L'umano ci aveva lasciati.
Era tornato alla sua vita ignorando tutti noi.
Aveva giurato,più a sé stesso che ad Astor,di non
rivelare la nostra esistenza a nessuno,di cambiare città
e spostare le sue abitudini altrove per non rischiare di
incontrare la piccola Edera,così da allontanare i ricordi dalla sua mente più in fretta.
Ester lo aveva ipnotizzato prima della sua
partenza,rendendogli la cosa più facile.
Presto infatti tutti noi,saremmo diventai non altro che
il frammento di un sogno,qualcosa di cui non si è mai
fatto parte. Solo un lontano eco nella mente.
Avevo visto e sentito Edera piangere,consolarsi nelle
braccia del suo amore,le parole spezzate nella gola.
Non mi ero mai sentita così inutile per lei.
Cercavo di farla ridere ma non ci riuscivo,le stavo
accanto e la sentivo lontana.
Non era stato affatto facile per lei sentirsi rifiutata in
quel modo da quell'uomo che per un po' le aveva dato
un affetto al quale nemmeno lei era preparata.
Una mattina,mentre Ester mi stava acconciando i
capelli,l'avevo sentita parlare o meglio confidarsi con
Nicholas.
Non avevo mai pensato alla possibilità che nella sua
vita ci fosse stato effettivamente un padre,vivo intendo
e reale,a volte mi facevo delle domande è vero ma non
credevo esistesse davvero qualcuno oltre loro
due,Edera e Greta intendo,perché insieme sembravano
già tanto.
E' difficile da spiegare ma nonostante non si
comportavano più come madre e figlia,cioè non ero
abituata a vederle ridere o scherzare o bisticciare
eppure potevo percepire il loro legame indissolubile.
Perfino Greta era diversa da come me l'aspettavo con
sua figlia...sembrava che l'amasse pur non
ricordandola.
Ogni tanto si fermava a guardarla ma non le si era mai
avvicinata e quando Edy ci aveva provato,Astor e
Nicholas l'avevano allontanata.
Già,l'ho vista piangere per un sacco di motivi.
Nicholas le parlava in modo dolce e tenero,la
coccolava e spesso le faceva fare lunghe passeggiate
per tenerla il più tranquilla possibile.
A volte li seguivo di nascosto o semplicemente mi
aggregavo se invitata,mi piaceva starli a guardare
mentre si baciavano,si toccavano...rimanevo lì ad
ascoltare i loro respiri,il cambiamento dei loro battiti.
Desideravo che qualcuno mi scuotesse in quel modo
placando i miei istinti di donna,perché anche se Astor
diceva che ero solo una ragazzina,io mi sentivo ogni
giorno più grande,mi mancava qualcosa che non
sapevo come procurarmi,a differenza del cibo,quella
mancanza invisibile eppure tangibile dentro di me si
faceva sempre più forte e non avevo assolutamente
idea di cosa fosse con certezza. Sentivo una specie di
languore,come se una noia continua mi faceva sentire
stordita,ne parlai ad Ester la quale mi disse che era del
tutto normale che provassi quel genere di cose perché
ero un'adolescente.
Non mi fu molto di aiuto ma dare una motivazione a
quel malessere mi fece sentire meglio,iniziai a saperlo
controllare e lo stordimento diminuì.
Tornando ad Edy,Astor aveva deciso che era giunto il
momento di partire con Greta per presentarla a Jago,la
piccola umana si oppose,temeva che potesse
succedere qualcosa alla madre ma Nicholas la
tranquillizzò,ed il mio Padrino promise che saremmo
tornati il prima possibile e che saremmo rimasti in
contatto con lei.
Nicholas e Loris ci avevano procurato dei telefoni
cellulari con i quali sarebbe stato possibile restare in
contatto senza difficoltà.
Il mio era splendido,Edera mi aveva aiutato a renderlo
unico decorandolo con degli strass tutti luccicanti, "Rispecchia il tuo essere eccentrica" aveva detto ed era
vero,ogni volta che lo tenevo in mano mi sentivo
divertita e stranamente euforica,mi piaceva esibirlo era
un piccolo oggetto che però era in grado di fare un
sacco di cose come fotografie,video,riprodurre musica.
In un certo senso Edy aveva ragione,anche io ero
piccola come quell'oggetto ma in realtà ero in grado di
fare molto e presto di fare molto di più.
Comunque ero stata felicissima di avere una cosa
mia,veramente mia,anche se consisteva in un semplice
telefono.
Greta non sembrava dispiaciuta di dover intraprendere
un viaggio,io invece mi sentivo male al solo
pensiero,rivedere tutti quei vampiri così preparati e
compiaciuti di sé stessi mi metteva angoscia
facendomi sentire una piccola nullità al confronto.
Greta invece sembrava avere tutto sotto controllo
come se si fosse trasformata prima di me,era molto
sicura ed imparava in fretta. Dopo un paio di giorni il
sole non le dava poi più di tanto fastidio e già sapeva
nutrirsi da sola senza grosse difficoltà,io quasi non le
servivo ma mi lasciava andare con lei la notte,era
affettuosa nei miei confronti,e per quanto mi
riguardava iniziavo a volerle bene di rimando.
E poi era spesso di buon umore,specialmente quando
tornava da un addestramento con Astor,eppure
allenarsi con lui era molto faticoso e a volte davvero
stancante anche per un neo-vampiro come me.
La partenza.
Loris si era offerto di occuparsi di Edera insieme a suo
figlio,era sua intenzione convincerla a riprendere la
scuola o quanto meno a procurarle un insegnante
privato che l'aiutasse a conseguire senza difficoltà il
diploma,questo l'avrebbe forse aiutata a distrarsi e sentirsi un po' meno stressata e magari un po' più
normale,gli ultimi eventi erano stati molto faticosi da
assorbire per una creatura fragile come lei.
Ma Astor non aveva dubbi,presto si sarebbe
ripresa,specialmente se Greta avesse ricordato prima
del previsto e i suoi progressi non lasciavano dubbi a
riguardo.
Così,partimmo,lasciando quella casa,quegli sguardi e
quelle promesse.
Astor promise che nulla di sgradevole sarebbe
accaduto e che presto avrebbe dimostrato a suo figlio
Nicholas il padre che avrebbe voluto essere per lui.
Suo figlio fu carino ad abbracciarlo nel salutarlo.
Ester promise che sarebbe tornata se il suo clan glielo
avrebbe permesso e se così non fosse stato,augurava
tutti loro buona fortuna.
Greta promise a sua figlia che sarebbe tornata ad
essere presto una madre per lei,come era giusto che
fosse. Vidi Edera trattenere le lacrime,trattenere il
proprio corpo per non gettarsi fra le braccia della
madre.
Il suo piccolo cuore batteva forte quella mattina.
Ed infine io promisi che avrei chiamato,sfoggiando
uno dei miei sorrisi magnetici che li contagiò tutti.
Poi abbracciai forte la mia amica,chiedendole di
riflettere sulla mia proposta,diventare mia sorella a
tutti gli effetti,il meticcio mi rivolse uno sguardo
glaciale che ignorai,ormai mi ci stavo abituando.
Si concluse così quel momento fatto di addii,colmo di
emozioni,parte delle quali mi sorpresero,non le avevo
mai provate. Non credevo potesse farmi male dire
addio a qualcuno che conoscevo appena,eppure una
spiacevole sensazione s'impadronì di me e non se ne
andò tanto facilmente,solo le parole di Astor mi diedero sollievo,il suo modo di spiegarmi le cose mi
metteva sempre calma e mi permetteva di vedere tutto
nella giusta prospettiva.
"Il dolore che senti mia cara,fa parte del tuo essere
una creatura dolce e sensibile. Un giorno imparerai a
gestire queste cose come gli affetti e scoprirai quanto
è facile e meraviglioso sentirli parte di te. Trovare un
posto dentro di te. Contribuiranno a temprare il tuo
carattere e spero tanto tu non li ripudi mai,sarebbe un
vero peccato vederti vivere un'esistenza priva di gioie
e dolori,anonima". Queste erano state le sue
parole,mentre mi voltai per vedere le tre figure farsi
sempre più piccole.
Guardai Edera finché mi fu possibile,poi dall'alto di
una collina non mi fu più facile scorgerla,la strada
cambiò ed io tornai al mio posto incrociando le braccia
al petto.
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luceombra
Fiksi IlmiahUn romanzo di Tania Rossi Non credevo fosse possibile rivedere il suo volto. Da mesi il suo ricordo mi appariva come un incubo ma poi tutto è cambiato. La mia vita,la sua es...