34)-La rossa e il prete.

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Azael's pov

«Benedici, Padre, noi e questi doni che stiamo per ricevere come segno della tua bontà. Per Cristo nostro Signore.»

Ascoltavo mutter pregare mentre bevevo del tè nero per colazione. Non mi capitava spesso di passare una mattinata con lei, ma oggi era domenica, e Aeshma non era in casa; non sempre lo era, d'altronde, è indaffarato anche lui.

La guardavo sorseggiare la tazza di latte dopo aver finito quella cantilena inutile, e quando mi notò incuriosita si interruppe.

«Perché non vieni con me in chiesa oggi, mein kleines Mädchen?»

Mutter sapeva la mia risposta, dato che di solito la domenica rimanevo sempre a tenermi occupata, facevo faccende, andavo a correre, oppure uscivo con Aeshma, ma questo lei non lo sapeva.

Se c'è una persona che adoro e amo in questo mondo, quella è mein mutter. Lei mi ha accudita, mi ha sempre resa felice e accettata per ciò che sono, senza mai impormi a forza la sua religione. Darei la mia vita per lei, farei qualsiasi cosa, perché è un'anima buona e si merita il meglio.

«Ja, mutter. Va bene, verrò con te. Oggi non ho niente da fare.»

I suoi occhi si illuminarono, e sapere di averla resa felice rese felice me.
Le suore non erano troppo buone con lei, non tutte, la giudicavano perché è una donna single divorziata, vedova, e con una figlia satanista; ma nonostante ciò continuò a rimanere fedele sempre e comunque a tale contorta e terribile religione, in cui lei vede tutto il meglio.

Entrambe ci preparammo, indossai le solite fasce incrociate color crema che coprivano il seno, una gonna di un castano chiaro e degli stivaletti.
Uscimmo di casa e la tenni a braccetto per tutto il tragitto, vedere quanto ero cresciuta tanto da diventare più alta di lei mi stringeva il cuore quasi da far male.
Avevo 19 anni, ma lei era sempre la stessa, e nella mia testa mi sento piccola affianco a lei.

Arrivate alla chiesetta del nostro paese, salutò tutte le suore che la accolsero con un caloroso saluto, e poi uscirono vari frati dalla chiesa a fare lo stesso, e nel frattempo arrivarono altre sue coetanee che lavoravano insieme a lei per aiutare la chiesa.
La guardavo da lontano, ma si girò verso di me e fece cenno di avvicinarmi.
Camminai lentamente verso di lei, e ogni singolo occhio presente era puntato su di me.

«Questa è mia figlia, Azael. È il mio dolce miracolo, la amo davvero tanto.»

Le donne nere e bianche sussurravano tra di loro mentre le altre donne di mezza età mi salutavano e mi guardavano da capo a piedi. Mamma non sembrava essere turbata dalle loro reazioni, lei sapeva benissimo com'ero e non si vergognava, anzi, era pronta a difendermi a qualsiasi commento.
E poi, uscì lui:

il prete.

Oh, e se fossi stata cristiana in quel momento mi sarei frustata la schiena per giorni, solo per il modo in cui mi fece sentire quel giovane e bel prete.
Aveva dei capelli biondo chiaro, erano lucenti alla luce del sole quasi da accecarmi, e i suoi occhi verdi ricaddero quasi automaticamente sulla mia figura.
Il suo abito ecclesiastico era semplice: tutto nero, con il colletto bianco.

«Maude, finalmente vediamo la tua amata figlia di cui tanto ci parli..»

Mia madre si avvicinò a me, stringendomi il braccio e camminando verso quest'uomo.

«Sì padre Mark, è lei! L'ho convinta a venire in chiesa con me oggi!»

Mi guardò da capo a piedi, teneva stretto un rosario tra le mani e mi sorrideva dolcemente, e in questa situazione così mi pareva un agnellino che guarda un lupo.
Sospirò, guardando la croce del rosario,

«Una donna così cristiana e devota ha dato luce a una ragazza satanista...Ma d'altronde, Dio ama tutti, perciò spero che prima o poi possa bussare anche alla porta del suo cuore.»

Rimasi in silenzio, a braccia conserte, e non fiatai per rispetto di mia madre; Sebbene in quel momento avrei voluto dire tante cose. Troppe, e la cosa migliore di questo prete è che è giovane, è ancora possibile cambiarlo, fargli aprire gli occhi. E zittire quella bocca magari.

Entrarono tutti in chiesa, e io decisi di rimanere nel cortile affianco all'edificio in cui si trovava un piccolo giardino ben curato; ogni tanto passava qualche suora o qualche frate che mi svisavano, ma non dicevano nulla. Ero seduta nel bordo di una fontana, e passavo le dita nell'acqua mentre all'interno stavano finendo la messa. Sorprendentemente il cielo era pulito, il sole risplendeva e risaltava il verde che mi consolava dal fatto che mi trovassi in questo luogo...Lo stavo facendo solo ed esclusivamente per mutter, e continuavo a ripetermelo per farmi forza.
Dopo quella che sembrò un'eternità, la messa finì, e tutti si diedero da fare per le attività pomeridiane.
Tutti, tranne padre Mark.
Con mia sorpresa uscì in cortile qualche minuto dopo aver terminato la messa.

«Potresti ricordarmi il tuo nome per piacere?»

«Hallo...Mi chiamo Azael.»

Si sedette a debita distanza nel bordo della fontana, e continuava a guardarmi. «Azael...Tua madre ci parla tanto di te, cosa ti ha portato a venire in chiesa? Stai avendo dubbi su..?»

Mi avvicinai, lasciando poco spazio tra le nostre gambe.

«Sono venuta qua per mia madre. E sono rimasta per lei...e perché la trovo davvero affascinante, sà, padre?»

«Signore, perdonala, poiché non sa cosa dice...E la sua mente è controllata dal demonio...»

Avvicinò il rosario al petto e strinse le mani, guardando il cielo con uno sguardo divino. Il vento trascinava delicatamente i suoi capelli, e i suoi occhi luccicavano.
Mi guardai intorno, assicurandomi che non ci fosse qualcuno di quei pinguini o sacchi di patate; e prendendo il viso del prete tra le mie mani per qualche secondo i nostri nasi si toccarono, labbra a pochi centimetri di distanza; ma mi fermai.
Si allontanò di poco, e il suo rosario cadde nell'acqua della fontana.

«Non ti farei mai nulla, Mark. Nulla se non convincerti che ciò in cui credi è fottuto.»

Rimase in silenzio, e immerse le mani per cercare la collana santa su cui tanto si affidava, come potesse aiutarlo a far finta che non avessi ragione.
Intanto mi alzai, sistemando la gonna.

«Ti prego...Torna...» Lo sentii sussurrare dopo aver fatto qualche passo in avanti, e mi girai, incredula.

«Was? Come, scusa?»

«Torna domenica prossima...»

«Tornerò, padre. Lei intanto si confessi.»

Natasha IvanovDove le storie prendono vita. Scoprilo ora