𝒞𝒽𝓇𝒾𝓈𝓉𝑜𝓅𝒽𝑒𝓇

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Se la sofferenza
vi ha reso cattivi,l'avete sprecata
Ida Bauer


Cammino nel buio. L'unica cosa che vedo è una luce lontana, fioca, in fondo a qualcosa che non riesco a capire. Strizzo gli occhi per cercare di vedere meglio.

Una figura mi sfreccia accanto. Si volta. Il viso segnato da un vita lugubre.

Mamma.

Poi un'altra, ancora più veloce.

Derek.

Provo ad allungare la mano per prenderlo, ma è troppo lontano. Inizio a correre, il cuore mi martella nel petto. Ma non serve a nulla. Corro, ma tutto rimane fermo.

Tum, tum. Tum, tum.

Un'altra figura mi passa accanto. Stavolta si ferma. Mi sfiora il viso.

Meri.

"Non c'è nessun noi. Nessuno vorrebbe stare con uno come te."

Tento di urlare, ma non esce nulla. Mi inginocchio e grido ancora. Silenzio. Solo silenzio.

Le mie palpebre scattano. Un grido sfugge dalla mia bocca prima che io possa fermarlo. Il corpo è intriso di sudore, il cuore martella nel petto come se volesse uscire. Le braccia, fasciate, pulsano di dolore, un tormento che mi trapassa come lame ardenti.

Cerco di concentrarmi, gli occhi ancora annebbiati. La flebo. Seguo il tubo con lo sguardo fino alla sacca di plastica trasparente appesa sopra di me. Le lettere sull'etichetta sono sfocate, indistinte. Il mio respiro è irregolare, strozzato, come se non riuscissi a riempire i polmoni.

Mi guardo attorno. Pareti bianche, fredde. Una scrivania spoglia, opaca. Una sedia di plastica accanto al letto. Le lenzuola bianche con scritte blu che non riesco a decifrare. Un televisore spento. La mia mente continua a raccogliere ogni dettaglio, come un meccanismo inceppato che non riesce a fermarsi, anche se la testa brucia, ogni pensiero un incendio.

Dove sono?

Mio padre. Dov'è?

Il SUV... Ricordo l'impatto con il terreno. E poi... l'uomo con il camice.

Non riesco a fermare la mia testa. Pensieri, immagini, frammenti di ricordi si accavallano senza sosta, un vortice incontrollabile. Porto le mani alle orecchie, premo con forza, ma non serve a nulla. Tutto quello che sento è un suono stridulo, acuto, che mi trafigge il cervello. Mi sta facendo impazzire.

Cosa mi sta succedendo?

Respiro a fatica, come se l'aria fosse diventata densa, inafferrabile. Ogni boccata è una lotta, ma non basta. Il cuore batte furioso, come se volesse scoppiare. Mi sento intrappolato dentro il mio stesso corpo, in una gabbia che non riesco a spezzare.

"Christopher," la voce emerge, flebile ma chiara, come una fessura di luce nel caos. "Christopher," ripete, sempre più vicina. Sento delle mani posarsi sulle mie braccia, ancora tese, tremanti. Mi sforzo di mettere a fuoco la vista, il mondo sembra muoversi lentamente intorno a me.

Meri.

Il suo volto mi riporta a una parvenza di realtà. Lascio che le mani scivolino lentamente sul letto, ormai senza forze. Non mi sono mai sentito così vulnerabile. Debole, completamente esposto. Mi fissa con uno sguardo rassicurante, il suo sorriso è morbido, quasi sollevato.

"Finalmente!", dice con una risata leggera. Il suo tono è caldo e rassicurante. Poi un'altra figura entra dalla porta.

Coralline.

𝑩𝒐𝒓𝒏 𝑻𝒐 𝑳𝒐𝒗𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora