La discoteca puzzava di alcool e sudore. Aileen, anche se non era claustrofobica, si sentiva oppressa da quel posto, quindi decise di uscire. Voleva dire tante cose. Le cose che non aveva mai avuto il coraggio di dire, in quel momento, le vorticavano nella mente. Come una guerra.
Ora l'aria fredda di Londra le scompigliava i capelli, le si infilava nei vestiti e si insinuava nelle ossa, fin dentro al midollo. Frugò nelle tasche, alla ricerca dell'accendino e di una sigaretta. Aileen non fumava mai. Odiava farlo, ma quando era estremamente nervosa, come in quel momento, lo faceva. Lasciò che il tabacco le entrasse dentro il corpo, che il suo odore le impregnasse i vestiti e i capelli. Lasciò che in quel momento fosse il male ad avere il sopravvento. Non lo sapeva, il perché, ma Aileen aveva uno sporco, disgustoso, cattivo presentimento. La musica giungeva ovattata alle sue orecchie. Musica da discoteca, quella robaccia stile House che a lei proprio non piaceva. Quella musica pienamente commerciale ed elettronica, che si ballava semplicemente non ballando, ma strusciandosi contro uno con l'altro. Forse pensava un po' all'antica, ma quella roba ad Aileen non piaceva affatto.
Truccata di nero, vestita di nero, seduta sul marciapiede, Aileen pareva un angelo. Gli stivaletti neri, i pantaloni del medesimo colore. Era quasi sempre vestita di nero, perché semplicemente la rispecchiava. Il nero è tutti i colori, ma anche nessuno. Aileen era qualunque cosa ma era anche niente. Perché era così e basta, con il suo tatuaggio, con i suoi pensieri. Lei e basta. Due giorni prima, poi, aveva insistito perché Ashton la accompagnasse a fare un piercing. Non lo sapeva, Ashton, da dove gli fosse uscita quella fissa, ma la aveva accompagnata comunque. Adesso aveva un piercing nero che le spaccava il sopracciglio sinistro, come Rikki. Aileen era cambiata. C'era qualcosa, in lei, che se ne era andato, lasciando un vuoto profondo che era stato occupato dall'odio. Ma quel maledetto odio, andava via via sciogliendosi, ed Aileen era sempre più libera, come un angelo. Ad Ashton sembrava che alla luce della luna Aileen fosse un angelo mascherato, capitato in un mondo troppo temendo e sbagliato, ma che era capace di rendere migliore, soltanto sorridendo, esistendo. Questo Ashton pensava, mentre la osservava li, seduta a terra, con gli occhi di chi le ha viste tutte, ma che, rimarrà sempre più meravigliato, nel guardare lei, quello splendido disastro. Dopo un po', le si avvicinò e "Ti fa male" disse, togliendole dalle mani quel piccolo cilindro bianco, impedendole di uccidersi, ancora. Aileen lo guardò inespressiva. "E ora, dimmi il motivo numero sessantasei".
"sessantasette" mormorò lei. Una lacrima le correva veloce sul viso.
Se lo era sempre chiesto, Aileen, perché le lacrime scendessero anche a occhi chiusi.
***
Qualunque cosa. Rikki era qualunque cosa. Nel senso cattivo però. Tra il fumo e la droga, i tagli e i graffiti, Rikki era come una margherita nera in un campo di rose. Strana. Perchè era una margherita, perchè era nera.
Se ne era accorto subito, Michael, che quella sera Rikki odorava di erba. Magari fosse stata l'erba fresca dei prati bagnati dalla rugiada del mattino. Quella era erba nell'altro senso. A Michael saltarono subito i nervi, perchè non poteva vederla distfuggersi così, lentamente. L'odio che Rikki provava verso se stessa era troppo. Nasceva dentro di lei e la distruggeva.
Si odiava perchè stava cercando di rendere felice Michael, ma la sua testa era altrove.
Erano seduti su un divanetto, lei a Michael. Michael stringeva in mano un bicchiere di birra, lei, il suo, lo aveva già finito. In mezzo a tutta quella gente, c'era anche Calum. E si stava avvicinando a loro. Crepe al cuore.
Acanto a Calum ci stava una tipa, carina, magra e abbastanza alta. Perfetta. A Rikki montò una rabbia che nemmeno sapeva spiegare. C'era e basta.
La bionda cercò le labbra di Michael e le unì alle sue, con una tale disinvoltura che sorprese Michael stesso.
Rikki respinse l'istinto di piangere.
E, mentre lo baciava, i suoi occhi verdi erano saldamente piantati in quelli neri di Calum.
Era come una rivalità, la loro.
Un rapporto malato dal quale non si riesce a guarire. Un'ultima occhiata.
***
Noel era davvero bella, agli occhi di Luke. Era speciale, avvolta dai suoi piccoli abiti.
Un paio di jeans e un maglione, semplicemente Noel.
Luke apprezzava il fatto che non si fosse presentata mezza svevstita. Ridevano e scherzavano tranquillamente. Ogni tanto lo sguardo di Noel si incupiva, quando passava qualche ragazza.
Forse non si vedeva bella, in confronto a quelle troie. E questo a Luke dava molto fastidio, perchè odiava il fatto che lei continuasse a confrontarsi con le altre. Ad un certo punto "usciamo" propose Luke, prendendole la mano, e trascinandola in mezzo alla folla.
Fuori dalla discoteca era tutto più tranquillo, ma faceva più freddo.
Anche se l'aria pulita da respirare era una cosa piacevole.
Camminarono a vuoto per un po', senza sapere da che parte andare, senza che dovessero chiedersi tra loro 'da che parte?' Era una decisione muta, bastava che le loro mani si sfiorassero per capirlo.
Più la notte avanzava, più faceva freddo. Luke la vide, Noel che rabbrividiva, così si tolse la giacca e la passò a lei. Inutile dire che Noel, fece obiezioni, e non poche. Alla fine, Noel aveva indossato la giacca di Luke. E Luke aveva passato un braccio attorno alle spalle di lei.
Sussurri, parole. "Ti amo" aveva sussurrato Noel. Quando Luke si era fermato, la ragazza ebbe un attimo di paura. Paura che Luke la avesse presa in giro, che non la amasse davvero. Invece Luke le aveva stretto le mani e, con un sorriso bello, inimitabile e fottutamente perfetto, "anche io, troppo" disse. Poi risero assieme. Una risata che li accompagnò fino all'hotel.
Il loro amore era fatto di baci passioevoli sul collo e sulle labbra, e sguardi profondi. Carezze rubate. Due corpi caldi, vicini, che si toccavano, si bruciavano l'uno con l'altro.
Era novembre e in Inghileterra, a Londra, aveva nevicato e poi piovuto. Ora era solo freddo.
Ma quel freddo, così gelido che ti si insinuava nelle ossa, loro, Noel e Luke, non lo sentivano. Il loro amore era più caldo. Loro lo facevano, l'amore.Amate l'ultimo pezzo perche si. LoL
Voi non potete capire, cosa voglia dire per me avere scritto cio che ho scritto. E stato difficile, si.
-M
STAI LEGGENDO
In The Middle Of Nowhere //5sos
Fanfictionsinceramente questa storia mi fa pena ma l'ho scritta secoli fa e mi prende male cancellarla quindi niente ciao