La cucina era avvolta dalla pace della mattina.
La luce del sole ancora debole filtrava dalla finestra illuminando l'aria. I giochi della polvere ricordavano una danza leggera ed impalpabile.
Aprii il frigorifero,scelsi gli ingredienti base di una buona colazione. Latte e caffè,ma volevo fare qualcosa di speciale,non accompagnarli con le solite paste o cereali.
Frugai nella credenza in cerca di farina,le focaccine dolci sembravano molto più allettanti.
Mi adoperai a prepararle.
Presto i rumori della via accompagnarono il brusio dei fornelli.
--Buon giorno--. Nico dietro di me appoggiato al tavolo,non lo avevo sentito arrivare.
--Ah buon giorno. Ti sto preparando qualcosa che spero ti sazi. Ma se preferisci della carne cruda,serviti pure,dovrebbe esserci nel frigo--.
--Grazie ne ho bisogno,mangerò anche quello che stai preparando...troppo?--
--Scherzi!? Fai pure ma sbrigati,non vorrai mica farti trovare a mangiare carne cruda da mia madre!--
--Hai ragione è meglio che vada--.
Scattai.
--No! Resta. Le diremo che mi sei venuto a prendere per accompagnarmi a scuola--.
--Davvero? Va bene allora--.
Lo seguivo con la coda dell'occhio,vederlo sorridere mi faceva sentire bene.
--Allora...Riccardo è un tuo compagno o cosa?--
Riccardo. Già non ci pensavo più.
--No è più grande di me. Frequenta l'università di ingegneria. Geloso?-- Scherzai.
--Mmmh forse. Non ti ho mai vista mandare messaggi a qualche amico,non ne hai o cosa?--
Era in vena di parlare. E pensare che di prima mattina il chiacchierare per me era l'equivalente di una botta in testa. Soprattutto se non avevo dormito affatto.
--Ho un sacco di amici ed amiche ma di solito ci mandiamo delle e-mail. I messaggi solo in caso di necessità. Come uscire e vedersi all'ultimo minuto,per esempio--.
--Afferrato. Ma che è successo poi ieri sera con quello?--
Sbuffai cercando di non farmi sentire ma doveva essere stato inutile,data la sua frequenza d'onda.
--Beh...in pratica è felice. Ora se la spassa con una delle mie migliori amiche--. Tagliai corto.
--Ah...classico. Non ha preso bene la separazione?--
--Direi che l'ha sfruttata. L'hanno sfruttata entrambi. Ma va bene,per quanto riguarda lui...non perdono Gioia però--.
--Gioia,la tua migliore amica?-- Chiese cauto.
--Già...quella del posto in corriera,ricordi? Non Eleonora...l'altra--.
--Quella che non avevi notato?--
--Proprio lei--.
Stavo cominciando ad innervosirmi.
--Bell'amica! Credimi,ci sono passato anch'io. Ma non era un amico...era un suo amico--.
La curiosità s'impadronì di me.
--Ci sei passato? Racconta--.
Fece una smorfia.
--Mah nulla di che. Uscivamo,lei frequentava quel tizio per studiare insieme sai...la aiutava in geometrico...e poi...mi ha mollato. Punto--.
--Ci sei stato male?--
--Non proprio. Mi ha dato fastidio. Poteva dirmelo invece di portarla per le lunghe--.
"Meno male!",pensai. Nulla di importante quindi.
Dopo poco finì la sua bella bistecca,si lavò le mani e la faccia nel lavandino e si sedette al tavolo.
Diedi un'occhiata alle focacce,erano pronte.
--Vado a svegliare Greta,ora tu serviti pure--.
--Grazie,preferisco aspettare che torni--.
--Ok,faccio in un attimo--. Tolsi la padella dal fornello e la poggiai nel lavabo. Sistemate le focacce in un enorme piatto,feci per salire di sopra ma all'improvviso Nico mi afferrò per un braccio.
--Che c'è?-- Chiesi allarmata.
--Nulla...solo...-- La sua faccia era un ghigno divertito.
--Allora?--
--Edera...stanotte...beh lo sai come vanno le cose fra due che stanno insieme...--
Imbarazzata mi liberai dalla sua presa.
--Sì lo so...vado--.
--Edera...li ho sentiti anche poco fa--.
--Oh...bene. Allora...mangiamo?--
--Direi!-- La sua espressione era tutto un programma.
--Piantala Nico! Anzi non voglio parlare per la prossima mezz'ora!--
--Ah ah ah...va bene. Ora sì che ho capito il trucco. Per farti stare zitta basta parlare di sesso--.
--No! Ma cavolo! I tuoi sensi sviluppati hanno anche dei contro!-- Mimai delle virgolette con le dita.
Ridemmo entrambi,prima di sprofondare nel silenzio.
Non credevo di essere tanto affamata.
Valerio scese per primo.
Rimase fermo immobile con la bocca spalancata alla vista di quel ragazzo seduto accanto a me.
--Ciao Vale. Ti presento Nicholas--.
Si riprese subito sforzandosi di non mostrasi scortese o prevenuto.
--Ciao. Tu sei il nuovo ragazzo di Edera. Mi raccomando--.
Lo guardai come a fulminarlo con lo sguardo. Afferrò.
--Comunque...buon giorno--. Era sicuramente la figura più paterna che avessi mai avuto. Risi nascondendo il viso nella tazza.
--Buon giorno. Valerio,giusto? Edera mi ha parlato molto di te--.
Lo guardai stupita da tanta disinvoltura.
Valerio si gonfiò come un pavone.
--Davvero? E' una ragazza speciale. Dimmi di cosa ti occupi,o sei uno studente?--
Riecco il padre!
Nicholas sembrava averci preso gusto. Leggevo nei suoi occhi quel divertimento beffardo.
--In realtà lavoro con mio padre. Abbiamo un'officina meccanica. Ora c'è un sacco di lavoro da fare per via degli apprendisti da seguire...bisogna insegnar loro il mestiere--.
Strizzò un occhio nella mia direzione.
--Oh beh...cavolo! Dev'essere grande come officina. Complimenti. Eh sì,quando si ha un'attività da gestire il lavoro raddoppia!-- Ecco. Ora monopolizzava la conversazione.
--Ti stavo dicendo...-- Afferrò una focaccia e incominciò a divorarla.
--...Insomma,anch'io ho appena aperto uno studio odontoiatrico in zona. Prima lavoravo come un mulo anche per impratichirmi,ora mi faccio in quattro per eccellere in questa professione. E' stato sempre il mio sogno,diventare un odontoiatra a tutti gli effetti...--
Nico ed io ci scambiammo occhiate beffarde.
Mentre Valerio si alzava per prendersi il latte e caffè,gli sussurrai il difettuccio di Vale.
--Quando inizia a parlare non la finisce più. Non sono sicura ma credo sia leggermente logorroico--.
--Lo credo anch'io,ma è divertente--. Rispose.
Il suo alito mi scaldava il viso a quella vicinanza.
--Lo è,non dico il contrario...ma stallo ad ascoltare per ore e poi mi dici--.
--Eh,eh immagino. Non sembra il tipo che frequenterebbe tua madre. Dai discorsi dell'altra sera,dal modo di parlare e pensare di Greta,lo immaginavo...misterioso ed intrigante. Sembra solo un brav'uomo--.
--Lo è. Ma è anche intrigante. Mamma lo descrive come un tipo che ha due facce,ma in senso buono:se stanno soli è più intimo e misterioso,se ci sono io ad esempio,cerca di risultare solo simpatico. Ed anche se c'è altra gente...solo che non si regola. Mamma crede sia una specie di autodifesa--.
--Ho capito. Per superare l'imbarazzo si fa vedere sicuro di sé--.
--Già,e pieno di argomenti--.
Dopo diverse chiacchiere sul mondo del lavoro paragonandolo a quello della scuola,dell'università per giungere alla disoccupazione da paura in Italia,finalmente scese anche mamma.
--Oh buon giorno. Nicholas che piacere rivederti. Come mai da queste parti?--
La domanda sembrava rivolta più a me che a lui.
--Accompagno Edera a scuola--. " Ma che bravo!"
--Ma che! Non dirai sul serio Edy!?--
Questa non l'avevo capita.
--Che problema c'è mamma?--
La sua faccia era forse più stupita della mia.
--Hai davvero intenzione di andare a scuola il primo sabato? Ti ho chiesto di studiare,non di essere fiscale!--
--Già,è sabato...allora non vado...posso però uscire?--
Le rivolsi uno sguardo smielato. Avevo dimenticato che giorno era.
La tradizione vuole che il primo sabato di ogni inizio anno di superiori,i ragazzi marinino la scuola,non per una causa vera e propria. Molti genitori sono contrari,altri invece indifferenti. Mia madre era tutt'altro che contraria.
Le tradizioni per lei erano sacre. E dai suoi racconti,alla mia età combinava un sacco di casini ma i suoi genitori erano ignari di molte cose,tranne che delle assenze che arrivavano dettagliate per posta dalla scuola. E lì si alzavano gli strilli di nonna,mentre nonno si limitava a darle un ceffone.
--Ma certo che puoi uscire...anzi,perché non andate a farvi un giro tu e Nico?--
Guardai Nico per assicurarmi che fosse d'accordo,era esterrefatto dalla proposta di mamma.
--Wow Greta! Sei forte tu!-- Disse,gonfiando involontariamente l'ego di mia madre.
Amava che gli altri la considerassero una super mamma.
Non mi trattenni. Mi alzai abbracciandola stretta.
Quello era il mio modo fin da bambina per ringraziarla quando andavo su di giri dalla felicità.
In realtà ero davvero su di giri.
Passare ancora del tempo con Nicholas,non desideravo altro.
Uscimmo di casa,Nico ed io,diretti alla sua auto.
Il sole mi pizzicava gli occhi,non aver dormito presto mi sarebbe costato un crollo ma dovevo tenere duro,volevo sfruttare al massimo la giornata con Nico.
C'erano ancora un mucchio di cose che gli volevo chiedere.
Una volta comoda sul sedile dell'abitacolo,mi voltai dalla sua parte.
--Nico,posso chiederti una cosa?--
--Chiedi--.
I suoi occhi erano tornati neri,profondi come l'oscurità.
--Non hai chiamato tuo padre stanotte. Se preferisci,mi fai scendere più avanti e lo chiami...sarà preoccupato--.
--Edera. Ho chiamato mio padre. Stai tranquilla--.
--Non è vero. Non ho dormito tutta la notte. Non prendermi in giro--.
Aggrottò le sopracciglia.
--Ma che dici? L'ho chiamato--.
--Sul serio? Forse allora lo hai fatto in quei pochi attimi in cui ho perso la cognizione del tempo appisolandomi--. Farfugliai.
Scoppiò a ridere.
--So benissimo che non hai dormito quasi per niente ma altro che appisolata! Per una mezz'oretta hai persino russato!--
Ero totalmente imbarazzata.
Dunque mamma aveva ragione nel dire che russavo quando non riposavo bene.
--Uffa...va bene scusa. E piantala di ridere!--
--Oh dai non te la prendere,è normale--. Sghignazzava di gusto.
--Ok e dimmi,come è andata?--
--Con papà? Bene diciamo...era stanco. Ti ho detto che era andato dal medico?--
--Sì me lo hai detto--.
--Gli ha consigliato un po' di riposo...e dire che svolgo la maggior parte del lavoro io...ma forse è solo stressato--.
Era visibilmente preoccupato.
--Nico,dovresti controllare. Magari gli manchi--. Azzardai.
--Lo so. Mi manca anche lui...ma Edera cerca di capire. Come faccio a spiegargli come sono andate le cose...ne morirebbe temo. Morirebbe di paura se decidesse di credermi--.
Non potevo biasimarlo. Io stessa ero svenuta nel rivederlo la prima volta dopo quella sera.
Tentai un'altra via.
--Sai,mi hai detto che aveva sempre visto qualcosa di strano in te e..in tua madre. Cos'era? Cos'è che...--
--Edera...tu non mi dai tregua!--
--Scusa. Me lo dirai quando lo riterrai opportuno--.
Ero mortificata.
Parcheggiò all'istante. Eravamo fermi in una via che non conoscevo.
Si era voltato verso di me. Mi prese il mento.
--Non mi dai tregua...ma va bene. Mi piace la tua insistenza--.
--Non ti irrito?--. La mia voce era un tremolio in quel contatto.
--Non sempre--. Il sorriso ricomparve sul suo viso.
Ripresi coraggio decisa a riformulare la domanda in un altro modo.
--Nico,scusa davvero,solo che se vuoi parlarne...dobbiamo mettere ordine. Altrimenti non ci capisco nulla--.
Tornò al suo posto,le mani al volante. Rifletteva.
--Tu hai qualche cosa che non mi dici Edera--. Non si voltò. Lo sguardo seguiva la strada davanti a noi.
--Non capisco...che intendi?-- Chiesi sorpresa da quell'affermazione.
L'opale nero lucente dei suoi occhi tornò a scavare nei miei. Non sapevo come interpretare le sue emozioni. Non mi aveva mai guardata in quel modo.
Dopo una breve pausa riprese.
--Riesco a sentire il tuo cuore. I suoi battiti sono come tamburi costanti al mio udito. Ma ci sono volte in cui il ritmo aumenta. Dipende da un sacco di cose,come la paura,l'ansia...e la vicinanza fra noi due...--
Riusciva a sentire il mio cuore.
Quindi poteva capire cosa mi suscitava quando mi era accanto.
Sarei voluta sprofondare!
Dovevo dire qualcosa,ma dalla bocca ne uscì ben poco.
--Ah...cavolo!--
Rise piano,distrattamente,come se fosse assorto in qualcos'altro.
--Già...ma ci sono momenti in cui riesco a percepirti in un'altra maniera...sento che non mi dici tutto quello che ti passa per la testa...rimandi qualcosa. Vuoi dirmi qualcosa,ma non lo fai--.
--Aspetta! Fa parte delle tue capacità? Sentire dell'altro intendo--.
Stavolta la sua risata si fece sonora.
--Credo solo che sto imparando a conoscerti Edera. Ma che cos'è che non mi dici?--
Cercai di rimanere calma. Riorganizzai le idee.
--Ho fatto...non arrabbiarti però--
--Dimmelo--. --Dimmelo...Edera--
"Dimmelo. Dimmelo". Il suono della sua voce sembrava penetrarmi nella testa,lontano,intenso,come provenisse da dentro di me.
Mi sentivo attratta ed inebetita al tempo stesso,era una strana sensazione.
Riemersi come da una vasca di acqua scura.
--Che...che st-tai facendo?-- Balbettai.
Sul suo volto la sorpresa comparve rapida e subito mi sentii meglio. Lucida.
--Nulla. Che hai?--
--Santo cielo Nico! Mi stavi stregando?-- La mia non suonò solo come una domanda ma anche come un'accusa.
--Stre...cosa? Stregando? Sei fuori di testa!--
--Nico,ascolta. Eri concentrato su di me un attimo fa. Nello stesso momento in cui mi hai imposto di parlare...mi sono sentita risucchiare dai tuoi occhi...stavo perdendo lucidità!--
Non riuscivo a moderare il volume della mia voce.
La sorpresa scomparve dal suo viso lasciando il posto a dell'altro. Certezza.
--Sono ancora io a dover parlare allora. Non credevo fosse possibile. Non pensavo fosse rimasto. Scusa. Non sono in grado di controllarlo a volte--.
Il tono basso nella sua voce,uscì lento dalle sue labbra,biascicando quasi parola per parola.
--Rimasto?-- Chiesi incredula.
--Fin da piccolo,a volte mi capitava di indurre le persone a fare quello che in quel momento desideravo. Fa parte delle stranezze notate da mio padre. Succedeva che riuscivo ad ottenere quello che volevo con facilità. Ad esempio un giocattolo da un amico,un voto migliore da un insegnante o semplici confessioni,del tipo verità o bugie--.
--Persuasione--. Affermai.
--Esatto. Ma non avevo sempre successo. L'effetto durava per pochissimo tempo. Credo sia una sorta di dono...non lo so--. Ce ne stavamo nuovamente in silenzio.
Dopo un po' continuò svelto --...Non credevo di ritrovarlo dopo...beh hai capito. Per un sacco di tempo lo avevo represso,ora è tornato...ed è sempre più forte. Spunta quando meno me lo aspetto ma a differenza di prima,ora è più forte,più irruento...credo possa essere letale--.
Sgranai gli occhi.
--Letale? Come fai ad esserne sicuro?--
Riprese a guidare e senza guardarmi veramente continuò.
--Edera,nelle prime settimane dopo la trasformazione,non è stato facile procurarmi del cibo. I soldi finivano in fretta e non potevo chiederli a mio padre,non avevamo ancora raggiunto l'armistizio...
--Armistizio?-- Lo interruppi.
--Sì l'armistizio:non era d'accordo nel non farmi vedere da lui. Ho dovuto spiegargli che era successo qualcosa in me a quel punto. Non sembrava stupito dalle mie rivelazioni. E' stato allora che mi ha parlato delle stranezze. Lui non sa il come,sono diventato quello che sono ma questo non lo so nemmeno io. Neanche tu--.
--Te lo ha detto lui che non lo sa?--
--No. Non proprio. Semplicemente ignora il dato significativo:la mia morte--.
A quella parola dei brividi ghiacciati corsero lungo tutta la mi spina dorsale. Trovavo difficile accettarne l'accaduto.
--Semplicemente,papà sospetta delle cose...come del dono ad esempio ed altre. Ma non se ne spiega la natura--.
--Non ti è passato per la testa di...beh di ipnotizzarlo per averne la certezza?--
--Come ti viene in mente una cosa del genere?-- Sbottò.
--Scusa ma con me non ti sei fatto nessuno scrupolo!-- Dissi in un ghigno.
Frenò brusco,quasi mi strozzai con la cintura di sicurezza.
--Che vuoi dire? Per prima? Scusami tanto se provo dell'interesse per la tua vita!-- La sua voce era un ruggito cupo.
--Mi stai spaventando Nico...--
Si calmò all'istante prendendomi la mano con delicatezza.
--Scusa...davvero...non volevo Edera--. Era visibilmente mortificato.
--Va bene. Ci sono cose,come questa che devi imparare a controllare,l'ho capito. Ti aiuterò,promesso. Dovessi rimetterci la stabilità dei miei nervi--. Affermai convinta.
Scoppiò di nuovo a ridere. La sua mano calda continuava a stringere la mia.
Ripresi fiato fregandomene dell'imbarazzo.
--Intendevo,Nico,di ieri sera più che di poco fa. Stavo per baciarti sul balcone e...-- l'imbarazzo fregò me.
--Quello--. Socchiuse gli occhi su quell'istante.
--Quello--. Gli feci eco.
--Beh...volevo baciarti anch'io ma...Edera ti sto già scombussolando l'esistenza! Lo volevo ma non sapevo quanto fosse giusto concedermelo,soprattutto se è vero che quella donna è venuta a cercarti--.
--Quindi lo hai fatto!-- Glielo urlai.
--Edera dai...in modo lieve...--
--Lieve? Nico! Ora...che diavolo devo pensare?--
--Dai! Perché che pensavi?-- Sembrava un bambino capriccioso intento a scusarsi. Il suo atteggiamento mi dava sui nervi.
--Pensavo che...beh che forse sentivamo qualcosa...io sentivo qualcosa per te! Invece è solo...un'illusione! Creata da te!--
La sua pelle se possibile,divenne ancor più bianca,di un avorio slavato.
Riprese calmo.
--Non lo farò più te lo prometto. E riguardo ai sentimenti...beh...il tuo cuore me li aveva già raccontati--.
Sgomenta uscii dall'abitacolo.
Un attimo dopo mi riacchiappò.
--Maledetta la tua velocità!--
Lo guardai in segno di sfida,stretta nella sua presa.
--Calmati...Edera calmati--.
Cercavo di divincolarmi. Era inutile. La sua forza mi impediva qualsiasi movimento,a parte scalciare.
--Ti prego. Perdonami. E...credimi,se il mio cuore battesse in modo normale...in alcuni momenti accelererebbe pari al ritmo del tuo--.
Mi fermai di botto su quella rivelazione.
--In modo normale?-- Chiesi confusa.
Allentò la presa.
--Il mio cuore batte lento. Accelera solo in alcune circostanze--.
--Lento? Nico...circostanze tipo cosa?--
Sempre più vicino a me,sempre più attaccati.
--Tipo...ascolta--.
Mi prese la testa,poggiandomela sul suo torace.
--Ascolta--.
Ascoltai.
Un tum tum costante,potente rimbombava dentro di lui accelerando sempre di più.
Mi staccai spaventata e stupita. Come poteva raggiungere un ritmo simile senza rimanerne vittima?
--Nico...sembra...abbia preso il turbo--. Fu l'unico modo innocuo per descrivere quel ritmo frenetico,senza rischiare di spaventarlo.
--Adesso mi credi? Non è solo il tuo ad esprimere quello che sente--.
Prima ancora che volessi ribattere con altre domande o supposizioni,le sue labbra bagnarono le mie.
Il calore della sua lingua infuocò la mia.
Arginò ogni mia difesa.
Lasciai scivolare dentro di me quella forza calda e dirompente,assaporandone il gusto.
I nostri visi,premuti l'uno contro l'altro.
I sui capelli fra le mie dita. Le sue braccia mi sembravano il rifugio più invitante ed accogliente in cui mi sentivo completamente al sicuro e viva.
Mi persi in quell'instabilità dei nostri battiti.
Percepivo il pulsare costante e veloce nella sua bocca.
Non poteva essere solo un bacio a darmi quelle sensazioni,era la vita in lui che batteva forte nella mia bocca.
Quando riemersi,le gambe mi tremavano.
Rischiai di cadere per ritrovarmi di nuovo nelle sue braccia.
Non so come riuscii a trovare la forza di pronunciare quelle parole.
--Baciami Nico. Baciami ancora--.
Mi baciò,per no so quanto tempo,mi baciò.
L'eccitazione era solo un minuscolo dettaglio trascurabile se paragonato alle sensazioni più profonde.
Tutto intorno non aveva materia,esistenza.
Tutto era in lui. Si muoveva dentro di me,lento,segnando sentieri di beatitudine nei quali volevo perdermi.
Non credevo possibile smettere,non volevo rompere quello strano equilibrio di sensazioni.
"Nulla",pensai. "Nulla avrà più senso oltre questo. Oltre Nico".

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luceombra
Science-FictionUn romanzo di Tania Rossi Non credevo fosse possibile rivedere il suo volto. Da mesi il suo ricordo mi appariva come un incubo ma poi tutto è cambiato. La mia vita,la sua es...