Capitolo 13

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Il mattino seguente un elfo domestico venne a svegliare Hermione, intimandole di preparasi per la sera, in quanto avrebbe accompagnato Bellatrix a una serata purosangue.

Al tramonto si trovò smaterializzata alla dimora dei Lestrange si ergeva maestosa nel buio della notte, un'imponente costruzione avvolta da una nebbia sinistra. All'interno, i suoni di una festa echeggiavano tra le pareti di pietra, accompagnati da risate alte e melodiose. Hermione Granger si sentiva fuori posto, più che mai. Le era stata offerta una mano d'aiuto, una fuga dalla tensione e dalla brutalità del mondo magico che la circondava, e ora si ritrovava imprigionata in una sorta di gabbia dorata, costretta a danzare al suono di una melodia che non conosceva.

Bellatrix Lestrange, con il suo sorriso beffardo e i suoi occhi freddi come ghiaccio, era stata la sua carceriera, obbligandola ad indossare un abito che le stringeva la gola e i pensieri, riducendola a un oggetto da esibire.

"Granger, cara, non sembri affatto contenta di essere qui", disse Bellatrix con un tono tagliente, stringendo il braccio della ragazza con forza mentre la trascinava attraverso la folla di purosangue pomposi e arroganti.

"È perché non lo sono", rispose Hermione attraverso denti stretti, lottando per mantenere la calma mentre il suo sguardo si posava su volti familiari che non avrebbe mai voluto vedere di nuovo.

Bellatrix rise, un suono che faceva correre brividi lungo la schiena di Hermione. "Oh, non preoccuparti. Ti abituerai presto a tutto questo lusso e a questa magnificenza. Dopotutto, tu sei la mia compagna di ballo per la serata."

Hermione sentì il peso delle parole di Bellatrix schiacciarla come una morsa, rendendola consapevole della sua posizione di prigioniera in mezzo a una folla di persone che avrebbero voluto vederla cadere.

Il salone era un tripudio di colori e suoni, una mescolanza di risate e conversazioni frivole che risuonavano contro le pareti di pietra come un eco sinistro. Hermione si sentiva fuori luogo, come se fosse stata catapultata in un mondo che non era il suo, costretta a danzare al ritmo di una musica che non riconosceva. Bellatrix, con il suo sorriso tagliente e i suoi occhi ardenti, la trascinò sul pavimento di danza, ignorando le proteste sommerse della ragazza. "Balliamo. Questa è la tua nuova realtà e dovrai imparare ad accettarla".

E così, mentre le luci scintillanti danzavano sopra di loro e la musica riempiva l'aria con la sua melodia ipnotica, Hermione Granger si trovò intrappolata in un vortice di lusso e pericolo, costretta a danzare con colei che considerava la sua più grande nemica, sperando contro ogni speranza di trovare una via d'uscita da quella prigione dorata.

Le note della musica avvolgevano Hermione come una morsa, costringendola a seguire il ritmo imposto dalla mano di Bellatrix. Ogni passo era come un'ulteriore immersione nel suo destino, un destino che sembrava sempre più controllato dalle mani insensibili della donna che l'aveva portata lì.

Mentre danzava con Bellatrix, Hermione sentiva gli sguardi scrutatori dei presenti cadere su di loro, scrutando con curiosità e disprezzo la coppia insolita. Purosangue di ogni genere si mischiavano nella folla, occhi che brillavano di superiorità mentre osservavano la scena con un misto di disgusto e interesse morboso.

Bellatrix, però, sembrava godere di quell'attenzione, la sua risata echeggiava nel salone come un'aria di trionfo. "Guardateci, miei cari! Guardate quanto siamo splendidi insieme! L'unione della purezza e della conoscenza, una coppia destinata a dominare questo mondo!"

Le parole di Bellatrix non erano solo un'espressione di orgoglio, ma anche una minaccia velata, un avvertimento per chiunque osasse mettere in discussione la sua autorità o il suo potere. Hermione sentì un brivido correre lungo la sua schiena, rendendola ancora più consapevole della pericolosa posizione in cui si trovava.

Ma non poteva cedere alla paura, non poteva permettere a Bellatrix di vederla piegarsi sotto il peso del suo dominio. Con un sorriso teso sulle labbra, Hermione si sforzò di mantenere la compostezza, anche se il suo cuore martellava nel petto con una violenza che minacciava di farla cedere.

"Che cosa vuoi da me, Bellatrix?" chiese Hermione con voce flebile, cercando di nascondere la paura che bruciava dentro di lei. "Perché mi hai portato qui, in mezzo a questa gente?"

Bellatrix si fermò di colpo, il suo sguardo freddo fissò Hermione con una intensità che la fece rabbrividire. "Oh, ragazzina, non è ovvio? Ho bisogno di te. Ho bisogno della tua intelligenza, della tua astuzia, della tua forza. Sei la migliore alleata". 

Le parole di Bellatrix erano come un pugnale che si conficcava nel cuore di Hermione, una promessa di dolore e di distruzione. Ma non poteva permettere a quella donna di piegarla, non poteva permettere che la sua volontà fosse spezzata dalle mani insanguinate di colei che chiamava nemica. Con un cenno del capo, Hermione si preparò a continuare la danza, consapevole che quella notte avrebbe portato con sé nuovi pericoli e nuove sfide. Ma non avrebbe mai rinunciato alla sua libertà, non avrebbe mai permesso che il suo spirito fosse spezzato dalle catene della tirannia. E così, mentre la musica continuava a suonare e la folla osservava con occhi avidi, Hermione Granger si preparò a combattere, pronta a lottare per la sua libertà e per il futuro di un mondo che continuava a essere minacciato dalle ombre del passato.

Mentre danzavano, Bellatrix si avvicinava sempre di più a Hermione, il suo respiro caldo sulla pelle della ragazza mandava brividi lungo la sua colonna vertebrale. "Che ne dici, pet?" mormorò Bellatrix con un tono malizioso, i suoi occhi bruciavano con una luce sinistra. "Non ti senti affascinata da tutto questo? Dalla promessa di potere e dominio che si cela dietro ogni movimento?"

Hermione sentì un brivido di disgusto correre lungo la sua spina dorsale, respingendo con forza le avances di Bellatrix. "Non avrai mai il mio sostegno", rispose lei con fermezza, cercando di mantenere il suo tono freddo e distaccato nonostante il turbamento che provava dentro di sé. "Non mi piegherò mai alla tua volontà".

Ma Bellatrix non sembrava essere scoraggiata dalle parole della ragazza al contrario, sembrava essere ancora più eccitata dalla sfida. "Oh, Granger, cara, non capisci ancora?" disse lei con un sorriso feroce, le sue dita affondavano nella carne della ragazza con una forza oppressiva. "La resistenza è inutile. Prima o poi, anche tu cederai al fascino del potere oscuro".

Le parole di Bellatrix erano come una minaccia sottile, un avvertimento dei pericoli che la attendevano se avesse continuato a resistere al suo dominio. Hermione sapeva che non poteva permettere a quella donna di piegarla, non poteva permettere che il suo spirito fosse spezzato dalle catene della tirannia.

Con un cenno del capo, la giovane si allontanò da Bellatrix, cercando di nascondere la sua paura dietro un velo di indifferenza. "Non mi sottoporrò mai a te, Bellatrix", disse lei con fermezza, i suoi occhi scintillavano con una determinazione feroce. "E prima o poi, sarai tu a pagare per i tuoi crimini".

Le parole di Hermione erano come una promessa di vendetta, un giuramento solenne di lottare fino all'ultimo respiro contro le forze del male che minacciavano di distruggere tutto ciò che amava. E mentre la musica continuava a suonare e la folla osservava con occhi avidi, Hermione Granger si preparò a combattere, pronta a lottare per la sua libertà e per il futuro di un mondo che continuava a essere minacciato dalle ombre del passato.


Amore oscuro|| Bellamione ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora