San Mungo, ore 12:15
Il corridoio del reparto ferite da morsi di animali del St. Mungo's Hospital per ferite magiche era illuminato da una luce fioca che rispecchiava il torpore che aleggiava nell'aria. Narcissa Malfoy, con il cuore serrato dall'ansia, si aggirava tra i corridoi con passo rapido ma silenzioso, mentre gli occhi scorrevano sulla scena di fronte a lei. La vista di Bellatrix, la sua amata sorella, prostrata a terra, faceva stringere le fauci di Narcissa in un nodo di dolore e angoscia. Le lacrime che scivolavano sul volto di Bellatrix erano come un fiume di disperazione, un lamento silenzioso per il tormento che l'aveva travolta."Madame Malfoy, sua sorella è stata presa in tempo, ma la prego, non deve fare il minimo sforzo," disse l'infermiera con voce gentile ma ferma, cercando di tranquillizzare la donna che aveva l'aria di voler precipitare nel panico."Farò tutto ciò che è di dovere," rispose Narcissa con voce flebile, la sua mente già proiettata verso il ritorno a Villa Malfoy e alla difficile conversazione che l'avrebbe attesa.Ritornate al maniero, le pareti della stanza sembravano riecheggiare di tensione mentre Narcissa Malfoy, con lo sguardo carico di preoccupazione, si confrontava con sua sorella, Bellatrix. "Come hai potuto tentare il suicidio! Stavi per... Stavo per sentirmi male alla vista del tuo corpo, tu..." La voce di Narcissa tremava di emozione, il suo cuore in tumulto di fronte all'orrore che aveva sfiorato."Cissy, ti prego, non comportarti in questo modo, ricomponiti," implorò Bellatrix, cercando di distogliere lo sguardo dalla rabbia e dalla delusione dipinta sul volto di sua sorella.Le parole di Narcissa erano come lame affilate che squarciavano il cuore di Bellatrix, ma sapeva che doveva affrontare la sua rabbia e la sua delusione con dignità. "Ho capito e ti chiedo scusa. Adesso, dove si trova la sanguemarcio?" chiese con voce ferma, la sua autorità indiscutibile nel momento del bisogno.
Hermione era di nuovo chiusa in quella stanza lugubre, circondata dalle sue stesse paure e incertezze. I suoi pensieri vagavano liberi, ma il suo cuore era tormentato dall'inquietudine. Bellatrix Lestrange... perché lei? Era una domanda che si ripeteva nella mente di Hermione come un mantra incantato, una melodia oscura che le rimbombava nelle orecchie.Ma perché? Si chiese Hermione con una sorta di sgomento misto a curiosità. Perché era stata colpita così profondamente dalla sofferenza di colei che aveva un tempo considerato la personificazione del male? Forse era il riflesso del suo stesso dolore, una scintilla di umanità che ancora palpitava nel cuore di una donna così apparentemente disumana.Era difficile da accettare, ma Hermione si trovava a provare una sorta di compassione verso la sua antica nemica. Vedere Bellatrix in uno stato così vulnerabile e disperato la toccava nel profondo, risvegliando sentimenti che pensava di aver sepolto per sempre. Era una sensazione sconcertante, un turbinio di emozioni contrastanti che la lasciavano confusa e indecisa sul da farsi.Le pareti di Villa Malfoy sembravano respirare la tensione mentre Narcissa Malfoy e Bellatrix Lestrange si confrontavano con le loro emozioni e i loro demoni interiori. Era una lotta che si combatteva non solo nei confronti degli altri, ma anche contro se stessi, una battaglia per trovare la pace e la redenzione in un mondo segnato dal dolore e dalla sofferenza.
Ma tra le pieghe oscure di quei cuori tormentati, c'era anche spazio per la speranza, una luce fioca che bruciava nel buio come una fiamma timida ma persistente. Era un segno che, nonostante le tenebre che minacciavano di inghiottirli, c'era ancora speranza per un futuro migliore, un futuro in cui il perdono e la redenzione potessero finalmente trovare spazio nei cuori infranti degli uomini e delle donne che abitavano quel mondo oscuro e contorto.
Bellatrix Lestrange e Hermione Granger si trovavano di fronte l'una all'altra nella stanza di Villa Malfoy, il silenzio pesante come un'ombra tra loro. Le loro occhiaie scure e gli sguardi carichi di emozioni contrastanti raccontavano una storia di dolore e turbamento.
"Ti ho vista laggiù, ragazzina," disse Bellatrix, la sua voce fredda e distante, come un gelo che avvolgeva l'aria. "Perché?"Hermione si sentì in trappola sotto lo sguardo penetrante di Bellatrix, ma non poteva nascondere la verità. "Volevo assicurarmi che tu stessi bene. Non voglio che ti faccia del male."Un sorriso sardonico si dipinse sul volto di Bellatrix, ma i suoi occhi rimasero duri e impassibili. "Che ingenuità, Grifondoro. Non hai nulla da temere per me, né nulla da guadagnare preoccupandoti per il mio bene."Hermione si sentì respinta dalle parole taglienti di Bellatrix, ma non si lasciò intimidire. "Forse no, ma non posso ignorare il dolore di un essere umano, neanche il tuo."Bellatrix sollevò un sopracciglio con disprezzo. "Essere umano? Non farmi ridere, sanguemarcio. Non dimenticare mai ciò che sono. E non mi interessa la tua pietà."Le parole di Bellatrix risuonarono nella stanza come un monito, un richiamo alla realtà che li circondava. Hermione si sentì un brivido lungo la schiena, ma non cedette al freddo distacco di Bellatrix."Forse non mi credi, Bellatrix," disse Hermione con fermezza, "ma credo ancora che ci sia una scintilla di umanità anche in te. E forse un giorno, potresti riconoscerla anche tu."Bellatrix non rispose, il suo sguardo si perse oltre Hermione come se la giovane Grifondoro fosse solo un'ombra nella sua realtà distorta. In quel momento, Hermione capì che, nonostante i suoi sforzi, non avrebbe mai potuto penetrare il ghiaccio che avvolgeva il cuore di Bellatrix. E forse, era meglio così.
Narcissa si trovava in disparte, osservando il dialogo tra Bellatrix e Hermione con uno sguardo freddo e distante. Le sue labbra si stringevano in una linea sottile, mentre gli occhi scrutavano attentamente ogni gesto e ogni espressione dei due interlocutori.
Il suo cuore era diviso tra il desiderio di intervenire e mettere fine alla tensione crescente e la consapevolezza che qualsiasi sua parola avrebbe potuto scatenare ulteriori conflitti. Così, rimase immobile, una figura imponente e regale, ma con una tensione palpabile nell'aria che la circondava.Osservando Bellatrix, Narcissa non poteva fare a meno di notare la durezza e la freddezza che emanava dai suoi gesti e dalle sue parole. Era come se fosse un ghiaccio che avvolgeva il suo cuore, impedendo a qualsiasi forma di empatia o compassione di penetrarvi. Eppure, nonostante tutto, c'era ancora una scintilla di preoccupazione nei suoi occhi quando posavano su sua sorella.D'altra parte, il suo sguardo si posò su Hermione, e vide la determinazione e la fermezza che trasparivano dalle sue parole. Era evidente che la giovane Grifondoro non si lasciava intimidire dal freddo distacco di Bellatrix, e questo suscitava una sorta di ammirazione mista a preoccupazione nel cuore di Narcissa.E così, mentre assisteva a questo scambio di parole carico di tensione, Narcissa si ritrovò a essere spettatrice di un conflitto che andava ben oltre le semplici parole pronunciate. Era una lotta tra la luce e l'oscurità, tra la compassione e la freddezza, e non poteva fare a meno di chiedersi quale sarebbe stata la sua parte in tutto questo.
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Amore oscuro|| Bellamione ||
FanfictionHarry e Ron riesco a scappare da Villa Malfoy, ma Hermione essendo troppo debole rimane lì sotto le torture di Bellatrix Lestrange. Riusciranno a salvarla o la piccola Hermione morirà per mano di una mangiamorte? !Non possiedo alcun personaggio di H...