Capitolo 17

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Restai a guardarlo a bocca aperta. Ero letteralmente
sconvolta dalle sue parole.
Mia madre sarebbe potuta essere letale per me,avrebbe avuto sete del mio sangue,avvicinarmi a
lei significava quasi certamente perire per sua mano.
Una cosa che non avrebbe mai dimenticato per tutta la
sua esistenza,che non si sarebbe mai perdonata.
Deglutii,sentii la gola raschiarmi forte.
--Non deve succedere-- riuscii a dire.
Nico mi strinse a sé poggiando il suo mento sulla mia
testa.
--Edera,lo so che non è facile ma sarebbe meglio
aspettare che Astor ci faccia sapere quando è il
momento. Tua madre presto si sveglierà e sarà
assetata...cerca di capire,ti ho ingannata portandoti
qui solo per proteggerti--.
--Lo so Nico,l'ho capito. Lei ne soffrirebbe per
l'eternità e come ho già detto non deve succedere--.
--Guardami...ti prego guardami--
Mi sollevò il viso,mi sentivo talmente piccola ed inutile
che all'inizio non riuscii ad aprire gli occhi ma poi mi
feci coraggio e lo guardai.
Posai lo sguardo nel suo e subito notai che non era
finita,c'era dell'altro.
--Dimmi. Che cosa ti preoccupa?-- Gli chiesi in un
sussurro.
--In realtà sono abbastanza certo che se restiamo qui
non ti accadrà nulla. E per tua madre...la ami così
tanto da capire,tanto da obbedire per tutelare i suoi
sentimenti--
--Non è strano,è solo amore Nico--
--Lo so-- abbassò lo sguardo stringendomi più
forte,sentivo il lento scorrere delle lacrime sul suo
volto,cercai di liberarmi da quella presa ma mi chiese
di rimanere immobile nelle sue braccia.
--Ti prego,non voglio che tu mi guardi adesso--
--Va bene...ma parlami-- mugolai sul suo torace.
--Quando ho ucciso...Francesca...mi sono sentito un
mostro. Ma non è stato questo a farmi davvero male.
La cosa che mi ha lacerato è scoprire di amarla--.
Rimasi in silenzio ascoltandolo,per la seconda volta si stava aprendo a me,mi stava confessando il suo
dolore,lo strinsi più forte a mia volta.
--Io l'ho amata. Lo so è assurdo ma,sbagliata o no,era
mia madre. Ed ora che ho scoperto le sue vere
intenzioni,mi sento sconfitto. Quella sera,la sera in cui
sei scomparsa,ci ha attaccati ma non voleva lottare
con me,non credeva che io ci fossi. Le sue intenzioni
erano ben altre. Ti ricordi che mio padre andò dal
medico...te lo ricordi?--
--Si,me lo ricordo--
--Lei lo stava indebolendo. Succhiava il suo sangue
notte dopo notte. E me lo ha detto in faccia,con un
ghigno divertito mi ha detto che lo avrebbe reso
quello che era sempre stato:un uomo debole fino alla
fine dei suoi giorni--.
Rabbrividii in quella stretta.
--Dio mio,Nico! Perché non me l'hai detto prima?--
--Non volevo ammettere che ero stato io ad attaccare
per primo Volevo. Uccidere. Mia madre quella sera.
Volevo. Ed invece ho messo a repentaglio la vita di
tutti,e Greta è quella che ci ha rimesso di più. Per
questo voglio che tu mi odi,perché me lo merito per
quello che le ho fatto--.
--Io non ti odio,amore...non ci riesco. Capisco,invece.
Anch'io al tuo posto,probabilmente avrei fatto la
stessa cosa. Lei ti ha ferito in molti modi...--
Si staccò da me voltandomi le spalle.
--Edera,lo vuoi capire o no!? Io dovevo proteggere tua
madre ed invece l'ho fatta ammazzare!--
A quelle parole quasi vacillai.
--E' vero,dovevi proteggere tutti ma a volte qualcosa
ostacola le nostre intenzioni sconvolgendo i nostri
piani. Per questo devi smetterla di incolparti. Ti prego
Nico,basta...fatti guardare-- lo implorai.
Si voltò,era distrutto,sul suo volto riconobbi quel
dolore che lo aveva portato a confessarmi il suo
suicidio.
--Nico...-- dovetti inspirare più volte per continuare a
parlare,mi sentivo esausta. --...Ti prego,smettila di
farti del male. Era tua madre. E' giusto che tu la ami
nonostante tutto--
--Non sono più certo del mio amore per lei--
--Allora non chiedertelo--
--Cosa vuoi dire?--
--Smettila di tormentarti. La ami o no,resterà sempre
tua madre. Una donna crudele,è vero. Ma è stata solo
una donna un tempo...dovresti solo smettere di
cercare una spiegazione. A volte,Nico non ce ne
sono--.
--Come fai!? Come fai a guardarmi ancora?-- Ruggì.
Mi avvicinai a lui,quasi lottai per afferrargli il viso nelle
mie mani.
--Io ti amo. Non mi importa quanto questo mi
costerà. Ti amo e basta--.
Si ammorbidì lentamente nelle mie mani,in silenzio fui
grata di avere dentro di me il suo sangue,chissà dove
sarebbe scappato altrimenti.
Un minuto,forse due...non so quanto restammo
immobili senza parlare,nel salotto solo i nostri respiri.
--Perché dici che la mia unica colpa è amarti?--
Ed eccola. Quella domanda che non avrei mai voluto
suscitare.
Mi tuffai nel suo calore,iniziai a baciarlo,a stringerlo,lo
implorai di non parlare,lo pregai di amarmi,di
prendere tutto di me.
All'inizio cercò di resistermi,voleva che parlassi,voleva
sapere il motivo delle mie insane parole ma non ero
ancora pronta per lasciarlo andare via.
Continuai a baciarlo sempre più intensamente,le sue
carezze si fecero più audaci,le mie mani cercarono la
sua pelle,i respiri si fecero più rapidi per tramutarsi in
gemiti.
Contro ogni previsione o regola o moralità,quel
pomeriggio i nostri corpi si unirono in un unico
abbraccio.
Il sole iniziò la sua discesa dietro le case,proiettando
ombre nella stanza che sembravano coperte,venute a
celare al mondo il nostro amore.                                    
--Secondo te,quando ci siamo innamorati?--
Mi sorrise pronunciando quella domanda nel tepore
dei nostri baci.
Non mi fu facile rispondere subito,dovetti prima
mordicchiarmi le labbra,le sentivo intorpidite.
--Per quanto mi riguarda credo,da sempre--
--Romantica--
--No...sul serio. Eravamo destinati ad incontrarci e
forse anche ad...amarci--.
--Tu credi eh?!--
Mugolai qualcosa sulla sua bocca,mi era quasi
impossibile riformulare un'altra frase.
Era bellissimo stargli accanto in quel modo,sentirmi
completamente sua...quasi ne avevo paura.
Tutto si stava rovesciando nella mia testa,le cose non
sarebbero dovute andare in quel modo,non ero stata
in grado di staccarmi da lui,da quell'amore che mi
avrebbe segnata per sempre.
Da qualche parte dentro di me,sapevo che non
sarebbe durata a lungo e men che mai in eterno e
questo era doloroso ma necessario per rimanere
coerente con la realtà.
Di certo non mi aspettavo che mi amasse in eterno e
forse era giusto così,magari mi avrebbe dimenticata prima che io potessi sciogliere quel nastro che ora ci
teneva uniti.
Non so cosa realmente mi passava per la testa,ero
confusa e i suoi baci non mi erano d'aiuto per
concentrarmi su qualcosa di veramente sensato.
Mi chiesi addirittura se non stessi sognando tutto,se
quel fatidico incontro ci fosse mai stato realmente. Se
davvero ero io quella stesa sul tappeto insieme a lui
che se ne stava lì sdraiata in un caldo abbraccio,se
quel ragazzo dagli occhi velati di azzurro non fosse
solo frutto della mia immaginazione.
Certo era che,seppur assurdo e straziante e
bellissimo,ne ero innamorata.
Innamorata di un sogno,di qualcosa che non avrei mai
potuto toccare o sentire e vivere.
Ne risi e lo sentì avvolgermi ancora in quello che
sarebbe stato un nuovo doloroso ricordo.
Ricordo che ad un certo punto guardai fuori e vidi la
notte ricoprire lentamente i tetti delle case,le foglie
degli alberi e tutto ciò che era immobile al suo
passaggio.
E poi tutte le luci si spensero. Perfino la luna decise di
non mostrarci alcun residuo del sole,tutto era un dolce
suono oscuro e muto.
Solo sudore,alito e buio.
Quando scoprii di essere solo me,un corpo nelle sue
braccia era giorno.
Mi alzai cercando di non emettere alcun suono che
potesse disturbarlo e con mio stupore ci riuscii,poi mi
rammentai delle mie doti temporanee,il suo ed il mio
sangue che insieme scorrevano dentro di me.
Lo stomaco reclamava del cibo e dovetti costringermi
a mangiare qualcosa,altrimenti avrei rischiato di
sentirmi debole e non potevo permettermelo,la giornata mi appariva dura da affrontare.
Non potevo ancora vedere mia madre e non avevo idea
di come mi sarei dovuta comportare dopo quella
notte.
Non sapevo ancora se si fosse davvero svegliata,mi
chiesi come avrei potuto scoprirlo senza mettere a
rischio la mia vita e la sua serenità. Ma poi era davvero
serena?
Mi formulai tutta una serie di domande che non fecero
altro che peggiorare il mio stato d'animo. Restai a
guardarlo dormire per non so quanto poi mi decisi a
fare una doccia,stavo per salire di sopra quando
cambiai direzione.
Non ero ancora pronta ad affrontare l'assenza di mia
madre nella sua camera,come non ero pronta ad
entrare da sola nella mia,così mi diressi nel bagno che
di solito era destinato agli ospiti.
L'acqua era estremamente calda ma andava bene,non
sapevo di riuscire a tollerare una temperatura simile.
Prima di quanto mi aspettassi,sentii Nico muoversi nel
salotto,aveva aperto il frigorifero,senza dubbio stava
mangiando della carne o magari qualcosa di meno
crudo.
Improvvisamente mi sentii in imbarazzo,non volevo
più uscire dalla doccia,temevo anche solo uno dei suoi
sguardi indagatori ma prima o poi avrei dovuto
affrontarlo perché già mi mancava tutto di lui,perfino
quel suo ghigno beffardo.
Scossi la testa ed uscii,mi avvolsi in un accappatoio ed
iniziai ad asciugarmi i capelli,quando un suono mi fece
scattare,qualcuno stava suonando alla porta.
Senza pensarci mi precipitai fuori incontrando lo
sguardo di Nico,era preoccupato.
--Chi credi che sia?-- Bisbigliai in preda al panico,non entivo battere alcun cuore oltre quella porta.
--Non lo so ma non è umano e nemmeno licantropo.
Resta lì,vado io--.
--No! Ti prego,non aprire...prima guarda dalla
finestra--
--Edera. Credi davvero che un vampiro si lasci
spaventare da una porta chiusa?--
Mi sentii una sciocca.
--Ok. Allora fai tu ma stai attento--.
Lo vidi aprire la porta,e in un attimo Vanessa
entrò,quasi mi venne un colpo dallo spavento.
--Ciao,tutto bene qui?--
Nico chiuse la porta tornando a guardarmi,eravamo
entrambi più tranquilli.
--Vanessa,che ci fai qui?--
--Devo dirvi una cosa,specialmente a te Edera--
concluse voltandosi verso di me.
Mi sentii invadere dall'ansia,era la solita
Vanessa,esuberante e schietta ma nel suo sguardo
potevo leggere qualcosa che non avevo mai visto
prima,la compassione.
Presi fiato e senza nemmeno pensarci due volte le feci
la domanda.
--Mia madre. Come sta,dimmelo--.
Nico le si avvicinò afferrandole il polso.
--Vanessa,è successo qualcosa? Parla!--
--Datti una calmata meticcio. Ora ve lo dico--
--Ti prego-- la implorai.
Per un secondo mi sembrò di sentirla inspirare
forte,poi tornò a guardarmi scostandosi da Nico.
--Tutto a posto,tua madre si è svegliata ieri,poco
dopo la vostra partenza...--
--Davvero? E...continua!-- La incitai in preda ai
nervi,quella sua strana espressione mi metteva in agitazione.
La vidi stringersi nelle spalle per poi soffermarsi a
guardare Nicholas dritto negli occhi,come se cercasse
un aiuto.
--Nico,ti prego che succede?-- Quasi urlai.
--Non lo so! Parla Vanessa,che diavolo è successo?--
Sbottò.
--Si tratta dell'idiota,Valerio. Non ne vuole
sapere...chiede di te-- i suoi occhi ora erano puntati
nei miei.
--Che cosa gli è capitato? Mamma lo ha...?--
--Morso? No! Ma ne è terrorizzato,eppure l'ha vista
solo per qualche minuto prima che Astor mi ordinasse
di portarla via. E ho ubbidito,l'ho fatta nutrire come
doveva--.
--E mio padre? Loris intendo,come sta?--
--Benone,certo è solo un po' scosso ma credo sia
normale per un umano con in casa un nuovo vampiro
ed una donna licantropo sempre in preda al
malumore!--
--Ester gli ha fatto qualcosa?-- Continuò Nico.
--Non lo lascia un secondo in pace. Non fa altro che
chiedergli dettagli su di te,di quando eri un
bambino--.
Vidi Nicholas rilassarsi,sbuffò appena.
--Vanessa non ci sto capendo nulla. Greta sta bene?--
--Sì,ve l'ho detto--
--E mio padre è solo stanco--
--Esatto. Vorrebbe avere un po' di privacy e di
tranquillità. Astor ha preso una decisione in merito,ce
ne andiamo--.
--Cosa?! Dove...perché?-- Chiesi agitata.
--La gente,gli amici di Loris,torneranno e potrebbero
fare domande. E poi lui vorrebbe continuare con la sua vita,la sua attività...--
--Posso capirlo ma dove porterete mia madre? E
Valerio? Ed io...quando potrò vederla?--
--Edera dovresti parlare con lui,si rifiuta di farsi
aiutare da Ester e per quanto riguarda tua
madre,beh...verrà via con noi,può essere pericolosa se
viene di continuo sottoposta ad un contatto con gli
umani--.
Mi sentii le gambe molli,dovetti appoggiarmi alla
testata del divano per non cadere.
Nico riprese a parlare dopo essersi accertato che stessi
bene.
--Ok. Ci parlerà,Edera te la senti?--
Annuii.
--Vanessa,ora dimmi,dove avete intenzione di
andare?--
--Innanzi tutto dobbiamo tornare dai Supremi,Jago
vorrà incontrare Greta...per appurarsi che tutto è
avvenuto senza problemi--
--E poi?-- La incalzò Nico.
--E poi,dovremmo trovare un posto dove stare. Astor
vuole mantenere la promessa e per farlo deve essere
sicuro che sia pronta,Greta,per lei--. Disse
indicandomi,sentii un lieve ruggito provenire da
Nicholas.
--Quale promessa?-- Chiese cauto.
--Lei vorrebbe conoscere sua figlia--
--Vuole...davvero?-- Sentii gli occhi bruciarmi forte e
poi senza rendermene conto mi tuffai nelle braccia di
Vanessa.
Nico si fece subito vicino.
--Lasciami Edera,per favore-- La sentì arretrare rigida
nella mia stretta.
Mi staccai asciugandomi le lacrime.
--Scusami,sono solo sollevata...lei che mi vuole
incontrare. Non posso credere che sia vero...ma
perché non vuoi che ti tocchi? Non posso farti del
male--
--Si che puoi invece,guarda--
Si massaggiò la clavicola,una chiazza rossastra si stava
allargando sulla sua pelle bianchissima.
--Non capisco...-- mi voltai verso Nico che con una
smorfia di soddisfazione stava guardando il punto in
cui Vanessa si massaggiava.
--Le tue lacrime. Come se fossero le mie,la
componente licantropo le fa male--.
--Oh mi dispiace...posso fare qualcosa per aiutarti?--
Le chiesi,ero mortificata per non averci pensato prima.
--No,lascia stare non fa molto male. Presto mi
passerà--.
Diedi una gomitata a Nico che nel frattempo se la
rideva piano.
--Smettila,non è divertente!--
--Ok. Ok. Ma non posso dire di essere dispiaciuto.
Una volta ha cercato di farci fuori--.
--Quante volte ancora dovrò scusarmi. E poi la colpa
non era tutta mia,tua madre era la vera assassina--.
Si stavano per azzuffare,i ruggiti aumentavano sempre
di più,mi misi nel mezzo separandoli il più possibile
con entrambe le braccia tese,le mani premute su di
loro.
--Va bene,diamoci una calmata adesso. Nicholas
fammi un favore...calmati. E tu,Vanessa...devi
aiutarmi--.
--Ma certo che devo fare?--
--Potresti andare di sopra,nella mia camera e
prendermi dei vestiti? Comodi,da qualche parte
dovrebbero esserci dei jeans...andranno bene,vedi tu il resto--
--Si ma perché non li scegli tu?--
Sbuffai chinando la testa di lato.
--Non oggi. Lo farai?-- Tornai a guardarla.
--Subito. Vado--.
E in un attimo la vidi salire le scale,mi voltai verso
Nico,poggiai la testa sul suo petto.
--Tutto bene?--
--Certo. E tu?--
--Ho fame,di nuovo lo so ma...che ne dici se
preparassi una colazione come si deve? Poi andrò da
Vale e penseremo al resto--
--Direi che va bene. A proposito di fare le cose come
si deve,non ti stai dimenticando di nulla?--
--Vuoi della carne?--
--No...voglio te--.
Mi baciò. E come una stupida arrossii sulle sue labbra
morbide e calde.
Mangiammo praticamente di tutto,dal cibo avanzato
nel frigorifero ai biscotti chiusi nella dispensa.
--Ehi non è facile essere te-- scherzai gettandogli un
pezzo di pane nel latte.
--Ora puoi capire come mi sentivo,dovevo rubare--
--Ma piantala!--
--Credi che papà ce l'abbia con me?--
Lo guardai diventare serio nel formulare quella
domanda.
--Perché? No. Lui ti adora,ti riferisci a quello che ha
detto Vanessa?--
--Si. Vuole continuare la sua vita e a me sta bene ma
vorrei continuare a badare a lui,ad aiutarlo--
--E lo farai se ti va. Lui te lo permetterà--
--Non lo so. A casa,quando abbiamo avuto dei ritagli
di tempo per parlare mi ha fatto un discorso che lì per lì non ho ritenuto importante--
--Vuoi parlarmene?-- Chiesi stringendogli la mano.
--Vedi,lui ritiene che io sia destinato ad una vita ben
diversa. Mi ha detto che in un certo senso se lo
aspettava. Il mio cambiamento intendo. E che molte
cose sarebbero state diverse...--
--E tu non vuoi che cambino--
--Io non voglio staccarmi da lui,non in questo modo.
E' stato la mia famiglia da sempre. Non posso
assecondarlo--.
--Perché? Cosa ti ha chiesto?--
--Vuole che io trovi la mia strada,così come sono. Ed
è giusto ma...--
--Difficile--. Conclusi.
--Già. Insomma che significa? Fino a pochi mesi fa ero
un normalissimo ragazzo incasinato ma normale,e
poi...non dico che non mi piaccia essere così. Ma come
andranno le cose adesso? Non voglio che lui,per la
prima volta mi veda diverso,mi senta diverso--.
--Lui non ti vede diverso ma ti vede per quello che sei
sempre stato...--
--Un mezzo...--
--No,non intendevo quello. Un ragazzo forte e deciso
e strano magari ma come tutti i bravi padri,si aspetta
che tu faccia delle scelte. Forse ha bisogno che tu le
faccia,lui non rinuncerebbe mai a te--.
--Parli come lui. Dovrei lasciarlo?--
--Nico,ascolta. Mia madre è un vampiro. La sua sarà
un'esistenza fatta di tutto,piena di esperienze nuove e
perdite e cambiamenti...l'unica a rimanere intatta sarà
proprio lei--
--Che vuoi dire con perdite?--
--Che perderà tutti quelli che ama. Vanessa mi ha
detto che è vietato ad un vampiro trasformare le persone con le quali in vita è stato legato,fa parte delle
regole...non lo so ma è così!--
Mi stavo innervosendo.  
--Si ma di chi stai parlando in particolare--
--Di tutti. E quindi,tornando a te e Loris...tu puoi
lasciare che le cose restino uguali per voi. Certo,sarà
difficile ma prima o poi avresti comunque avuto una
casa tutta tua,con una famiglia tua. Puoi renderlo
parte della tua vita,per tutta la durata della sua e
magari un giorno,chissà,forse vorrà condividere con te
una sua scelta,diventare un vampiro...e starete
insieme per sempre--.
Parlai velocemente,,cercando di non soffermarmi sui
piccoli dettagli che a me non erano concessi neppure
pensare.
--E tu? Tu che farai con Greta?--
M'immobilizzai nel sentire uno di quei dettagli
spuntare come una scheggia da sotto la pelle.
--Io...-- sospirai e ripresi più aria possibile --...Io le
starò accanto se lo vorrà-- mentii.
--Bene,perché non sarà facile. Soprattutto se
l'alternativa è perderti--.
--Che cosa?-- Chiesi quasi annaspando.
--Non sono scemo,Edera. Ieri sera,quando ti ho fatto
quella domanda,del perché non vuoi che io ti ami,ho
capito--.
Rimasi ferma a guardarlo.
Mi fu impossibile formulare anche solo un pensiero e
dare quindi modo al mio cervello di elaborare una
spiegazione plausibile. Vanessa si sedette con noi
interrompendoci,poggiò dei vestiti su una sedia.
--Ecco,credo che fra questi troverai qualcosa che ti
piaccia e per te meticcio ho preso degli abiti
maschili,credo dall'odore che appartengano a quel Valerio. Anche tu dovresti cambiarti. Ah! E dovremmo
indossare delle giacche,Astor si è raccomandato su
questo punto,soprattutto per quanto mi riguarda,è
quasi Ottobre...e non devo dimenticare gli occhiali da
sole,sapete per il colore dei miei occhi...che ne dite?-- 
La guardai mimando un sorriso. In silenzio le fui grata
per quell'intrusione.
Nico le rispose con voce atona.
--Certo. Grazie,vado a farmi una doccia anch'io--.
La sua mano non era più nella mia.
Al suo posto trovai solo le mie dita sudate e tremanti.
Mi alzai di scatto ed iniziai a ripulire il tavolo. Vanessa
non faceva altro che parlare di vestiti e scarpe e paia
di occhiali,come le stavano o come abbinarli alla sua
gonna stretta o alla sua maglietta...mi limitai ad
assecondarla,evitando di guardare oltre,ascoltare
oltre,quella cucina.
Decisi di riemergere,volevo parlarle davvero senza far
finta di ascoltarla,non mi sembrava nemmeno carino
nei suoi confronti,vederla così entusiasta e felice di
starmi accanto,non me la fece vedere solo come il
vampiro assetato di sangue che era stata fino a pochi
giorni prima in quella stessa casa.
Mi chiesi,anzi come si fosse sentita quando
accadde,quando come mia madre si era risvegliata.
--Ehi,Vanessa devo trovarti un nomignolo con il quale
chiamarti. Sai io adoro fare cose di questo tipo con le
amiche--.
La vidi irradiarsi con i suoi magnifici occhi rubino.
--Fai pure. Io come posso chiamarti?--
--Edy non è male--
--Bene,Edy allora--.
Sorrisi. --Allora vediamo...Vanny come ti suona?--
--Non lo so...Qualcosa di più corto?--
--Più corto? Ehm...Ness...che ne dici di Ness?--
--Non mi piace--
--Allora un semplice V. Come tendono a fare gli
americani,ti piace?--
--Si sembra fico. V. Forte--.
--E sia allora--.
Ridemmo insieme.
--Senti-- continuai,--mia madre...com'è? Sempre
bella?--
--Oh tantissimo. Splendida! Sembra perfino
ringiovanita--
--Sul serio? Allora sarà al settimo cielo!--
--Perché?--
--Sai lei adorava le storie sui vampiri,la loro immortale
bellezza,il loro fascino...--
--Credi che io sia bella?--
--Se lo credo? Sei bellissima,la ragazza vampiro più
carina che io abbia mai visto--.
Ridemmo di gusto sfottendoci a vicenda,lei sosteneva
che io assomigliassi ad una bambola ed io continuavo
a dirle che la vera bambola in quella stanza era lei.
Poi,divenne seria all'improvviso,mi prese la mano e
guardandomi intensamente mi parlò con la sua bella
voce.
--Edy...io dovrei avere un compagno o una compagna
da presentare a Jago,sai per questione di regole e
conservazione della nostra razza...e mi chiedevo se
tu...--
Scattai all'indietro sgranando gli occhi.
--V...io dovrei diventare un vampiro? No. Non
voglio--. Dissi secca.
--Guarda il lato positivo,potresti vivere per sempre
con il tuo ragazzo. E poi per Greta--
--No. Ci sono delle cose che devo chiarire e non credo di essere in grado di sopportare un'esistenza così,con
la sete di sangue e tutto il resto--.
--Ma non ti mancherà non esserlo? Insomma...lui ci
tiene tanto a te e forse escludere questa possibilità è
da egoisti,ed essere egoista è da vampiro--.
--Non farmi giri di parole inutili,per favore. Non lo
diventerò. E poi,non voglio sentirmi come
Vincent...combattuto per sentirsi più umano ed
innamorato di una donna che prima o poi lo
lascerà...-- dissi parlando più piano possibile.
--Ma Nicholas non ti lascerà,lui è immortale--.
--E se lo facesse? Se si innamorasse di
qualcun'altra?--
--Ma anche tu potrai innamorarti di un altro--
--No,non credo. E comunque non voglio che soffra--
--Che vuoi dire?--
La guardai concentrarsi su quello che avevo appena
detto.
--V. Se te lo dico dovrà essere il nostro segreto--
--Te lo prometto,non lo dirò a nessuno--.
Mi rilassai,credo che le confidai tutti i miei dubbi solo
per puro egoismo,avevo bisogno di parlarne con
qualcuno e lei era la mia unica potenziale amica,finché
non fosse stata pronta mia madre.
Le parlai muovendo appena le labbra,ma capì
ugualmente e ne rise all'inizio ma poi si fermò a
pensarci su e ridivenne seria.
--In effetti Astor mi ha parlato del suo dolore. Mi ha
avvertita consigliandomi di non lasciare mai al caso il
destino della persona che a me sarà più cara,come un
amore ad esempio. Sai io non potrò mai avere un
figlio,un figlio mio nel mio ventre. Le femmine
vampiro non sono in grado di procreare perché non
hanno vita sufficiente per tenerlo dentro a lungo--
--Cioè mi stai dicendo che potreste tenerlo per un
po'?--
--Si. Nell'atto...beh hai capito...l'uomo,il
maschio,avendo il seme reso fertile dal sangue
umano,seppur solo temporaneamente,può procreare
mettendo incinta una femmina ma nel caso inverso,è
molto difficile portare a termine una gravidanza...il
feto ha bisogno di continuo nutrimento ed in più di
ossigeno ed un cuore che batta--.
--Non è giusto-- dissi,restandone esterrefatta e
delusa e forse anche dispiaciuta.
--Non lo so se è giusto o meno,di certo ora come ora
non è nel mio interesse averne uno. Sono troppo
giovane ma sia Ester che lui,Astor mi hanno istruita
anche in questo--.
--Non dev'essere facile per te stare sempre ad
ascoltare ed imparare--.
--Già a volte è stancante. Ma me le vado a cercare.
Questa per esempio,il diventare madre,mi è venuta nel
sentire Astor parlare di te con Greta e leggerle negli
occhi un desiderio strano. Anche ad Astor non è
sfuggito,secondo lui il legame fra una madre ed una
sua creatura non ha fine. Può mutare ma non
finire...non del tutto almeno--.
--Davvero? Astor crede che mia madre mi desideri?
Come figlia,proprio come sua figlia?--
La vidi annuire mentre si mordeva un labbro.
Sentii il cuore battermi svelto nel petto,ero felice.
In qualche modo seppur strano o paradossale,lei
continuava a volermi e forse anche ad amarmi.
Le rivolsi ancora una domanda,dopo essermi accertata
che Nico non potesse ascoltare,le labbra appena
socchiuse.
--Credi che potrò vederla prima del previsto?--
--Non lo so,meglio non rischiare. Ti aiuterò se posso
ma tu promettimi una cosa--
--Va bene,cosa?-- Dissi svelta,frugando nel mucchio
dei vestiti per cercare di mantenermi occupata nel
caso che Nico uscisse improvvisamente dal bagno.
--Promettimi che ci penserai. Alla mia
proposta,diventare mia sorella a tutti gli effetti--.
--E va bene V,ci penserò ma non contarci--.
Le sorrisi infilandomi un paio di jeans chiari.
Appena in tempo per voltarmi e trovare Nico a poca
distanza da noi. Con i suoi meravigliosi occhi scuri ci
scrutò entrambe,non gli andava a genio la nostra
complicità e non potei biasimarlo,per certi versi aveva
ragione,così mi feci vedere più calma e controllata.
--Bene. Allora noi siamo pronte o quasi,vuoi degli
abiti puliti?--
--Si. Ok. Grazie--.
Prese una camicia nera,dei jeans scuri ed un paio di
scarpe lucide ed infine un giubbotto,tutto
appartenente a Valerio.
Ero pronta per parlarci,capire come poterlo aiutare e
magari cercare una soluzione assieme a lui per
superare questa nuova fase. Per un attimo mi misi nei
suoi panni,certo vedere la donna che ami diventata un
vampiro è dura,soprattutto se non si ha abbastanza
forza d'animo e Valerio ne aveva dimostrata ben poca.
Poco dopo ci allontanammo in macchina,diretti verso
casa di Nicholas,V ci aveva assicurato che sia Astor
che mia madre erano altrove per dare inizio a quella
che sarebbe stata la sua istruzione fisica e non.
Lasciarle libero sfogo nel saltare e correre ed imparare
a difendersi da eventuali attacchi. Rabbrividii su
quest'ultima cosa,sapere che mia madre potesse aver
bisogno di una buona dose di autodifesa non mi tranquillizzava affatto.
Durante il tragitto mi soffermai più volte a guardare
Nico.
Era sexy nella sua posizione di comando,anche la sua
espressione,seria e distaccata lo rendeva attraente.
Vanessa continuò a parlare per tutto il
tempo,passando da un argomento all'altro,cercava di
concentrare la sua attenzione alle cose più che ai
passanti,descrivendole nei minimi dettagli. Era agitata
e continuava ad annusare l'aria lamentandosi di non
potersi permettere una bevuta.
Io mi sentivo in ansia ogni volta che pronunciava
quella parola:"Bevuta".
Nico,invece se la rideva sarcastico.
Per fortuna arrivammo prima di quanto avevo
previsto,ad accoglierci c'era Ester,se ne stava seduta
sulle scale del portico con in mano una ciotola,intenta
a pelare delle patate.
Tutti e tre,nel vedere quella scena scoppiammo a
ridere.
Ester era decisamente una "donna di casa",sempre
pronta a preparare qualcosa di buono da mangiare e a
prendersi cura dei suoi cari,mi chiesi se non ci fosse
qualcuno in ansia per il suo ritorno. 
Rientrare in quella casa era come se ogni cosa si
riavvolgesse su sé stessa,mia madre era fuori con
Astor,la sapevo viva e in forze,Loris tornò ad
abbracciare suo figlio ed insieme si allontanarono per
discutere delle proprie decisioni,Vanessa rimase con
Ester,di tanto in tanto le sentivo ridere.
E poi c'era Valerio,seduto per terra in un angolo della
cucina,mi avvicinai a lui e gli presi le mani,per un
attimo temetti che si verificasse nuovamente lo stesso
dialogo nel vecchio rudere,invece mi guardò ed il suosguardo era vigile,mi sentii sollevata.
--Sei qui-- disse stringendomi in un abbraccio.
--Si Vale sono qui. Come ti senti?--
--Non tanto bene Edy,non tanto bene--
--Parlami,dimmi quello che provi-- lo spronai calma.
--Vorrei dimenticare. Non riesco a far parte di tutto
questo...non ce la faccio--.
--Ester sta cercando di aiutarti,perché ti rifiuti di
collaborare?--
--Perché io non voglio sapere,vedere e sentire. Edera
cerca di capire...ho sempre creduto nei fatti...--
--Ma questi sono fatti,Vale. Tutto ciò è reale. Le cose
avvengono,sta a noi decidere se viverle o meno ma tu
ti stai tirando indietro e non fai nulla per tentare di
reagire. Puoi decidere di non aver vissuto niente di
tutto questo ma ti ricorderai sempre di me e di
mamma,non puoi abbandonarci,tu ci hai amate!--
--Oh mia piccola Edera! Ti ho amata come una
figlia...--
--Perché parli al passato?-- Qualcosa mi raschiò la
gola rompendo la mia voce.
--Io ti voglio ancora bene,credimi ma non voglio
vivere questo. Vorrei non essermi mai fermato quella
sera. Mi dispiace--.
Un colpo allo stomaco mi fece alzare di scatto.
Non tenevo più le sue mani nelle mie,ora stringevo le
mie dita chiuse in un pugno e singhiozzavo.
Si era pentito di noi,si era pentito di tutto.
Mi feci coraggio e gli rivolsi l'ultima domanda,l'ultima
che ricordo come un pugnale nel petto.
--Tu. Tu non ci vuoi?--
--Mi dispiace...Edera...--
--Io non ti costringerò a restare. Quindi vattene--.
--Ti prego piccola non parlarmi così...--
--Volevi incontrarmi per questo Valerio,per non dirlo a
lei,perché è più facile--
--No! Non lo è...solo che adesso quella...--
--"Quella" è mia madre!--
--Lo so...lo so,Edera...non odiarmi,ti scongiuro--
--Non ti odio. Ma non cercarmi,non cercarci mai
più--.
Mi voltai e cominciai a correre,di nuovo piangevo e
correvo senza una meta precisa,volevo solo
andarmene da lui,da quell'uomo che per un istante era
stato un padre per me...dal Valerio che non avrei
saputo come descrivere a mia madre,una volta che
fosse pronta per ricordare...l'avrebbe amato di nuovo?
Si sarebbe ricordata di quell'amore? Quell'amore che
nemmeno io avevo mai notato...che le fece avere la
forza di reagire pur di salvarlo.
Il sole era alto nel cielo quando mi fermai sotto
l'ombra di una quercia,i fiori sulla collina,intorno a
me,sembravano stanchi.
L'autunno presto avrebbe spento tutto per
riaccenderlo dei suoi colori caldi,come il rosso delle
foglie o il marrone spoglio dei rami.
Come la mia vita,prima semplice ed ora intensa.
Mi appoggiai al tronco e cercai di non pensare a niente
che non fosse Nico,nudo accanto a me. Bello nel suo
essere unico. Dolce nelle sue carezze ed arrabbiato
per i miei silenzi.
Mi chiesi se non fosse possibile cambiare idea,se sarei
stata in grado di prendere sul serio la proposta di
Vanessa e fregarmene della vita e di tutte le cose delle
quali era fatta,come l'inizio e la fine. Quella fine che
inesorabilmente mi avrebbe strappata via da tutto
quello che mi era caro.
Sapevo che comunque sarebbe andata non avrei mai dimenticato,perché a differenza di Valerio io non
volevo dimenticare.
Ma d'altro canto,come sarei sopravvissuta da mortale
quale ero,ad un amore così intenso e grande e
terribile.
Mi sforzai di non pensarci,di non farmi più domande
su come e perché scegliere.
Non fu affatto facile.
Ogni mio pensiero seppur pieno di bellezza nell'essere
colmo di lui era turbato dalla mia mente,da quella
voce nascosta nella testa che non stava un attimo
zitta,porgendomi le ennesime domande.
"Che ruolo vorresti avere nella sua vita?".
"In che modo gli resterai accanto e davvero ne hai il
diritto?". "Come resisterai ad un'esistenza fatta di
segreti e pericoli ed allo stesso tempo,come non farne
parte?".
"Davvero credi di poter vivere senza di lui?".
"E tua madre,cosa penserà di te una volta che ti vedrà
scegliere di morire,vuoi davvero che sia lei a piangerti
per il resto di quella che è la sua eternità?".
" Non credi che come Astor,si sentirà soffocare per
averti amata?".
Decisi che era meglio alzarmi e tornare indietro.
Da Nico,dalle sue labbra,dal suo sentimento e dal mio.
Finché fosse stato possibile.

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