Dicembre, 1997
Hermione guardò il tetto della tenda mentre la pesante tela sventolava come le vele di una nave nel vento ululante. Anche con gli incantesimi di protezione e di riscaldamento, non c'era molto da fare per impedire agli elementi di entrare. Doveva solo sperare che fossero sufficienti a mantenere intatta la tenda stessa.
Poteva sopportare il freddo. Nelle ultime settimane le era penetrato nelle ossa; a questo punto Hermione era abbastanza certa che la sua temperatura corporea non sarebbe mai più stata normale.
Ma non era solo il freddo fisico a lambire la sua pelle. C'era un terrore profondo e oscuro che si insinuava nella sua mente, nel suo cuore, e stava cominciando a spezzarla.
Lanciò un'occhiata all'estremità opposta dello spazio e i suoi occhi si posarono su Harry.
Non si parlavano da due giorni. Nessuno dei due era arrabbiato, esattamente, solo che non erano sicuri di come andare avanti. Ron era partito da tre settimane e a quel punto Hermione aveva perso la speranza che tornasse. Come avrebbe potuto trovarli anche se avesse voluto?
Una parte consistente di lei era furiosa con lui per essersi allontanato, per aver lasciato che il suo temperamento gli sfuggisse di nuovo di mano. Ma aveva anche paura, tanta paura che venisse preso e ucciso o peggio. Ed era disperatamente triste. Triste perché avevano perso qualcun altro. Sembrava che l'unica cosa che accadeva ora fosse perdere le persone.
Hermione guardò di nuovo Harry, che era rannicchiato su una sedia e fissava quella che ora Hermione sapeva essere la Mappa del Malandrino. Stava guardando Ginny. Guardava sempre Ginny. Per assicurarsi che si muovesse ancora. Che fosse ancora viva.
Questo le provocò una scarica di rabbia irrazionale.
Non poteva controllare Draco. Non aveva idea se stesse bene.
Non sapeva nemmeno se fosse ancora vivo.
Le lacrime le salirono agli occhi al solo pensiero. Le visioni di lui torturato e ucciso la svegliavano ormai ogni notte.
Cominciò a pensare che, anche se fosse stato vivo, non l'avrebbe più rivisto. Non ne sarebbe mai uscita viva. Se ne era fatta una ragione, aveva sempre saputo che ci sarebbe stata la possibilità di dover morire per la causa. Ed era disposta a farlo, se fosse stato necessario.
Ma sapere che non avrebbe mai potuto dirgli addio la fece entrare in una spirale. Non poterlo più toccare. Non vedere mai più i suoi occhi. Non potergli mai più dire quanto lo amava...
Non si rese conto di aver iniziato a singhiozzare finché Harry non le apparve davanti, inginocchiato a terra, con le mani che coprivano le sue e che le stringevano in grembo.
"Hermione? Cosa c'è che non va? Stai... stai bene?".
C'era tanta preoccupazione nella sua voce. Non poteva farlo. Non poteva cedere. Lei era tutto ciò che Harry aveva lasciato, e doveva essere forte per lui. Harry doveva farcela, era la loro unica speranza.
Cercando disperatamente di controllare le lacrime, annuì rapidamente con la testa.
"Sì. Sto bene. Mi dispiace. È... è tutto a posto. Sto bene".
Non riusciva a far smettere le lacrime. Più ci provava, più diventavano incontrollabili. Strinse gli occhi, cercando disperatamente di impedire a Harry di vederne il dolore. La paura. Hermione cercava di trovare ogni briciolo di forza che aveva per cercare di ricacciare giù le emozioni.
Con gli occhi ancora chiusi, Hermione non si accorse che Harry si era appoggiato sulle ginocchia finché le sue braccia non la avvolsero, stringendola forte a sé.
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Amor Vincit Omnia | Traduzione in ITALIANO
FanficDopo tre anni di relazione, Ron ammette di aver tradito Hermione per due anni con Daphne Greengrass, ed Harry sapeva tutto. Sconvolta dal tradimento dei suoi amici e della sua famiglia, Hermione deve ricostruire la sua vita e scoprire nuovi legami c...