XVIII

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Yuki

Arrivai alla festa con Kirishima, ammetto che per lui fu difficile convincermi a venire.
In primis incontrare Bakugo non era fra le mie priorità, in secondo luogo i luoghi chiusi ed affollati mi hanno sempre inquietata.

E c'ho provato a parlarne con Kirishima ma sembrava troppo impegnato ad ignorarmi e a guidare per ascoltarmi. Ma mi andava bene, nonostante tutto mi sarei potuta divertire con l'alcol e la solitudine di chi odia l'essere umano.

Sentii immediatamente lo sguardo incessante e penetrante della persona che odiavo più della mia testa: Bakugo Katsuki che si dilettava all'osservazione mentre la sua fidanzata gli si strusciava contro.

Kirishima mi abbandonò pochi secondi dopo la nostra entrata ed io mi sedetti su una sedia e contare le cicatrici sulle mia mani.

La testa mi stava piano piano abbandonando ed era fu triste rendersene conto ad una festa con dei ragazzini di 17 anni che si limonavano fra di loro.

Ma dopo la confessione fatta a Yaoyorozu la parte buona del mio cervello aveva iniziato a lavorare e a rendermi cosciente della mia situazione mentale e che presto l'effetto del quirk di Shinso sarebbe finito.

«Dovresti bere un po'» un ragazzo dai capelli biondi mi si sedette davanti, con le gambe divaricate attorno lo schienale della sedia e le braccia posate all'estremità di questo.

Aveva un buffo sorriso da maniaco, un pelle pallida e le occhiaie sotto i grandi occhi grigi. Non era attraente ma sembrava uno di quei tipi che se la tiravano e pure tanto.

«E tu dovresti girare a largo» gli risposi accendendomi una sigaretta, lo notai mentre mi squadrava da testa a piedi e lo vidi indugiare sulla mia collana d'oro.

«Non ho secondi fini»
Si certo
«Ma credo che tu stia avendo una strana battaglia interiore e ti confesso una cosa: l'alcol è il migliore complice in questi casini»

Mi porse un bicchiere di vodka ed io lo squadrai, l'odore era pressoché nauseante.
«È il modo peggiore per approcciare una ragazza, sai?»
Gli sbuffai il fumo in faccia, ma lui sembrò arrabbiarsi come faceva Bakugo, sembrò che per lui fosse normale.

«Chi ha detto che voglio rimorchiarti? Forse voglio solo parlare con una bella ragazza, anche piuttosto stramba, se permetti»

Mi sporsi verso di lui, non saprei dirvi perché gli stessi dando corda, tuttavia sono certa che mi stava incuriosendo.

«Perché stramba?» lo stuzzicai spegnendo la sigaretta sul tavolo in legno pregiato su cui avevo posato il bicchiere di vodka.

«Quale ragazza si presenterebbe ad una delle famose feste di Sero con un vestito succinto e un cappotto che sembra uscito dagli anni settanta?» estrasse dalla tasca dei jeans del tabbacco, delle cartine e i filtri.

Iniziò a farsi una sigaretta mentre aspettava una risposta alla sua domanda.
«Io, io lo farei. Che c'è ti da fastidio il mio cappotto uscito dagli anni settanta?»

«Non mette in risalto la tua figura» leccò la cartina e poi si accese la sigaretta.

«Bene bene» cazzo, quanto odiavo quella voce «Cosa abbiamo qui? La Tigrotta e il tizio della B» Bakugo ci guardava storto sotto le luci soffuse di casa Sero, sotto braccio portava una ragazza della sezione C e in mano stringeva una birra.

«Tu non eri il tipo che rifiutava qualsiasi tipo di vizio?» indicai con il capo la bottiglia verde che portava in mano e lui la porse all'amichetti che nel frattempo si guardava concentrata le unghie rosa.

«Era per Kirishima ma l'ho perso di vista» poi svincolò la ragazza dalla sua presa e la lasciò libera e intanto il biondo di cui non conoscevo il nome ci stava fissando.

«Sapevo che tradivi la tua ragazza ma non pensavo anche con la ragazza che piace al tuo migliore amico» non conoscevo quel ragazzo, non avevo idea di chi fosse o che cosa facesse nella vita, ma di una cosa ne ero certa: lui provocava davvero chiunque.

«Senti comparsa che cazzo vuoi?» ruggì facendosi avanti e il biondo si alzò.
«Non mi chiamo "comparsa", ho un nome» poi si girò verso di me, sorridente, mi disse: «A propostito, sono Neito Monoma, piacere»

«Yuki Kamitsu» mi presentai, ancora seduta, ancora a gambe accavallate, ancora curiosa di quello che Bakugo stava per fare.

«Ora che vi siete presentati puoi anche smammare» lo ghiacciò Bakugo, ma Monoma guardava me, perso, forse indeciso sul da farsi.

«Lasciamo scegliere a Kamitsu»
«Lasciala fuori» era come se fra i due ci fosse stato già qualche precedente. Ovviamente io non ne sapevo sulla, perché non li conoscevo affatto, ma sono sempre stata un asso nel capire le persone e quei due si disprezzavano e non poco.

«Oh, che cucciolo, la difendi anche» Bakugo fece un passo avanti con gli occhi rubino oscurati dalla rabbia.
«Fai meglio ad andate oppure ti spacco la faccia» gli lanciai un'occhiataccia, ma Bakugo sembrava troppo preso da Monoma.

«Già, tu risolvi proprio tutto con la violenza, eh? Povera Yaoyorozu, chissà quante volte le avrai messo le mani addosso»
Q

ualcosa scattò in Bakugo che si lanciò contro Monoma e lo gettò a terra, si mise a cavalcioni su di lui ed iniziò a picchiarlo.

Allora Monoma tentò di difendersi e sferrargli qualche pugno, ma appena gli assestò un colpo in pieno naso, Bakugo si infuriò ancora di più.

Non potevo rimanere inerme davanti a quella situazione, così, anche abbastanza seccata, afferrai Bakugo per il braccio e con tutta la forza che avevo in corpo lo trascinai al piano di sopra.

«Cazzo! Lasciami! Lasciami!» gridò quando lo gettai sul letto di camera dei genitori si Sero.
Chiusi la porta a chiave e mi misi la chiave nel reggiseno, poi andai in bagno ed afferrai il kit di pronto soccorso.

«Ti sanguina il naso, fammi restituire il favore» dissi, ma Bakugo si alzò in piedi e si allontanò.

«Non se ne parla, io devo ammazzare qual coglione!»
«Dio, tu vivi per il tuo orgoglio» Gli afferrai le mano sanguinanti ed iniziai a fare la stessa procedura che lui aveva fatto con le mie i giorni precedenti.

«Perché tu no?» mormorò osservandomi mentre gli fasciavo le mani.
«Taci, cretino»

Qualcuno (Bakugo x Oc)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora