olivier

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Victoria si sentiva stanca e frustrata. Le luci soffuse dell'atelier sembravano accentuare l'opprimente senso di delusione che si era impadronito di lei. Ogni abito che provava sembrava non risuonare con lei, non riusciva a trovare quel connubio perfetto di tessuti, colori e tagli che avrebbe reso la sua giornata speciale indimenticabile.

Nel camerino, si sentiva come se fosse rinchiusa in una bolla di tensione. Il tessuto delicato degli abiti sembrava stringerle il petto, mentre lo specchio rifletteva il suo sguardo preoccupato. Le mani tremavano leggermente mentre cercava di sistemare l'ennesimo abito sul suo corpo. L'idea di deludere sua madre la angosciava profondamente, sapeva quanto fosse importante per lei che il suo matrimonio fosse perfetto in ogni dettaglio.

La presenza della madre al di là della tenda del camerino aggiungeva un ulteriore strato di pressione. Victoria sentiva il peso delle aspettative mentre immaginava l'espressione preoccupata sul volto della donna. Si chiedeva cosa potesse aver pensato la madre nel vederla così indecisa, così lontana dall'entusiasmo che entrambe avevano immaginato per quel momento.

Nonostante tutto, c'era un filo sottile di gratitudine che permeava la sua ansia. La ragazza  sapeva che la madre era lì per lei, che avrebbe fatto qualsiasi cosa per rendere felice sua figlia. Era quel legame speciale, fatto di comprensione tacita e amore incondizionato, che rendeva il momento meno insopportabile. Anche se Victoria non riusciva a trovare le parole per esprimere ciò che provava, sapeva che sua madre lo capiva già. E in quel momento, era l'unica cosa che le dava un po' di conforto.


Victoria: tu non ti sei sentita oppressa quando papà ti ha chiesto di sposarti? Infondo vi conoscevate da due mesi -disse prima di sedersi- io mi sento così!

Caroline: la famiglia di lui ti sta mettendo ansia? -chiese abbassandosi al suo livello preoccupata-

Victoria: non è questo il punto,ma! Ho paura che questo matrimonio non sia la scelta giusta,cioè guardami -disse osservandosi allo specchio- mi ci vedi a ventidue anni sull'altare,sposata e con dei marmocchi? Se mi incontrassi per la prima volta diresti che devo sposarmi? -rise-

Caroline: -sospirò- hai solo paura -disse accarezzandole la spalla- ma è normalissimo! Anche io alle prove dell'abito sono stata male settimane e settimane ma poi vedi che una volta che arriva quel giorno in un attimo scomparirà tutto!


Victoria, comprendendo la situazione, decise di interrompere la prova degli abiti e di uscire dall'atelier con il compagno prima di fare ritorno a casa. La realtà era lampante, anche dalle parole enigmatiche della madre. Sembrava parlare contro un muro, le sue parole non trovavano eco, mentre la madre rispondeva con banalità per evitare l'argomento spinoso. Victoria capì che annullare il matrimonio non era nemmeno un'opzione considerata. Questa realizzazione la rattristava profondamente; non avrebbe mai immaginato che sua madre, solitamente così attenta ai suoi desideri, avrebbe ceduto agli interessi familiari e all'onore sociale. Quel giorno, la donna che Victoria conosceva sembrava svanire, sostituita da una figura rigida e insensibile alle sue esigenze più profonde.


Gabriele: scusami amore ho fatto tardi in azienda,come è andata questa volta la prova abito? -chiese sorridente-

Victoria: -scrollò le spalle- io non mi voglio accontentare,voglio l'abito perfetto e finchè non lo troverò non ne prenderò uno a caso solo perché piace agli altri -disse sorridente- e poi lo sai che farò tre abiti,vero?

Gabriele: tu già non riesci a trovarne uno come pensi di trovarne addirittura tre? -disse ridendo- ti va di dormire da me? Tanto i miei non ci sono -disse prima di baciarla-

(AMA) NTI //Olivier GiroudDove le storie prendono vita. Scoprilo ora