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"Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano"

-Venditti

«Vi prego ragazzi non piangete, ho già pianto troppo in macchina. Giuro di tornare per le vacanze, resteremo sempre in contatto, appena arrivo vi chiamo» disse Isabelle abbracciando i suoi due migliori amici.
Quella mattina era andata a lavoro per salutare tutti perché il giorno dopo sarebbe dovuta partire e lei non amava gli "addii" dell'ultimo momento.
Amedeo piangeva come un bambino mentre Francesca cercava di farsi forza e non aveva versato una lacrima «Ci mancherai» disse Francesca stringendo Isabelle sempre di più «Anche voi» replicò Isabelle ad occhi serrati. Thomas era in macchina ad attendere, voleva darle il suo tempo, d'altronde quelle erano le persone che le erano state vicino in un terribile periodo.
Dopo mezz'ora Isabelle risalì in macchina e abbracciò forte forte Thomas scoppiando a piangere, era la sua ancora, anche se davanti ai suoi amici aveva dovuto farsi forza, con Thomas scoppiò perché sapeva che lui ci sarebbe stato per lei. «Va tutto bene» la rincuorò Thomas. Quella mattina avevano un appuntamento con i signori Bernard al Capriccio.
Arrivarono al locale piccolo ma confortevole e un cameriere li invitò a prendere posto ad un tavolo per quattro dove c'erano già i due signori ad attendere.
«Signor Willows, signorina Johnson» disse la signora Bernard con un filo di rabbia nel tono. Isabelle deglutì perché all'inizio aveva finto di non conoscere Thomas Willows, sicuramente erano lì per spiegazioni.
«Signori Bernard» si limitò a dire Thomas e Isabelle fece un sorriso debole ai due.
Si accomodarono e il signor Bernard si schiarì la voce, la tensione era nell'area.
«Bene, penso che la signorina Johnson ci debba delle spiegazioni» Isabelle cominciò a sudare freddo, cosa doveva dire? «Ehm.. che s-spiegazioni?»
«Perché ora fuggi negli Stati Uniti con un uomo che non conosci?» chiese la signora Bernard «L-lo conoscevo... ho mentito, lui è l'uomo di cui mi sono innamorata ma poi sono fuggita e me ne sono pentita e ora sono di nuovo con lui e questa volta per sempre» le ultime parole le disse guardando Thomas che era al suo fianco.
«Hai altro da dire?» chiese William Bernard «Ehm.. non penso» si limitò a dire Isabelle. «Okay... non era un problema, odiamo solo chi ci mente. Non c'era bisogno» disse la signora Bernard e Isabelle tornò a respirare, non se ne era neanche accorta di trattenere il respiro «Mi scuso»

***

«Dove stiamo andando» dopo il pranzo con i signori Bernard, Thomas decise di visitare il Duomo per la prima volta, con la donna della sua vita «Sst.. parli troppo» si limitò a dirle regalandole un dolce sorriso che Isabelle ricambiò per poi sospirare. Anche se non si notava, era veramente felice, aveva ricominciato a vivere.
Dopo dieci minuti in auto arrivarono nella grande piazza che ospitava il Duomo. C'erano edifici di periodi diversi disposti in funzione del Duomo.
Al centro si trovava il monumento equestre a Vittorio Emanuele II, ai lati si contrapponevano i Portici Meridionali e Settentrionali.
Restarono lì fino alle sei di sera, il giorno dopo sarebbero dovuti partire. Isabelle ancora non lo sapeva che Thomas aveva una sorpresa in serbo, lui aveva un'importante riunione con un imprenditore rumeno e aveva deciso di portare con se Isabelle.
Andarono nell'hotel dove alloggiava Thomas e presero un'altra stanza per loro due dato che la precedente la condivideva con Iliana.

«Thomas grazie di tutto» disse Isabelle abbracciandolo. Il ragazzo in un primo momento rimase sorpreso ma poi ricambiò l'abbraccio e le stampò un casto bacio sulle labbra morbide e rosee che lui amava tanto. «Ho una sorpresa per te» le soffiò sulle labbra. Aveva organizzato una cenetta a lume di candele in un antico castello situato su un colle, aveva intenzione di regalarle il ciondolo che tempo prima le aveva comprato.
Aveva in mente di sposarla un giorno, di procreare, di farsi una famiglia ma per il momento stava bene così, solo loro due e niente o nessuno in mezzo. Voleva recuperare l'anno perso e le avrebbe portato la luna se necessario. «Che cosa?» gli occhi della ragazza brillarono, il verde mescolato col marrone era più intenso «Sst, tu indossa questo...» Thomas aprì l'anta dell'armadio e tirò fuori un lungo vestito viola scuro, ricoperto di pizzo sul petto e sulle maniche. Aveva chiesto gentilmente a Iliana Brench di comprarlo su misura per la ragazza.
Isabelle rimase senza parole, era l'abito più bello che avesse mai visto. Sfiorò con le dita il tessuto e percepì la seta, era fresco al tatto. Ammirò l'abito poi guardo il suo uomo che la stava guardando attentamente e cercava di capire cosa provava. Isabelle gli carezzò la guancia e gli diede un casto bacio sulle labbra, Thomas però lo intensificò, la baciò con veemenza e passione. La voleva all'istante, voleva sentire nel profondo, aveva bisogno di quel contatto fisico e mentale. Voleva sentirla sua, in men che non si dica, Thomas le levò la maglietta e le baciò il collo. Scese fino al seno ricoperto dal reggiseno che sganciò, spinse Isabelle sulla prima parete che trovò e la ragazza allacciò le gambe alla sua vita. Anche lei aveva bisogno di quel contatto, voleva sentirlo dentro, sotto la pelle.
Thomas le morse il lobo dell'orecchio, lo succhiò e scese di nuovo al seno, stuzzicò i capezzoli e mentre Isabelle ansimava, la sua erezione pulsava nei pantaloni tanto che la ragazza lo percepì, Thomas si diresse verso il letto e ci adagiò la ragazza, le ficcò due dita nell'elastico dei shorts e li tirò giù, con un dito torturò il clitoride e percepì il bagnato di Isabelle. Era pronta ma voleva divertirsi un po' così scese fino al piede e glie lo baciò, lentamente salì fino alla coscia e all'interno coscia, con grazia lasciò un piccolo bacio sulle labbra della ragazza che a quel contatto mugolò dal piacere; le sue mani vagarono sul corpo sinuoso della ragazza mentre la sua lingua era impegnata a donare piacere alla donna della sua vita e dopo pochi istanti Isabelle scoppiò in un orgasmo preceduto dall'urlo del suo amato.
Thomas si tolse i pantaloni e i boxer e dolcemente entrò dentro di lei, in movimenti ripetitivi si donavano piacere fino a quando il loro seme non scoppiò.
Thomas si accasciò accanto ad Isabelle e l'abbracciò, le sussurrò un "Ti amo" e si addormentarono.

«Tesoro, svegliati» quella voce calda-fredda svegliò Isabelle dal sonno, aveva davanti a se il viso dell'uomo più bello del pianeta, gli sorrise e lo baciò.
«Su, dobbiamo prepararci. Ho una sorpresa» le sussurrò Thomas e la ragazza dopo essersi stiracchiata si alzò notando che era nuda ma la cosa ormai non la imbarazzava più.
Si precipitò in bagno ed entrò nel box doccia, aprì il getto d'acqua e si lasciò cullare dalle gocce tiepide che la ricoprivano, ne approfittò per pensare. La sua vita era cambiata in meno di ventiquattro ore , era di nuovo con il suo vero grande amore, chissà se un giorno avrebbero avuto dei figli, si sarebbero sposati? Sarebbe stato fantastico ma era pronta?

Dopo esserci purificata uscì dal bagno e si coprì il corpo con una salvietta, si asciugò i capelli e indossò il fantastico vestito di seta che le cadde a pennello. Si allacciò i sandali a tacco alto argentei di Manolo e si passò un po' di ombretto color prugna sugli occhi, risaltavano il verde delle iridi.

Era pronta ma di Thomas nessuna traccia, così decise di sedersi sul divano e leggete un po' in attesa che il suo prince azzurro si decida a farsi vedere e dopo minuti. Si sentì il cellulare vibrare: era un messaggio.

Da: Thomas Willows
A: Isabelle Johnson

Ti aspetto all'ingresso

Tuo.
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Isabelle aggrottò la fronte ma subito dopo prese la pochette argentata e scese nella hall.
Appena uscì dall'ascensore vide due violinisti da un lato e due dall'altro che suonavano note armoniose, non ci capiva più niente, cosa voleva dire tutto quello? Alla porta d'ingresso c'era Thomas con un sorriso smagliante vestito con uno smoking nero e una camicia viola incorniciata da un papillon nero. Era bellissimo, sembrava una divinità greca, aveva la barba e i capelli scompigliati come piacevano a lei ma li aveva tagliati un po'.
Le gambe della ragazza si mossero senza che lei lo comandasse e in men che non si dica si trovò le labbra del suo amato sulle sue. «Thomas che significa?» chiese emozionata Isabelle. «Hai sempre questo vizio di parlare troppo..» disse il ragazzo baciandole la tempia, uscirono dall'hotel e si diressero verso una limousine bianca lucida, un portiere era lì ad attenderli, Isabelle gli sorrise e l'autista replicò con un cenno della testa.

«Thomas dove stiamo andando» chiese preoccupata Isabelle «Sorpresa» tagliò corto Thomas e la ragazza sbuffò guardando Thomas che rideva sotto i baffi. Dopo venti minuti la macchina si fermò e l'autista aprì loro la porta. I due scesero e Isabelle rimase confusa, erano in collina, davanti a lei c'era una torre al quanto antica e sempre due violinisti a destra e due a sinistra, candele che segnavano un percorso fino alla porta del castello. Thomas tirò fuori un foulard nero dalla tasca del pantalone e lo legò alla nuca della ragazza per velarle gli occhi, «Fidati di me» Isabelle trattenne il respiro e cercò di fidarsi.
Si senti tirare, avanti e indietro, a destra e a sinistra fino a quando non sentì dei suoni melodiosi, e i bicchieri, e le voci, e il tutto poi il niente e poi..

n/a

Come promesso ho aggiornato. Vi ho lasciato con la suspance.. amatemi..

Se ci riesco aggiornerò anche domani. Si va a Miami Beach *_* (di Latina .-.)

CAPITOLO REVISIONATO

Everlasting(2)||Love Trilogy|| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora