XVI

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Bakugo

Non ho mai fatto gravi cazzate.
Di cazzate ne ho fatto, ma veramente gravi, mai.

Ma ora posso dire di averne fatta una che ripagava ogni sforzo di perfezione della mia esistenza.

Baciarla, ma come mi era venuto in mente? Ma... Perché?

Insomma, era attraente, su questo c'era assolutamente poco da dire. Ma oltre questo era una ragazzina viziata e stupida, con una lingua tagliente e una mente più contorta di tutte le ragazze sulla faccia della terra.

Ero sempre stato uno che delle persone ci capiva sempre tutto.
Mi bastava un'occhiata per comprenderle, per capire la maschera che le caratterizzava o i dilemmi che le affliggevano.

Ma con lei... Cazzo l'avevo capito che qualcosa non andava, ma cosa? Certo, il suo cervello, e poi? C'era sicuramente altro.

Altro di cui non mi voleva informare. Qualcosa di talmente oscuro o imbarazzante da spaventarla. Lei. Che era la donna più forte del mondo.

****

Una settimana dopo non era successo altro, mi aveva guardato soltanto da lontano senza parlare.

Mi sentii molto meglio sapendo che non si era fatta strane idee e probabilmente ora me l'ero anche tolta dalle palle per sempre.

«Bakubro, posso sapere che è successo fra te e Yuki? Non vuole più parlarti però...» quando Kirishima iniziava a parlare era un fiume in piena, senza fine.

«Non è successo nulla di che, abbiamo litigato» borbottai controllando i compiti di matematica sul mio quaderno mentre aspettavamo il professore.

«Nah dice che preferirebbe farsi stuprare da uno squalo piuttosto di parlarti un'altra volta»

Non bacio così male, che cazzo di testarda

«Glielo procuro io uno squalo» mi diede un colpo sul braccio ed io sbuffai.

«L'ho baciata» e non seppi cosa successe, aggì in così poco tempo che mi ritrovai a piegarmi in due per colpa del rosso che mi aveva dato un colpo in pieno stomaco, forte e deciso «Ma che cazzo!» gridai rialzandomi.

«Non riesci proprio a lasciarmene una di ragazza» sbraitò e mi sentii incredibilmente in colpa. Ma, a mia discolpa, non mi aveva detto che gli piaceva ed inoltre a me non piaceva lei.

La odiavo l'avevo baciata solo perché non riusciva a stare zitta più di due secondi e per me non era affatto semplice stare con qualcuno così nevrotico.

«Non lo sapevo Capelli di Merda, ma l'hai detto stesso tu che non vuole più vedermi, quindi sticazzi»

Sbuffò e si portò le mani al viso «Proprio non capisci» portò lo sguardo in alto «Quando baci una ragazza ti cade inevitabilmente ai piedi, solo che non te ne rendi conto»

«Yuki non è così» gli ricordai che quella pazza non era come il resto delle sgualdrine con cui andavo a letto.

«Già perché lei preferisce il migliore amico simpatico, giusto?» ma cosa gli stava prendendo? Ci conoscevamo fa tre anni e nessuno mi aveva mai dimostrato tanto affetto come lui.

Penso che Kirishima fosse l'unica persone che all'epoca avrei potuto giurare di amare.
Nulla di romantico, ma credo che riuscissi a rendermi conto del bene che volesse a qualcuno solo con lui.

E sentivo che lui provava lo stesso affetto nei miei confronti.
Non si era lasciato abbindolare dalle apparenza. Perché ora, per una ragazza qualunque, stava facendo tutto questo casino?

(Voglio specificare una cosa: non ho la più pallida idea se la parola casino sia italiano o napoletano. Io la tengo così e chiedo scusa se mi sto sbagliando <3)

«Perché è una ragazza intelligente che non si ferma alle apparenze» gli rammentai, ma sembrò che la mia considerazione lo fece arrabbiare ancora di più.

«Da quanto, per te, esiste qualcuno intelligente? Non hai mai detto che io sono intelligente»

Inizio ad incazzarmi e Kirishima non vuole vedermi incazzato

«Forse perché non me lo dimostri. Una persona intelligente non farebbe una scenata di gelosia in questo modo se valutasse tutti dati della situazione. Insomma...»

«Quali sarebbero i dati?»

Mi avventai su di lui e lo feci scontrare contro il muro, i miei occhi bruciarono di rabbia.
«Non interrompermi»

I nostri corpi scontrarono e sentii anche i suoi occhi infuocarsi. Ma di qualcosa di diverso dalla rabbia.

«Dimostrami che non tieni a lei» alzò un sopracciglio con aria di sfida. Mi allontanai da lui e mi appoggiai al muro.

«Come dovrei dimostrartelo, sentiamo»

Incrociamo entrambi le braccia, io con l'intenzione di ascoltarlo, lui con quella di convincermi.

«In un modo molto semplice...»

****

Ero seduto sul divanetto di pelle rossa di casa Sero mentre Momo mi si strusciava addosso quando notai Kirishima e Kamitsu fare la loro entrata.

E la prima cosa che mi venne in mente fu la proposta del rosso.
Non avrei accettato, non valve la pena distruggere la dignità di quella povera ragazza.

Avrebbero potuto considerarmi uno stronzo, ma di stronzate, nella vita, ne avevo fatte poche e di bastardate ancora meno.

E quello che Kirishima mi aveva chiesto di fare a Kamitsu era da vero bastardo.

«È molto bella, non è vero?» mi stuzzicò Momo. Sbuffai, ma che avevano con Yuki? Non si poteva guardare una ragazza che subito pensavano a male.

Si, era bella. E allora? Ce ne erano a bizzeffe di ragazze belle come lei.

«Già, e allora? Non serve essere bella per arraparmi» mormorai facendo un sorso dalla bottiglia di birra che tenevo saldamente nella mia mando sinistra.

«E che serve?» ridacchiò lei rubandomi la bottiglia e facendo un sorso, poi si sedette accanto a me e me la passò.

«Un cervello e quella Tigrotta non lo ha» sentii la mia ragazza ridere in modo potente.
«Quella ragazzina ha un cervello enorme solo... le fa molti scherzi» a quell'affermazione mi svegliai dal mio sonno, come se fino a quel momento avessi solo risposto passivamente.

Ma ora aveva attirato la mia curiosità.

«Che intendi?» Momo si guardò attorno ed abbassò lo sguardo.
«Mi ha chiesto di non dirlo a nessuno, Katsuki»

«Io non sono nessuno» sbuffò ed alzò lo sguardo al cielo.
«L'altra notte volevo venire in camera tua, ma l'ho sentita gridare da camera sua e mi ha rivelato che...»

«Di che parlate?» ci interruppe Kaminari.

«Di nulla»

Qualcuno (Bakugo x Oc)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora