11. Shopping time

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vi chiedo di mettere una stellina
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Emily

È sabato mattina e ieri in biblioteca ho dato un compito di scienze a James.
Osservando i suoi comportamenti e la sua persona, sono abbastanza sicura cha non lo farà. Se sarà così, non voglio dirlo al preside Williams, questo perché vorrei salvargli il culo. Vorrei ricambiare il favore.

Il mio telefono vibra e noto che mi è arrivato un messaggio da Allison:

Allison:
Ciao Emy, sai che stasera
alle 20:30 c'è una festa?

Io:
Ciao Ally!
No, non lo sapevo

Allison:
Per caso hai
intenzione di andarci?

Io:
Non saprei Ally, dipende.
Sai che cambio pensiero
molto velocemente :)

Allison:
Sì, be' oramai
ti conosco molto bene 🫡

Io:
Se vuoi ti faccio sapere
in questo pomeriggio

Allison:
Oh, va bene. A dopo 🫶🏻

Io:
A dopo Ally

🥀

In questa mattinata ho fatto i compiti per la settimana successiva, ho studiato per due ore consecutive.
Essendo che mi chiudo sempre in camera mia a studiare o a leggere, vedo poco mia nonna pur vivendoci insieme.

«Tesoro, per pranzo ti faccio la pasta al pomodoro, ti va bene?», mi chiede lei dalla cucina.

Sin da quando sono bambina, ho problemi con il cibo, per questo all'ora di pranzo mi chiede sempre se quello che cucina mi va bene. Apprezzo questa cosa perché poche volte, quando ancora vivevo con i miei genitori, mi veniva fatta questa domanda.

Non mi ricordo neanche se me lo chiedevano...

«Sì, va bene. Posso non mettere il formaggio sopra? Per favore», le chiedo con una voce tremante.

Il formaggio preferisco evitarlo, l'ho sempre evitato, ma da piccola i miei genitori in un certo senso mi obbligavano a metterlo.
So che mangiare è un diritto, una cosa che si fa quotidianamente, una cosa normalissima, ma a volte non sento per forza il bisogno di farlo.
È una sensazione strana che penso che nessuno capirà completamente.
E che quindi, solo io capisco e continuerò in futuro a capirla.

«Va bene, tesoro», mi risponde lei, sicura della risposta.

Passati vari minuti, dalla cucina sento mia nonna prendere dei piatti:
«Emy, è prontoo!»

«Arrivoo!», le dico, sperando che non debba ripetere nuovamente quello che ho detto.

Arrivo in cucina e mi siedo vicino a lei. Avverte che sono abbastanza preoccupata, infatti noto che ha una faccia triste.

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