La gente si aggrappa all’abitudine come un naufrago si stringe disperatamente a uno scoglio, temendo che lasciarlo significhi perdersi nel mare sconfinato dell’ignoto. Eppure, vivere davvero richiede un atto di coraggio: lasciarsi andare, abbandonare la presa e tuffarsi in quel mare. Così diceva Bukowski.
Altri, più pragmatici, sostengono che la vita umana è divisa in due metà: nella prima, costruiamo abitudini; nella seconda, le abitiamo, come vecchie case piene di memorie, dove ogni angolo è già conosciuto, ogni crepa sul muro un familiare segno del tempo. Ma Camila non riesce a non pensare che l’abitudine agisca come una cortina sottile, un velo trasparente che, pur lasciandoci intravedere il mondo, ne sfoca i contorni, privandoci della chiarezza delle sue vere forme.
Si fa l’abitudine a tutto, anche a ciò che erode lentamente la nostra resistenza, come una goccia che scava nella pietra, fino a sopportare l’insopportabile. Ed è proprio questa illusione di certezza e prevedibilità che diventa il vero nemico. Non uccide soltanto la passione, che prospera sul terreno accidentato dell’imprevisto, ma soffoca il piacere stesso, che trova il suo senso nella sorpresa, nell’inaspettato.
Il rumore monotono della TV riempiva il silenzio opprimente della casa, mentre l’alba tardava a fare capolino. Nessun raggio di luce penetrava dalle finestre oscurate dalle tende pesanti, rendendo l’ambiente un limbo tra la notte e il giorno. Erano stati giorni duri, e la casa, ne era testimone.
Camila era distesa sul divano, inerte come una bambola dimenticata, la mano stretta attorno a un tovagliolo sgualcito, macchiato di tracce di lacrime ormai secche. Il suo viso, segnato dalla stanchezza, parlava di notti insonni: occhiaie rosse cerchiavano i suoi occhi vitrei, sfuggenti, rivolti verso lo schermo.
La TV trasmetteva una sorta di bizzarra ironia, qualcosa che sembrava paradossalmente peggiore del caos interiore che Camila stava vivendo. Le parole, apparentemente assurde, si susseguivano in un ritmo insensato:
"In questi tempi duri, presentiamo la nostra ricetta per un divertimento a basso costo: gli incubi. Per prima cosa mangiate un’aragosta, non quelle che mandano al Congresso. Poi aggiungete latte e mischiate con una storia dell’orrore... Sappiamo che la pazienza ha un limite, ma non temete, qui gli effetti sono immediati. Ovviamente prendersi un raffreddore aiuta. E un'intossicazione alimentare vi farà scordare altre preoccupazioni.”
Camila strizzò gli occhi, come a cercare un senso che non c’era. Le parole continuavano a scivolare via dal televisore, impregnate di un sarcasmo amaro e disturbante, mentre il mondo fuori continuava a restare fuori. Il dolore di quel periodo, la sua solitudine, sembravano piccoli frammenti in confronto a quell'assurda narrazione. Eppure, qualcosa in quel nonsense risuonava nella sua mente stanca.
"... E quando avvertite quella deliziosa sensazione, un misto tra delirium tremens e uno strano prurito, sapete che qualcosa accadrà da un momento all’altro.” Camila, ancora stesa sul divano, sentì il peso della sua vita addosso, come una coperta troppo pesante per riuscire a respirare. Eppure, nel torpore di quel momento, in quel miscuglio di sofferenza e disillusione, quasi si aspettava che quel ‘qualcosa’ stesse davvero per accadere.
Camila era così immersa nel vortice dei suoi pensieri, assorbita dalle parole distorte che rimbombavano dalla TV, che non si accorse del leggero cigolio della porta d’ingresso. Non si accorse del passo felpato che si avvicinava da dietro, proprio dietro il divano dove era distesa. Fu solo quando una voce familiare, bassa e carica di una vena amara, ma ironica, tagliò l’aria che si rese conto di non essere più sola.
<Sicuramente un buon modo per suicidarsi, non credi?> disse riferendosi alle parole ascoltate precedente in TV. Il silenzio opprimente della stanza venne squarciato da quella frase come da un coltello affilato. Camila sobbalzò, il cuore accelerato dall’improvvisa presenza. Si girò di scatto, trovandosi di fronte Ashley, la sua amica. Lo sguardo di Camila tradiva sorpresa, forse anche un pizzico di sollievo, benché confuso. Non si aspettava di vederla lì, tanto meno in quel momento.
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Wacky Life (Camren)
FanfictionLauren, una studentessa di psicologia dal passato burrascoso e pessimista sul futuro, si ritrova ad affrontare un nuovo semestre con la timida speranza di trovare un po' di luce nella sua vita. Incontra la sua insegnante Camila, una donna dolce, pos...