"E quando meno te l'aspetti il nemico ti attacca alle spalle"
Cit.Passò un mese, tutto andava a gonfie vele. O quasi tutto.
Isabelle era ingrassata di quattro chilogrammi e non si spiegava il motivo, Thomas non lo aveva notato perché troppo preso dal lavoro e dalla gestione delle varie aziende. Isabelle la maggior parte delle volte, stava in casa a leggere o a dormire, dormiva molto spesso.
Era un caldo pomeriggio di luglio e Victor era andato a prendere all'aeroporto Rebeca e Francesca, grazie al consenso di Thomas le sue amiche sarebbero venute dall'Italia per trascorrere la fine dell'estate con lei e intanto aiutava Iliana a preparare il matrimonio. Mancavano cinque mesi e sarebbe stato un matrimonio sfarzoso.
Thomas era partito per Monaco-Francia per una conferenza con altri imprenditori, Isabelle si era rifiutata di andare perché voleva trascorrere un po' di tempo con le sue amiche.
Era in camera da letto che si pettinava i capelli e attendeva il rientro di Victor quando si sentì bussare alla porta e dopo un "avanti" fu aperta.
«Signorina Isabelle, ci sono visite» Isabelle emozionata uscì e scese le scale e trovò davanti a sé una Rebeca raggiante con la pelle rossa e una Francesca favolosa abbronzata quasi nera. «Amiche!» esclamò Isabelle con le lacrime agli occhi «Ei?» corsero da Isabelle e si abbracciarono «Sono così felice, venite!» Isabelle le accompagnò nelle loro rispettive stanze. Le due rimasero a bocca aperta, la casa era enorme e loro non avevano mai visti una casa così grande.
«Ma è un castello!» esclamò Francesca e Isabelle sorrise.
Le stanze erano molto deliziose ma semplici, il colore bianco faceva risaltare ogni cosa lì dentro «Questa è per Rebeca» era la stanza di Shannon. Isabelle non aveva tolto niente, sulle pareti c'erano ancora le loro foto, i suoi pochi vestiti che i genitori le avevano gentilmente donato come ricordo. Dopo la sua morte, nessuna aveva osato alloggiarci, Isabelle non voleva ma era ora di andare avanti. Shannon la portava nel cuore, forse il corpo poteva perire ma l'anima no era lì che la sorvegliava e la custodiva e lei ne era più che contenta, a volte si ritrovava a parlare con lo spirito.
L'altra stanza era simile a quella di Rebeca ma gli armadi erano vuoti. Ogni stanza aveva all'interno un bagno e una piccola cabina armadio.
«Disfate le valigie e scendete giù in salone che vi aspetto» disse loro prima di rintanarsi nella stanza di Thomas che ormai era diventata anche sua.
Prese il cellulare e mandò un messaggio al suo amato.Da: Isabelle Johnson
A: Thomas WillowsTesoro, sono arrivate Francesca e Rebeca! Mi manchi tantissimo.. quando torni?
Manchi.Xx
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Dopo aver mandato il messaggio, indossò un paio di shorts a vita alta di cotone, una camicetta a mezze maniche verde, e scese. Francesca e Rebeca erano già in salone intrattenute da Consuelo che le serviva un pezzo di torta di mele.
«Signorina Isabelle! Vuole un pezzo di torta» chiese cordialmente la governante «No Consy preferirei una tazza di camomilla» replicò la ragazza sorridendole. «Allora, come ti senti ora che sei tornata a casa?» chiese Francesca «Bene anche se fisicamente non tanto, lo stress è troppo e sono ingrassata di quattro chili» Rebeca scoppiò a ridere «Ma sei così magra! Comunque ti vedo più raggiante rispetto a due mesi fa»
«Grazie» sorrise Isabelle «Che ne dite se andiamo a fare un po' di shopping? Ne approfitto per farvi vedere la città» «Più a Francesca che a Rebeca»
«Sì!» esclamò Francesca entusiasmata, il motivo principale per il quale aveva accettato di volare fino negli Stati Uniti era lo shopping e non vedeva l'ora di spendere anni e anni di risparmi.
Dopo aver finito lo snack, Isabelle chiese a Victor di portarle all' Herald Square.
Dopo quindici minuti nel traffico la macchina si fermò davanti al negozio di Victoria's Secret.
«Cazzo, questa macchina spac-» Francesca rimase a bocca aperta, non aveva mai visto una città così bella. Altro che Milano.
Nella limousine, era impegnata a godersi lo champagne e la musica, non si era resa conto del mondo fuori.
«Francy ti entrano le mosche in bocca» scherzò Rebeca afferrandole la mano.
Entrarono nel negozio di intimo e comprarono vari completi di langerie. Isabelle si limitò a comprarne due, voleva organizzare una sorpresa a Thomas. «Sono 296 dollari e 90 centessimi» disse la commessa a Rebeca «Oh no Reb, pago io» si affrettò a dire Isabelle «No no, hai già fatto troppo, non ti preoccupare» replicò la ragazza passando la carta di credito alla commessa. Isabelle sbuffò e pagò solo i completi suoi e di Francesca che sfortunatamente non poteva permettersi quel lusso, beh neanche Isabella poteva se non era per Thomas che prima di uscire le aveva lasciato una carta di credito.
Entrarono al Gap e comprarono diversi vestiti costosi e non persero l'occasione di andare da Hermes per comprare una delle loro fantastiche borse dai prezzi esorbitanti.***
«Ei', qui c'è una disco?» chiese Francesca, erano davanti alla tv e guardava un film che l'annoiava a morte ovvero "Oh brother where are thou?" In sette lettere: o r r i b i l e
«Si, il Mohito..» replicò con sufficienza Isabelle troppo presa dal film. «Cosa? Mohito? Ma c'è il Greenhouse!» esclamò Rebeca «Il Green che?» chiese Francesca «La discoteca più famosa di Manhattan! Ci vanno anche star della NBA» disse Rebeca con occhi sognanti.
«Voglio andarci!» esclamò Francesca «Come on let's go!» Rebeca si alzò dal divano e tirò a se le due. Francesca si alzò ma Isabelle no «Ragazza io non passo. Sono stanchissima e ho un gran dolore alla schiena» era dal pomeriggio che la schiena le era cominciata a far me. «Uff.. okay. Noi andiamo ci vediamo domani mettina» salutarono l'amica e salirono in camera a cambiarsi. Isabelle ne approfittò, si alzò ed andò in camera.
Si sdraiò sul letto e riprese a leggere "L'importanza di chiamarsi Ernest" di Oscar Wilde
"Nel matrimonio per farsi compagnia bisogna essere in tre; due è come esser soli."
Col libro in mano si addormentò.***
Isabelle si svegliò vedendo qualcosa muoversi nella stanza, le si formò un nodo in gola. Non stava sognando, l'ombra l'aveva vista davvero. Prese il cellulare dal comò e accese la torcia, il lampadario si era rotto.
Non c'era nessuno ma la finestra era aperta. Isabelle si alzò e la chiuse "Non era niente" cercò di convincersi. Tornò al letto ma non riuscì a chiudere occhio così riprese il cellulare, erano le due del mattino e c'era anche un messaggio, era ThomasDa: Thomas Willows
A: Isabelle JohnsonAmore mio, mi manchi anche tu, torno dopodomani. Non ho concluso il contratto ma non è grave, troverò un altro cliente francese...
Che ne dici se ce ne andiamo per un po' a Miami? Solo io e te.
Non sai quanto ti penso e quanto ti voglio...
Ti amo.
-----------------------------------A quel messaggio Isabelle sorrise e decise di chiamarlo, le mancava la sua voce.
«Pronto, tesoro?» la sua voce era roca, segno di stanchezza.
«Tom..» sussurrò Isabelle leggermente malinconica e spaventata.
«Ehi, cos'è successo? Sarà notte fonda lì perché sei sveglia?» Isabelle immaginava già la ruga di preoccupazione sul volto del suo amato iperprotettivo.
«Non riesco a dormire» confesso Isabelle rigirandosi nel letto.
«Come mai? Su chiudi gli occhi e rilassati, ti faccio compagnia al telefono»
«Okay. Parlami, ho bisogno di te»
«Sst, tu non parlare. Insomma hai letto il messaggio? Io, te, a Miami, sotto il sole di Agosto, in un bel hotel con un bel lettone.. tutto per noi, per la mia principessa... Voglio il meglio per te, se mi chiedessi la luna te la porterei solo per vedere quel quadro illegale che solitamente chiamano sorriso sul tuo volto»N/A
La vita non è tutta rose e fiori.
Cosa sta succedendo? Di chi è quella ombra? Nemico è all'agguato?
Commentate!Vi ho fatto una sorpresa e ho aggiornato con due capitoli.
1. Perché mi sembrava brutto lasciarvi con quel piccolo capitolo
2. Il libro è quasi finito (-6)
3. Non avevo niente da fare
#amatemiCAPITOLO REVISIONATO
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Everlasting(2)||Love Trilogy||
ChickLit"Non ti meravigliare se siamo ancora qua, abbiamo detto fino alla fine e fino alla fine sarà" Questo è il sequel di Everlasting||Love Trilogy|| Isabelle Ginevra Johnson, ventiquattrenne originaria di Sidney trasferitasi a Manhattan (New York) si è i...