Da sempre il genere umano ha creduto di essere in cima alla catena alimentare ma se non fosse realmente così?
E se le nostre emozioni negative prendessero forma?
Vi siete mai chiesti che sapore abbia il rancore?
Il fato è stato sempre crudele con L...
Ancora oggi continuo a pensare che ognuno sia artefice del proprio destino.
Adesso però riconosco che non tutte le persone sono abbastanza forti da plasmare la propria vita,
e provo più indulgenza nei loro confronti di quanta non ne avessi all'epoca.
(Nana)
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Lily's Pov
«Sei stanca?» Elisabetta mi porge una borraccia appena atterro, sgraziata come il pellicano della Sirenetta . Faccio scomparire le ali e bevo avidamente senza nemmeno ringraziarla. Ho la lingua gonfia dalla sete e non riesco a parlare, della carta vetrata mi raschia la gola ogni volta che deglutisco. Gliela restituisco e mimo un bacio, mi accarezza la fronte scostandomi i capelli sudati dagli occhi.
Poco dopo dietro di me atterra Marco, si avvicina e mi sfiora il braccio con una lieve carezza. Ci scambiamo uno sguardo d'intesa prima che prenda la borraccia dalla mano di Elisabetta, beve un sorso e le fa cenno di procedere pure. Ci incamminiamo seguendola. Sbircio con la coda dell'occhio Marco che pensieroso si passa la mano sul mento non rasato, è un relitto ma io non sono messa meglio. Sono tre giorni che siamo in questa dimensione per cercare di catturare l'oggetto e con noi ci sono tutti gli elementi terrestri del gruppo anche se loro, non potendo trasformarsi, devono rientrare a casa entro poche ore.
Vorrei poter essere una semplice turista in vacanza, così da poter assaggiare quei strani cibi che vendono ai bordi delle strade. In quei bugigattoli sospesi a mezzaria, che sembrano apparire dal nulla in questa nebbia perenne che avvolge ogni cosa. Ascoltare storie di vita comune degli abitanti dalla pelle color ocra, oppure prendere uno di quei taxi che viaggiano zigzagando tra le vette dei grattacieli. Questa dimensione ricorda molto il film Blade Runner, che avevo visto anni fa con mia zia. Chissà se ci sono anche gli androidi. Chissà se mia zia conosceva questi luoghi.
Un grido disumano riecheggia nello stabile, in cui ci troviamo, riportandomi alla realtà.
La voce appartiene alla povera vittima dell'oggetto. Pensavo che i manufatti creassero solo disordini naturali, come terremoti o piogge improvvise, mai mi sarei aspettata che si potesse fondere con una persona mutandola sia nel corpo che nella personalità. Quella povera donna ora assomiglia ad una Banshee, le creature della mitologia irlandese, è magra coi capelli lunghi e arruffati e i suoi vestiti sono strappati e ridotti in brandelli. A quanto pare l'oggetto utilizza l'energia vitale delle persone come nutrimento per espandere la propria aura malefica, la povera vittima non è sufficiente a soddisfare la sua bramosia quindi ha iniziato a nutrirsi di sangue come un vampiro.
Affretto il passo per raggiungere Elisabetta e Marco. Attraversiamo il ponte metallico sospeso all'interno di questo edificio che ho soprannominato "la Cattedrale", visto il suo aspetto. È qui che abbiamo istituito la nostra base operativa. Osservo l'enorme navata centrale sbriciando tra le mie zampe mentre camminiamo, impossibile contare le persone presenti. Vi è un via vai continuo, ognuna di loro è impiegata in qualche attività.