Sei l'ennesimo sbaglio
che potevo evitare
Lazza
Non ce la faccio. Voglio dormire.
Mi giro per spegnere questa sveglia maledetta. Oggi suona prima del solito. Anche la voce di mia madre rimbomba dalle scale, che è l'ora di alzarsi. "Ora mi alzo!", controbatto. Sbatto le braccio sul copriletto e sollevo lenta il busto per alzarmi. Perchè ho deciso di partecipare a questa gita? Per di più rinunciando al mio letto caldo. Trascino le gambe lasciandole a penzoloni dal letto. D'altronde questa è la mia ultima gita scolastica e rappresenta l'addio agli studi, grazie a Dio.
Le 4:15 del mattino.
Scendo dal quel paradiso rovente, mi alzo in punta di piedi, con le braccia alzate. Stiracchio la mia schiena incricchiata, godendo per il sollievo. Stacco il caricabatterie dalla presa, lasciato come ultimo oggetto da inserire nello zaino. Prima di scendere, mi cambio, così la mia pigrizia è sollevata per non dover rifare le scale. Indosso un paio di jeans skinny, una maglia a maniche corte, presa alla cieca, e un classica felpa nera. Volo giù dalle scale, e preparo la mia solita colazione che, Dio mio, oggi i biscotti sono di marca. "Fai attenzione ai tuoi documenti", avverte mia madre, intanto che felice la mia gocciala originale . Annuisco meccanicamente, senza prestare troppa attenzione alle sue parole. Scorro le varie notifiche sul display e avverto Coco della mia imminente partenza.
Scatta la sveglia promemoria, è ora di andare. Ingurgito il latte caldo, ustionandomi la lingua. Raccolgo la valigia, già pronta dalla sera prima e indosso la giacca. "Ciao papà", saluto mio padre, anche lui in procinto di uscire per andare a lavoro. "Fai attenzione a quello che fai". Come risposta, il suono della porta sullo stipite è più che sufficiente. E' possibile che nessuno dei due riesca salutarmi invece di ricordarmi sempre di fare attenzione?
Salgo in macchina, mia madre sgomma sulla strada per la partenza brusca. Faccio un check ad alta voce per ricontrollare se ho preso tutto. Viaggio alla stessa velocità di Martin Garrix, quindi passa poco più di mezz'ora, e sono già alla punto di partenza del pullman con i miei compagni. Saluto in fretta mamma, e cerco in quelle persone la mia classe. Mi unisco al cerchio delle compagne e dopo poche parole e subito discutiamo delle stanze. Secondo me saremo disposte in ordine alfabetico, come hanno sempre fatto. Ma, grazie al cielo, non tutte le mie compagne sono antipatiche. "Ciao bellissima", Alex mi sorprende alle spalle. Mi giro per salutarlo, ma subito noto il suo giubbotto Omino Michelin, estremamente bianco, con la stessa texture dei sacchetti della spazzatura. "No", dico soltanto, ma capisce al volo. "Sono unico ed ineguagliabile". Solleva le sopracciglia e non riesco a trattenere una risata. Ma le nostre chiacchiere sono presto interrotte dalla professoressa, che annuncia che l'insegnato delegato ad accompagnarci è stato male, quindi sarà...
Non. Può. Essere.
Morrison. Ovviamente! Questa gita è partita già male. Sì, è incredibilmente sexy solo con un paio di pantaloni neri e un giubbotto dello stesso colore, ma questo non mi permetterà di distrarmi da Christopher. Cioè sì, altroché mi distrarrà, ma accentuerà l'altra parte della medaglia. E' una cosa normale essere attratta da due ragazzi contemporaneamente? Alex mi colpisce il braccio con un gomito. "Si ma non bagnarti". Effettivamente sto guardando Morrison da troppo tempo. "Ma vaffanculo", gli rispondo sorridendo.
Partiamo e i paesaggi scorrono vivi davanti ai miei occhi; mi perdo nelle sensazioni di ieri sera. Il suo tocco, il suo bacio, l'attrazione, sono ancora palpabili. I battiti del mio cuore pulsano sulle tempie. Le colline fuori dal finestrino, ancora vuote dalle loro viti, si trasformano in macchie di colore sfumate e il mondo intero si dissolve in quel ricordo. La pelle brucia al pensiero delle sue mani sopra il mio corpo e, dopo poco, anche la mente si affanna.
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𝑩𝒐𝒓𝒏 𝑻𝒐 𝑳𝒐𝒗𝒆
Teen Fiction𝘚𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘰𝘮𝘣𝘳𝘦 𝘪𝘯 𝘶𝘯 𝘮𝘰𝘯𝘥𝘰 𝘥𝘪 𝘭𝘶𝘤𝘪, 𝘱𝘳𝘰𝘯𝘵𝘦 𝘢 𝘴𝘷𝘢𝘯𝘪𝘳𝘦 𝘦 𝘳𝘪𝘦𝘮𝘦𝘳𝘨𝘦𝘳𝘦. 𝘝𝘰𝘤𝘪 𝘪𝘯 𝘶𝘯 𝘤𝘰𝘳𝘰 𝘥𝘪𝘴𝘴𝘰𝘯𝘢𝘯𝘵𝘦, 𝘤𝘦𝘳𝘤𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘶𝘯'𝘢𝘳𝘮𝘰𝘯𝘪𝘢 𝘪𝘮𝘱𝘰𝘴𝘴𝘪𝘣𝘪𝘭𝘦. 𝘝𝘢𝘨𝘢𝘣𝘰𝘯𝘥𝘪 𝘴𝘦�...