Rikki

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L'immagine non c'entra. Sto cercando di mantenere un ordine LOL

Era tutto buio, anche se c'era una finestra aperta, dalla quale si vedeva la luce, era tutto buio. come se la luce si spegnesse, al posto che filtrare in quella stanza. Si guardava intorno, Rikki. Quel fottuto buio, non era poi così tanto buio. Non v'era luce, ma Rikki ci vedeva comunque. Era come un brutto ricordo, vedere quella mensola piena del tutto che la ragazza aveva, ma così maledettamente vuota. Era inquietante, il rumore dei cardini della porta che scricchiolava, la finestra che sbatteva leggermente, fogli di carta sulla scrivania, un pezzetto di carboncino sbriciolato sopra un foglio. L'orma di una mano. Un'ombra scura. E quando anche dal naso iniziava ad uscire del sangue scarlatto, allora e non prima, suo padre se ne andava, lasciandola sola, in quella stanza buia, lasciandosi alle spalle l'odore di alcool.

Rikki si svegliò di colpo, tra le lenzuola di un letto che non era il suo, l'odore di Michael che le inondava le narici. Era solo un altro sogno, un altro ricordo che affiorava di notte, un altra tortura. I grandi numeri rossi sulla sveglia digitale segnavano le sei del mattino. Era un altro giorno, uguale agli altri. Si alzò dal letto, notando la chitarra di Michael ancora appoggiata a terra. La osservò. Le sarebbe piaciuto imparare a suonarla, ma suo padre non gliene aveva mai comprata una, di chitarra. Ripose quella di Michael al suo posto. Erano le sei. E in quel momento aveva bisogno di qualcosa che la facesse stare meglio. Afferrò il telefono e si calò dalla finestra.

Rikki sapeva bene che in quel momento Harry era sveglio. E sapeva anche dove trovarlo.

E infatti era lì. Il moro dai capelli ricci era lì, con la schiena appoggiata al muro imbrattato di un edificio in una piccola e desolata via della città di Sydney. Fumava, Harry. La bionda sapeva bene che quella che stava fumando il riccio non era una semplice sigaretta. L'odore di erba le penetrò nelle narici, quando le si avvicinò. "ebbene?" La voce di Harry era roca. "Secondo te?" A Rikki pareva ovvio il motivo per cui era li. "okay, okay , ma calmati." rise Harry. Era già fatto alle sei di mattina. Rikki si disse che lei era stupida quanto Harry. Oltre che ad essere una grande stronza. Rikki stava davvero bene solo in quei casi. Si sentiva infinitamente stupida, sapeva di avere un metabolismo debole, ma non le interessava. Aveva smesso di vomitare dopo mangiato da qualche settimana, e ora se ne stava li, con una canna tra le dita, ad aspettare qualcosa.

Voleva bene ad Aileen, certo. Ma nessuno sapeva tutti i casini in cui si era cacciata, tutte le bugie che aveva detto, anche ad Aileen, e a volte si sentiva in colpa per questo. Rikki, capelli biondi e occhi verdi, carnagione pallida e un sorriso falso. Rikki era una stronza. E questo lei lo sapeva.

Quel giorno, maledetto, non era andata da Aileen perché le serviva qualcuno di vero, al contrario, scappava. Troppi debiti. Doveva scappare per forza. Non aveva abbastanza soldi per saldare i debiti con Dylan. Troppa droga. E al diavolo il metabolismo debole, il corpo di Rikki aveva retto anni di coca, maria ed eroina. E si, per quanto potesse avere sbagliato, per quanto potesse essere stronza, era ancora li, a farsi una canna. Non lo faceva spesso, però lo faceva. E le serviva qualcuno a cui dire tutto, qualcuno che non fosse Aileen, qualcuno che non si sarebbe arrabbiato con lei, qualcuno che la avrebbe assecondata.

Rikki era tutto tranne che cosciente del male che gli avrebbe fatto, a Michael.
E Michael? Michael si sarebbe lasciato distruggere.

LO SO È TIPO CORTISSIMO MA DOVEVA ESSERLO.
QUANDO TROVERETE IN UN CAPITOLO IL TITOLO CHE È IL NOME DI N PERSONAGGIO, NON ASPETTATEVI NULLA DI CHE. ♥♡
GRAZIE PER LE LETTURE, QUASI 350!!!!! GRAZIE GRAZIE GRAZIE.

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