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Nel silenzio sottile della sua mente, Lauren vagava tra i frammenti della settimana appena trascorsa, tessendo pensieri intricati come fili di un antico arazzo. Le luci soffuse del ristorante ancora danzavano di fronte ai suoi occhi, portando con sé il ricordo di quell'incontro fugace ma potente con Camila. Da allora, tutto sembrava rimasto immobile tra loro, come se la normalità fosse il velo che nascondeva il caos sottostante.

Le lezioni procedevano senza intoppi, eppure ogni sguardo scambiato con la sua professoressa di Psicologia raccontava una storia diversa, una storia fatta di emozioni inaspettate e desideri proibiti. Quegli sguardi, innocenti eppure carichi di significato, erano come piccoli fulmini che trafiggevano la sua tranquillità, lasciandola smarrita nel labirinto dei suoi stessi sentimenti. Forse era solamente puro e sciocco desiderio da parte di Lauren, ma le piaceva credere che in quei sguardi di Camila, ci fosse più di quello che faceva credere.

Lauren sentiva questi sentimenti romantici che crescevano dentro di lei come piante rampicanti selvatiche, avvinghiandosi alla sua anima e minacciando di soffocarla. Ma non erano solo i sentimenti a metterla in pericolo; c'era qualcosa di più oscuro, qualcosa che poteva travolgerle la vita intera e portare con sé conseguenze devastanti.

Così, mentre il mondo intorno a lei sembrava muoversi senza sosta, Lauren si trovava intrappolata in un vortice di desiderio e paura, incapace di districarsi dalle catene che la legavano a quella donna che stava minando ogni certezza nella sua esistenza.

Lauren, immobile di fronte allo specchio, scrutando il riflesso che le restituiva uno sguardo vuoto e distante. Tre anni erano passati da quell'evento, tre anni che sembravano un'eternità di cui portava il peso sulle spalle come un fardello invalicabile. Il mondo intorno a lei era cambiato, ma non come aveva sperato. La globalizzazione aveva reso tutto più vicino eppure più distante, un pianeta in preda a forze invisibili che sembravano trascinarla sempre più in fondo a un abisso senza fine.

Cercava di scacciare i pensieri, di respingere quelle memorie che la perseguitavano come spettri del passato, ma era come cercare di fermare il vento con le mani. Lo specchio le restituiva l'immagine di un volto pallido, gli stessi capelli scuri che cadevano ordinati sulle spalle, gli stessi occhi verdi che ora sembravano così freddi da far ghiacciare persino il più ardente dei cuori.

Quel riflesso non era solo una rappresentazione fisica di se stessa, ma il riflesso di un'anima tormentata, intrappolata in un limbo di rimpianti e speranze infrante. Eppure, nonostante tutto, c'era ancora una fiamma tenue che ardeva dentro di lei, una speranza fragile ma persistente che la spingeva a guardare avanti, anche quando ogni passo sembrava condurla sempre più vicino al precipizio.

Lauren tra i vari pensieri, scelse con cura ogni pezzo del suo abbigliamento, come se ogni tessuto fosse un confine tra lei e il mondo esterno. Una maglia a righe che sembrava raccontare storie antiche, un jeans chiaro che si adattava al suo corpo con l'elasticità di un abbraccio e le Vans ai piedi. Il giubbotto di pelle, simbolo di una ribellione silenziosa, proteggeva il suo cuore dal freddo mattutino.

Seduta al volante del suo tank, sentiva il rombo del motore come una sinfonia di libertà, anche se sapeva che quella libertà era solo un'illusione fugace. Oggi avrebbe affrontato la scuola da sola, e il pensiero la stringeva con una morsa gelida. Mentre percorreva le strade verso l'istituto, il peso della solitudine le stringeva il petto, come un fardello che si faceva sempre più pesante man mano che si avvicinava alla sua destinazione.

Parcheggiata di fronte alla scuola, scese dalla vettura e si sedette sui gradini di pietra, sentendo il freddo del mattino penetrare nelle sue ossa come un ricordo indesiderato. Abbassò lo sguardo, le lancette dell'orologio segnavano le sette del mattino e non c'era l'ombra di una sola anima in vista. Forse era ancora troppo presto per gli altri studenti, o forse era solo il destino a giocare con le sue speranze fragili. Restò lì, sola con i suoi pensieri, mentre il mondo intorno a lei sembrava ancora dormire nell'ombra pallida dell'alba, come se il tempo stesso si fosse fermato per darle modo di confrontarsi con i suoi demoni interiori.

Wacky Life (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora