𝑀𝑒𝓇𝒾

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Quando ero piccolo
mi innamoravo di tutto.
Fabrizio De André


Appena finita l'ultima forchettata di lasagna, mi alzo dal tavolo e, senza perdere altro tempo, mi dirigo verso la mia stanza. Mi preparo in fretta, senza badare troppo ai dettagli: indosso un paio di pantaloncini di tuta morbidi e un crop-top comodo.

Una volta fuori, l'aria calda mi accarezza il viso, mentre cammino verso casa di Coco. Mi godo la brezza leggera che scivola sulla pelle, anticipando il relax del pomeriggio. Quando arrivo da lei, mi accoglie con il suo solito sorriso e ci dirigiamo subito nella sua camera.

"Allora...", mi dice guardandomi di sottecchi, con un sorrisetto malizioso che si allarga lentamente. "Con Morrison?".

"Smettila", le rispondo subito, sentendo il viso che mi si scalda. "È solo una proposta di lavoro!"

"Una proposta di lavoro con un tipo super affascinante...", fa una pausa teatrale, poi si lascia cadere sul letto, mantenendo quello sguardo malizioso. "Giusto?".

Le tiro uno schiaffetto leggero sul braccio e, arrossendo ancora di più, mi premo un cuscino sulla faccia per nascondere l'imbarazzo. Non so se rido per l'emozione o per cercare di sviare il discorso.

"Seriamente", mi chiede, mentre gioca distrattamente con una ciocca dei suoi capelli, avvolgendola intorno al dito, "ti piace davvero questa proposta?". La sua voce si abbassa di un tono, ma il suo sorriso rassicurante e caldo, le rimane sul volto. Provo a formulare una risposta, ma tarda ad arrivare.

Ho accettato perché...

Mi fermo, cercando di mettere ordine nei miei pensieri. Non sono del tutto sicura di conoscere il vero motivo. Certo, diventare una pasticcera è il sogno di una vita, il tipo di lavoro che mi vedo fare, creando piccole opere d'arte che fanno sognare chi le osserva e assapora. Ma... c'è qualcosa che mi trattiene, una sorta di esitazione che non riesco a spiegare del tutto.

"Sì, ne ho parlato con Alex", dico abbassando lo sguardo verso le mani, che giocherellano nervosamente con l'orlo del mio crop-top. "È lui che mi ha aiutata a prendere la decisione di accettare."

Il sorriso di Coco si spegne lentamente, mentre le sue sopracciglia si aggrottano in segno di preoccupazione. "In che senso?", mi chiede, con un tono più serio e curioso.

"Niente di che... mi ha solo fatto riflettere, mi ha ricordato che questo è davvero il sogno della mia vita." Mentre parlo, mi tolgo le scarpe, lasciandole cadere distrattamente accanto al letto, e mi metto a gambe incrociate sul materasso. "Alla fine, ho capito che non potevo lasciarmi sfuggire un'occasione del genere, quindi ho accettato."

Coco mi osserva attentamente per qualche istante, come se stesse cercando di leggere tra le righe. Poi annuisce lentamente, ma le sue labbra rimangono serrate, come se avesse altro da dire ma non volesse farlo subito.

"Va bene," conclude Coco voltandosi a pancia in su, stiracchiandosi. "E cos'ha detto Morrison quando gli hai dato la tua risposta?". In un attimo, si tira su in posizione seduta, appoggiandosi sui polpacci, con le mani salde sulle ginocchia. È visibilmente curiosa.

Mi fermo un attimo, ripensando alla chiamata di questa mattina con Morrison. "In realtà...", comincio, sentendo un velo di insicurezza nella mia voce, "l'ho chiamato io, e lui mi ha subito fissato un appuntamento per domani." Sorrido imbarazzata, cercando di mascherare il nervosismo.

"Ah." Lo sguardo di Coco si fa improvvisamente più serio, quasi ombroso. "Cioè... tu l'hai chiamato e lui ti ha dato subito un appuntamento?". Lascia la frase in sospeso, poi incrocia le braccia, come se cercasse di capire meglio. "Senza nemmeno aspettare di sapere la tua risposta...?" Le sue domande, così cariche di implicazioni, mi fanno sentire un improvviso dubbio serpeggiare dentro di me.

𝑩𝒐𝒓𝒏 𝑻𝒐 𝑳𝒐𝒗𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora