Capitolo 3

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Durante la giornata, la febbre di Bellatrix cominciò a scemare, lasciando un sottile velo di tranquillità nel tumulto emotivo della stanza. Tuttavia, il turbamento non conosceva tregua, e la tensione tra lei e la sanguemarcio era palpabile nell'aria."Madame Lestrange, dove sta andando...?" chiese la ragazza con gentilezza, cercando di alleviare la situazione con la sua premura.Ma la risposta di Bellatrix fu come una lama affilata, tagliente e senza compromessi. "Non sono affari che ti riguardano, sanguemarcio!" sbottò, il tono carico di disgusto e disprezzo.La sanguemarcio si irrigidì di fronte alla risposta di Bellatrix, ma non si lasciò intimorire. "Mi dispiace, ma non posso lasciarla andare," replicò con fermezza, la determinazione ardente nei suoi occhi.Le parole della ragazza scatenarono l'ira di Bellatrix, che si sentì offesa nell'essere contraddetta da un essere di rango inferiore. "Tu imponi qualcosa a me?" urlò, la voce risuonando contro le pareti come un ruggito di belva accecata dalla propria furia.La ragazza stringeva i pugni, ma manteneva la sua compostezza, chiudendo la porta a chiave con decisione. In quel momento, Bellatrix perse ogni traccia di lucidità, lasciandosi trascinare dalle profondità oscure della sua anima tormentata.Afferrò la sua bacchetta con mano tremante, puntandola alla gola della sanguemarcio con uno sguardo che trasudava follia. "La prego-" balbettò la ragazza, cercando disperatamente di placare la furia della strega corvina.Ma Hermione era lì, osservando la scena con occhi pieni di compassione e preoccupazione. Poteva sentire il respiro caldo di Bellatrix sulla sua pelle, il suo sguardo penetrante che la scrutava come un predatore osserva la sua preda.Le parole di Bellatrix, "Dovevi pensarci prima...", echeggiavano nella mente di Hermione, un monito silenzioso sulle conseguenze delle proprie azioni. Si sentì in colpa, una colpa che pesava come un macigno sulle sue spalle, mentre la donna davanti a lei cadeva a terra, ancora debole e vulnerabile."Madame Lestrange... sta bene?" chiese la ragazza, le lacrime rigando il suo viso pallido. Vedere Bellatrix così, la strega più temuta in lacrime, la colpì nel profondo del cuore, facendola sentire un misto di compassione e disperazione.Eppure, nonostante tutto, Hermione si trovava a difendere la donna che le aveva reso la vita un inferno. "Fammi uscire," supplicò Bellatrix, le parole un sussurro straziante nell'aria carica di tensione.Ma Hermione sapeva cosa c'era in gioco, sapeva che doveva proteggere Bellatrix, anche da se stessa. "La prego, sua sorella mi ha ordinato di tenerla qui... a meno che..." iniziò Hermione, ma le parole morirono sulle sue labbra."Fammi uscire!" implorò Bellatrix con un tono che tradiva la sua disperazione. Hermione sentì il cuore stringersi nel petto, il conflitto interiore divampare con nuova intensità.Era come se due parti di lei si scontrassero, una decisa a proteggere Bellatrix a ogni costo, l'altra tentata di lasciarla affogare nelle sue stesse debolezze. Ma alla fine, fu il suo senso di compassione a prevalere, mentre si rendeva conto che Bellatrix stava affrontando una ricaduta nelle sue dipendenze."Ho bisogno... di qualcosa," mormorò Bellatrix, il suo sguardo implorante incontrando quello di Hermione. La ragazza sentì un nodo stringersi nella gola, l'angoscia che la soffocava mentre cercava di trovare una soluzione a questa spirale di autodistruzione.Ma quando Hermione si rifiutò di cedere alle richieste di Bellatrix, le parole che uscirono dalla sua bocca furono un'esplosione di verità e coraggio. "A me importa di te e anche a tua sorella!" gridò, le parole risuonando nell'aria come un rintocco di campana nel silenzio della notte.Bellatrix rimase immobile, la sua espressione sbigottita tradiva lo shock di fronte alle parole di Hermione. Non aveva mai immaginato che qualcuno potesse provare compassione per lei, e meno che meno una "sanguemarcio".La tensione era palpabile mentre Bellatrix si allontanava in silenzio, un'ombra delle sue solite auto-affermazioni. Hermione la seguì, il cuore pesante di fronte alla visione della donna così chiaramente in difficoltà.Quando Bellatrix si gettò nel bagno, le urla riecheggiarono nelle orecchie di Hermione come un eco di disperazione. Si affrettò ad aprire la porta, ma fu troppo tardi. La vista del sangue sul pavimento la colpì come un pugno nello stomaco, mentre si rendeva conto dell'entità del dolore che aveva causato."MADAME MALFOY! MADAME MALFOY!" gridò Hermione, la voce piena di panico mentre chiamava aiuto per la donna che un tempo aveva temuto e ora, in un modo strano e complicato, cercava di proteggere.

Hermione osservava la scena con un misto di emozioni contrastanti che le serravano il petto come una morsa. La sua mente razionale cercava di tenere a bada l'orrore e il disgusto che provava verso Bellatrix Lestrange, la strega che per tanto tempo aveva considerato il simbolo dell'oscurità più profonda. Tuttavia, non poteva ignorare il dolore e la sofferenza che trasparivano dai lineamenti tormentati della donna di fronte a lei.

Era difficile da accettare, ma Hermione si trovava a provare una strana forma di compassione verso la sua antica nemica. Vedere Madame Lestrange in uno stato così vulnerabile e disperato la sconvolgeva profondamente, scuotendo le fondamenta delle sue convinzioni più profonde. Come poteva una persona tanto malvagia e spregevole provare così tanto dolore?La sua mente ripercorreva gli anni di conflitto e tensione che avevano caratterizzato il loro rapporto, eppure adesso si ritrovava a provare una sorta di empatia nei confronti di colei che una volta aveva considerato un'incarnazione del male stesso. Era una sensazione sconcertante, un turbinio di emozioni contrastanti che lottavano per trovare un equilibrio dentro di lei.Era come se una parte di lei volesse respingere con forza la visione di Bellatrix in lacrime, mentre un'altra parte si sentiva spinta a estendere una mano di aiuto a quella donna tanto ferita e sola. Era una lotta interna che la lasciava confusa e indecisa sul da farsi.E così, mentre il cuore di Hermione si contorceva di fronte alla sofferenza di Bellatrix, si ritrovava ad affrontare una realtà che non avrebbe mai immaginato di dover affrontare: il dolore umano non conosce né bene né male, è semplicemente una parte inevitabile dell'esistenza, anche per coloro che un tempo aveva considerato disumani.


Narcissa varcò la soglia della stanza con passo rapido ma silenzioso, il cuore serrato da una crescente preoccupazione mentre gli occhi scorrevano sulla scena di fronte a lei. Il suo respiro si bloccò nel petto di fronte alla vista di Bellatrix, la sua amata sorella, prostrata a terra in preda alla sofferenza, le lacrime che solcavano il suo volto una testimonianza muta del suo tormento interiore.

I suoi passi si fecero più veloci, guidati dall'istinto fraterno che gridava dentro di lei, mentre si avvicinava rapidamente alla figura tremante di Bellatrix. "Bella, cosa è successo?" chiese con voce piena di apprensione, inginocchiandosi accanto a lei e stringendo delicatamente la sua mano.

Amore oscuro|| Bellamione ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora