Il giorno successivo, l'alba si manifestò con una luce che pareva infondere una tensione quasi tangibile nell'aria.
Un ricordo affiorò nella mente di Lauren, vivido e persistente come una vecchia fotografia ingiallita dal tempo. Era il volto di sua madre, incorniciato dai capelli castani che si agitavano lievemente nel vento, gli occhi colmi di una saggezza che solo gli anni e le esperienze possono donare. Le sue labbra si piegavano in un sorriso gentile mentre le diceva, con quella voce calma e rassicurante che sembrava sempre riuscire a placare ogni tormento: "Pensa alla vita come a una grande tela, Lauren. Non aver paura di rovesciare su di essa tutti i colori che hai dentro di te. Ogni sfumatura, ogni pennellata, contribuisce a creare qualcosa di unico e irripetibile."
Ma il paradosso di quelle parole, che da bambina le erano sembrate una sorta di mantra da seguire con devozione, si rivelò lentamente con il passare degli anni. Crescendo, Lauren scoprì una verità che non avrebbe mai immaginato: i colori, che sua madre vedeva come fonte inesauribile di gioia e creatività, non esercitavano su di lei alcun fascino. Anzi, la loro presenza la lasciava indifferente, a tratti persino turbata. Mentre sua madre celebrava la varietà delle sfumature e l'esuberanza delle tonalità, Lauren si accorgeva di preferire l'ordine e la pulizia di una tela bianca, immacolata, priva di quei colori che le erano sembrati così estranei alla sua natura. E così, mentre le parole della madre le risuonavano ancora nella mente, Lauren capì che il suo cammino sarebbe stato diverso, forse più sobrio, forse meno appariscente, ma non per questo meno significativo.
Dei colori Lauren non si fidava. C'era qualcosa di insidioso in quelle tinte vivaci e nelle sfumature cangianti che sembravano mascherare la verità dietro una patina di allegria forzata. Nei colori rivedeva Camila, la cui figura si stagliava nitida nella sua memoria come un dipinto perfetto ma ingannevole. Forse li paragonava a lei perché Camila, con il suo sorriso radioso e la sua personalità scintillante, sembrava essere tutto ciò che i colori rappresentavano: lucentezza, limpidezza, una brillantezza che attirava l'attenzione e che, a prima vista, affascinava chiunque la osservasse.
Ma Lauren sapeva che la realtà era ben più complessa. Quella luce che avvolgeva Camila, così abbagliante e attraente, poteva essere anche fuorviante. Era una proiezione, una costruzione mentale che Lauren aveva inconsciamente elaborato nel tentativo di dare un senso a quella presenza così vivida nella sua vita. Tuttavia, dietro a quel bagliore, c'era un'ombra che Lauren percepiva, seppure senza riuscire a definirla con chiarezza. Camila era come un quadro troppo perfetto per essere vero, un'illusione che i colori, con la loro apparente sincerità, contribuivano a mantenere intatta.
E così Lauren si trovava a guardare con sospetto non solo i colori, ma anche ciò che rappresentavano per lei. La loro bellezza superficiale, che tanto ricordava Camila, le ispirava una diffidenza sottile e pervasiva. In fondo, Lauren non poteva fare a meno di chiedersi se quel fulgore che avvolgeva Camila fosse reale o solo il riflesso di ciò che desiderava vedere in lei.
Il battito irregolare del cuore di Lauren iniziava, inspiegabilmente, a stabilizzarsi. Era come se quel ritmo scomposto e traballante, che per tanto tempo l'aveva accompagnata come un'ombra scomoda, avesse finalmente trovato una sua quiete. Non era sicura se fosse merito di quel farmaco che le impediva di sentire le emozioni, rendendo le sue giornate più sopportabili ma al tempo stesso più fredde, o se fosse semplicemente il risultato di qualcosa di meno tangibile, meno scientifico, come le parole vaghe e rassicuranti del suo medico.
Quella mattina, però, non c'era nulla di rassicurante nel suo aspetto. Riflessa nello schermo durante una videochiamata con Normani, mentre entrambe si preparavano per andare a scuola, Lauren si sentiva distante dalla persona che la fissava dall'altro lato. Normani, con la sua schiettezza disarmante e il suo umorismo tagliente, non aveva esitato a esprimere un giudizio affettuosamente brutale: <Sembri un camionista, Laur>
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Wacky Life (Camren)
FanfictionLauren, una studentessa di psicologia dal passato burrascoso e pessimista sul futuro, si ritrova ad affrontare un nuovo semestre con la timida speranza di trovare un po' di luce nella sua vita. Incontra la sua insegnante Camila, una donna dolce, pos...