X

86 7 1
                                    


Yuki

Eijiro Kirishima

Fu l'unica cosa che mi ricordai quando mi svegliai sul letto della mia nuova camera.

Mi stiracchiai e controllai la sveglia: le 10.00

COME LE 10.00! IO MI DEVO ALLENARE

****

Mi preparai in fretta e, poiché ormai avevo saltato gran parte delle lezioni mattutine, mi diressi verso la cucina, aprii la confezione di uova e mangiai sei uova crude.

Poi scesi ed iniziai la mia corsa quotidiana. Feci il giro dell'intera Tokyo, non fu doloroso guardare i bambini che giocavano con le loro mamme e nemmeno fastidioso sentire il peso degli sguardi dei ragazzi che mi guardavano il culo fasciato dai legghins.

Prossima volta tuta

Quel giorno non indossavo né il capello né il cappotto,  grandissimo errore.

Quando tornai ai dormitori mi feci la prima doccia della settimana e anche il primo shampoo.

Sì, so cosa state pensando, che sono una clochard senza un minimo di igiene.
Ma tentate solo un minimo di capirmi: erano ben due mesi che vivevo in una biblioteca, le docce delle palestre potevo usarle solo con l'abbonamento e non avevo una lira.

Per me era davvero un'impresa riuscire a lavarmi i denti la mattina e quando arrivai alla U.A non ero riuscita, fino a quel momento, a trovare il momento di lavarmi.

Ma ora, be' sembravo un fiorellino per quanto profumavo.
Alle 14.00, quando finirono le lezioni mattutine, mi feci trovare davanti la camera di Kirishima.

Lui arrivò e aprì la porta, la richiuse alla sue spalle ed io lo guardai corrucciata, con le braccia incrociate e l'espressione più seria e inespressiva che avessi potuto ottenere.

Sapevo perfettamente che il suo aiuto era la cosa migliore che mi fosse capitata in tutta la mia vita, ma dovevo anche ammettere che non sarei stata credibile se con lui avessi fatto la parte della vittima.

«Ma tu indossi sempre le stesse cose?» domandò ridacchiando e posando i libri che aveva utilizzato quella mattina dentro la libreria.

«Si può sapere perché mi hai voluto vedere?» durante la corsa mattutina m'era arrivato un messaggio da un numero sconosciuto che mi chiedeva di vederci davanti camera del rosso.

Fu inevitabile per me pensare che fosse suo, soprattutto perché come immagine profilo c'erano lui e Bakugo, dove lui gridava e Kirishima tentava di dargli mangiare un po' del suo zuccherofilato.

«Ho fatto delle ricerche» mi indicò il letto per sedermi ma io mi sedetti sopra la scrivania, mentre lui sulla sedia davanti ad essa «E, basandomi su quello che mi hai raccontato e su quello che Google mi ha fatto capire, hai manifestato i sintomi di una... schizofrenica»

Ridacchiai, credendo fosse una battuta, ma non rise insieme a me.
«Non sono pazza» dissi acida.
«Ah no? E come lo spieghi l'attacco di ieri?»

«Un... Un attacco di panico»
«Dico solo che dovresti farti vedere da uno psichiatra»
Ma cosa ne sapeva lui? Che ne sapeva se non c'ero già stata? Se non avessi già una diagnosi?

O la va o la spacca, Yuki, o la va o la spacca

«A dodici anni mi hanno diagnosticato una depressione bipolare, ho avuto un episodio psicotico durante un'interrogazione di storia. Però mi sono curata e... Hanno detto che stavo bene. Fino a prova contraria io... Io sono guarita e... e..» il respiro iniziò ad affannarsi.

Allora Kirishima mi si avvicinò e posò la mia mano sul suo petto per seguire il suo respiro.
«Ho capito, calma» mi sorrise in modo dolce e mi sentii meglio.

«Prestami venti dollari non ho più un...» io e il rosso ci voltammo verso la porta e si staccò da me immediatamente quando si rese conto della presenza di Bakugo «...Centesimo. Ho interrotto qualcosa?» chiese confuso.

«Nulla. Tieni» gli diede i venti dollari ma Bakugo non si mosse.
«Perché ieri sei corsa via?» mi chiese avvicinandosi. I suoi occhi color rubino incendiarono la prateria dei miei color verde.

Guardai di nuovo Kirishima che indicò degli antidolorifici sul suo comodino.
«Ehm... Mi sono sentita male...?»
Kiri fece “Vai” con le mani per indicare che ero arrivata alla balla che si era inventato lui.

«Nel cesso delle femmine non c'è scritto che ho il cazzone» si rivolse a Kirishima.
«Be' perché l'ho cancellato»
«Mh» disse Bakugo guardandoci per l'ultima volta «Voi due non me la contate giusta, ma poiché non me ne fotte un cazzo vado a mangiare. Ciao»

Appena chiusa la porta io e Kirishima espirammo un sospiro di sollievo. Ci guardammo e sorridemmo.
Non mi era mai capitato che qualcuno fosse così amichevole nei miei confronti.

Qualcuno che si preoccupasse di me, della mia testa, della mia reazione a qualcosa. Insomma, Kirishima era un miracolo, un regalo del cielo.

«È stato... strano» mormorai guardandolo di sottecchi. Mi si avvicinò e mi afferrò la mano.
«Ora voglio fare una cosa per distrarti» non capii però, fidandomi della sua espressione sorridente, lo lasciai fare

Mi fece sedere sul letto, accese la televisione e mi porse il telecomando.
«Vediamo tutto quello che ti pare, puoi anche spendere miliardi su Amazon Prime»

Mi girai verso di lui di scatto.
«Ti sei appena vinto il mio cuoricino. Da oggi sei mio marito» non avevo mai detto cuoricino, però sembrarono piacergli le mia parole.

Mi afferrò per la vita e fece aderire la mia schiena con il suo petto. Il suo braccio mi circondava la vita stretta e la testa era nell'incavo del mio collo.

«Dai metti qualcosa»
Ora, so cosa state pensando, ma no, non misi Rocky. Per quanto io lo trovassi bello non era il film che avrei potuto vedere in quel momento, troppa adrenalina per una pomeriggio rilassante.

Così -e ne rimasi anch'io stupita- lasciai che fosse Kirishima a scegliere. Ammetto che il rosso oppose non poca resistenza, tuttavia ho sempre saputo essere convincente.

«Se non metti un film me ne vado e non ti parlo più» allora Kirishima afferrò il telecomando e prima di premere play mi tappò gli occhi.

Passarono pochi minuti e partì la musica di Rocky I. Mi sentii felicissima ma non glielo feci capire. Mi strinsi contro di lui e, ancora di spalle, mi stampai un sorriso sul volto.

Qualcuno (Bakugo x Oc)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora