Il mattino seguente si aprì come un capitolo oscuro nella vita di Hermione, una sinistra ombra proiettata dall'irruzione di Bellatrix nella sua esistenza. Le sue dita si avvinghiarono al lenzuolo, mentre il cuore martellava nel petto, una combinazione di terrore e determinazione la costringeva a rimanere saldo di fronte alla minaccia imminente.La voce di Bellatrix fendeva l'aria come un pugnale, tagliente e minacciosa, richiedendo una risposta che Hermione non poteva e non voleva dare. Tuttavia, la sua reticenza non fece altro che alimentare la furia della strega corvina, che avanzò verso di lei con uno sguardo che bruciava di malvagità.Nel mondo interiore di Bellatrix, il pavimento era solido ghiaccio sotto i suoi piedi, mentre il suo cuore batteva un ritmo di paura e rispetto mescolati. Di fronte al Signore Oscuro, ogni parola pesava come un macigno, ogni gesto scrutato con attenzione implacabile. La delusione del Maestro era come un pugno nello stomaco, il suo comando di tortura un fulmine che lacerava il cielo della sua coscienza.Non c'era alcun posto dove nascondersi, nessun riparo dall'ira del Signore Oscuro. La maledizione bruciava come fuoco nelle sue vene, ma il vero dolore era il senso di fallimento che le squarciava l'anima, più profondo di qualsiasi ferita fisica.Ritiratasi nella solitudine della sua camera, Bellatrix si abbandonò alla disperazione, le lacrime che scorrevano lungo le guance come fiumi di tormento. Ma anche nell'oscurità della sua angoscia, una piccola luce si affacciava, una voce gentile che rompeva il silenzio con la sua dolcezza.La presenza della sanguemarcio portò un bagliore di umanità nella desolazione di Bellatrix, una luce fioca ma calorosa che le riscaldava il cuore. Non capiva perché quella creatura oscura le stesse offrendo aiuto, ma in quel momento, non aveva la forza di respingerlo.Le mani gentili della ragazza curarono le sue ferite, mentre la sua voce fragile risuonava come una melodia di speranza nel buio della sua anima tormentata. Anche se resistette inizialmente, il calore della sua gentilezza alla fine sciolse il gelo che avvolgeva il cuore di Bellatrix, facendola sentire viva in un modo che non avrebbe mai immaginato possibile.Nel cuore della notte, la febbre si diffuse come un incendio dentro di lei, consumandola dall'interno con la sua fiamma implacabile. La sua voce si spezzò, il corpo esausto gridava silenziosamente per il conforto che solo la sorella poteva offrire.Con un gesto, Bellatrix chiese alla sanguemarcio di portare aiuto, un'azione che aprì una breccia nella muraglia che aveva eretto intorno a sé. Quando la ragazza tornò con aiuto, Bellatrix sentì un barlume di gratitudine nel suo cuore tormentato, un sentimento fragile ma reale che la fece sentire umana in un modo che non aveva sperimentato da molto tempo.
Narcissa entrò nella stanza con passo deciso ma preoccupato, i suoi occhi scrutavano il volto pallido e affranto di Bellatrix con un misto di ansia e determinazione. "Bella, cosa hai fatto a te stessa?" chiese, la voce carica di rimprovero ma anche di affetto fraterno.
Bellatrix si dimenava nel letto, coperta di sudore e tremante sotto il peso della febbre. I suoi occhi vitrei si sollevarono appena per incontrare lo sguardo di Narcissa, ma sembravano non riuscire a focalizzare nulla. "No...niente" mormorò, la voce debole e spezzata dall'angoscia.Narcissa serrò le labbra, lottando contro l'impulso di scuotere sua sorella con forza. "Non dirmi sciocchezze, Bella. So che c'è qualcosa che non va, lo vedo nei tuoi occhi. Perché non mi hai chiamato prima? Perché hai aspettato così a lungo?"Le parole di Narcissa risuonavano nella mente annebbiata di Bellatrix, ma sembravano provenire da un luogo lontano, quasi estraneo. "Non potevo..." mormorò, la voce un sussurro sommesso nel buio della sua confusione. "Non potevo..." ripeté, come un mantra che le ricordava il peso dei suoi fallimenti.Narcissa aggrottò la fronte, l'ansia che le serrava il petto si trasformò in un fuoco di rabbia. "Non potevi? Non potevi chiamare aiuto quando ne avevi bisogno? Sei sempre così testarda, Bella, e guarda dove ti ha portato! Soffri in silenzio mentre noi qui fuori non sappiamo cosa fare per te!"Le parole di Narcissa colpirono Bellatrix come una mazza, risvegliando una breve lucidità nella sua mente annebbiata dalla febbre. "Cissy..." mormorò, la voce tremante mentre le lacrime rigavano il suo viso. "Ho... ho paura..."Narcissa si avvicinò al letto con un'espressione mista di dolore e compassione. "Lo so, Bella. Lo so. Ma devi lottare, devi resistere. Non possiamo permettere che ti prenda così facilmente."Le parole di Narcissa si fecero strada attraverso il torbido mare dei pensieri di Bellatrix, un faro di speranza nella tempesta che la avvolgeva. "Aiutami, Cissy..." sussurrò, la voce appena udibile nell'aria carica di tensione.Narcissa prese la mano di Bellatrix tra le sue, stringendola con forza. "Lo farò, Bella. Prometto che non ti lascerò sola. Ma devi promettermi di lottare, di non arrenderti. Per te stessa, per noi, per il futuro che ancora possiamo costruire insieme."Le parole di Narcissa risuonarono nel cuore di Bellatrix, un richiamo alla sua forza interiore che aveva dimenticato di possedere. Con un sospiro, chiuse gli occhi, concentrando ogni briciola di volontà rimasta nel suo corpo malato. "Lo prometto, Cissy."
Hermione si appoggiava alla parete, invisibile agli occhi di Narcissa e Bellatrix, ma testimone silenziosa della scena che si stava svolgendo di fronte a lei. Il suo cuore si stringeva di compassione per la sofferenza di Bellatrix, anche se la sua mente razionale non poteva ignorare le azioni passate della strega corvina.
Osservava con attenzione mentre Narcissa reggeva la mano tremante di Bellatrix, i loro sguardi intrecciati in un legame di fratellanza e amore. Era una visione sorprendente, vederle così unite nonostante le divergenze che le avevano separate nel passato.Nel volto contratto di Bellatrix, Hermione scorgeva tracce di vulnerabilità nascoste dietro la maschera di durezza e orgoglio. Era come se la febbre avesse scalfito la sua armatura, rivelando la fragilità umana che giaceva sotto la superficie.Anche se era tentata di intervenire, di offrire il suo aiuto in qualche modo, sapeva che non era il momento. Quella era una questione tra sorelle, un legame che Hermione non poteva penetrare. Così, rimase lì, silenziosa e immobile, con il cuore gonfio di emozioni contrastanti, mentre il dramma si svolgeva davanti ai suoi occhi.
Narcissa si allontanò leggermente dal letto di Bellatrix, il suo sguardo ancora pieno di preoccupazione. "Devo chiamare Severus", mormorò tra sé, consapevole che la situazione richiedeva l'intervento immediato di qualcuno in grado di fornire cure adeguate.Nel frattempo, Bellatrix rimase immobile nel suo letto, con il respiro affannoso e gli occhi vitrei che vagavano nel vuoto. La febbre bruciava come fuoco dentro di lei, ma c'era un'altra fiamma che ardeva ancora più intensamente nel suo petto: la bramosia per l'oggetto del suo desiderio più oscuro.
"La spada...", sussurrò Bellatrix tra le labbra secche, le mani agitate che cercavano qualcosa che non c'era. "Devo... la devo riavere..."
Hermione, nascosta nell'ombra, ascoltò le parole della strega corvina con crescente inquietudine. Era chiaro che la sua ossessione per la spada di Grifondoro non conosceva limiti, neanche di fronte alla malattia che la divorava dall'interno.
Narcissa tornò alla sua postazione accanto al letto, un'espressione di determinazione sul volto. "Bella, devi concentrarti su di te. La spada può aspettare, la tua salute è più importante."
Ma Bellatrix era già persa nei meandri della sua ossessione, una dipendenza che la consumava senza pietà. "No, no posso... devo avere la spada...", mormorò, gli occhi dilatati dalla frenesia del suo desiderio.
Hermione si morse il labbro inferiore, lottando contro l'impulso di intervenire. Ma sapeva che non poteva permettere a Bellatrix di mettere a repentaglio la propria vita per un'ossessione così futile.
Con un respiro profondo, si avvicinò al letto di Bellatrix, cercando di parlare con voce ferma nonostante l'ansia che la stringeva alla gola. "Bellatrix, ascoltami. La spada non è ciò di cui hai bisogno ora. Devi concentrarti su te stessa, sulla tua guarigione." Ma il viso di Bellatrix era contorto dalla sofferenza, una sofferenza che andava oltre la febbre che ardeva nel suo corpo.
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Amore oscuro|| Bellamione ||
FanfictionHarry e Ron riesco a scappare da Villa Malfoy, ma Hermione essendo troppo debole rimane lì sotto le torture di Bellatrix Lestrange. Riusciranno a salvarla o la piccola Hermione morirà per mano di una mangiamorte? !Non possiedo alcun personaggio di H...