RICORDI (Lily Pov)

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"Mondo" è soltanto il nome con cui noi chiamiamo

questo inferno di cenere in un mare di sangue.

(Bleach)

Lily's Pov

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Lily's Pov

«Sfera stamattina non ti capisco, cos'hai?» cerco di farle bere il solito latte ma lei continua a miagolare e addirittura rovescia il piattino, pulisco il pavimento affranta. Stranamente non comprendo i suoi miagolii. Magari è qualcosa legato alla sua situazione, forse ha terminato il periodo di vita provvisoria e deve incarnarsi. Dovrei consultarmi con Sabbath. Sarebbe fantastico se potessi semplicemente fargli una telefonata invece che dover varcare le dimensioni. La lascio sola in casa e scendo le scale diretta alla via vicino al parchetto. Appena i raggi dei tre soli mi scaldano la pelle, apro le ali e volo fino alle abitazioni nella roccia.

Atterro sul balcone spaventando i domestici intenti a pulire. «Scusatemi! Cercavo Sabbath» unisco le mani intrecciando le dita e tenendo i palmi distanti tra loro, un gesto che per questo popolo significa "chiedere perdono". Sorridono timidi abbassando il capo, vorrei che non avessero timore di me, ma comprendo sarebbe un affronto se mi comportassi come loro pari. Non mi rivolgono la parola ma uno di loro esce sul balcone e indica un punto lontano, deduco che Sabbath sia lì. Saluto, e ringrazio, prima di spiccare nuovamente il volo.

Una strana struttura rocciosa affiora dalla sabbia. Ricorda le celle dei nidi di vespe, la pietra è nera come l'ossidiana, e tra gli enormi buchi mi pare di scorgere dei movimenti. Plano verso la roccia ma appena appoggio i piedi scivolo sulla pietra liscia e levigata, non riesco a trovare un solo appiglio. Cado scomposta in uno di quei buchi, chiudo gli occhi aspettando il dolore che verrà, ma improvvisamente la mia bocca si riempie d'acqua. Annaspo cercando di respirare e di tornare verso la superficie, la gola brucia e sento i polmoni diventare pesanti. Delle mani mi prendono per le spalle e mi trascinano fuori. Tossisco sdraiata a terra.

«Lilith, tranquilla» una voce familiare.

A fatica apro gli occhi e vedo una luce dorata scaturire da lunghe e affusolate dita. L'oppressione al petto scompare e torno a respirare senza dolore.

«Appoggiati a me» Sabbath mi aiuta a mettermi seduta facendo in modo che la mia schiena appoggi al suo petto, le lunghe gambe sono distese accanto alle mie «rimani così per qualche minuto, il tuo corpo deve riprendersi dalla mancanza di ossigeno» mette una mano sulla fronte spingendomi la testa indietro, l'altra mano si insinua sotto il top appoggiandosi al petto. Mi irrigidisco e cerco di scostarmi ma appena vedo scaturire nuovamente la luce dorata mi immobilizzo.

«Stai cercando di curarmi?» la mia voce esce esile come un sussurro.

«Si, presto tornerai come prima. Perché sei piombata quaggiù? Non potevi scendere dalle scale?»

Nemmeno sapevo che ci fossero delle scale! Scorgo dei movimenti e intravedo molte persone intorno. Penso alla posizione in cui mi trovo, e sento le guance diventare bollenti.

I Messaggeri di Hermes (Sempiternus vol. 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora