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Camila si sentiva immersa in un vortice di smarrimento. Ogni fibra del suo essere era tesa, assalita da un groviglio di emozioni che si rincorrevano, senza tregua. Come avrebbe potuto districarsi dalla situazione in cui si trovava? Se lo chiedeva incessantemente, come un mantra che non trovava pace, eppure ogni tentativo di risposta sembrava una chimera: sfuggente, impalpabile. Nessuna soluzione sembrava giusta. In qualsiasi direzione si fosse rivolta, intravedeva la stessa verità ineludibile: qualcuno avrebbe sofferto, e il solo pensiero le dilaniava l’anima. Camila non voleva essere la causa del dolore di nessuno.

Si chiese come tutto fosse potuto sfuggirle così dalle mani, come una donna abituata a tenere saldo il timone della propria vita potesse ritrovarsi ora alla deriva. Lei, che aveva sempre avuto i piedi ben piantati a terra, con la mente lucida e il cuore saldo, si era cacciata in una situazione che le sembrava un labirinto senza uscita.

Ogni tassello della sua vita era stato scelto con cura. Ogni decisione, ogni percorso, ogni minimo dettaglio non era stato lasciato al caso. Eppure, il quadro che aveva composto non la rifletteva più. Camila si guardava intorno, osservando la sua vita dall’esterno, e non riusciva a riconoscersi in essa. Era infelice. Nonostante il lavoro che amava e la relazione che, agli occhi del mondo, era solida, sana, e gratificante, dentro di sé sentiva un vuoto. Non sapeva più se quella fosse davvero la vita che voleva continuare a vivere, o se tutto ciò che l’aveva guidata fino a quel momento non fosse altro che un miraggio, un’illusione da cui era ormai tempo di svegliarsi.

Camila uscì dal ripostiglio con il respiro ancora affannato, ma cercò di ricomporsi. Mancavano poche ore alla fine delle lezioni, e lei doveva mantenere la calma. Aveva un ruolo da ricoprire, quello di insegnante, di guida, di punto fermo per i suoi alunni. Con il miglior sorriso che riuscì a raccogliere, si sforzò di approcciarsi a loro in modo professionale, naturale, come se nulla la turbasse. Tuttavia, anche mentre spiegava concetti con chiarezza, la sua mente vagava altrove, e un pensiero sempre più insistente cresceva dentro di lei: anche lei aveva bisogno di supporto, di un punto fermo a cui aggrapparsi.

Il suo più grande desiderio, in quel momento, era tornare a casa. Voleva isolarsi nel silenzio delle mura domestiche, fare una doccia fredda, lasciar scorrere l’acqua sulla pelle per schiarirsi le idee. Ma la serata in arrivo era una minaccia che non poteva ignorare. Il ballo d'inverno, con tutte le sue aspettative e i suoi sguardi, incombeva. E dentro di lei cresceva un’inquietudine che non riusciva a soffocare.

Le cattive sorprese erano lì, in agguato, e Camila sapeva esattamente da cosa sarebbe potuto partire tutto: Shawn. Avrebbe dovuto accompagnarla come suo fidanzato, un ruolo che per lui sembrava naturale, ma che per lei iniziava a diventare una gabbia soffocante. E poi c’era Lauren, la sua Lauren, che sembrava essere sempre più distante, sempre più vicina a qualcun altro. Il solo pensiero di Sasha, quella ragazzina che continuava a orbitare attorno a Lauren, le faceva ribollire il sangue. Immaginare le due insieme, a ridere, a ballare, così vicine, così complici, la faceva impazzire. Era come se ogni volta che pensava a loro insieme un’onda di rabbia e frustrazione la travolgesse, facendole venir voglia di rompere qualcosa, di urlare, di scappare.

Camila, una volta emblema di pazienza e serenità, si ritrovava ora travolta da un turbinio di emozioni che la rendevano irriconoscibile a se stessa. Quella calma che l’aveva sempre definita sembrava essersi dissolta, lasciando spazio a una tempesta interiore fatta di desiderio, frustrazione, confusione e una passione bruciante. Tutto questo tumulto aveva un nome: Lauren. Era colpa sua, o forse colpa di Camila stessa, per essersi lasciata trascinare così in basso da provare sentimenti così profondi e inconfessabili per una sua alunna.

Camila non riusciva a capacitarsi di come fosse possibile che, nonostante la relazione apparentemente perfetta con Shawn, si ritrovasse a desiderare qualcun altro. Ma non era solo un "qualcun altro", era Lauren. Una ragazza che, per tutte le convenzioni sociali e morali, non avrebbe mai potuto essere parte della sua vita. Eppure, Lauren era lì, sempre più vicina, sempre più presente ma allo stesso tempo sempre più distante.

Wacky Life (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora