"Torna ti prego. Almeno tu. Tutti se ne sono andati. A me interessa solo che tu torni. Quando lo capirai?"
Era il giorno della festa e Isabelle si era svegliata alle dieci, quel giorno aveva il turno alle due al bar. Si alzò dal letto ed uscì dalla stanza, le luci erano tutte spente probabilmente Jack era andato al lavoro. Fortunatamente quel santo gli aveva lasciato il caffè ma lei aveva comunque fame così aprì gli armadietti della cucina ma erano tutti vuoti, doveva assolutamente fare la spesa così ingerì il caffè nero amaro come piaceva a lei. Si fece una doccia veloce, indossò una canotta bianca e un paio di pantaloncini di jeans, ormai era giugno e cominciava a fare caldo.
Prese la sua automobile e si diresse al Lidl, un supermercato che vendeva alimenti di buona qualità.
Arrivata al supermercato, prese il carrello ed entrò nel locale, si diresse subito verso il reparto frutta e ortaggi a prendere un po' di frutta poi andò nel reparto dolci. Era pieno di gente il supermercato e i bambini erano ammucchiati sullo scaffale delle caramelle. Isabelle cercò con gli occhi i suoi amati orsetti Haribo e quando li vide allungò le mani per prenderli ma contemporaneamente un'altra mano voleva la stessa cosa.
«Oh scusi» «No scusi l-» Isabelle alzò la testa per guardare il suo interlocutore e si sentì svenire. Di nuovo lui. Perché?
«Isabelle» quel nome le risuonò nella cassa cranica come una parola divina o meglio la maniera in cui l'aveva detto. Per sbaglio i loro occhi si incontrarono e in quei occhi verdi smeraldo Isabelle rivisse il suo passato. Il primo giorno nella Willows Enterprise. L'odio, la Cina, la passione consumata, l'innamoramento, il dolore, la passione poi l'incendio, le minacce, le difficoltà, il rapimento, la paura, la morte, il dolore, la fuga.
«Tommy, eccoti!» sbucò dal nulla Iliana Brench con un carrelletto in mano. «Oh, signorina Johnson! Come stai?» disse la ragazza affiancando il ragazzo. «B-bene grazie, t-tu?» chiese tremolante, non capiva, cosa ci facevano quei due lì?
«Bene grazie, anche tu a fare la spesa?» chiese Iliana tenendo la mano a Thomas che era rimasto di sasso a fissare la ragazza davanti a se. «Ehm.. si.. Non c'era niente in casa» borbottò la ragazza afflitta, perché le stava reggendo la mano? Era andato avanti anche lui? «Oh, io e Thomas invece siamo appena arrivati..» disse la ragazza cercando di attirare l'attenzione del fidanzato.
«Wow.. ehm io vado, mi aspetta un pranzo da preparare» disse Isabelle regalandole un sorriso falso, sentì un bruciore al petto, sì era gelosia.
«Certo cara, ci si vede!» esclamò Iliana e Isabelle sorrise debolmente. Gli occhi le si riempirono di lacrime che lei cercò di cacciare dietro, non doveva assolutamente crollare. Era tutta colpa sua, era lei che gli aveva detto di andare avanti eppure faceva così male...
Dopo aver fatto la spesa tornò a casa e cercò di cucinare qualcosa di commestibile col poco che c'era, mentre aspettava che la pasta bollisse mandò un messaggio a Francesca.Da: Isabelle Johnson
A: Francesca PlancentiniFrancy sei a lavoro?
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Da: Francesca Placentini
A: Isabelle JohnsonNo, ho il turno delle quattro perché?
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Da: Isabelle Johnson
A: Francesca PlacentiniVieni da me ti prego, devo parlarti.
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L'amica accettò e dopo mezz'ora di attesa, il campanello suonò. «Ei'» disse debolmente Isabelle quando le aprì la porta, afflitta nel profondo.
«Ei'! Cosa è successo?» chiese preoccupata Francesca notando il viso pallido di Isabelle.
«Entra»***
«Devi mettere la camicia nera perché io metterò un vestito nero» «Tommy... ci sei?» Thomas era steso sul letto in soprappensiero. Rivedere Isabelle era stato uno shock per lui, ancora più scioccante del mese prima... non aveva notato i suoi cambiamenti. Aveva notato anche un tatuaggio, il viso era più marcato, gli occhi più profondi e malinconici.
La vedeva sempre nei suoi sogni, sia belli che brutti e non ci c'era giorno che non desiderasse di riaverla con se. Doveva parlarle.
«Thomas!» urlò Iliana e il ragazzo per poco non si spaventava «Scusa, sono stanco cosa stavi dicendo?»
«Devi mettere una camicia nera, io ho un vestito nero» Thomas fece roteare gli occhi ma poi accettò.
Si alzò ed andò in bagno doveva parlare con Patrick.«Pronto?»
«Pronto Patrick, mi serve un tuo consiglio» odiava chiedere consigli ma Patrick era l'unico di cui si poteva fidare quindi era meglio mettere da parte l'orgoglio.
«Strano... dimmi tutto» Thomas sospirò pensando a come formulare una frase senza sbottare.
«Isabelle.» «i-io la amo, la voglio con me, non riesco a vivere senza lei»
«Tom quanto la ami?»
«Io la amo più di qualsiasi altra cosa. L'ho lasciata andare proprio perché la amo, diamine l'avrei voluta rinchiudere da qualche parte ma quello non sarebbe stato amore ma solo ossessione. Mi manca la notte accanto a me, il giorno, la mattina. La sogno ogni santa notte e sono stanco di vedere fantasmi» stava trattenendo un' esplosione di collera.
«Thom riprenditela!»
«Ma come? Ora è fidanzata col figlio del proprietario dove lavora» quella realtà faceva male, un po' di acido gli salì in gola.
«Solo per rimpiazzarti, diamine sono sicurissimo che ti ama anche lei. Ci scommetto un dito»
«Quindi?»
«... aspetta ti richiamo»Thomas sbuffò e posò il cellulare sulla mensola. Si mise le mani tra i capelli e cercò di sforzare la mente. "Thomas pensa, pensa".
***
«Stiamo creando indumenti ecologici, maglie di cotone puro e riciclabile, scarpe in plastica...» tutto molto noioso Isabelle era lì ad ascoltare il discorso della signora Bernard eppure la sua mente era altrove. Decise di andare in bagno a sciacquarsi la faccia.
«Oh scusi..» disse Isabelle che era andata a sbattere contro qualcosa di duro. Alzò gli occhi e per l'ennesima volta incrociò il diamante verde.
«Devo parlarti» disse Thomas afferrandole il polso. Isabelle percepì i brividi lungo tutta la schiena.
«T-Thomas ti prego...»
«Non pregarmi, non voglio farti del male» «Thomas..» la ragazza cercò di divincolarsi «Ascoltami!» urlò frustrato Thomas.
«Ei', cosa vuoi dalla mia ragazza» ci mancava solo quel bastardo di Jack. Thomas lo ignorò e prese il capo di Isabelle tra le mani e le pulì le lacrime.
«Mi manchi. Ho un vuoto dentro di me, mi manca il tuo profumo, quando poggiavo la testa sopra il tuo petto e sentivo di essere veramente completo, non mi mancava niente..» disse poggiando la sua fronte su quella di lei, Jack era lì incapace di dire o fare niente.
«Ti prego... torna.
Però non tornare» disse chiudendo gli occhi «Io ci cascherei di nuovo e non lo so, starei più male chiedendomi per quanto poco tempo rimarra.
Quindi decidi tu cosa fare, fai la scelta giusta» concluse piangendo, per la prima volta Isabelle vide un uomo piangere per lei. Si sentì uno schifo, lei amava più di se stessa quel uomo che le aveva rovinato la vita.
«Giusto... Isabelle, ho sempre saputo che c'era qualcun altro nel tuo cuore. Non mi hai mai guardato come guardi lui, non mi hai mai detto un "ti amo", non ti sei mai concessa a me eppure io ho perseverato cercando di farti cambiare idea, aspettandoti, dandoti tempo, ti ho anche rivelato i miei sentimenti ma tu niente, te ne eri andata. Scappi sempre, ti giri intorno e io sono stanco, quindi ora decidi: me o lui?» Isabelle scoppiò di nuovo in lacrime. Si sentiva ancora di più un mostro, Jack l'amava e lei non aveva detto niente ferendo i suoi sentimenti...
Guardò prima Thomas che aveva gli occhi gonfi, poi guardò Jack, in lacrime.
«Isabelle.. vieni con me, scappiamo da lontano da tutti, ricominciamo una vita insieme per una volta felici e contenti come un finale di ogni fiaba» Isabelle lo guardò negli occhi, erano sinceri. «Perché dovrei tornare da te?» Isabelle era confusa, il suo cuore le diceva di correre da Thomas e il suo cervello di scappare con Jack delle parole le tornarono alla mente "Segui il tuo cuore" Shannon glie lo diceva sempre.
«Perché so che lo vuoi.. non puoi aver dimenticato tutto quello che abbiamo passato» disse Thomas rosso in viso. «Ma fa male» disse Isabelle mettendosi le mani in faccia «E me ne sono pentito, tu però avevi promesso di non scappare più eppure l'hai rifatto» disse Thomas con una nota di delusione.
Isabelle lo ignorò e guardò Jack che era a testa bassa e provò compassione per lui perché gli voleva bene, non lo amava.
«Allora?» chiese Jack a bassa voce.N/A
Chi sceglierà Isabelle? Commentate!
Ora basta odiarmi, amatemi.😂CAPITOLO REVISIONATO❤️

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Everlasting(2)||Love Trilogy||
Chick-Lit"Non ti meravigliare se siamo ancora qua, abbiamo detto fino alla fine e fino alla fine sarà" Questo è il sequel di Everlasting||Love Trilogy|| Isabelle Ginevra Johnson, ventiquattrenne originaria di Sidney trasferitasi a Manhattan (New York) si è i...