Mi svegliai di soprassalto urlando qualcosa che non ricordo,nella stanza entrava cheta la luce della luna portando con sé l'angoscia,avrei preferito fosse giorno.
Non mi sentivo al sicuro in un covo di licantropi e vampiri di notte,pronti ad azzannarmi.
Ripensai alla notte precedente,a quelle scene violente dove a me non era toccato altro se non il ruolo da spettatrice,un'osservatrice priva di forza.
Le persone alle quali tenevo di più erano rimaste vittime di quella bestia.
Mi sentivo in colpa."Magari,se non mi fossi allontanata non sarebbero andate così le cose".
Avevo un disperato bisogno di vedere Nico,di sentire il calore del suo corpo,di guardarlo negli occhi e perdermi in essi e dimenticare...ma non era giusto dimenticare,mia madre presto si sarebbe svegliata ed io volevo esserci per lei.
D'un tratto ripresi maggior lucidità,notai che non avevo più freddo,tastai sotto di me e trovai un morbido materasso,mi alzai a sedere.
Qualcuno mi aveva sistemata in un letto,le lenzuola erano di seta bianca con sopra una coperta cerulea morbida e calda,il cuscino era soffice e spesso.
Sul pavimento trovai delle scarpe non mie,sistemate l'una accanto all'altra,anche i vestiti che indossavo non mi appartenevano.
Ero stata svestita e cambiata,la camicia da notte scivolava leggera lungo il mio corpo,di seta anch'essa e lilla,ai piedi del letto c'era una vestaglia poggiata con cura,era scura ma in quella poca luce non riuscivo a distinguerne la tonalità.
Sentivo profumo di fiori,mi guardai in giro aguzzando la vista ma non ne trovai traccia,eppure l'odore era intenso,poi capii che proveniva da me.
Odoravo di buono,di rosa,i miei capelli,le mani...qualcuno aveva lavato via il sudore,la terra sotto le unghie,la polvere dalle ginocchia.
Le guardai,erano state medicate,anche il gomito faceva meno male,ora vi era solo un livido.
Sospirai scendendo dal letto,volevo raggiungere il centro del salone per vedere la luna dal lucernario,speravo di trovarla,volevo ricordarla negli occhi di Nico.
Non vedevo l'ora di rivederlo,di saperlo al sicuro...e mia madre,come sarebbe diventata? Sarebbe cambiata?
Temevo diventasse violenta,che si sarebbe nutrita del sangue di qualcuno.
Sapevo sarebbe successo,sarebbe stato inevitabile per lei bere,sentirne il bisogno.
"Mia madre una vampira",c'era del comico in questo.
Fino a poco tempo prima quando vedevamo o leggevamo qualcosa riguardo ai vampiri,lei si lamentava sempre,le sarebbe piaciuto diventare una di essi,un essere totalmente invincibile ed affascinante.
In un certo senso il suo desiderio si stava avverando,mi chiesi come avrebbe reagito nel sentirsi pienamente diversa da come era prima...diversa da me. "Forse le piacerà".
Iniziai a camminare con gli occhi rivolti al lucernario,cercando la luna ma non riuscii a vederla,scorgevo solo delle stelle piccole e luminose,un rumore mi distrasse.
Valerio se ne stava rannicchiato ai piedi di un letto tremando e farfugliando qualcosa,mi avvicinai a lui.
--Vale...sono io,Edera--.
Mi guardò spaventato,prese le mie mani stringendole forte.
--Edera...dobbiamo andarcene...dobbiamo scappare,ci uccideranno,come hanno fatto con lei...come hanno fatto con lei--.
Continuava a ripetere sempre le stesse cose "Scappare. Come lei. Come lei".
Mi alzai lasciandolo nel suo tormento privo di ragione,non era più lui,non lo sarebbe più stato.
Mi sentivo triste,provavo compassione,vederlo in quello stato mi faceva sentire male,decisi di uscire,percorrere quel corridoio e magari trovare la luna affacciandomi ad una delle numerose finestre.
Aprii il portone dirigendomi fuori,mi voltai un attimo per trovare Vale nella stessa posizione,le mani stringevano l'aria,lo sguardo perso nel vuoto,lo sentii parlare piano.
--Andiamo Edera...andiamo via--.
Accostai un'anta lasciandomi il portone alle spalle,il corridoio era illuminato,dalle finestre filtrava la luce,una voce mi fece scattare.
--Non è prudente andarsene in giro di notte,soprattutto se si è un'umana--.
Mi voltai incontrando lo sguardo freddo di Carlos,se ne stava appoggiato in un angolo a braccia conserte,il suo aspetto mi spaventava.
Con i capelli corti e bianchi,la pelle chiarissima,gli occhi quasi trasparenti di un grigio glaciale,la bocca rosea,il naso adunco,troppo piccolo per la sua faccia quadrata.
Era massiccio e muscoloso ma troppo basso per tutti quei muscoli.
Credevo che tutti i vampiri fossero belli,mi ero sbagliata.
Nel suo aspetto non vi era la bellezza ma allo stesso tempo la si poteva percepire,come carisma celato,dopo qualche secondo infatti,non notai più difetti in lui,avevo davanti a me un uomo strano ed affascinante.
Inspirai indietreggiando di poco,lentamente.
--Carlos,volevo solo vedere la luna...me la sapresti indicare?--
La voce mi tremava ma rimasi ad attendere una qualsiasi risposta.
--La luna? Ma certo. Affacciati pure ma attenta...--
--A cosa?-- Chiesi confusa --Perché mai dovrei stare attenta ad affacciarmi?!--
Rise piano,i suoi occhi brillavano d'acqua.
--A quello che potresti sentire o vedere. A parte questo non devi temere nulla. Ci sono io di guardia--.
Lo ringraziai allontanandomi cauta,mi appoggiai ad un davanzale,i vetri erano spalancati,l'aria entrava fresca e profumava del verde degli alberi.
I rumori della notte mi sorpresero,erano diversi:nel frusciare delle foglie c'era qualcosa di strano eppure non vedevo nessuno muoversi in basso,nella piazzetta al limitare della foresta.
La luna era ben visibile,il cielo era magnifico,le stelle brillavano forte,inspirai profondamente sentendomi inebriata da quello spettacolo.
C'era Nico con me sotto quella luce,lo sentivo respirarmi in viso,le sue labbra ad un centimetro dalle mie...cercai di soffermarmi solo su ricordi belli e straordinari al tempo stesso,come quel pomeriggio in terrazza,al suo rifugio,le sue parole,i suoi sguardi.
I viaggi in macchina con la radio accesa,il nostro battibeccare.
Poi all'improvviso quel bacio che mi aveva sconvolta...aveva detto che ero la sua edera,mi aggrappavo a lui come fosse il mio albero,avevo ascoltato il suo cuore dal lento ritmo,accelerare il battito per me,sentiva qualcosa per me.
Mi persi nei suoi occhi scuri chiudendo i miei,ricordandoli addosso. Non vedevo l'ora di riabbracciarlo,di sentirmi nelle sue forti braccia,sarebbe guarito presto ma il presto mi sembrava troppo lontano.
La mancanza di lui mi dilaniava il petto,avrei voluto stringerlo a me,piangere e sorridere di tutto,sentirlo di nuovo vivo,al sicuro.
Aveva lottato per difendere mia madre,per Loris,per Vale e forse anche per me,lo aveva fatto rischiando di morire.
"I vampiri nelle storie sono immortali,chissà se lo è anche lui?"
Ci sperai,pregai che lo fosse,che lo diventasse anche mia madre,così bella e vera...le lacrime ripresero a rigarmi il viso.
Stavo per allontanarmi dalla finestra,volevo parlare di nuovo con Carlos per avere delle risposte ma un ululato agghiacciante ruppe i miei pensieri.
Guardai in basso,la piazza brulicava di bestie.
Decine di sagome dalla forma semi-umana con pelo e musi lunghi,le bocche spalancate mostravano denti aguzzi,un morso sarebbe stato letale.
Alcuni di essi erano protesi in avanti col collo allungato,in ululati che squarciavano la notte.
Soffocai un grido di terrore tappandomi la bocca,indietreggiai piano temevo si accorgessero di me,quando alle mie spalle qualcosa di freddo mi fece voltare,scattai dallo spavento.
Carlos se ne stava con un ghigno divertito di fronte a me.
--Ti avevo avvertita--
--Cosa...cosa sono?-- Balbettai.
--Licantropi...lunatici in verità,alcuni di noi preferisce chiamarli così per via del loro brutto carattere-- rise.
--Davvero? Ma non hanno propriamente la forma di un lupo...--
--Non dare retta alle storie del terrore,non dicono sempre il vero--
--Ma alcune lo dicono a quanto pare...di cosa si nutrono?-- Azzardai tremante.
--Di animali per lo più...temi che vengano a mangiarti?-- Continuava a ridere beffardo.
--Se fossi umano,lo temeresti anche tu--.
Si ricompose diventando immediatamente serio,l'acqua nei suoi occhi si mosse,brillando di una luce vacua,incostante.
Riprese a parlare ma con fare educato,calmo.
--Sono,come tutti,stato umano un tempo. Credevo nelle storie e ne avevo il terrore. Si narrava nel villaggio della presenza di demoni,mostri che uccidevano e mangiavano.
Un giorno,era inverno...ricordo i miei genitori nei campi,correvano e gridavano,mi dicevano di scappare,di mettermi al sicuro con i miei fratelli e sorelle. Io ero il maggiore di sei figli,quindi pienamente responsabile del loro bene nel caso succedesse qualcosa.
Ma era troppo tardi per scappare,un branco di lupi ci attaccarono,erano affamati e i cacciatori di pelli con la loro bramosia,li avevano spinti nelle nostre terre,erano divenuti aggressivi.
Scesero a valle per uccidere e mangiare.
Cercai un nascondiglio nella brughiera abbastanza grande da contenerci tutti e sei ma non feci in tempo.
Ci azzannarono,uccisero i miei fratelli,la mia gente...--
Ero immobile,lo guardavo senza davvero vederlo,i miei occhi correvano con lui su per una scarpata,un lupo grosso e nero ci stava alle calcagna. Correvamo sempre più forte,arrivammo al limitare di un crepaccio nella roccia,l'immensa pianura s'interrompeva lì,dietro di noi il ringhio del lupo,il suo respiro era pesante e spietato,raschiava forte l'aria che lo separava da noi.
In lontananza una figura orribile,simile ad un uomo ma con pelli folte attaccate al corpo guardava immobile la scena.
Certi di una morte lenta e sanguinosa,scegliemmo l'unica via di fuga,il suicidio.
Saltammo nel crepaccio,saremmo morti liberi,non avremmo sentito il dolore dei morsi spezzarci le ossa.
Il fondo roccioso si avvicinava rapido man mano la caduta accelerava,d'un tratto l'aria si fermò,tutto si riavvolse:le rocce presero a scendere sotto di noi,il fondo scuro e appuntito si stava allontanava scomparendo alla nostra vista...stavamo tornando in superficie ad una velocità impressionate.
Per un secondo il crepaccio divenne solo una linea sottile,qualcosa ci depose a terra,il lupo affamato era sparito.
Un vortice d'acqua si ritirava negli occhi di Carlos,riemersi col cuore in gola.
--Cosa è successo?-- Chiesi affannata. Mi girava la testa,respirare divenne faticoso.
--Ti ho mostrato la fine della mia umanità--.
--Sembrava stesse accadendo davvero!-- Dissi tossendo.
Sorrise.
--Lo sembra sempre...un licantropo femmina ha salvato la mia vita quel giorno,mi ha afferrato nella caduta,mi ha condotto al riparo donandomi il suo latte come unico nutrimento. Nella sua tana vi era un neonato,suo figlio,mio figlio.
Mi aveva scelto come compagno per crescere il piccolo,lei se ne stava andando,le sue lune stavano terminando. Mi presi cura di loro,erano umani di giorno e demoni di notte. Appresi che si potevano trasformare a loro piacimento anche quando il sole era alto nel cielo ma la loro vera bellezza splendeva sotto la luna. Mesi dopo persi la mia compagna.
Un altro demone,solo e stanco,giunse nella mia terra,era spaventato da mio figlio.
Un vampiro.
Io non avevo paura,il bambino era in grado di sconfiggerlo,il morso di un licantropo può stendere un vampiro per giorni.
Gli permisi di vivere,nutrendolo con sangue di animale e quando tornò in forze,gli chiesi aiuto...--
--Tu...non sei un vampiro?--
--Lo sono diventato più tardi,ho scelto di esserlo. Mio figlio avrebbe avuto bisogno di me per molto tempo,la vita di un licantropo è lunga quasi il doppio di una vita umana.
Il vampiro mi diede asilo nelle sue terre,con la sua gente ad una condizione:nessun licantropo li avrebbe mai attaccati,ponendo fine alla faida e così è stato.
Mio figlio ed i suoi discendenti,hanno mantenuto la pace tra le due razze.
Quando giunse la mia ora,mio figlio e la sua sposa vegliarono su di me,la mia trasformazione in vampiro era prova tangibile della pace fra le due razze. Da allora,sono rimasto in suo nome per garantire che il patto non fosse infranto,e con me i miei nipoti ed i loro figli.--.
--Perché non hai scelto di trasformarti in licantropo?-- Chiesi sforzandomi di mantenere un autocontrollo.
--Non è possibile. Si è licantropi solo per discendenza--.
--Hai il potere di far vedere le cose...come?--
--Il latte di una donna lupo se mescolato al sangue di vampiro,lascia un segno...una traccia. Ti ho mostrato la mia--.
--Una specie di dono?--
--Proprio così--.
--Nicholas...-- m'interruppe prima che potessi finire.
--Nicholas ha un dono. Lo so--.
--Come lo sai?--
--Perché tutti coloro che sono stati allattati da una donna lupo,possiedono un dono,diverso a seconda del soggetto--.
--Nico...è stato allattato da...-- indicai la finestra,incredula che esseri simili a quelli,con fauci terrificanti potessero prendersi cura di un neonato.
--Si bambina. Astor lo portò qui per crescerlo,sua madre non lo voleva,così suo padre lo affidò ad Ester,che lo ha allattato mantenendolo innocuo--.
--Innocuo?-- Chiesi confusa.
--Innocuo. Il latte di licantropo è letale per un vampiro ma non per un bimbo appartenete a due razze. Sangue di licantropo e sangue umano sono compatibili e di conseguenza anche il latte. Ma...l'istinto di un vampiro è terribilmente incontrollabile se il soggetto non ha coscienza di ciò che fa. Nicholas è figlio di un'umana e di un vampiro,se non fossimo intervenuti con misure precauzionali,sarebbe stato in grado di uccidere qualcuno. Succhiare latte da un'umana è impossibile per queste creature,divorerebbero la loro stessa madre,prosciugandola--.
--Dio mio!-- Ero inorridita e sbalordita,non riuscivo ad immaginare il mio Nico come ad un pericolo,figuriamoci quando era ancora in fasce.
--Non devi temerlo ora...--
--Non lo temo...solo...ma perché Astor si è in qualche modo legato a quella...quella donna?--
Lo sguardo di Carlos vacillò.
--Perché era una bella donna,non l'amava ovvio ma era talmente attraente...persino per uno di noi--. Una voce alle mie spalle si intromise nei nostri discorsi.
Un ragazzo alto con capelli color dell'oro avanzava verso di noi con passo leggero ed elegante.
Indietreggiai fino a sentire di nuovo il freddo corpo di Carlos.
--Non avere paura,il mio nome è Tommaso,ma puoi chiamarmi Tom--.
Carlos si ritrasse da me indietreggiando di qualche passo,nei suoi occhi per un secondo l'acqua divenne rossa.
Mi spaventai,Carlos si ricompose scusandosi con me,dicendo che erano ore che non si nutriva,quindi sarebbe stato meglio per me mantenere le distanze ed in più non avevo mai visto quel ragazzo,Astor non me ne aveva parlato.
Mi sentivo tra due fuochi.
--Tom,era ora! Ho bisogno di nutrirmi,dove sei stato?--
Carlos sembrava molto in confidenza con quel ragazzo,cercai di tranquillizzarmi.
--Mi sono saziato a volontà...alla tua faccia!-- Dette una pacca sulla spalla di Carlos,era evidente che si conoscessero bene perché risero all'unisono.
Poi Tom tornò a guardarmi,i suoi occhi sembravano umani.
--Allora,fine delle chiacchiere. Vai Carl resto io a fare la guardia--.
Carlos si avvicinò cauto a me,vidi Tom osservarlo con attenzione,seguiva ogni suo movimento con lo sguardo penetrante,sembrava potesse penetrargli la carne.
--Buona notte bambina. E non fidarti di nessuno,nemmeno di questo scellerato...-- concluse la frase ridendo e restituì la pacca a Tom,che divertito gli tirava calci.
Rimasi sola con quel ragazzo nel corridoio,avevo ancora molte domande da fare a Carlos.
--Allora...Edera giusto? Come sta l'uomo che è con te?--
Dovetti riordinare le idee.
--Valerio...non bene,sembra incosciente. Non c'è nessuno che possa aiutarlo?--
Alzò un sopracciglio grattandosi il mento.
--Forse si. All'alba chiedo ad Astor...e tu come stai?--
--Io? Non lo so...bene credo. Vorrei capire di più...--
--Tipo?--
Lo guardai confusa,non sapevo bene da dove cominciare.
--Scusa se te lo chiedo ma...non sembri un vampiro,sei un licantropo?--
--No. Sono un vampiro,vedo che Carl comunque ti ha istruita in qualche maniera--
--Un...vamp...ehm...si,lo ha fatto. Una bella storia in effetti...non l'ho nemmeno ringraziato...--
Rise sonoramente.
--Ok. Perché non sembro un vampiro?-- Chiese,fingendo un broncio.
--I tuoi occhi non sono né scuri né rossi-- ammisi imbarazzata.
Di nuovo la sua risata rimbombò nel corridoio.
--Non restano rossi per sempre...dopo qualche mese tornano del colore naturale,solo...più accesi--.
--In effetti lo sono,non ho mai visto un azzurro così brillante--.
--Grazie,anche i tuoi sono belli. Nocciola. Belli davvero. Hai una storia con...sì insomma con Nicholas?--
--Tu sai dove lo tengono?-- Chiesi d'un fato.
--Hai una storia. Affermativo. Si,lo so ma non posso portarti laggiù--
--Perché no?--
Si passò una mano nei ricci dorati.
--Perché devo proteggerti-- si avvicinò fingendo di dover raccontare un segreto --è pieno di mostri qui--.
--Spiritoso,davvero. Ora torno dentro,se cambi idea fammelo sapere--.
--Aspetta!--
Mi voltai,incrociando ancora una volta quell'azzurro meraviglioso.
--Che c'è?--
--Nulla,solo...buona notte. Stai tranquilla,ci sono io qui...e sono sazio--.
Feci spallucce,prima di chiudere il portone decisi di concedermi un'ultima risposta.
--Tom...ehm...come sta mia madre?--
Mi guardò dritto negli occhi,un'espressione indecifrabile sul suo viso.
--Benone! Entro pochi giorni sarà di nuovo con noi--.
--Giorni!-- Sbottai.
--Ehi,ci vuole tempo...--
--Ma...ma Astor aveva detto ore!--
Si grattò la testa mordendosi un labbro.
--Vero...ma ha perso molto sangue e...le ore sono diventate giorni--.
--Ah...per questo...va bene...grazie--.
Chiusi il portone,mi rannicchiai a terra,Valerio continuava a gesticolare tremando come una foglia,blaterava.
Non volevo guardare ancora quel volto scioccato,così corsi verso il mio letto,mi ci tuffai tappandomi le orecchie col cuscino.
Gli avrei voluto gridare di piantarla,di svegliarsi dal suo stesso incubo,di avere coraggio...di tornare a fare il padre.
"Forse" pensai "non sarebbe stato male come papà,in fondo è sempre stato simpatico con me".
Chiusi gli occhi,ripensai alla storia di Carlos,ripercorrendo quella specie di visione di un passato lontano,dove mi era apparso più giovane e meno muscoloso nel suo essere ancora umano.
Cercai di ricordarne perfino la paura della fuga per non sprofondare nella tristezza...non ricordo bene come ma riuscii a passare l'intera notte senza versare neanche una lacrima.
La mattina giunse senza che io me ne accorgessi,il lucernario splendeva di un azzurro chiaro,un nuovo giorno era entrato nella mia vita,mi sentii sollevata.
Stavo per scendere dal letto quando una mano calda afferrò delicatamente la mia,sentii il mio viso tirarsi in un sorriso spontaneo,non scorderò mai quella sensazione,mi erano sembrati mesi dall'ultima volta.
--Nico!-- Gridai,tuffandomi nelle sue braccia.
Vivo! Meravigliosamente perfetto con un largo sorriso sul suo bel volto.
--Piccola...sono qui. Come ti senti?--
Non sapevo davvero cosa dire,cosa rispondere...mi limitai a baciarlo,respirando il suo odore.
Gli baciai le labbra,il collo,le mani,tastai le sue spalle per assicurarmi che fosse davvero fatto di materia,che non fosse solo frutto di un sogno arrivato in ritardo.
Rideva confuso,poi si arrese abbracciandomi forte,baciandomi sulla bocca,le mie labbra immobili nelle sue,sarei rimasta così per sempre,ad occhi chiusi nell'assenza di gravità che ogni volta mi scuoteva dentro.
Ma come sempre durò troppo poco,voleva assicurarsi che stessi bene,si staccò un po' non lasciandomi andare del tutto dalle sue braccia.
--Edera...che diavolo ti è preso? Scappare in quel modo...--
--E tu?! Lasciarmi da sola nel garage...bella idea!--
Ridemmo.
--Hai ragione ma ero sconvolto,volevo starmene per conto mio. Ma perché te ne sei andata a piedi...potevi prendere la mia macchina,senti come scotti!--
Mi poggiò una mano sulla fronte.
--Non preoccuparti,sto bene--. Mi staccai di poco. In effetti durante la notte,nonostante le coperte avevo sentito freddo,ora comunque non aveva importanza,febbre o no stavo davvero bene.
--Dovrei avvertire Astor,potrebbe far venire qualcuno o magari darti una medicina...--
--Piantala! Sei tu la mia medicina. Ma dimmi...dove ti avevano messo? Ti hanno trattato bene? Stai bene?--
--Edera,calmati. Sto benissimo,tutto a posto--.
--E il braccio?-- Deglutii,cercando di scacciare quell'immagine dalla mente dove Vanessa lo spingeva per rimettere l'osso a posto.
--Bene,fa un po' male,come se ci ho preso una botta,ma tutto ok. Presto tornerà come nuovo--.
Lo guardavo perdendomi nei suoi occhi scuri,mi sforzavo di non chiudere le palpebre per non privarmi neanche per un secondo di lui.
Tornai a parlare,volevo assicurarmi che sapesse.
--Con Astor,avete avuto modo di parlare?--
Mi aspettavo una reazione più sofferta,ma era tranquillo.
--Sì,abbiamo parlato di un sacco di cose...mi ha raccontato della mia nascita,del modo in cui ha cercato di proteggermi portandomi via da qui,dandomi l'opportunità di vivere una vita normale,per quanto possibile--.
--Bene...l'hai presa bene,bravo--.
Stavolta rise di me.
Poi s'incupì,sul suo volto sembrava essersi posata la tristezza.
--Che cos'hai?-- Chiesi allarmata.
--Mi dispiace...per Greta,Valerio,per mio padre....mi dispiace per non essere riuscito a salvarla--.
Un nodo allo stomaco mi fermò il respiro.
Gli presi il volto fra le mani traendolo a me,gli parlai sulle labbra.
--Tu...tu hai fatto quello che potevi. Basta. Tutto si sistemerà. Mia madre vivrà una nuova vita e Valerio verrà aiutato a superare tutto. E Loris...-- mi staccai guardandolo negli occhi.
--...come sta? Si è ripreso?--
Annuì aggiungendo poche parole.
--Sì sta meglio,solo è preoccupato,vorrebbe vederti,quanto a Valerio è stato portato in un'altra ala,per farlo rinsavire--.
Solo allora mi accorsi dell'assenza di Vale nella stanza,tornai con la mente a Loris.
--Sul serio? Loris...va bene,quando?--
--Edera,non puoi scendere di sotto,credimi,mi sono spaventato anch'io laggiù...--
--Perché,cosa c'è?--
Inspirò lentamente.
--Innanzi tutto è pieno di vampiri e non solo,poi non è un bello spettacolo da vedersi...--
Rabbrividii.
--Ci sono licantropi,lo so. Li ho visti stanotte. Carlos mi ha parlato di loro...ma tu a cosa ti riferisci?--
Scrutò il soffitto per un attimo poi tornò a guardarmi.
--Alcuni vampiri fanno la guardia a Francesca,i licantropi,a turno...la mordono per renderla meno aggressiva...vorrei che tu non vedessi--.
--Francesca...è ancora qui? Una donna mi ha detto che vogliono rieducarla...che vuol dire?--
--Vuol dire che Jago,vuole concederle una possibilità. Ritiene inutile ucciderla per il momento--.
--Jago? Chi è?--
--L'anziano,il più vecchio della colonia,colui che regna su questa gente da secoli guidandola. Astor,me lo ha descritto come un tiranno,la conservazione della specie per lui è una priorità--.
--Ma...ti ha quasi ucciso...tu sei il figlio di Astor! Come può...--
Mi tappò la bocca,poggiandosi un dito sulle labbra.
--Non dire altro. Sta arrivando qualcuno--.
Mi voltai verso il portone che in quell'istante si spalancò.
Elona,vestita di un turchese brillante se ne stava ferma ad osservarci,dopo un secondo parlò.
--Vedo che stai meglio Nicholas. Devo condurre la bambina di sotto--. Poi si rivolse a me,con i suoi occhi languidi.
--Cara,vieni. Dobbiamo cambiarti,vogliono incontrarti--.
--Chi?!-- Sbottò Nico,duro in volto.
--I Supremi. Vorrebbero scambiare due paroline con lei,non capita spesso che un'umana piombi qui in mezzo a noi e senza preavviso--.
--Verrà solo se sarò io ad accompagnarla!-- Continuò duro.
Elona sfoggiò un sorriso ipocrita.
--Impossibile. Tu sei atteso altrove,Astor vuole vederti...l'umano ha bisogno di te--.
--Loris? Vuole vederlo Loris?-- Chiesi d'un fiato.
--Immagino si chiami così...allora? Andiamo?-- Concluse voltandoci le spalle.
--Ti aspetto qui bambina,datti una mossa--. La sua voce melliflua rimbombava nel corridoio.
Nico mi strinse i polsi. Tornai a guardarlo,cercando di mantenere la calma per rassicurarlo.
--Ti prego...stai tranquillo,andrà tutto bene. Tu vai e salutamelo...ha bisogno di te,Nico...ed io posso farcela--.
--Non metterti nei guai. Non farmi incazzare--.
--Smettila di prendertela con me...farò la brava...ora fammi alzare--.
--Ti accompagno fin dove posso...ok?-- Fu la sua proposta.
--Ok...ma prima baciami--.
Mi strinse a sé in un vortice di emozioni,per qualche secondo mi dimenticai di tutto. Ero prigioniera nelle sue braccia,nel suo respiro caldo,nel sapore della sua lingua nella mia bocca.
Quando ci staccammo,mi aiutò ad alzarmi,era visibilmente preoccupato ma mi piaceva sentire la durezza del suo sguardo sulla mia pelle.
--Nico...prima di andare,voglio dirti una cosa--.
--Dimmi--.
Presi coraggio inspirando più aria possibile,le labbra vibrarono quelle parole.
--Io ti amo--.
Rise,di una risata allegra.
--Meglio che andiamo prima che potresti dire delle scemenze!--
--Scemenze?! Io ti amo...la credi una scemenza?-- Mi accigliai sotto il suo sguardo beffardo.
--Cammina--.
Mi spinse afferrandomi da dietro per le spalle conducendomi fuori la stanza,nel corridoio,fino a raggiungere Elona,che con i suoi occhi chiari,mi rivolse uno sguardo divertito.
--Bene,siete pronti. Andiamo--.
Mi afferrò per un braccio,Nico mi restò accanto per quasi tutto il tragitto,sogghignando.
Avrei voluto picchiarlo.
Non feci caso alle svolte che prendemmo,mi sentivo offesa per la reazione di Nico alla mia dichiarazione d'amore,non che mi aspettassi un "ti amo anch'io" come risposta,ma far finta di nulla e considerami una mezza scema mi sembrava il massimo.
Elona si fermò davanti ad una porta.
--Tu puoi lasciarci,Nocholas. Da qui in poi ci penso io. Quel Loris...è da quella parte--. Indicò un corridoio buio alla nostra sinistra.
Rivolsi a Nico uno sguardo accigliato e scoprire che il ghigno era scomparso dalla sua faccia,lasciando il posto alla preoccupazione,mi fece sentire bene,mi ritrovai,per la prima volta contenta che stesse in pena per me.
--Mi raccomando Elona,la lascio nelle tue mani. Che non le accada nulla--. Fece brusco.
Poi tornò a me,non disse nulla ma i suoi occhi m'intimarono di stare attenta.
In tutta risposta,mi voltai riprendendo a camminare svelta accanto ad Elona.
Avrei voluto abbracciarlo,mettere da parte l'orgoglio ma non volli arrendermi e poi dovevo essere preparata al peggio,stavo per incontrare i Supremi,come li aveva chiamati la donna lupo,l'idea mi spaventava a morte.
Un passo dopo l'altro,senza voltarmi indietro proseguii su quel percorso sconosciuto,gli archi spessi si facevano sempre più bassi sopra le nostre teste,arrivate davanti ad una porta entrammo in quello che subito mi apparve come un'enorme bagno turco.
Dalla vasca immensa,al centro della stanza si alzavano vapori caldi,donne e uomini completamente nudi si stavano lavando l'un l'altro,alcuni si baciavano appoggiati al bordo,altri semplicemente si voltarono a guardarmi piombando nel silenzio più totale.
Negli occhi di molti,le iridi si tinsero di un rosso acceso ed inquietante.
Elona non disse nulla,entrambe accelerammo il passo oltrepassando la stanza,mi teneva stretta a sé conducendomi in un'altra ala,più piccola dove ad attenderci c'erano tre donne.
Tutte bellissime,vestivano di pochi strati,lunghi abiti velati di lino lasciavano poco spazio all'immaginazione,le loro forme perfette e sinuose si muovevano morbide sotto quelle vesti.
Se ne stavano sdraiate lungo il bordo di una vasca che le avrebbe potute contenere tutte insieme,su cuscini imbottiti e lussuosi,tutt'intorno,sulle pareti,vi erano appesi degli specchi ovali che riflettevano ripetute immagini,creando corridoi inesistenti.
Elona parlò con la sua bella voce.
--Eccola. Preparatela,io aspetterò fuori--.
--Non lasciarmi-- la implorai a voce bassa.
--Stai tranquilla bambina...sono umane quanto te--.
Si voltò chiudendo la porta alle sue spalle.
Rimasi immobile,osservavo quelle figure meravigliose avvicinarsi a me con movenze feline,nei loro sguardi c'era divertimento e curiosità.
--Vieni cara--. Dissero all'unisono,le loro voci riecheggiarono melliflue e seducenti nella stanza.
Presi fiato. I vapori,anche qui salivano dalla vasca inumidendo l'aria.
--Cosa volete farmi?-- Chiesi,in bilico sulle mie stesse gambe.
Una di esse rispose dolcemente.
--Vogliamo lavarti e vestirti,mia cara. Su vieni lascia fare a noi--. Allargò le braccia per accogliermi.
--Posso farlo da sola-- sbottai secca.
--Lascia farlo a noi,siamo qui per questo,per renderti bellissima agli occhi del nostro benefattore--.
Mentre mi avvicinavano alla vasca,notai che tutte e tre avevano un tatuaggio uguale sul collo,una sorta di rosa rossa col gambo privo di spine.
Mi immersi ancora vestita,dopo qualche secondo iniziarono a spogliarmi delicatamente.
L'acqua calda aveva un buon odore,profumava di fiori.
--Posso farvi delle domande?-- Chiesi.
--Ma certo-- rispose una di esse,ma non feci caso a quale delle tre.
--Siete state voi a lavarmi la scorsa notte?--
Risero guardandosi l'un l'altra.
Lo presi come un "Sì".
--Come avete fatto a non svegliarmi?--
La ragazza dai capelli scuri prese l'iniziativa dopo essersi scambiata uno sguardo complice con le altre.
--Nell'acqua che hai bevuto c'era un leggero sonnifero. Astor ci ha detto che avevi bisogno di riposo--.
Sbuffai.
--Capisco ma non fatelo più,ve lo chiederò io se ne avrò bisogno. Va bene?!--
Annuirono sorridendomi.
Iniziarono ad insaponarmi,mi sentivo in imbarazzo,non sapevo dove guardare.
Sentire quelle mani addosso,che mi massaggiavano il corpo mi faceva sentire una mezza idiota.
Mi concentrai su alcune domande da far loro,per esorcizzare quella situazione d'imbarazzo.
--E...siete umane. Perché delle ragazze umane scelgono di vivere in questo posto infestato di...di esseri leggendari?--
Nelle risa una di loro parlò con calma,mentre mi massaggiava i capelli con un balsamo dal profumo delizioso.
--In realtà non avevamo scelta. Siamo spose,il nostro consorte ci ha volute con sé...e come rifiutare!--
--Spose? Di un unico uomo? Una specie di harem?--
Ero sbalordita.
--Spose di un vampiro molto affascinante...--
--Ci ha promesso una vita eterna-- la interruppe la ragazza di fronte a me.
--Eterna...da vampire? Chi vi garantisce che manterrà la parola data?-- La mia voce rimbombò stridula.
La bruna riprese il discorso.
--Nessuno ma credimi...ne vale la pena-- sorrise maliziosa strizzando un occhio alle altre,che ricambiarono con sguardi languidi.
--Quindi-- continuai,--preferite una vita breve ma colma di...eros...ad una vita da donne libere?!--
La mia non fu proprio una domanda,risero suadenti.
--Ok...capito. Ci sono altri umani qui,voglio dire...umani consapevoli di tutto?--
--Sì,una famiglia in inverno ed una coppia di uomini con il loro gruppo in estate,quasi tutti consapevoli e davvero simpatici--.
--Famiglia? Con bambini? E perché in inverno e in estate?--
L'idea che una coppia di genitori esponesse un figlio a rischi di quel calibro,mi faceva venire la pelle d'oca.
--In inverno come custodi,moglie e marito con una figlioletta piccola ed in estate per passare le vacanze a volte ma di rado.
Il gruppo invece,apre la stagione ai turisti,sono artisti...attori e musicisti...ci si diverte. Il rudere si riempie di gente amante dello spettacolo:balli,teatro...perfino rievocazioni storiche. Adoriamo prenderne parte--.
--Prenderne parte?! Anche...gli altri? Intendo...beh avete capito--
--Sì ma non tutti,molti di noi preferiscono viaggiare,la maggior parte infatti se ne va--.
--E...vengono uccise...delle persone,dei turisti?-- Lo chiesi con il cuore in gola.
--Nemmeno per sogno!-- La ragazza bionda spalancò gli occhi come disgustata dalla mia domanda. --Non si fanno vittime all'interno delle mura,è proibito. Ogni cosa deve essere fatta con cura e discrezione,per la nostra salvaguardia. Se si spargesse la voce che esistono esseri in grado di donare la vita eterna,il mondo diverrebbe sterile,i nostri Signori non avrebbero di che cibarsi. Tutti vorrebbero vivere per sempre,senza più malattie o perdite di cari--.
Deglutii rumorosamente.
--In effetti...ma è comunque un inganno...non è vita lo stesso. Cibarsi di sangue umano,non sembra allettante-- sentenziai storcendo la bocca.
--Ti sbagli. Dimentichi i privilegi:forza,bellezza e gioventù...se non fosse per il sangue,un vampiro...--
--Smettila! Non ci è dato informarla di queste cose!--
La bruna l'ammonì con uno sguardo freddo,mentre la ragazza dai capelli castani indietreggiò di poco,forse temeva una rissa fra le due,da come si cacciò il volto nelle mani.
Non chiesi altro anche se di domande ne avevo fin troppe,non volevo essere la causa di una lite fra le mogli di un vampiro.
Mi acconciarono i capelli,i boccoli ramati mi scendevano morbidi sulle spalle,mi fecero indossare un vestito viola con una cinta bianca alta in vita e delle scarpe chiare con un fiore di feltro sopra,violetto anch'esso.
La ragazza dai capelli castani aprì la porta annunciando che tutto era stato fatto.
Elona mi aspettava in piedi fuori,lo sguardo meravigliato,i suoi begli occhi chiari si illuminarono mentre mi osservava.
Si congratulò con loro per il lavoro ben svolto,quanto a me ero totalmente in imbarazzo,applaudivano piano,tutte insieme,nemmeno dovessi andare al mio matrimonio!
L'idea di dover attraversare di nuovo il bagno turco mi spaventava,già percepivo lo scrosciare dell'acqua,ciò significava che quegli esseri erano ancora la,con i loro occhi rossi pronti ad assalirmi.
Dovetti affidarmi a tutta la mia forza di volontà per muovere un passo verso Elona,la quale mi prese per mano.
--Andiamo. Fidati di me,non devi temere nulla,sono un licantropo. Hanno più paura di me che di un lupo mannaro!-- Rise piano iniziando a trascinarmi.
--Scusa-- le rivolsi sotto voce,cercavo un pretesto per tranquillizzarmi,--che differenza c'è fra un licantropo ed un lupo mannaro?--
Mi guardò severa,come a dire "Scherzi!".
--I lupi mannari non sono altro che uomini o donne,legati ad una maledizione. La loro trasformazione avviene ad ogni plenilunio,mentre noi licantropi possiamo cambiare forma a nostro piacimento. Ed in più possiamo sfoggiare la nostra bella coda--.
--I lupi mannari non hanno coda?-- Chiesi sotto lo sguardo assassino di molti presenti,accelerai il passo stringendo forte la mano di Elona.
--No. Te l'ho detto sono umani sotto l'effetto di qualche stregoneria--.
--Capisco...ma come ha avuto origine la licantropia?--
Eravamo finalmente fuori,ora stavamo percorrendo il tunnel di archi.
--Nessuno qui presente lo sa con certezza. Si ipotizza che l'inizio di tutto sia stato causato da una malformazione genetica...alcuni pensano ad un'evoluzione,altri invece sono più propensi a credere che si è frutti di un ibrido,un incrocio di razze e da qui la specie si è riprodotta e moltiplicata. Comunque sia andata,adoro essere un licantropo--.
--Ma perché alcuni vi chiamano "lunatici"?-- lo chiesi con tutto il tatto possibile ammorbidendo la voce,come una scolaretta timida dietro i banchi di scuola.
--In realtà solo i vampiri ci chiamano in questo modo. Vedi siamo soggetti a cambiamenti di umore a seconda delle fasi lunari...ma nulla a che vedere con l'aggressività pazzoide dei lupi mannari. Siamo estremamente oltre,loro non conservano la componente umana...la coscienza,insomma...noi sì--.
--Ma sono umani...quando non vi è il plenilunio intendo...come fanno a tornare alla vita di tutti i giorni?--
--Te l'ho detto. Quando sono sotto l'effetto della luna piena impazziscono,il loro organismo subisce un mutamento innaturale,troppo violento e non voluto dalla mente...ecco perché al risveglio non ricordano nulla. Credo si ritengano malati e in un certo senso lo sono. Vittime di qualche maleficio--.
--Ho letto di streghe,in effetti,legate perfino alle storie di vampirismo...hanno a che fare anche con...--
--No,no,no...i vampiri sono esseri a sé,come i licantropi. Razze,tutto qui--.
--Ma i vampiri da dove provengono,quali sono le loro origini? Le vere origini--.
L'ascoltavo con molto interesse e sinceramente la trovavo simpatica,molto disponibile,mi chiesi se ero stata fortunata ad averla beccata nel suo giorno buono.
--Le origini dei vampiri...non si è sicuri di nulla. Abbattere le barriere del tempo,vivere un'esistenza lunghissima fatta di sacrifici...--
--Sacrifici?-- Chiesi sorpresa,non capendo cosa volesse dire.
--Sì,sacrifici. Abbandonare i propri cari. Vedere le persone alle quali si è affezionati,morire con il dubbio di non poterle rincontrare un giorno,nell'aldilà,per quelli che hanno ancora fede,quelli che confidano nel possedere un'anima. Per non parlare del totale cambiamento che subiscono e non mi riferisco solo al loro sostentamento fatto di sangue umano...bleah! Mi riferisco alla vita che conducono,sempre chiusi nell'anonimato,segreti su segreti,che non fanno che accumularsi,creando non poche confusioni ai nuovi arrivati--.
--Quindi non si sa nulla di concreto su di loro?--
--No. Si dilungano su discorsi e teorie...secondo me è solo uno spreco di energia. Molti passano la loro esistenza a cercare risposte,senza alcun risultato abbastanza sufficiente per dare una spiegazione completa,quanto a noi licantropi,non diamo molta importanza alle nostre origini,non siamo bramosi per natura--.
--I vampiri lo sono?--
--Lo sono in tutto. Hanno sempre fame di novità,infatti spesso hanno un'aria annoiata se non accade nulla per molto tempo. Ecco perché mantengono contatti con gli esseri umani,sono curiosi ed invidiosi al tempo stesso--.
--Invidiosi di cosa?--
--Della vostra capacità di poter cambiare. La maggior parte di essi non ha scelto di diventare quello che sono,quindi non appena il fascino dell'essere un vampiro scema,si annoiano spegnendosi,consumati dalla loro stessa natura. In pochi comunque riescono ad aver coraggio scegliendo la morte come ultimo viaggio verso l'ignoto,hanno paura di non sentire nulla,di trovare solo...nulla. Che tutto è finito,cenere alla cenere...--
--Scelgono di morire? Possono farlo,morire intendo?--
--Ovvio. Possono essere uccisi o suicidarsi,certo per quest'ultima opzione hanno bisogno di aiuto--
--Come? Come possono essere uccisi?--
L'ansia mi stava salendo al petto. Mia madre sarebbe presto diventata una vampira,temevo potesse finire vittima di se stessa con il passare del tempo,desiderosa di farla finita o peggio ancora rimanere uccisa. Senza poter davvero scegliere.
--Noi licantropi eravamo in guerra con loro tanto tempo fa,nelle nostre vene scorre la conoscenza della lotta. Un nostro morso può renderli inoffensivi per diverso tempo ma è necessario staccargli la testa per porre fine alla loro vita--.
Deglutii col cuore in gola.
--Staccare la testa...e tutto finisce...-- dissi con un filo di voce.
--Sì. Tutto finisce,chiunque,con una certa esperienza in materia può farne fuori uno. Ma con i loro sensi sviluppati non è un'impresa per tutti. Sono sempre in guardia,fa parte dell'essere un vampiro,scattano come molle per un non nulla all'inizio--.
Rise,inconsapevole di avermi appena descritto il modo in cui mia madre sarebbe cambiata.
Una donna frenetica fino a che la noia non l'avrebbe sopraffatta.
Percorremmo i gradini di una lunga scalinata senza emettere alcun suono,la mia voce si spense nei pensieri che mi vorticavano dentro come uno sciame d'api impazzite.
La tristezza giunse ai miei occhi,iniziai a piangere silenziosamente,nessun sibilo,nessun singulto,solo calde lacrime sulle guance.
La voce di Elona mi fece riemergere scuotendomi,mi accorsi solo allora che eravamo arrivate in cima.
--Siamo arrivate. Resta al mio fianco e non parlare se non vieni interpellata--.
La grande porta di ferro si aprì,ripiombai nella realtà.
Un fremito di terrore mi ghiacciò lo stomaco.
La visione di quegli occhi rossi puntati su di me,mi causò un improvviso sudore freddo sulla fronte.
Le ginocchia presero a tremare,avanzai piano addentrandomi in quella stanza enorme.
Elona mi circondò la vita con un braccio,sorreggendomi quasi completamente,senza di lei non so se sarei stata in grado di proseguire oltre.
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luceombra
Fiksi IlmiahUn romanzo di Tania Rossi Non credevo fosse possibile rivedere il suo volto. Da mesi il suo ricordo mi appariva come un incubo ma poi tutto è cambiato. La mia vita,la sua es...