Capitolo 6

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Al centro della sala, Bellatrix notò una ragazza giovane e straordinariamente bella. "Cosa succede Lucius? Vi state divertendo senza di me?" chiese, fissando il cognato con uno sguardo tagliente. "Bellatrix cara, abbiamo trovato questo Auror che cercava di intrufolarsi a Villa Malfoy, immaginiamo che sia un'amica della sanguemarcio," rispose Lucius. Una nuova seccatura, pensò Bellatrix, immaginando che l'arrivo dell'Auror fosse correlato a Hermione Granger. "Allora mia cara, a cosa dobbiamo la tua lieta visita?" chiese, godendo nel vederla ansimante e accasciata dal dolore."Cosa? Non posso venire a trovare i miei adorati parenti?" rispose l'Auror con un tono sbeffeggiante. "E chi sarebbero questi fortunati?" domandò Bellatrix, ridendo con isteria. "Zia, non riconosci tua nipote?" La voce della ragazza la fece rabbrividire. Non poteva essere lei, pensò, era irreale dopo averne parlato solo pochi minuti prima con la sanguemarcio. 

"Che accoglienza, hai appena conosciuto la figlia di tua sorella e neanche la saluti?" La ragazza si alzò in piedi e tutti nella stanza alzarono le bacchette, ma Bellatrix fece loro cenno di abbassarle. Si trovava sola con la figlia di Andromeda.

"E' lei?" chiese a Granger, che annuì tremante. "Bene." Bellatrix si sentì paralizzata, osservando la figlia di sua sorella. "Accomodati pure, Ninfadora."  

"Come sai il mio nome?" chiese la ragazza, confusa. "Domandalo alla tua amichetta, ma non penso che tu sia qui per parlare con una 'schifosa mangiamorte', vero?" Il silenzio riempì la stanza. "Sono qui per riprendere Hermione," ringhiò Ninfadora. "Assomigli ad Andromeda," disse Bellatrix, le parole le uscirono di bocca prima che potesse fermarsele. "Non ti ho chiesto di mia madre, riporterò Hermione a casa, anche con la forza." 

"Non ce ne sarà bisogno, sceglierà lei," disse Bellatrix con fermezza, mentre il loro sguardo si incrociava. Hermione esitò. "I-io resto," rispose, e Bellatrix sentì la mascella cadere per la sorpresa. 

"Hermione! Cosa stai dicendo? Sono sicura che questa pazza ti avrà fuso il cervello," gridò contro la ragazza. "Cara, questa pazza è sempre e comunque tua zia." "No, non ho bisogno di te e né di Narcissa Malfoy. Hermione, vieni ce ne andiamo!"

Bellatrix afferrò i capelli di Hermione e la tirò a sé. "Osa toccarla e ti pentirai di aver messo piede in questa casa!" Minacciò, incrociando lo sguardo di Hermione pieno di odio. "Avad-" ma la maledizione non arrivò. Bellatrix guardò attorno a sé, ma la ragazza era sparita."Bene, sanguesporco, siamo di nuovo solo noi due."Tonks era sparita. 'Perché non ho accettato il suo aiuto?' si chiesi, tormentata dai rimorsi. 

 "Non mi fai paura!" le urlai contro, ma si reei subito conto di aver commesso un grave errore.

"Oh, quindi il piccolo grifondoro non teme il cattivo mangiamorte?" Bellatrix la sbatté contro il muro. Sentendo il suo respiro caldo e le sue labbra vicine alle sue, Hermione arrossì e mi sussultò al suo tocco. Non aveva controllo di sé e finì per baciarla. Appena staccò le sue labbra da quelle di Bellatrix, vide l'espressione stupita della donna, ma prima che potesse dire una parola, uno schiaffo la scaraventò per terra. 

"COME OSI POSARE LE TUE SUDICE LABBRA SULLE MIE!" le sibilò contro. "S-scusi," balbettò la giovane, lasciando che le lacrime le rigassero il viso. Non voleva quel bacio, non voleva essere attratta da Bellatrix Lestrange.  Dopo il bacio con Bellatrix, Hermione si sentiva confusa e agitata. Si trovava in una sorta di limbo emotivo, divisa tra la paura, la repulsione e un'inaspettata attrazione. Quel bacio aveva acceso in lei una serie di sensazioni contrastanti che non sapeva come gestire.

Da una parte, provava disgusto per sé stessa per aver ceduto a un'azione così impulsiva con la persona del genere: una Mangiamorte, responsabile di atrocità indicibili, il cui nome era stato associato a terrore e dolore per anni. Era come se tradisse tutto ciò in cui credeva, i suoi valori, i suoi principi.Dall'altra parte, non poteva negare che quel bacio le avesse provocato un brivido di piacere e desiderio. Era stata una sensazione intensa, un misto di adrenalina, paura e, stranamente, una forma di eccitazione. Era come se il pericolo imminente e la presenza magnetica di Bellatrix avessero risvegliato una parte di lei che non conosceva, una parte oscura e proibita.Ma ciò che la tormentava di più era la consapevolezza di quanto fosse complicata la sua situazione. Era stata attratta da colei che considerava il suo nemico più grande, da colei che aveva causato così tanto dolore e sofferenza al mondo magico, compresi i suoi amici. Era un sentimento confuso, difficile da accettare e da comprendere.In fondo, si rendeva conto che quel bacio avrebbe potuto cambiare tutto. Avrebbe potuto metterla in pericolo, mettere in discussione la sua lealtà e la sua integrità. Tuttavia, non poteva ignorare il fatto che avesse provato qualcosa di profondo, qualcosa che non riusciva a spiegare razionalmente.

Adesso si trovava immobilizzata, sia fisicamente sia emotivamente, incapace di trovare una via d'uscita da questo labirinto di sentimenti contrastanti. Non sapeva cosa avrebbe fatto in seguito, ma una cosa era certa: quel bacio avrebbe lasciato un'impronta indelebile nella sua mente e nel suo cuore. 

Ad un tratto una mano toccò i suoi fianchi e immediatamente sentì il suo corpo sprofondare nell'oscurità. 

Il ricordo del bacio con Hermione la perseguitava mentre la trascinava alla tenuta Lestrange. Era confusa e turbata. Aveva baciato Hermione Granger, la ragazza che odiava con tutto se stessa, la ragazza del Trio d'oro. Era stato un bacio caldo e piacevole, ma era stato anche un errore, un momento di debolezza che non poteva permettersi.

Non poteva negare che quel bacio le avesse provocato sensazioni contrastanti: da un lato il desiderio e l'attrazione, dall'altro la repulsione e la rabbia per aver ceduto a un'impulso così pericoloso. Si sentiva in colpa e disgustata da sé stessa. Come avrebbe potuto permettersi di provare qualcosa di simile per la Granger? Era la persona che rappresentava tutto ciò che odiava, tutto ciò contro cui aveva combattuto per anni.Ma non poteva negare neanche la fortezza delle emozioni che quel bacio le aveva suscitato. Forse era solo l'effetto di un momento di tensione estrema, di adrenalina, di un'attrazione fisica momentanea. O forse c'era qualcosa di più profondo, qualcosa che non avrebbe mai voluto ammettere neanche a sé stessa.Si sforzò di respingere quei pensieri, di ignorare quei sentimenti che le si insinuavano nel cuore. Doveva restare concentrata sul suo obiettivo, sulle sue responsabilità come Mangiamorte e come membro della famiglia Black. Non c'era spazio per debolezze o incertezze.



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