sixty-six

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Era una merda totale. Mentre la lametta scorreva sulla pelle del suo polso.
Rosso, scarlatto, sangue, scendeva a fiotti, fluido. Sapeva che non doveva farlo, che era sbagliato. Che si stava distruggendo con le sue stesse meni, ma non poteva fare altrimenti.
Erano come disegni.
Disegni dove non si usava il carboncino, o la grafite, tempere o inchiostro. Era una cosa magica che sapeva fare solo chi aveva sofferto. Era difficile, e ci voleva coraggio. Tagli.
Sangue. Lamette.
Ed erano disegni segreti, quelli. Una galleria di arte e sofferenza. Di dolore.
In quel momento, mentre il polso le faceva male, le voci tornarono nella sua testa. 'Errore' dicevano. 'Troia' 'bastarda' 'sfigata'.
Quanto odiava, le parole. PotevanoPotevano ucciderti, ma potevano anche renderti più forte. Le stesse parole, le stesse lettere, mischiate in modi diversi, ma sempre le stesse... maledette, fottute parole. La rovina del mondo, le parole, ma anche la salvezza.
E le odiava perchè erano state le parole, a distruggerla; quelle che non aveva mai ricevuto, quelle che non aveva mai detto, le bugie, fatte di parole, i segreti, le accuse, gli insulti.
Tutte parole.
C'è a chi piacciono le parole, che le sa usare, chi conuna parola sa tirarti su, oppure distruggerti.
E poi c'era lei, che le parole le usava solo per mentire, o rovinare la gente, perché quando sarebbe andata via, le parole non dette sarebbero rimaste sospese nel vuoto, su fogli di carta. E le persone la avrebbero odiata per questo. Ma infondo, di casini ne aveva fatti tanti, uno in più o uno in meno, non sarebbe cambiato molto. Anche se la avrebbero odiata. Lui la avrebbe odiata.
E Calum, più di tutti.
Ma a Rikki non importava.
***
A scuola, lei ed Ashton non avevano corsi insieme, perché Ashton era più grande di due anni, ma era stato bocciato, così, ripetendo l'anno, era solo di una classe avanti ad Aileen.
Da una parte ad Aileen dispiaceva che Ashton fosse stato bocciato, da una parte era felice, perchè altrimenti, non sarebbero potuti andare in gita a Londra insieme.
Andavano solo le 4' e le 5'. Aileen in quarta, Ashton in quinta.
Durante gli intervalli, parlavano tanto. Non si sbaciucchiavano negli angoli più remoti della scuola, come facevano tutti, ma parlavano, imparavano a conoscersi. Facevano una domanda per uno. Quella volta Aileen stava parlando dei Nirvana, quando, involontariamente, giocando coi bracciali che portava al polso, ne strappò uno.
Non fu il tintinnare delle perline sul pavimento a suscitare l'interesse di Ashton, bensì, l'avambraccio di Aileen. "Fanculo" aveva mormorato la mora, abbassandosi, per raccogliere quante più perline possibile.
Erano palesi, le vecchie cicatrici sulle braccia della ragazza con gli occhi blu.
Bianche e sbiadite, segnavano le braccia di Aileen, come il tempo che passava. E ad Ashton, che non piangeva mai, gli si riempirono gli occhi di lacrime, che però non trovarono via d'uscita, perchè li c'era Aileen, ad asciugargliele. "Dimmi quante sono..." sussurrò lui. Aileen, come sovente pensava, desiderò sparire, come il fumo di una sigaretta. Ma lei era li, solida, carne ed ossa, e cercava di non perdere la calma. Respiri lunghi ed affannati, come se quella fosse la domanda che avrebbe decisola sua sorte. Anche se proprio una domanda non era, bensì un affermazione, quella di Ashton.
"Perchè vuoi saperlo?" Chiese titubante Aileen. Ashton le prese la mano, piantò i suoi occhi in quelli di lei, li scrutò, fin dentro i più oscuri ricordi, le più orribili, tristi immagini che quegli occhi, blu, profondi, bui, come l'oceano, avevano visto. E quelle parole, così semplici, irradiavano sicurezza. "Per sapere quante volte avevi bisogno di me. E quante volte non ci sono stato." Aileen deglutì rumorosamente, il sangue nelle vene aveva smesso di circolare alla sua normale velocità. Le parole le si strozzarono in gola, quando "sessantasei" cercò di dire.
Ed ecco, ancora una volta, come le parole siano crudeli. Come possana, un solo numero, distruggere una persona.
***
L'inchiostro scorreva veloce, quando Luke scriveva, a calligrafia ordinata Mi Piaci, Noel, su un pezzo di carta bianca. Passò il bigliettino alla compagna di banco, i capelli legati in una treccia, e la vide sorridere, e non può essere scrisse. Fu un ghigno, quello che comparve sul viso del ragazzo biondo, ornato da un maledetto anellino nero, che lo rendeva terribilmente... sexy, secondo Noel.
Ne parliamo fuori. Okay? Scrisse veloce Luke, tornando ad ascoltare la prof.
Odiava, biologia, Luke. Non riusciva proprio a capirla, quella materia.
A Noel invece piaceva molto, come anche la matematica. Materie che a Luke non piacevano affatto. "Okay" aveva sussurrato Noel. E dopo quella semplice parola, Luke si era messo a pensare al loro 'appuntamento'. A quanto lui e Noel fossero diversi, a quanto lui dipendesse ompletamente da lei. E gli pareva strano. Così strano, e inaccettabile, che a volte si malediva di avere un cuore e dei fottuti sentimenti.
Luke era perso. Nel vuoto, nel nulla. Solo una meta.
Noel.
Quando lo osservava da lontano, con quei suoi grandi occhi grigi.
A Luke piacevano i Nirvana.
A Noel Ed Sheraan.
Luke adorava il nero.
Noel l'azzurro.
Luke si era fatto un piercing, e avrebbe fatto volentieri un tatuaggio.
Noel aveva solo i buchi alle orecchie.
Luke pareva un mezzo punk, a volte.
Noel sembrava una ragazzina per bene.
Luke era scontroso, cattivo di carattere.
Noel era dolce, gentile e solare.
Luke era capace di uccidere, per salvarla.
Noel era capace di farsi uccidere per lui.
Così opposti.
Ma tutti lo sanno.
Infondo, gli opposti si attraggono.
E poi, alla fine della lezione, avevano parlato davvero. Era stato difficile per Luke, che aveva sempre considerato l'amore come una stupida, odiosa, maledetta, fottuta debolezza.
Ma " non sai quanto odi dirle, quelle due fottute parole, ma giuro, che a te le ripeterei all'infinito." Le aveva detto e "Che parole?" Aveva chiesto lei.
"Ti amo." Luke la aveva guardata in faccia, le aveva sorriso, sperando in un anche io, ma un "non..non posso, se lui lo scopre io.." aveva ricevuto come risposta.
Cosa che non avrebbe mai detto, a Luke parve di sentire un crack. Il suo cuore, spezzato. Da un no.
Perchè quello era un no, vero? "Chi? Ti prego, Noel, dimmelo. Io sto dalla tua parte e... e ti aiuterò, sempre.." era nervoso, Luke. Lo si capiva perchè stava insistentemente mordicchiandosi il labbro. Noel non poteva vederlo così. E "fanculo, anche io ti amo."
E poi lo prese dai bordi della camicia e lo tirò a se, facendo scontrare le loro labbra insieme.
Subbuglio. Lo stomaco di Luke era in subbuglio.
Veloce. Il cuore di Luke batteva veloce.
Amore. Era ciò che provava, senza dubbio, per Noel.

Amatemi shalalaal
Allora. Fa troppo caldo.
Muoro.
Vabbe
Non so che dire, grazie per tutte le letture.
Lasciate qualche stellina, e commemtate, accetto critiche, per migliorare
Ciao bella gentee!!!!

In The Middle Of Nowhere //5sosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora