas caro prendi posto vicino ad Isabelle» la ragazza lo scrutò attentamente. Aveva ancora quei capelli riccioluti ma i suoi occhi erano cupi e gli occhi gonfi e rossi, aveva per caso pianto? Aveva comunque quell'odore di pino, di selvaggio, le mancava.
«Allora vogliamo ordinare?» li incitò il signor Bernard.
«Certo»***
«Scusate, vi vogliono al telefono» un cameriere interruppe la loro conversazione rivolgendosi ai coniugi, il pranzo era stato fantastico ma non si poté dire dell'atmosfera. Thomas non parlava, era freddo e se gli si porgeva una domandava rispondeva a monosillabe.
I due signori si alzarono scusandosi, così rimasero solo loro due al tavolo. Isabelle voleva approfittane per parlare con Thomas e sperava in un buon risultato.
«Thomas..» gli toccò il braccio ma lui lo ritrasse subito «Mi dici cos'hai?» chiese preoccupata Isabelle, i suoi occhi cominciarono anche a bruciare, non capiva il comportamento di Thomas.
«Senti.. lasciami stare. Sto cercando di ignorarti e penso che tu debba fare lo stesso. Stai bene con il tuo ragazzo? Perfetto. Punto» disse irritato Thomas senza guardarla negli occhi perché ci sarebbe ricascato.
«Thom-» «No! È colpa mia, sono io che ti ho aspettato come un ingenuo perché sai io ci credevo davvero ma evidentemente sono troppo sognatore» disse facendo una risata isterica. «Thom-»
«Eccoci qui, noi dobbiamo andare quindi vi lasciamo, abbiamo già pagato tutto» disse il signor Bernard sorridendo ai due seduti. «questo è per te» disse la signora Bernard porgendo una busta a Isabelle che aggrottò la fromte.
«Perfetto, vado anch'io» disse Thomas alzandosi. «Domani torno a casa» disse il ragazzo alzando un po' il tono della voce per farsi sentire bene da Isabelle. Questa si rabbuiò in viso e abbassò il capo, lo stava perdendo di nuovo.
«Ah okay, ci vediamo stasera allora» concluse il signor Williams.
Isabelle non proferì parola, dopo aver salutato i signori Bernard tornò a casa; non rivolse più la parola a Thomas, forse era meglio... doveva dimenticarselo.Thomas era infuriato con se stesso, con Isabelle con tutto il mondo, non vedeva l'ora di ritornarsene a New York, quella ragazza l'aveva solo preso in giro e lui era lì come un fesso ad aspettarla... ma cosa pensava? Le donne erano tutte così... stronze, maligne e troie, ci si poteva solo scopare. Con quel pensiero nella sua stanza di hotel si ubriacò alle tre del pomeriggio, sempre per colpa di quella bastarda.
Ci era ricascato, quel maledetto Cupido lo aveva colpito di nuovo, "perché mi innamoro sempre della persona sbagliata?" Si chiese.
Ad un tratto il suo cellulare squillò, era Patrick.
«Che vuoi?» chiese bruscamente «Ciao, bene grazie e tu?» scherzò Patrick leggermente offeso.
«Ah ah che vuoi?» tagliò corto Thomas «Acidello il ragazzo... novità su Isabelle?» Thomas fece una pausa di riflessione.
«Ci sono solo andato a pranzo oggi e per poco non strozzavo i Bernard per avermi invitato. Cazzo non vedo l'ora di tornare» era stato il suo sogno incontrare Isabelle ma non così.
«Tu stai male... di che cosa ti fai? Sei stato un anno a fare "Isabelle ti amo e bla bla" e ora vuoi tornare?» lo rimproverò il migliore amico.
«Senti parliamo di affari: come va?»
«Incremento del 30%, nuovi dipendenti e sei contratti conclusi.» finalmente una buona notizia. Patrick era un ottimo lavoratore.
«Perfetto... domani sera sarò lì»
«Okay, devo andare...»Thomas ancora brillo, decise di farsi una bella doccia fredda per schiarirsi le idee. Quando uscì sentì il suo cellulare squillare e si affrettò a prenderlo; guardò lo schermo, era un numero straniero o meglio aveva un prefisso italiano, pensò che forse era Illana così rispose:
«Pronto?»
«Pronto Thomas, sono Isabelle» mancò un battito «Cosa vuoi?» chiese bruscamente «Ti prego possiamo parlare, ho un peso sul cuore e te ne devo parlare»
«Sono in hotel, stanza 302» con ciò attaccò la chiamata.
Aveva la testa che gli pulsava, non sapeva cosa fare, amava più di se stesso quella ragazza ma in quel anno senza di lei pensò che forse seriamente non era fatto per avere una donna al suo fianco. Ci rimaneva sempre male e non se lo meritava, almeno per lui...
Dopo essersi vestito, preparò le valige e attese Isabelle. Era nervoso, che cosa le voleva dire, ormai lei non provava più niente, era andata avanti e forse anche lui doveva, ma l'amava troppo. Dopo un intenso flusso di coscienza concluse che era meglio vivere una vita breve con lei al suo fianco che vivere una via eterna senza di lei.
Bussarono alla porta e Thomas corse ad aprirla. Quando rivide il suo diamante con gli occhi gonfi la strinse a se e posò le sue labbra sulle sue e con foga si appropriò di lei, le mancavano quelle labbra sottili, rosee e così innocenti. Gli mancava sentire il suo corpo caldo; le morse il labbro, la trascinò nella stanza e senza staccarsi da lei chiuse la porta, era inebriato da quella donna. «Tu non sai neanche quanto cazzo mi sei mancata» le soffiò sulle labbra e Isabelle si sentì svenire, sognava ogni notte quel momento. Il suo cuore esultava con battiti innumerevoli ma il suo cervello le diceva Smettila! Devi andare avanti.
Diede ragione al cervello e si staccò da Thomas. «Thomas no. Sono venuta per parlarti prima che tu parta» disse afflitta la ragazza.
Thomas deluso si sedette sul letto e invitò la ragazza a fare lo stesso e una volta seduti Isabelle prese una gran quantità d'aria e si pizzicò la mano per non piangere.
«Thomas, i-io voglio seriamente a-andare avanti. Io ora vivo qui e ho un lavoro, non voglio tornare in America, è stato doloroso lasciare tutto ma ormai è abitudine. Dall'Australia all'America, dall'America all'Egitto, dall'Egitto all'Italia. Voglio che anche tu vada avanti. Trova la donna della tua vita, creati una famiglia e vivi felicemente. Io sono solo un errore per l'umanità.» disse la ragazza alzandosi dal letto, aveva detto ciò che il cervello le aveva ordinato di dire, ne era felice? No, ma infondo cosa contava.
Thomas non proferì parola, aveva un nodo allo stomaco e alla gola, quelle parole erano così dolorose..."Trova la donna della tua vita.." che cosa voleva dire, era lei la donna della sua vita!
«Non è un addio, è un.. arrivederci» e dopo quell'affermazione uscì dalla stanza, Thomas era vuoto dentro.
Per tutto il pomeriggio restò in quella stanza a fare niente, era un morto ambulante.
La sera mandò un messaggio a William Bernard informandolo che non sarebbe andato a cena con loro, voleva stare solo.
Isabelle era a casa a piangere, quel pomeriggio il cellulare aveva squillato otto volte ma lei non voleva rispondere.
Senza accorgersene si addormentò.N/A
So che mi odiate in questo momento ma io vi voglio bene lo stesso...❤️
Fatemi l'in bocca al lupo che stasera alle 19:00 ho il saggio di lirica. Che Dio me la mandi buona...CAPITOLO REVISIONATO!❤️
Ps: Grazie a tutti per gli auguri!❤️

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Everlasting(2)||Love Trilogy||
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