La guardai.
Mi guardò.
Restammo in silenzio ad ascoltare i respiri,l'una
dell'altra.
Il suo era quasi impercettibile.
Il momento era arrivato. Finalmente mia madre era
davanti a me,in piedi sulle sue stesse gambe,forte
della sua natura.
Mi sembrò che fosse trascorso molto tempo dall'ultima
volta che i nostri sguardi si erano trovati,invece solo
pochi giorni.
Era diversa eppure era lei,mia mamma,così bella e
serena nella sua perfetta postura. Ma qualcosa,un velo
forse,si era posato sulla sua pelle che ora brillava
come seta chiara al sole ed il sangue colorava le sue
labbra di un rosso intenso.
Negli occhi splendeva la vita e la morte,la luce stessa
del fuoco vibrava in quello sguardo.
Non era solo mia madre quella donna bellissima,era
anche una creatura completamente nuova ed
affascinante dai capelli lunghi e meravigliosi,di un
colore caldo e scuro con riflessi violacei.
Ricordai di averla già vista così,proprio lei,meno bella
forse,impressa nelle fotografie scattate prima della
mia nascita.
Più giovane e fresca,sembrava addirittura più viva
avvolta in quell'aurea di meraviglia.
--Sei bellissima--.
Lo stavo pensando ma non fui io a muovere le
labbra,perché quelle parole avevano un suono diverso
dalla mia voce.
--Lo sei davvero--.
Ancora nessun movimento eppure nella mia mente si
formularono parole simili a quelle.
La guardai attentamente posando lo sguardo lungo
tutto il suo corpo.
All'altezza delle spalle vidi ben salde due mani
forti,che la stringevano come a trattenerla,erano le
mani di Astor,non indietreggiai ma i miei muscoli si rrigidirono.
Mi ero dimenticata. Mia madre avrebbe potuto farmi
del male.
--Non hai nulla da dirmi?--
Per un secondo mi girò la testa. Quante volte avevo
sentito quelle parole!?
Capii da dove provenissero quelle frasi,lei mi stava
parlando.
Mi mossi appena spostando il peso su una sola
gamba,lo stomaco sembrò cambiare forma dentro di
me,allungandosi nella gola.
--Mam...Greta--. Che suono era uscito dalla mia
bocca? Le parole gracchiarono nella stanza.
Mi sorrise chinando il capo da un lato,i capelli si
mossero,le ciocche scure si spostarono di poco
rivelando ancora dell'altro spazio dalla bella pelle.
Inspirai e dissi la prima cosa che mi venne in mente.
--E' bello vederti--.
--Lo è anche per me. Ero molto in ansia per questo
momento,temevo una tua reazione--
--Quale? Quale reazione?-- Parlai in fretta.
--Non sapevo come ti saresti sentita nel rivedermi,mi
hanno detto che sei molto sensibile,non volevo
turbarti--.
--Non sono turbata-- mentii. --Mi sei mancata--. Le
sussurrai controllando le lacrime.
Sorrise di nuovo.
--Io non...io non sono sicura di poterti abbracciare ma
credimi,lo vorrei--.
Mi strinsi nelle spalle,il calore di Nicholas mi raggiunse
prima di quanto credessi,mi voltai appena per
guardargli il mento,la sua presenza mi faceva sentire
meglio.
Tornai a guardare mia madre,vidi i suoi occhi brillare come fiamme nella notte e la cosa strana fu che mi
piacquero,non ne avevo paura.
--Verrà il momento degli abbracci. Per ora ci
limiteremo a questo...a questa distanza ipotetica che
separa le nostre entità. A me sta bene--.
--Grazie--.
--Per cosa?--
--Per aver scelto. Astor mi ha detto che non è mai
facile scegliere fra la vita e la speranza,perché altro
non si conosce della morte se non la speranza che ci
sia qualcosa dopo di essa. Quindi,qualunque cosa tu
abbia scelto,oggi ti avrei ringraziata--.
C'era del vero in quello che aveva detto. Più volte in
silenzio mi ero formulata delle domande su cosa
sarebbe stato più giusto per lei,ma il mio egoismo ne
zittiva le risposte,ogni volta ne bloccava addirittura il
formarsi delle stesse.
Non m'importava ormai. Era viva e stava
bene,apparentemente era in ottima forma,Ester aveva
ragione,non v'era traccia della morte su di
lei,nemmeno il ricordo.
Le sorrisi bloccando le braccia lungo i fianchi per non
tentare minimamente di gettargliele al collo,strinsi i
pugni per non accarezzarle il viso e scostai lo sguardo
per non essere vista mentre le lacrime mi salivano agli
occhi.
Parlai con falsa calma nella voce,omettendo le
innumerevoli domande che avrei voluto farle,sarebbe
arrivato il tempo anche per quelle.
--Io ringrazio te. Mamma. Per esserci ancora--.
La vidi illuminarsi in viso,sembrava un angelo ed Astor
era il privilegiato che poteva stringerlo a sé.
--Edera,io non ricordo il perché,non rammento il
come ma credo di amarti. Tu,mia figlia...ti prometto che mi terrò lontana da te se necessario,per non
procurarti alcun male--
--No!-- La interruppi brusca. --Non devi tenerti a
distanza se non vuoi...--
--Ma lei non può,Edera,è diverso--. Intervenne
Astor,con i suoi modi gentili e paterni.
--Lo so-- ammisi poggiando il mento sulla mano di
Nico.
--Devi cercare di capire Edera. I suoi desideri sono
potenzialmente pericolosi al momento ma ti assicuro
che presto entrambe sarete pronte,l'una per l'altra--
--Io lo sono già Astor. Sono pronta. Non sai quanto io
sia pronta--.
--Che vuoi dire?-- Ruggì Nico alle mie spalle.
--Nulla,solo che ho una chiara idea dei rischi che
posso correre standole accanto ma non importa.
Credo che siano poche le cose per le quali valga la
pena rischiare la propria vita e quelle che mi
riguardano mi stanno bene. Tutto qui--.
--Tutto qui? Edera,devi starle lontana-- mi sussurrò
Nico all'orecchio cercando di riprendermi.
Guardai mia madre,cercando un residuo di complicità
nel suo sguardo ma nulla,era immobile,un'incognita
nei suoi occhi.
Abbassai il viso rassegnata,inchinai le mie speranze
allo scorrere del tempo,l'unico complice sul quale
potevo contare.
Astor tornò a parlare,con voce ferma e glaciale,non lo
avevo mai sentito così autoritario.
--Greta,ora ti lascio. Vai al piano di sopra ed
aspettami lì. Fai come ti dico--.
Non si voltò a guardarlo,continuava a fissare me e
qualcosa vibrò nelle rosse fiamme,per un secondo
credetti che volesse dirmi qualcosa,una specie di messaggio segreto ma la vidi ubbidire al suo Maestro
mesta.
La cosa m'irritò ma non dissi nulla,la seguii con lo
sguardo mentre saliva lentamente le scale fino in cima
dove ad attenderla c'era Vanessa,che le tese una
mano,lei l'afferrò,sembrava facesse fatica a fare
quell'ultimo gradino,la stessa lentezza con la quale si
era allontanata mi insospettì.
Aspettai,poi mi staccai da Nico avvicinandomi ad
Astor,gli presi la mano,stranamente fredda e lo invitai
a seguirmi fuori.
Nella luce del sole i suoi occhi non apparvero meno
scuri,sembravano due voragini scavate nella
carne,spaventosi ed affascinanti al tempo stesso,dietro
di noi Nicholas,per un secondo li guardai
entrambi,padre e figlio,si assomigliavano molto
eppure nello sguardo di Nico c'era una luce
diversa,dentro di essa mi ci sarei potuta perdere,forse
per sempre.
Deglutii prima di parlare,volevo che tutte le idee si
rassettassero ben bene ma fu Astor a parlare per
primo interrompendo il mio ordine mentale.
--Edera,che ti prende?-- Lo chiese in modo gentile ma
la sua voce era fredda come le sue mani.
--Sono fredde. Non lo sono mai state così-- dissi
svelta.
Si guardò i palmi nei miei e li ritrasse con esagerata
velocità,Nico si infilò in mezzo in posizione di attacco
ringhiando contro il padre.
--Va tutto bene Nicholas,ti prego. So come controllare
la sete,non le farei mai del male--. Stavolta udii della
tenerezza uscire da quelle labbra rosse.
Nico si scostò di poco mantenendo comunque una
certa distanza fra me ed Astor,la cosa mi fece scattare di nervoso.
--Basta!-- Urlai. --Sono stufa di tutto questo.
Piantatela!--
Nico si voltò a guardarmi,cercò di prendermi
lentamente la mano ma indietreggiai prima che
riuscisse ad afferrarla.
--Che hai si può sapere?-- Sbuffò Nico.
--Perché mia madre si muove in quel modo?
Lento,perché?--
Astor si sfregò le mani per poi infilarsele nelle tasche
dei jeans,probabilmente suo figlio gli aveva prestato
degli abiti,solo allora me ne accorsi,passava per un
umano con quei vestiti se non ci si soffermava al
resto,come la bellezza del suo volto ad esempio.
--Greta,come tutti i neo-vampiri,è debole nelle ore
diurne. Il sole con la sua forte luce la disorienta.
Basteranno pochi giorni perché ci si abitui--.
--Per questo l'ho potuta vedere solo oggi e non ieri
sera e nemmeno la sera prima. Per questo stanotte
non c'eravate?-- Chiesi leggermente agitata.
--Si e no. Ieri sera siamo usciti per farla nutrire ed
anche la sera precedente e per quanto riguarda
l'incontro,ho voluto aspettare che fosse pronta,sazia
ma debole,perché non ti attaccasse--. Concluse
pacato.
--Lei non mi attaccherebbe--.
--Edera! Tua madre è pericolosa,cerca di mettertelo in
testa!-- Scattò Nico incendiandomi con lo sguardo.
--Davvero? Bene allora. Correrò il rischio-- sentenziai.
Astor riprese Nicholas poggiandogli una mano sulla
spalla.
--Smettetela entrambi. Edera,cosa credi di fare? Hai
avuto pazienza fino ad ora,che ti prende?--
--Non potete controllare tutto di me. Non potete prendermi e farmi fare quello che volete ogni volta.
Decido per conto mio come ho sempre fatto prima che
arrivaste voi con le vostre stupide regole--
--Edera...--
--No Nico! No. Per favore...-- crollai in ginocchio,--
per favore è mia madre. Ha bisogno di passare del
tempo con me ed io ho bisogno di lei...non riesco a
gestire tutto da sola,non ce la faccio--.
--Di cosa hai bisogno,dimmelo--
--Nicholas,lasciala sfogare--.
--Io non mi devo sfogare--. Gridai nei singhiozzi. --
Ho avuto pazienza? Sì ne ho avuta fin troppa. Ho visto
la mia vita trascorrere sotto le vostre regole ora me la
riprendo--.
--Edera,mi dispiace...--
--Smettila di scusarti! Non lo capisci? Non lo senti?--
--Cosa?--
--Non senti il mio cuore che batte ad ogni tuo respiro?
Smettila di accusarti...sono solo stufa delle
regole,delle distanze forzate...vorrei solo abbracciarla.
Vorrei...--
Mi sentii sollevare,ero nelle sue braccia,lo sentii
parlare piano con suo padre,nascosi il viso nell'incavo
del suo collo.
--Astor,deve riposare. Non dorme da quando ha
saputo che Greta si è svegliata. Le parlerò io,tu va e
rimettiti in forze,penserò io a tutto--.
--Nicholas,non devi farla avvicinare a lei e non puoi
lasciare questa casa incustodita con Gli amici di Loris
che vanno e vengono. Dillo anche ad Ester,domani
partiamo--.
A quelle parole mi dimenai nella stretta di Nico,come
una furia gridai e mi dibattei.
--Domani cosa? No! Dove e perché?--
--Ti avevo detto che le avrei parlato io di questo--
ruggì Nicholas a denti stretti,mentre con le braccia mi
stringeva forte.
--Mi dispiace figliolo ma non deve commettere
imprudenze,falla dormire--.
--Cosa? Nico,ti prego fammi scendere. Dimmi che sta
succedendo,ti prego!--
Lo implorai in lacrime. Lo picchiai per quanto mi fu
possibile ma non mollò la presa,anzi continuò a
stringere sempre più forte,il respiro prese ad
accorciarsi,mi sembrava di soffocare.
Sul viso gli leggevo la concentrazione che attuava ad
ogni movimento,ad ogni muscolo contratto attorno al
mio corpo e poi i suoi occhi nei miei,un vortice scuro
prese a vorticarmi in testa.
Lo aveva fatto di nuovo. Sotto il suo volere persi ogni
cognizione del tempo,mi addormentai,credo nelle sue
braccia.
Valerio se ne stava andando,si era voltato già un paio
di volte. Io me ne stavo sul portico ad aspettare un
qualche movimento che potesse darmi una
speranza,un segno,"Magari ha cambiato idea e sta
tornando indietro,devo solo aspettare che la sua
ombra compaia sulla strada e saprò che non mi ha
davvero lasciata sola,che può continuare ad amarci
entrambe nonostante tutto". Ma Valerio non tornava,il
sole non proiettava nessuna ombra che potesse
appartenergli. La speranza se ne andò col freddo della
pioggia sulla pelle che ne lavò via ogni residuo.
Ci avrei pensato io d'ora in poi a mia madre.
Sarei andata io al ristorante e dire che non sarebbe
tornata più a lavoro ed avrei trovato una scusa per dire
ai nonni ed alla zia che non ci saremmo fatte vedere per un po' Spettava a me ora badare a tutto,alle bollette da
pagare,alla casa da accudire,ai vicini curiosi ed
invadenti da allontanare.
Scuse,bugie e giustificazioni.
Sarebbe stato questo il mio modo di maturare,come
tanti ragazzi che devono farcela da soli anche io avevo
l'obbligo di crescere. Solo che non c'è mai nessuno a
dirci come si fa e Valerio se n'era andato via per
dimenticare. Per dimenticarci.
La voce di Ester rimbombava nella mia testa,calma e
lenta.
"Tutto gli apparirà come un sogno lontano,nascosto
nella memoria,un dèjà vu...solo questo sarà,ogni volta
che gli capiterà di imbattersi in ognuno di noi. Nulla di
quello che è stato tornerà a turbare il suo spirito,la sua
vita resterà intatta e solida fino alla fine dei suoi
giorni. Questa è stata la sua scelta,il mio sapere non
può nulla contro la volontà".
--Se n'è andato...che dirò a mia madre?-- Mugolai.
--Le dirai la verità amore--.
Sbattei le palpebre più volte,Nico mi era seduto
accanto nel letto,era stato solo un sogno,il ricordo di
una partenza. Mi chiesi se anche noi,mia madre ed io
gli saremmo apparse così,nei sogni.
--Come ti senti? Mi dispiace ma avevi bisogno di
riposare--.
--Ti avevo detto di non usare più il tuo dono su di
me--
--Scusa--.
--Ok. Tanto fai sempre come ti pare--
--Edera ascolta. Io non voglio controllarti,solo che è
davvero pericolosa,anche se non vorrebbe,credimi--.
--Va bene. Ho capito. Ma non lo approvo,sappilo.
Quanto ho dormito?-- Chiesi sfregandomi gli occhi.
--Abbastanza. Tieni,un regalo per te-- sorrise
porgendomi un pacchetto.
--Un regalo?--
--Più o meno dai,no fare la difficile--.
Lo aprii. Dentro c'era un telefono cellulare con tanto di
scheda.
--Carino,grazie. Dove lo hai preso?--
--Siamo andati con papà al centro commerciale e ne
abbiamo fatto una scorta per tutti--.
--Scorta? Che sta succedendo Nico?--
Chinò il capo prendendomi le mani.
--Astor deve portare Greta dal Consiglio,è giunto il
momento di presentarla all'intero clan,con questo
potrai tenerti in contatto con Vanessa se ne hai
voglia--.
Lo guardai torva poi inspirai trattenendo le lacrime che
presero ad asciugarsi lentamente negli occhi.
--Che compito avrò io? No aspetta,fammi
indovinare...devo aspettare,giusto?--
--Edera,per piacere,sai che non dipende da me,le
decisioni non le prendo io--
--Già. Nemmeno io,ma far trasformare mia madre
rientrava nei miei diritti,farla restare no--
--Hai ragione ad essere arrabbiata,io impazzirei,lo sai
ma saperti al sicuro finché non tornerà davvero pronta
per te,mi fa sentire meglio--
--Allora stai bene. Io non resterò a guardarla andare
via,parafrasando le parole di Astor,è una mia creatura.
Io ho scelto per lei--.
Lo guardai stringersi nelle spalle.
Mi calmai un poco.
--Nico. Aspetterò solo se sarà lei a chiedermelo. Non
posso ubbidire in altro modo,mi dispiace ma dovrai
uscire di qui e dirlo a quello che vuol far valere i suoi diritti di padre con te. Lo farai?--
--Sì certo. Ma promettimi una cosa--
Alzai un sopracciglio. --Cosa?--
--Non farai nulla per metterti in pericolo,va bene?
Anche se ti sembrerà possibile tu non ti avvicinerai a
lei più del dovuto--.
--Ovvio e come potrei con voi sempre alle calcagna!--
--Smettila. Non farmi arrabbiare. Non me lo merito
questo atteggiamento--
--No,è vero. Scusa. Ma metti una regola nostra per
una volta--.
--Lo farò--. Rispose secco e chiuse la porta
lasciandomi sola con la mia rabbia.
Mi alzai di scatto ed uscii da quella che un tempo era
stata la stanza dove,giorno dopo giorno,Nicholas era
cresciuto.
Portai con me il telefono,scesi di sotto per trovare
Loris,Ester e Vanessa seduti al tavolo della cucina.
--Dove sono gli altri?-- Chiesi con fare autoritario.
--Ehi,Edy...sei sveglia,guarda-- mi mostrò un
telefonino tutta contenta ed eccitata.
--Allora,dove sono?-- Incalzai sorridendo a V.
--Si sono allontanati per parlare Edera. Hai fame?
Siediti con me--.
Loris aveva gli occhi infossati,forse come me non
riusciva a tenere il passo con gli eventi.
Sospirai e sedetti accanto a lui,presi il piatto colmo di
cibo che Ester mi stava porgendo ed iniziai a mandar
giù qualcosa che mi sembrò davvero buono,non feci
caso alla pietanza,una cosa valeva l'altra per il mio
stomaco in subbuglio.
Vanessa incominciò a descrivermi le funzionalità del
suo telefono,io l'ascoltavo in silenzio masticando
lentamente,poi all'improvviso divenne triste.
-Che hai V?-- Le chiesi con la bocca piena.
--Nulla,solo che Astor preferisce che io lo tenga in
tasca. La cosa potrebbe dar fastidio agli altri--
--Di che stai parlando?--
--Nico ti ha detto che dobbiamo andare via per un
po'?--
--Sì me lo ha detto ma che c'entra col...-- indicai il
piccolo oggetto nella sua mano.
--Ecco,Loris è stato gentile a prenderlo anche per me
ma non devo mostrarlo agli altri vampiri,farebbero
domande e dovrò dire che ce l'ho per tenermi in
contatto con te...--
--E allora? Che c'è? Non puoi socializzare con me?--
--Non dovrò dire che siamo diventate amiche,per non
rischiare che qualcuno si interessi a te e sai...noi
vampiri siamo volubili,potrebbero intercettarti e...--
--Stupidaggini!-- Sbottai lasciando cadere la forchetta
nel piatto.
--Dammi qua,sai che facciamo V?! Lo abbelliamo. Tu
sei una ragazza piena di energia e un accessorio del
genere,se non luccicante,non ti si addice. Fregatene di
quello che dice Astor,è solo un telefono!--
--Non la penso allo stesso modo Edera...--
--Ester,nessuno ti ha interpellata--.
Loris prese la parola alzando le mani,--Va bene,è
tutto a posto. Vanessa vai ad abbellire quell'affare con
Edera,non c'è nulla di sbagliato in questo ma mantieni
la parola con Astor e tu Edera calmati e fatti una bella
chiacchierata con la tua amica. E...Ester?--
Ester lo fulminò con lo sguardo.
--Tu...Bravissima,ottima cena!--
--Grazie Loris,tu sì che sai apprezzare la buona cucina
della vecchia Ester!--
Li lasciammo a scherzare e a chiacchierare,V ed io ci allontanammo,dovetti indossare un giubbetto,fuori
l'aria era fredda.
Ottobre era arrivato con le sue piogge ed i suoi colori
e quei profumi che solo la terra bagnata ci dona.
La luna non si vedeva tanto il cielo era terso.
Con Vanessa facemmo una breve passeggiata,ogni
tanto mi parlava e ridevamo della sua inesperienza col
telefono,era contenta di avere una cosa non
prestata,mi scattò un paio di foto per poi eliminarle.
--Così nessuno se ne accorgerà nel clan--.
Per la prima volta mi fermai a pensare a lei non come
ad una vampira ma come ad una ragazza che presto
avrebbe ricordato tutta la sua precedente vita e la cosa
mi sconvolse.
Era morta e scomparsa,dopo quella che il telegiornale
aveva descritto come una malattia aggravatasi da una
forte anemia,mi chiesi di cosa fosse stata malata e
come si sarebbe sentita una volta riacquistata la
memoria,lontana dalla propria famiglia nella sua
nuova vita.
Mi fermai a guardarla,mi sorrise ed io ricambiai ma
una stretta mi prese allo stomaco.
Ero in pena per lei.
Le sarebbero mancati i suoi genitori? Il suo
fidanzato,se ne aveva uno? E la sua vita,ora sana,le sue
abitudini,le sarebbero mancate?
Mi chiesi quanto ancora i genitori avrebbero cercato il
suo cadavere per darle una degna sepoltura. Avevo il
cuore a pezzi per loro,le loro inconsolabili lacrime.
La verità era che non sapevo nulla di lei,nulla della
Vanessa dolce ed innocente,della ragazza dagli occhi
di chi sa quale colore.
Non mi ero mai interessata a lei,neppure per distrarmi
dalle mie angoscie,quindi non avrei potuto aiutarla in alcun modo una volta colma dei suoi ricordi.
Continuai a guardarla,le sue labbra si muovevano
veloci ma la mia mente era altrove,su di lei e non nelle
sue parole,volevo vederla per quello che gli altri non
l'avrebbero vista:una vittima. Un'innocente vittima
trascinata in una crudele realtà,dove non aveva potere
decisionale sul passato se non quello di subirlo.
Ancora una volta avevo di fronte una persona che
avrebbe dovuto rinunciare a qualcosa,perché la sua
sorte era inesorabilmente mutata,senza controllo o
ragione.
Mi sembrò di avere davanti uno specchio con dentro
riflessa la mia immagine,sorrisi e smorfie,nessuna
certezza del domani.
E non sapevo come poterle essere d'aiuto.
Astor le sarebbe stato accanto,di questo ne ero certa
ma la mia V, come avrebbe saputo rinunciare ai suoi
ricordi?
Non era tempo per le risposte,non lo era mai,mi
sembrava che lo stesso scorrere di esso era crudele e
spietato,le cose cambiavano ed io ancora
ferma,obbligata a stare ferma.
--Edera? Tutto bene?--
Riemersi. --Si tutto bene. Allora ci servono dei
lustrini...strass da appiccicare sopra--.
--Sopra a cosa?--
--Al tuo splendido telefono,andiamo--. Finsi di
esserne euforica e forse lo ero davvero,avevo bisogno
di fare qualcosa per lei che le ricordasse,anche solo
per una sciocchezza,che le ero stata utile,solo per
pochi minuti,io l'avevo fatta sorridere.
In qualche modo,io c'ero stata e sarei rimasta ad
aspettare uno dei suoi sorrisi.
Guardammo insieme l'ora sul display dai contorni brillanti,avevamo riciclato degli strass togliendoli da
alcuni abiti,non mi era dispiaciuto rendere un po'
meno vistose le tasche dei miei jeans,anzi mi ero
divertita ad insegnarle come creare un disegno e
rifarlo a mosaico,anche se a scuola non l'avevo mai
fatto per il retro di un telefono.
--Devo nutrirmi Edy,tra poco diventerò fredda e
pericolosa,grazie--.
--Figurati,vai pure V--
--Ehi,posso far finta che me lo hai regalato tu? In
fondo sembra un altro--.
--Ma certo,non credo che Loris si offenderebbe per
così poco--
--Allora scappo...e Edy?--
--Dimmi--
Mi baciò svelta sulla guancia augurandomi la buona
notte,le sorrisi e non sapendo come ricambiare
l'augurio optai per una cosa senza il minimo senso che
la fece ridere di gusto.
--Buon...tutto,ecco!--
Di nuovo sotto al portico e di nuovo qualcuno si stava
allontanando ma stavolta sapevo sarebbe tornato e la
cosa mi alleggerì lo stomaco.
Presi il mio telefono e ne controllai le funzionalità
tanto per passare il tempo,dopo qualche scatto delle
mie dita,Loris mi raggiunse con una birra in mano ed
una sigaretta in bocca.
--Allora,freddino eh?!--
--Insomma,a me non dispiace l'autunno,adoro i colori
caldi fondersi con i freddi--
--Che vuol dire? Colori caldi...freddi...ah ma tu
dici...ho capito,anche Nicholas li ha studiati,sì ora mi
ricordo--
--Com'era come studente?--
--Non male direi solo...cavolo marinava spesso e poi
ad un certo punto ha voluto smettere di andare a
scuola,così. Non era certo una delle sue idee brillanti
ma l'ho rispettata,tanto quando si mette una cosa in
testa è quella e non ci sono versi di fargli cambiare
idea!--
Sorrisi per il modo in cui si era espresso.
--Ed ora? Loris,che farete?--
--Non lo so. Io rimarrò qui a godermi la mia
tranquillità quando si deciderà a farmi visita,e mio
figlio...beh farà la sua vita,non mi sembra sia messo
male,intendi?--
Arrossii nel vederlo alludere palesemente a me.
--Loris...non credo che voglia restarmi accanto per
molto ancora--
--Che ti credi! Gli piaci un sacco sai?--
--Lo so ma...lui ed io siamo...su due piani differenti.
Lo attende l'eternità...--
--E a te sembra tanto eh?--
--Già,in un certo senso è così-- non volli dilungarmi
in monologhi tormentati su come o perché e quando e
se sarebbe giusto o meno rimanergli accanto. Optai
per una risposta secca e sincera.
--Sai anche a me. Infatti io resterò umano,fino alla
fine--. Disse con aria fiera ma triste.
--Posso chiederti come fai ad esserne così sicuro?--
--Ma certo. Vedi Edera,ho più di cinquant'anni,ho
avuto una vita in parte difficile ma anche bella e mi
scoccerebbe non avere quasi più nulla di che
preoccuparmi--
--Preoccuparti? Sei forte! Mai sentita motivazione più
strana-- sorrisi.
--Già. E poi,Edera,a dirla tutta,un segreto fra te e
me...-- sussurrò piano,--sono curioso--.
--Di cosa?--
--Di Dio. Mi piacerebbe sapere se esiste realmente e
rivedere i miei genitori,ecco,mi piacerebbe giocare
ancora a carte con mio padre e riascoltare mia madre
cantare le belle canzoni di una volta--.
Rimasi immobile a fissarlo,erano così vere quelle
parole! Tutto il cosmo svaniva davanti a quella
dichiarazione,era un rischio enorme da correre ma lui
era intento ad andare fino in fondo,fino in fondo alla
vita.
--Cavolo! Ti ammiro Loris,hai la possibilità di fermare
il tempo e tu sai già che non vuoi farlo. Wow!--
--Vedi Edera,mi è stato insegnato che ci sono dei
limiti ed io a differenza di mio figlio non sono nato per
abbatterli,e poi l'eternità non mi alletta poi
tanto,insomma che farò un giorno dopo aver fatto
tutto? Non fa per me--.
--In un certo senso hai ragione-- dissi in un sussurro.
--Ma questa è una mia scelta piccola,tu farai la tua--
--Non ho idea di cosa farò Loris,non ne ho proprio
idea. Credi che abbia sbagliato con mamma,credi che
l'abbia privata di Dio?--
Rise sonoramente.
--Ehi Edera,credi davvero che Dio non abbia un
progetto anche per queste creature? Perché ne
permetterebbe l'esistenza allora?--
--Che tipo di progetto? Insomma...distruggono la vita
stessa,si cibano di essa--
--In questi giorni ho imparato una cosa su di essi:ci
sono i buoni ed i cattivi,proprio come nel resto del
mondo. Chi può dire che progetto ha Dio per uno
spietato assassino? Ora hai capito?--
--Si,credo di capire dove vuoi arrivare ma di esseri
come Nico,chi se ne occuperà? Lui non fa del male a nessuno--
--Non temere,qualcuno lassù se ne occuperà e
quando verrà il momento io sarò pronto a
riabbracciarlo. L'unica consolazione per un padre è
avere la certezza di non vedere mai il figlio
morire,credimi--.
--Si lo so. Non credo ci sia dolore peggiore--.
Smettemmo di parlare,ognuno con i suoi
pensieri,probabilmente Loris era già al
dopo,l'aldilà,suo figlio vivo e lui ad attenderlo se mai
fosse arrivato ed io ferma sulle mie domande e su
quello che avevo appena detto.
Pensai a mia madre ed alle molte madri che hanno
perso un figlio,iniziai a tormentarmi le unghie
cercando di scacciare quei pensieri,fortunatamente il
telefono prese a squillare rompendo l'ansia,era un
numero che conoscevo.
Risposi per scoprire che Nico stava tornando da me.
Mi sentii subito meglio.
--Allora? Si tratta di Nicholas?-- Fece Loris
sorseggiando la sua birra.
--Si,sta tornando--. Ammisi.
--Qualcosa non va? Se ti ho offesa...--
--No Loris,tranquillo. Tutto a posto. In realtà vorrei
farti una domanda...--
--Dimmi pure--.
Sorrisi alla sua schietta disponibilità.
--Tu credi che riuscirò a cavarmela?--
--Cavartela? In che senso?--
--Ecco...se ne andranno per un po' ed io non posso
seguirli,per via delle loro stupide regole immagino
e...beh,mi stavo chiedendo se...--
--Ma certo. Ci penso io a te--.
Lo guardai sorpresa. --Io ti ringrazio ma non era questo che intendevo,insomma...vorrei trovare un
modo per ricominciare la mia vita fino a quando le
cose non si sistemeranno,con mamma intendo--.
--Capisco. Edera,credo sia una splendida idea quella
che hai avuto. Davvero,splendida. E si che ce la farai!
Sei forte tu,credimi. Ma lascia che ti aiuti,va bene?--
--Ok. Sei gentile,grazie--.
--Per cosa è gentile?--
Nico sbucò all'improvviso dal buio,i suoi occhi
risplendevano come zaffiri,la notte danzava in quello
sguardo.
--Ehi,ragazzo. A momenti mi facevi venire un colpo!--
Si diedero pacche sulle spalle a vicenda,per un
secondo mi sembrò così lontano quel giorno in cui
entrambi si unirono in un abbraccio agognato da
mesi,ricordavo bene i singulti di Loris nello stringere il
figlio a sé. Forse era davvero trascorso tanto tempo.
--Allora papà? Di cosa stavate parlando?--
--Vedi,mi occuperò di Edera mentre gli altri saranno
via,la aiuteremo anzi,a reintegrarsi a scuola e ad
andare avanti,finché le cose non si sistemeranno,le
servirà anche per distrarsi un po'-.
Nico mi guardò sospettoso ma sorrise quasi
immediatamente a suo padre. --Ma certo,tutto quello
che vuoi Edera,promesso--.
--Davvero?-- Chiesi troppo in fretta.
--Davvero...cosa?--
--Davvero prometti? Tutto quello che voglio?--
Lo vidi incupirsi. Mi si fece vicino baciandomi
teneramente sulla guancia.
--Prometto...si dai,prometto--.
Lo abbracciai nascondendo il viso nel suo petto,un po'
mi sentii in imbarazzo nell'aver manifestato il mio
entusiasmo davanti a Loris,era stupido da parte mia ma,non ero abituata a lasciarmi andare coi sentimenti
così apertamente,sotto gli occhi di un adulto.
Per fortuna Loris annunciò che sarebbe andato a
dormire,era stanco e il giorno dopo era sua intenzione
dare una sistemata al caos nell'officina,prima di
ricominciare con la sua attività.
Anche questo mi sorprese,non credevo avesse
intenzioni tanto decise a riguardo.
Anche lui,a suo modo,mi apparve come una forza
della natura.
Salimmo in camera,Nico ed io,mi sistemai nel letto ma
non avevo affatto sonno,così mi strinsi nelle spalle
fissandolo mentre se ne stava seduto sulla sedia,anche
lui mi guardava,vedevo i suoi occhi muoversi su di me
nella penombra.
--A cosa pensi?-- Chiesi moderando il tono di
voce,ero nervosa e non ne capivo il motivo. Non
ancora.
--A te--. Disse senza pensarci troppo,come se si
aspettasse quella domanda.
--E che cosa pensi di me?--
--In realtà,mi stavo chiedendo quanto tempo ancora
mi dedicherai--.
Quell'affermazione mi colse di
sorpresa,m'irrigidii,all'improvviso avevo freddo,dovetti
avvolgermi nelle coperte.
--Nico...di che stai parlando?--
--Non abbiamo mai finito quella conversazione e
credo di aver capito a cosa miravi--
--La conversazione...dici quella prima che
facessimo...--
--Si quella--. M'interruppe,nella sua voce notai una
nota di divertimento. --Ho capito Edera,non volevi
stare più con me,vero?--
--Ma che dici?-- Feci imbarazzata.
--Non volevi continuare,ammettilo. Non volevi che ti
amassi e non mi hai ancora degnato di una
spiegazione--.
Stavo davvero perdendo il controllo dei miei nervi,di
tutto quello che potevamo discutere,si era andato a
ficcare nel "reparto proibito",quello che non avevo
ancora ben pianificato,lasciarlo andare.
--Tutto questo ti spaventa e lo capisco. E prima di
sotto con mio padre,ti stavi confidando sul tuo futuro
dove io non ne prendo parte,giusto?--
--Sei completamente fuori strada--. Mi affrettai a
dire.
Iniziai a muovere le gambe nervosamente facendo
sbattere le ginocchia sotto le coperte,non avevo
abbastanza unghie da maciullare sulle dita.
--Allora? Cosa intendevi con quei discorsi?-- Incalzò
nella penombra.
--Nico,senti...non lo so neppure io quello che voglio
con certezza ma sono certa di quello che sento per
te,tu piuttosto...che cosa provi per me?--
--Cosa provo?! Ti ho detto che ti amo!--
--Sì me lo hai detto ma perché mi ami?--
--Che diavolo significa? Come perché ti amo,che
senso dovrebbe avere una domanda del genere? Non
c'è un perché,è così,punto!--
--Sì va bene,punto. Ma che te ne fai di me? Insomma
Nico,diciamoci la verità...quanto durerà questo
sentimento?-- Cercai di dirlo con la massima
calma,come se a pronunciare quella frase fosse stata
un'attrice di una fiction.
In un attimo mi fu di fronte,sentivo il suo alito
scaldarmi il viso,era vicinissimo a me,i suoi occhi
brillavano forte nei miei. Indietreggiai di pochi millimetri,mi teneva stretta.
--Che vuoi fare?-- Chiesi impassibile volgendo lo
sguardo in alto,in realtà sapevo che era il modo più
diretto per farlo andare su tutte le furie,una parte di
me lo voleva arrabbiato e lontano,se mi avesse lasciata
potevo considerarmi esonerata dal farlo io.
Vigliacca!
--Edera che cavolo stai dicendo? Da quando ha
importanza per te il tempo? Da quando!--
--Ne ha invece. Tu non puoi saperlo,mi conosci da
poco...--
--Cosa?! Nemmeno tu mi conosci! Sì. Sai un sacco di
cose,cose che io stesso ti ho detto ma non sai un bel
niente dei miei sentimenti! Che c'è? Da cosa fuggi?
Non mi hai neppure chiesto cosa ci siamo detti Astor
ed io. Sembra quasi che non ti importi--.
Era vero. Perché non l'avevo fatto?
--Credo sia andata bene. Si direbbe quasi che avete
raggiunto una complicità-- feci sarcastica.
--In un certo senso abbiamo trovato un accordo. Io
l'ho perdonato,aveva le sue ragioni e non posso
negare di essergliene grato in parte. Se non mi avesse
lasciato qui,non avrei mai potuto conoscere mio padre
e te. Soprattutto tu--.
--Quindi è tutto ok? Fra voi due intendo--.
--Per ora sembra di si. Lo so alcune sue decisioni non
ti vanno a genio ma credimi,il suo non è un compito
facile. Ho sentito,ricordi? La sua storia,mia sorella...ne
abbiamo parlato e il fatto che un uomo,beh anche se
vampiro sia arrivato al punto di abbandonare la sua
seconda occasione,suo figlio,pur di
proteggerlo,perché mi credeva al sicuro da una vita di
rinunce e privazioni...è assurdo ma lo capisco e non lo
biasimo. In cuor suo sentiva che era giusto. Credimi se ti dico che agisce per il bene di tutti noi,non farebbe
mai del male a tua madre o a te--.
--Lo so--. Ammisi stanca. --Quindi va tutto bene. Ma
è davvero necessario portare mia madre in quel
posto?--
--Cosa ti preoccupa?-- Lo disse accarezzandomi i
capelli.
--Temo che qualcuno potesse danneggiarla...--
--Danneggiarla?--
--Sì. Come è successo a Vanessa. Danneggiare la sua
mente,farle vedere le cose da una prospettiva
sbagliata--.
Smise di giocare con la ciocca che teneva fra le dita.
--Mia madre,Francesca. E' di lei che hai paura--.
--Come non averne? Hai sentito anche tu le sue
minacce,l'hai vista come mi fissava e con mia madre a
portata di mano...--
--Calmati. Astor ci ha già pensato--.
--Che vuoi dire?-- L'ansia stava avendo la meglio,mi
premetti una mano sullo stomaco,lo sentivo gonfiarsi.
--Dico solo che baderà lui a Greta,la sceglierà come
sua pupilla e nessuno potrà farle del male--.
--Questo sarà sufficiente?--
--Lo è stato in passato,con altri. Lo sarà anche per
lei--.
Mi calmai,volevo credere alle sue parole. Era l'unico di
cui mi fidavo,l'unico al quale avrei affidato la mia
stessa vita,seppur ancora non sapevo come sarebbe
continuata e nemmeno m'importava.
--Edera?-- Tornò a farsi vicino,mi baciò le labbra. --
Amore. Dimmi,cosa c'era dietro a tutti quei discorsi?
Di quali perdite parlavi...--
--Non fare così...non baciarmi così...ti prego--.
Annebbiava tutte le mie idee,la gravità iniziò a scemare sotto di me,sospirai sulla sua bocca.
--Perché non dovrei? Io ti voglio,credo di volerti da
sempre--.
--Non devi dirmi queste cose...non dire niente...mi fa
male--.
Di colpo la materia riprese consistenza,l'aria si fece
fresca e capii che si era staccato. Aprii gli occhi e
trovai i suoi poco distanti da me ma abbastanza
lontani da consentire al mio corpo di riprendersi il
controllo.
--Ti fa male...che vuoi dire?--
Presi fiato e dissi la prima cosa che mi venne in mente.
--Che mi distrugge. Giorno dopo giorno,mi
annienta--.
--Quindi ho ragione io. Non mi vuoi nella tua vita--.
--Io ti voglio nella mia vita ma non credo sia giusto
Nico. Non sono più sicura di nulla ormai...forse
dovremmo separarci per un po'...--
Lo stavo facendo allora. Lo stavo lasciando andare. Gli
stavo permettendo di odiarmi,di potermi vedere per
quello che ero davvero:nulla per lui,solo un amore
passeggero che se perdurato lo avrebbe fatto soffrire.
Quale strada era giusto scegliere?
La proposta di Vanessa era apparentemente la più
facile. Sarei stata per tutta la durata del "sempre",con
le persone che amavo,con il ragazzo che amavo.
Poi però c'era anche il rovescio della medaglia,la
strada della verità,della realtà,della vita come
dovrebbe essere,come aveva scelto Loris di
percorrerla,fino alla fine. Ed era bella in fondo,difficile
ma bella.
Ma non potevo certo credere che mi avrebbe amata
per sempre. Quando si sarebbe visto splendido,come
lo vedevo io,si sarebbe pentito?
E un essere umano invecchia,cambia. Un vampiro col
tempo perde la gioia di vivere,nutre sentimenti
contrastanti...e se scegliere di diventare una vampira
cambiasse tutto quello che conoscevo di me stessa?
Lui mi avrebbe amata ancora? Io,lo avrei amato
ancora?
Lo avrei dimenticato,come Vanessa aveva dimenticato
se stessa,come mia madre aveva dimenticato me. Sarei
riuscita a ritrovarlo sotto la mia pelle,nella carne,nel
cuore?
Si scostò,percepivo il suo sguardo indagatore su di
me. Di certo aveva sentito la mia insicurezza. Mi
concentrai su tutto quello che avrebbe sofferto una
volta avermi persa,se mi sarebbe rimasto accanto.
Ripensai alla storia di Carlos,amava quella donna ed
ancora oggi si sentiva legato a lei.
Ripercorsi la tragica perdita di Astor,il suo modo di
subirla,parola per parola come se fosse fatta di
materia,un peso in mezzo al petto,giorno dopo
giorno.
La sua voce interruppe i miei pensieri,vibrando sul mio
volto.
--Edera,vuoi tornare alla tua vita per scappare dalla
mia...è questo che vuoi? Per questo dovrei mantenere
la mia parola,vero? Di sotto,quando mi hai chiesto la
conferma della mia promessa...--
--Per questo...credo che sia per questo--. Mi mancò
l'equilibrio,dovetti appoggiarmi alla testata del
letto,incrociai le braccia al petto per attutire il dolore
che vi si stava depositando.
--Ma io credevo...credevo che ci amassimo! Che cosa
dici Edera! Che i tuoi sentimenti non sono più gli
stessi? Da un giorno all'altro?--
Scrollò la testa e se la colpì con un pugno,il cuore mi si fermò in quel momento.
--Non eri tu quella che voleva regole nostre? Non eri
tu quella che tremava nelle mie braccia ad ogni
contatto?Che cosa vuoi da me allora?-- Gridò
squarciandomi l'aria nei polmoni.
--Volevo...volevo...-- non riuscivo a parlare. Mi
accasciai sulle ginocchia e terminai flebile quella lurida
frase.
--Volevo solo spazio per staccarmi da te,da tutto
questo...domani tornerò a casa mia e tu non
verrai,Nico. Ti prego non venire con me--.
--Ma che dici?!-- Gridò,strappandomi le coperte da
sotto il mento.
Un attimo dopo Loris ed Ester entrarono nella
stanza,la luce dal corridoio mi accecò per qualche
secondo.
--Che sta succedendo? Nicholas che succede?--
--Nulla papà,nulla!--
La collera. Era in collera. Ferito. Tradito.
--Perché non la pianti Nicholas--. Intervenne calma
Ester. --Non lo hai ancora capito? E' solo confusa e
stanca ne ha passate tante in questi giorni--.
Lo sentii respirare forte. --Edera,che ti prende? Dimmi
come stanno veramente le cose,dimmelo--.
Le labbra presero a tremarmi ma non volevo
piangere,non ne avevo nessuna intenzione,così risposi
a denti stretti,facendo uscire ancora cattiverie e come
se non bastasse la mia mente formulò frasi che non
sentivo pienamente mie.
--Stanno che come ho detto oggi,fuori,sono stufa!
Stufa di sentirmi distante da tutto ciò che conta!--
--Ma oggi hai anche detto che il tuo cuore batte ad
ogni mio respiro-- incalzò lui,ora calmo guardandomi
dritto negli occhi Vidi Ester afferrare Loris per un braccio trascinandolo
via,la porta tornò a chiudersi,di nuovo sprofondammo
nell'oscurità.
--Ho detto la verità con quelle parole,Nico--.
--Allora?--
--Allora non significa che io stia bene. Questo legame
che c'è fra noi...non mi fa stare bene,non mi sento più
me stessa. Sono persa in te e non credo che sia
normale o per lo meno non so se lo voglio
veramente--
--Io non lascerò che finisca tutto--. Disse piano.
--Bene!-- Sbottai scendendo dal letto,avevo bisogno
di muovermi per non soffocare. --Se vuoi stare con
una che non sa nemmeno cosa prova per te
accomodati pure!--
Si alzò,mi passò accanto,raggiunse la porta,l'aprì e si
voltò afferrandomi per un braccio.
In un attimo mi trovai faccia a faccia con lui.
--Tu menti! Non so bene perché lo stai facendo ma se
è questo che vuoi,stare senza di me,se questa è la
verità...--
--Lo è-- Sibilai quella che sentii squarciarmi dentro
come una bugia.
--Se la metti così--.
Sbatté la porta uscendo.
Ero in trappola,una gabbia che io stessa mi ero
costruita.
Una fortezza eretta su delle domande,su delle bugie e
su quella che era stata una scelta. Lasciarlo andare via
da me.
Un ricordo da ripercorrere quando si vuole,solo
questo.
Giusto o non giusto,solo il tempo lo avrebbe deciso.
Ed io che mi credevo di poter scegliere davvero come se non avesse scatenato delle conseguenze,come se
comunque non si sarebbe rotto nulla.
Che sciocca! Che inutile sciocca ero stata nel pensare
davvero che scegliendo una cosa per un'altra tutto
avrebbe mantenuto il suo equilibrio.
Non so per quanto rimasi inginocchiata ai piedi di
quella porta chiusa ma ricordo di non aver pianto,era
come se non fossi fatta di altro che aria e dolore. Un
dolore strano mai provato,qualcosa che non saprei
definire se non come un vuoto.
Eppure in quel vuoto c'era qualcosa di ingombrante
che premeva forte nei tessuti.
E poi ricordo il sole,tiepido nella stanza e sulla mia
schiena e mi resi conto di aver ancora bisogno di
respirare,di muovermi,ero viva,lo ero davvero,perché
sulla porta c'era la mia ombra e si muoveva con me
allungandosi.
Accadde tutto senza un impulso ben preciso. L'acqua
sul mio viso,sul collo,lungo il corpo e poi i vestiti a
coprire la mia pelle,a coprire quel vuoto nel tentativo
di attutirne la grandezza.
Scesi di sotto e li trovai tutti nella cucina,tutti tranne
Nico. Vanessa si precipitò ad abbracciarmi
augurandomi il buon giorno,Astor mi sorrise
teneramente,Loris alzò una mano come a dire "Ciao"
ed Ester già mi stava porgendo una tazza di caffè e
latte fumante.
Poi vidi mia madre,era in disparte e mi fissava,le
sorrisi e lei ricambiò. Astor le si fece vicino e le
sussurrò qualcosa all'orecchio,qualcosa che le diede
modo di farsi più vicina a me,si fermò a due metri di
distanza circa.
--Cara,io devo intraprendere un viaggio,non posso
oppormi perché ne ho bisogno. Devo capire ed imparare per poterti stare accanto,perché è questo che
sento,voglio starti accanto. Mi aspetterai? Sarai forte
per me ancora?--
La sua voce mi scatenò un pianto strozzato in gola.
--Certo che ti aspetterò--. Non le dissi altro.
Le cose,le persone,quelle figure si muovevano attorno
a me,tutto era in moto,sembrava che fosse stato
tracciato una specie di schema per ognuno di loro,io
ero l'unica immobile in movimenti
incontrollati,autonomi.
Poi la vita prese posto accanto a me e la vidi,la
riconobbi sul volto di lui,nei suoi occhi scuri,nei suoi
lineamenti fermi e decisi.
Non c'era traccia di rabbia sulla sua pelle
d'avorio,stava sorridendo ma non a me,stava
sorridendo a qualcun altro,alla ragazza dai capelli
lunghi,alla donna che riconobbi come mia
madre,all'uomo dai lineamenti familiari che stava
parlando.
--Non temere,non le accadrà nulla di male,te lo
prometto. E Nicholas? Al nostro ritorno,cercherò di
recuperare il tempo perso affinché tu mi voglia
bene,perché io te ne voglio figliolo--.
Poi Ester disse qualcosa a proposito del suo clan,che
sarebbe tornata se possibile e ci augurava buona
fortuna e Vanessa,la mia piccola V,mi strinse a sé e
disse qualcosa di buffo perché tutti risero ed al posto
della tazza fumante mi ritrovai in mano il telefonino.
--Davvero,chiamami Edy...teniamoci in contatto ok?--
Le sorrisi annuendo.
Avrei voluto gettarmi nelle braccia di mia madre per
sentirla vicina,per sentirmi fragile e piccola e
vulnerabile,per dare un senso a quel vuoto.
Ma li vidi salire nella macchina scura,li guardai allontanarsi e mi sentii strana,con la vita e l'amore
accanto.
Con il mio cuore rinchiuso in una morsa,che
sanguinava ad ogni battito.
Se n'erano andati dunque. Ed io non me n'ero accorta.
Ora toccava a me andarmene,ricominciare ed
attendere.
Che tutto ritrovasse il suo equilibrio,che l'equilibrio
trovasse me.Fine libro primo.
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luceombra
Science FictionUn romanzo di Tania Rossi Non credevo fosse possibile rivedere il suo volto. Da mesi il suo ricordo mi appariva come un incubo ma poi tutto è cambiato. La mia vita,la sua es...