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<Camila, fermati!> gridò Lauren, il tono urgente e disperato. Ma il grido di Lauren arrivò troppo tardi; Camila stava già oltrepassando la trappola, e il suo movimento in avanti era ormai irreversibile. Lauren, con un’onda di panico che le paralizzava le gambe, tentò di correre verso Camila, ma il suo urlo era l'unico avvertimento che poteva dare. <Camila> urlò, sperando che le sue parole potessero arrivare in tempo.

La trappola era stata costruita con astuzia e precisione, nascosta abilmente tra le foglie e i cespugli del sottobosco. Consisteva in una rete robusta, intrecciata con corde di fibra naturale, mimetizzata con rametti e foglie per confondersi perfettamente con l'ambiente circostante. I bordi della rete erano fissati a una serie di pali sottili, ma resistenti, piantati saldamente nel terreno e collegati a un meccanismo di scatto nascosto sotto un tappeto di muschio e detriti.

Camila, ignara del pericolo, era avanzata con passo leggero, la sua attenzione era tutta rivolta alla natura intorno a lei, tanto che non si accorse del piccolo filo quasi invisibile che attraversava il suo cammino. Bastò un solo passo in avanti per attivare il meccanismo: il filo si tese e, con uno scatto fulmineo, i pali si sollevarono, sollevando la rete dal suolo.

In un attimo, Camila si ritrovò avvolta in quella trappola, il grido di sorpresa e terrore di Camila riecheggiò tra gli alberi, un urlo di sorpresa e paura che sembrava infrangere il silenzio della foresta. La rete si era chiusa intorno a lei con una forza implacabile, sollevandola leggermente da terra e impedendole ogni movimento. Le sue mani si dibatterono istintivamente, cercando di liberarsi, ma ogni tentativo sembrava solo rendere più stretta la morsa della rete.

Lauren poté solo osservare con paura la scena che si stava svolgendo davanti ai suoi occhi, paralizzata dall'incredulità. Ogni fibra del corpo di Lauren fu percorsa da un dolore lancinante; vedere l'amata intrappolata così, avrebbe voluto correre verso di lei, liberarla da quella prigione improvvisa, ma il panico la teneva inchiodata al suolo, incapace di muoversi o di pensare a una soluzione.

Il gruppo, ora consapevole della situazione, si fermò di colpo, i volti dipinti di shock e preoccupazione. L'euforia che aveva accompagnato la scoperta della grotta si dissolse istantaneamente, sostituita dalla consapevolezza del pericolo che avevano incautamente ignorato.

Lauren sentì il cuore martellare nel petto, il panico avvolgerle la mente come una nebbia soffocante. Gli occhi di Camila, pieni di paura, cercavano disperatamente un aiuto.
Lauren sapeva che non c'era tempo da perdere, non poteva lasciare Camila in quella situazione ancora, la morsa della trappola non avrebbe ceduto facilmente, e ogni secondo che passava peggiorava la situazione.

Con un respiro profondo, Lauren cercò di mettere ordine nei pensieri. <Un coltello!> urlò agli altri componenti della squadra viola, la sua voce vibrante di urgenza. <Datemi un coltello, cazzo!> La disperazione nel suo tono era inconfondibile.

Sasha, che si trovava nelle vicinanze, sobbalzò alla richiesta. Senza perdere tempo, frugò nel suo zaino e afferrò il primo coltello che trovò. Si avvicinò rapidamente a Lauren, porgendoglielo con una mano tremante. <Ecco, Lauren. Fai presto> Lauren afferrò il coltello, il freddo metallo le dava una sensazione di solidità e controllo. <Grazie, Sasha> disse con un cenno rapido.

Avanzò verso la rete con cautela, i suoi occhi scansionavano ogni dettaglio, ogni nodo che avrebbe potuto rallentare il suo intervento. Ogni movimento era calibrato, ogni pensiero focalizzato su Camila, intrappolata e terrorizzata dall'altra parte. <Camila, sto arrivando!> gridò Lauren.

Camila annuì debolmente. <Ho le vertigini Lauren> sussurrò, la voce rotta dal panico. Lauren si avvicinò alla rete, il suo sguardo incontrò quello di Camila.

Wacky Life (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora