Heartache

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Questo capitolo è dedicato a due persone in particolare.
Voglio iniziarlo con questa poesia apposta.
Non prendete la poesia, è stata scritta da un mio caro amico.
Sam&Jam. ( @cliffsaveme @SamuelWeasley )
Per voi.
Dovevo dirvelo, in qualche modo, che vi voglio bene. Anche se spesso le parole non bastano...❤

«Ragazze d'argento è il vostro momento
Fate che un vostro raggio mi mostri la via
Sulla rugiada mare fiume o cascata
Lasciate un vostro velo che sa di magia.
Ragazze d'argento è il vostro momento
Fate che un vostro raggio mi mostri la via
Sulla rugiada mare fiume o cascata
Lasciate un vostro velo che sà di magia.
E ad un tratto scorgo in una via
Non ci crederete mai
Una luce piena di magia che sta venendo verso me
Per incanto mi segna una scia che da voi mi porterà
Il vostro viso apparirà e nel buio brillerà
Per mostrarmi che il mio sogno è ormai qua.»

* * *

Gli heartache sono i colpi al cuore, gli infarti, e tutte quelle belle cose li che prendono proprio quell'organo al contro del corpo umano. Quel fottuto organo che pompa sangue e ci fa vivere. Quel coso che ci fa andare avanti. Quel coso che a volte si crepa, a volte diventa di pietra. O di vetro. Dipende.
Pietra, indistruggibile, come Aileen.
Vetro, consumato, fragile, come Rikki. Se Rikki fosse caduta e si fosse distrutta, avrebbe fatto male. Le sue scheggie sarebbero andate d'ovunque. Veloci. Rapide. Scheggie. Infilzate, nel cuore di chi meno se lo sarebbe aspettato. Ferite, cicatrici, sangue.
Cose irreparabili. Cose brutte. Le chiamava cose, perchè non avevano più un senso per lei. Nulla aveva senso.
Era lento, quel processo di autodistruzione, ma, infondo, tutto ha una fine.
Lei non era come Aileen.
La cugina lavorava, guadagnava qualche soldo, e sosteneva le spese della loro minuscola casetta. Non si lamentava, del fatto che Rikki spendesse tutti i suoi soldi, o meglio quelli presi dal conto in banca di suo padre, in cose come sigarette. Male.
Si faceva male.
Si faceva anche di altra roba, ma quella è un altra storia.
Perchè si, infondo, noi esseri umani siamo storie.
Storie tristi, che finiscono male, commoventi.
Storie piene di insegnamenti.
Storie felici.
Storie di avventura.
Misteri e gialli.
Belle storie, fiabe, con un lieto fine.
Fantasy.
E poi c'era Rikki, che era una bozza uscita male, una vecchia cartaccia da buttare. Infondo, anche la carta taglia.
Quei momenti bui, una luce lontana, come un obbiettivo da raggiungere. Così lontano, ma allo stesso tempo, così fottutamente vicino. Li, ad un passo da te. E quando lo fai, quel passo, sono ancora mille i chilometri da percorrere. Cosa strana, la vita.
Era sola, in casa, quella volta. La osservava da lontano, brillare, come un diamante, sotto la luce del sole. Fremeva dalla boglia di poterla usare. Sembrava parlarle.
'Hei piacere, mi chiamo Autolesionismo. Tu non mi conosci, ma non servono parole.
So come ti senti, non c'è bisogno che tu mi spieghi. Conosco il tuo dolore, la causa delle tue lacrime ed il tuo desiderio di sparire.
So che non vorresti essere qui.Qualunque sia la realtà dei fatti, so che ti odi.Ma io ho la soluzione per te.Vieni...te la mostrerò. Vedi quella lametta? Lei ti aiuterà a distruggere quest'oscurità. Lei ti aiuterà a far scorrere via tutti i problemi, l'ansia e le preoccupazioni. Ti affezionerai a lei..prima un taglio, poi due, tre..dieci. Saranno direttamente proporzionali al vuoto e al male che senti. Lei ti spianerà la strada verso la felicità, verso la libertà che desideravi. Lei pian piano ti condurrà via da questo mondo che non ti appartiene. Vieni con me.Questo non è un luogo adatto a te. Ti renderò felice.' Lo diceva, o gridava, quel pezzo di metallo.
Faceva male, dipo tanto tempo, riafferrarlo in mano. Ma chissenefrega, si disse.
Questo non è un luogo adatto a te. Ti renderò felice.
Andrai all'inferno, si disse. Ma non le importava.

* * *

Il bar era pieno. C'era troppa gente, così tanta che ad Aileen veniva la nausea. Vedeva Ashton in ogni ragazzo riccio o con una bandana, o con gli occhi verde oliva o color nocciola. E ogni volta le saliva un groppo in gola, perchè ormai senza Ashton Aileen non sapeva starci. Poi, una fottuta idea le passò per la testa. Suo padre. Lui sapeva. Lui lo sapeva, che lei viveva da Karen e Michael. Lui sapeva. Era lui. Aileen scosse la testa, ma quell'idea era troppo vera perchè potesse essere infondata.
Tutto programmato. Come sempre. Come mai.
Era tutto imprevedibile. Fottutamente, maledettamente, imprevedibile.
Voleva solo tornare a casa, accendere lo stereo e piangere. Con o senza Rikki. Con o senza Ashton.
Senza. Perchè lui, non c'era. Non in quel momento.


Q

UASI 1K OMG

È cortissimo, I know.
Comunque, siamo quasi giuti al termine.
Allora. Non so quando pubblicherò codesto (LoL) capitolo, ma lo ho scritto oggi, il 17 luglio. E sto sclerando per She's Kinda Hot. Cioeeeeh capitemiii
Mi eclisso, gentaglia❤
-M

In The Middle Of Nowhere //5sosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora