La mattina successiva si rivelò particolarmente ardua per Lauren. La notte era trascorsa in uno stato di inquietudine, il sonno, scarso e frammentato, l'aveva abbracciata solo per brevi momenti, concedendole un riposo insufficiente e tormentato. Ogni risveglio, in quelle poche ore, era stato intriso di una scomoda sensazione di malessere che adesso, al chiarore del giorno, si era trasformata in una nebbia pesante che avvolgeva il suo umore, trascinandolo sempre più in basso con il passare dei minuti.
I ricordi della sera precedente si erano impressi nella sua mente come una melodia ossessiva, un refrain martellante che non riusciva a zittire. Camila, con il suo sguardo intenso e le parole che si erano scambiate, continuava a risuonare dentro di lei, proprio come una filastrocca che un bambino ripete incessantemente nella speranza di memorizzarla. Ogni frammento di quella conversazione, ogni gesto, ogni sussurro, tornava a galla, alimentando un vortice di emozioni contrastanti che le rendeva difficile distinguere il confine tra sogno e realtà, tra rimpianto e desiderio.
Lauren si era svegliata prima del solito, con un anticipo che, per una volta, non la infastidiva. Dinah, ancora profondamente immersa nel sonno, respirava tranquillamente nel letto accanto, ignara dei pensieri che affollavano la mente della sua amica. Lauren decise di non avere fretta; quell'ultimo giorno di vacanza in Messico con la scuola meritava una preparazione lenta e consapevole, un rituale che l'aiutasse a raccogliere le forze e a mettere ordine dentro di sé.
Si alzò con calma, lasciando che i movimenti fossero guidati da una lentezza quasi meditativa. Mentre l'acqua della doccia scorreva calda, Lauren si prese il tempo per riflettere su tutto ciò che quell'esperienza le aveva donato, su ciò che avrebbe lasciato e ciò che avrebbe portato con sé al ritorno. Non c'era fretta, non c'era l'urgenza di rispettare orari o di affrettarsi per non perdere qualcosa. Quel mattino, Lauren decise che avrebbe assaporato ogni istante, lasciando che la luce tenue dell'alba messicana le ricordasse la bellezza di un tempo che, per quanto fugace, rimaneva sempre prezioso.
Una volta che la temperatura dell'acqua raggiunse quella gradita da Lauren, quest'ultima non perse altro tempo, entrò nella doccia sperando che essa le desse una sorta di relax che non le aveva dato il sonno.
L'acqua scorreva calda sulla pelle di Lauren, sciogliendo lentamente la tensione accumulata durante la notte. Chiuse gli occhi, lasciando che il vapore riempisse l'aria e portasse via con sé i residui dei pensieri tumultuosi. Ogni goccia d'acqua che cadeva sembrava lavare via un frammento delle sue preoccupazioni, come se il flusso incessante potesse purificarla non solo nel corpo, ma anche nell'anima.
Il suono dell'acqua che rimbalzava sulle piastrelle della doccia creava una sorta di musica ipnotica, un ritmo costante che la cullava, aiutandola a rientrare in contatto con se stessa. Lauren iniziò a insaponarsi lentamente, concentrandosi su ogni gesto, quasi fosse un rito. Lasciò che la fragranza del sapone riempisse lo spazio, una nota fresca e agrumata che le ricordava la spensieratezza di quei giorni trascorsi sotto il sole messicano.
Mentre le sue mani seguivano il contorno del suo corpo, Lauren si ritrovò a pensare a quanto tutto fosse cambiato, a quanto fosse cambiata lei stessa. Le emozioni, i turbamenti, e persino i dubbi che si erano fatti strada dentro di lei durante quella vacanza sembravano ora meno invadenti, come se quell'acqua calda li stesse sciogliendo.
Finalmente, quando sentì che l'acqua aveva compiuto il suo lavoro, Lauren chiuse la doccia e rimase qualche istante sotto il getto che si affievoliva, come se volesse prolungare ancora un po' quel momento di quiete. Poi, con gesti lenti, si avvolse in un asciugamano morbido e si guardò nello specchio appannato, intravedendo appena il suo riflesso.
Lauren si asciugò con cura, lasciando che l’asciugamano accarezzasse ogni parte del suo corpo con una delicatezza quasi rituale. Ogni gesto era meticoloso, come se in quell'atto semplice volesse prendersi cura di sé non solo fisicamente, ma anche emotivamente. Una volta asciutta, prese la crema idratante e iniziò a massaggiarla lungo il corpo, seguendo il contorno delle sue braccia, delle sue gambe, e risalendo poi verso il collo e le spalle. La crema, morbida e profumata, lasciava la pelle liscia, come seta, e le dava una sensazione di freschezza e rinnovamento.
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Wacky Life (Camren)
FanfictionLauren, una studentessa di psicologia dal passato burrascoso e pessimista sul futuro, si ritrova ad affrontare un nuovo semestre con la timida speranza di trovare un po' di luce nella sua vita. Incontra la sua insegnante Camila, una donna dolce, pos...