Capitolo 24

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La bellezza dell'amore può essere trovata nella rovina che dona, o almeno così Belletrix credeva.Questa frase, apparentemente contraddittoria, racchiude una saggezza profonda e antica. L'amore, in tutte le sue forme e sfumature, porta con sé una forza ineguagliabile, capace di costruire e distruggere con la stessa intensità. Nella sua giovinezza, osservava i grandi amori con ammirazione e timore. Gli sembravano invincibili, pilastri di una realtà perfetta e immutabile. Ma con il tempo, ha imparato che anche gli amori più forti possono infrangersi contro le scogliere della vita. Eppure, nella loro rovina, ha scoperto una bellezza indescrivibile. Quando un amore si spezza, lascia dietro di sé frammenti di sogni, promesse e ricordi. Questi frammenti, seppur dolorosi, brillano di una luce propria. Sono testimonianze di momenti di autentica connessione, di un'intimità che, per quanto fugace, ha avuto il potere di trasformare chi l'ha vissuta. È la testimonianza di quanto intensamente si ha vissuto e amato. È un monito che ci ricorda la fragilità delle emozioni umane e la loro incredibile potenza. Ogni cuore spezzato, ogni relazione finita, ci insegna qualcosa di prezioso, ci mostra la resilienza dello spirito umano, la capacità di guarire e di amare di nuovo, forse con più saggezza e consapevolezza. Alla fine, tutto ciò che è bello in questo mondo deve diventare altrettanto mortale se spera di sopravvivere. Eros e Thanatos, due forze primordiali che, secondo la psicoanalisi freudiana, governano la psiche umana. Eros, il dio greco dell'amore, rappresenta l'energia vitale, la pulsione di vita, la spinta verso la creazione, la costruzione, l'unione. Thanatos, il dio della morte, incarna l'istinto di morte, la pulsione verso la distruzione, il ritorno all'inanimato, la dissoluzione. La dinamica tra Eros e Thanatos è complessa e affascinante, una danza eterna che non potrà mai finire con loro uno accanto all'altro; il Sole non può raggiungere la Luna, non importa quanto ci provi.  E così era il rapporto tra Hermione e Bellatrix. 

I mesi passarono, e con il tempo, le vite di Bellatrix e Hermione presero direzioni diverse. Bellatrix, dopo il processo e gli arresti domiciliari, decise di lasciare l'Inghilterra per cercare un nuovo inizio lontano dai fantasmi del passato. Scelse la Francia, un paese che offriva bellezze e tranquillità, e lì iniziò a costruirsi una nuova vita.Durante uno dei suoi viaggi, Bellatrix incontrò una Veela di nome Elara. Elara era straordinariamente bella e possedeva un fascino magico che Bellatrix trovò irresistibile. Con il tempo, Bellatrix ed Elara svilupparono un legame profondo, e Bellatrix trovò una sorta di pace che non aveva mai conosciuto prima. Elara la amava per ciò che era, senza aspettarsi che Bellatrix cambiasse la sua essenza.

Hermione, nel frattempo, rimase in Inghilterra. Anche se la guerra era finita, i ricordi e le cicatrici emotive erano ancora freschi. Hermione si dedicò al suo lavoro al Ministero della Magia, dove contribuiva alla ricostruzione del mondo magico. Tuttavia, non poteva evitare di pensare a Bellatrix. La connessione che avevano avuto, per quanto complessa e dolorosa, continuava a tormentarla. Ogni giorno, Hermione si svegliava con un peso sul petto, un senso di perdita e confusione che non riusciva a scrollarsi di dosso. Ogni volta che passava davanti a uno specchio, vedeva riflessi gli occhi di una donna che aveva conosciuto un'intensità emotiva tanto devastante quanto inebriante. Una sera, stanca e sola nel suo appartamento, Hermione trovò il coraggio di aprire un diario che aveva tenuto durante il periodo più oscuro della sua prigionia. Leggendo quelle pagine, fu costretta a confrontarsi con la verità: il legame che aveva avuto con Bellatrix era una dipendenza affettiva nata dalla manipolazione e dalla vulnerabilità.

"Perché mi hai fatto questo?" sussurrò tra sé, rivolta a un fantasma che non poteva rispondere. Le lacrime scesero silenziose, lasciandola ancora più svuotata.

Andava avanti con la sua vita, ma sempre con un senso di incompletezza. Le relazioni che tentò di avere fallirono rapidamente. Ogni volta che provava a lasciarsi andare, i ricordi di Bellatrix tornavano a tormentarla, il volto della donna che l'aveva manipolata e sedotta, mescolando realtà e illusione in un vortice emotivo da cui non riusciva a liberarsi. 

Una mattina, Hermione ricevette una lettera da Andromeda. La lettera era un invito a una cena in famiglia, un'occasione per riunirsi e parlare del futuro. Hermione accettò l'invito, sapendo che Bellatrix sarebbe stata presente. Nonostante tutto, sentiva ancora il bisogno di vedere quella donna che aveva lasciato un segno indelebile nella sua vita.

La sera della cena, Hermione arrivò a casa di Andromeda con il cuore in tumulto. Entrò nel salotto e fu accolta da Andromeda e Tonks, entrambe sorridenti. Pochi minuti dopo, Bellatrix arrivò, accompagnata da Elara. Bellatrix sembrava serena, e il sorriso che condivideva con Elara era sincero.

Hermione e Bellatrix si scambiarono uno sguardo, un mix di ricordi e accettazione passando tra di loro. Durante la cena, le conversazioni furono leggere e cordiali. C'era una strana sensazione di normalità, un tentativo di lasciarsi alle spalle il passato oscuro.Dopo cena, Hermione uscì in giardino per prendere un po' d'aria fresca. Poco dopo, Bellatrix la raggiunse. Le due donne rimasero in silenzio per un momento, guardando le stelle.

"Come stai?" chiese Bellatrix, rompendo il silenzio.

Hermione sorrise debolmente. "Sto andando avanti. E tu?"

Bellatrix sospirò, guardando verso la casa dove Elara rideva con Andromeda e Tonks. "Ho trovato un po' di pace, Granger. Elara mi ha aiutato a vedere la vita in modo diverso."

Hermione annuì, sentendo una punta di dolore ma anche di sollievo. "Sono felice per te, Bellatrix. Veramente."

Bellatrix si avvicinò, posando una mano sulla spalla di Hermione. "Sai, per quanto abbia pensato di poter amare te, ho capito che non potevo sacrificare una parte di me stessa. Non sono più disposta a sacrificarmi per altri."

Hermione alzò lo sguardo verso di lei, gli occhi brillanti. "Capisco. E rispetto la tua scelta. Anche se non ti avrei mai chiesto di sacrificarti."Bellatrix sorrise tristemente. "Siamo sempre state su strade. Tu desideri un mondo di prosperità e semplicità, ami la tua quiete. Io voglio avventura, ambizione e, forse, meno moralismi."


"Perché non riesco a lasciarti andare?" chiese Hermione, con la voce tremante.

Bellatrix la guardò con occhi freddi ma comprensivi. "Perché quello che abbiamo avuto era intenso, ma irreale. Devi trovare un modo per andare avanti, 'Mione."


Hermione annuì, ma dentro di sé sapeva che sarebbe stato un viaggio lungo e solitario. Le parole di Bellatrix riecheggiarono nella sua mente mentre guardava le stelle, sentendosi più persa che mai.

Negli anni a venire, Hermione continuò a lavorare, contribuendo al mondo magico con la sua intelligenza e dedizione. Ma ogni notte, quando si trovava da sola, i ricordi di Bellatrix tornavano a tormentarla, un costante promemoria di un amore distruttivo che l'aveva cambiata per sempre.

Alla fine, Hermione comprese che non avrebbe mai potuto avere una relazione normale. Il legame con Bellatrix l'aveva segnata troppo profondamente, lasciandola incapace di fidarsi e di lasciarsi andare completamente. E così, continuò la sua vita, forte e resiliente, ma sempre con una parte del suo cuore chiusa e inaccessibile, un monumento silenzioso a un amore che non avrebbe mai potuto essere.

E in quelle notti silenziose, mentre il mondo dormiva, Hermione piangeva lacrime di un passato che non poteva dimenticare, un ricordo doloroso che l'avrebbe accompagnata per sempre.


-FINE-



Amore oscuro|| Bellamione ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora