13 - Nankurunaisa

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E abbiamo perso i giorni, i mesi, gli anni
A pensarci e ripensarci
Ma quante stupidaggini
Scappo da quel ricordo come un posto di blocco
Come se avessi dietro un mostro
E non importa come
E non m'importa dove
Lo sai meglio di me
Che siamo troppo belli, troppo matti
Per dividerci la vita
Una casetta, una collina
Una scogliera tutta nostra
Come un anno fa (un anno fa)
E un bacio sulle dita
Una dozzina e una mattina
Poi tu te ne vai via

Mezzo secondo - Gazzelle

Mezzo secondo - Gazzelle

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🪻 ALALULA 💋

Quando varchiamo la porta della stanza la situazione ormai si è raffreddata e Lucas è di nuovo distante.
"Ehi, tutto bene?" - Chiedo sedendomi accanto a lui.
"Sì, immagino di sì. Dovrò farmene una ragione giusto?"
Annuisco piano e ridacchio.
"Vado a fare una doccia o preferisci andare prima tu?" - Mi chiede. Non mi propone di andare con lui, quindi presumo che il nostro fuoco si sia già spento.
"Vai pure, mi metterò sul letto a leggere alcuni documenti, devo rispondere per forza altrimenti Este mi tormenterà alle prime luci dell'alba."
Quel ragazzo lavora troppo.

Mi sistemo sul letto e mi perdo nel tramonto sopra di me. Ora capisco perché mamma amava la sua stanza, è un'oasi di pace, un posto dove sentirsi connessi con il mondo, dove tutto si ridimensiona facendoti sentire parte di un universo fantastico.
Rispondo velocemente alla mail e gli occhi si chiudono, la stanchezza della mattinata mi colpisce in pieno e mi addormento come non capitava da tempo.

Non so che ore siano, ma le corde di una chitarra, e la voce di un uomo, mi svegliano dal mio torpore.
Scendo le scale del soppalco e vado in bagno, poi butto la testa fuori dalla porta finestra.
Hinto è seduto sul divano esterno, a petto nudo, mentre suona la sua Fender.
Mi avvicino e mi metto accanto a lui.
"Non volevo svegliarti. Perdonami." - Dice appoggiando lo strumento a terra.
"Non l'hai fatto, mi sarei svegliata comunque. Non sono abituata a dormire così tanto."
Appoggia la testa alla spalliera del divano e chiude gli occhi.

"Sono un caso clinico vero?" - Chiede senza guardarmi.
"Non so a cosa tu faccia riferimento, sei troppo vago." - Decido di prenderlo in giro, capisco il suo senso di protezione verso Willa, lui sta sostituendo i suoi genitori, e non credo ci sia un vademecum su come comportarsi.
"Su mia nipote, su di noi..." - Noi? Davvero?
"Beh, diciamo che sei un caso...ma sei carino quindi te lo perdoniamo."
Apre un occhio e mi guarda. Le stelle non sono luminose come le sue iridi azzurre, in questo momento potrebbero sostituirsi alla luna, e la terra non piomberebbe comunque nell'oscurità.
"Un caso...beh immagino che mi sia andata ancora bene."

Mi alzo e allungo la mano.
"Forza cowboy, andiamo a dormire. Domani abbiamo un sacco di lavoro da sbrigare."
Afferra la mia mano, ma invece che alzarsi mi tira verso la poltrona.
"Cosa vorresti di più nella vita?" - Bella domanda.
Mi metto seduta meglio e appoggio il mento sulla sua spalla.
"Averla indietro, ma mi rendo conto che sarebbe impossibile, non si torna dalla morte. Quindi credo ricordarla, ero piccola, e molti dettagli non sono più nitidi come prima."
"Immagino. Cosa..."

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