L'idea di saltare almeno qualche giorno mi persuase anche quella mattina.
Non avevo la minima voglia di entrare, in fin dei conti non avevo fatto molte assenze e potevo permettermelo.
Le mie gambe, però, erano evidentemente contrarie dato che continuavano a fare la stessa strada che facevo ogni mattina.Se avessi saltato la scuola, mia madre avrebbe sicuramente chiesto delle spiegazioni. Per mia madre un'alunna del mio calibro non poteva permettersi assenze senza un motivo valido o addirittura degli eventuali ritardi.
A scuola mi impegnavo molto, non che avessi altra scelta, avevo una media abbastanza alta, di questo ne andavo anche fiera.
Ma ciò non toglieva il fatto che non sopportassi stare in quell'edificio pieno di muffa.Fui assolta dai miei pensieri quando mi accorsi di essere appena caduta a terra, e la causa non era un palo, come pensai, ma una persona.
La ragazza davanti a me aveva una mano protesa nella mia direzione, in modo tale che potesse aiutarmi. Non l'avevo mai vista fino a quel momento, i capelli erano lunghi, ma non troppo, e castani, così come i suoi occhi.
«Perdonami, non ti avevo vista.» mi rivolse un piccolo sorriso imbarazzato, mentre cercava di raccogliere i fogli che le erano caduti. Era molto più alta di me, sembra parecchio solare come ragazza.«Tranquilla, ci sono abituata.» mi tappai subito dopo la bocca, sperando che non mi avesse sentito.
Mi guardò divertita, con una mano cercò di mantenere i fogli, mentre protese l'altra vera lamia direzione.
«Sono Amy, piacere di conoscerti.»«Emily.» le sorrisi, cercai di filarmela e di tornare sui miei passi, cioè dritta a casa, ma quella ragazza decise di trattenermi, tirandomi per un braccio.
La guardai confusa per quel gesto, e quando lo notò decise di prendere parola.
«Scusa, ma sono nuova e non ho la minima idea di dove sia-» bofonchiò qualcosa che suonava simile al nome della mia scuola.
Compresi il perché mi stesse parlando così tranquillamente.Le rivolsi un sorriso «Vado anche io in quella scuola, ti posso accompagnare.»
Pensai che avrei potuto utilizzarla come mezzo per evitare Luke e Alyssa, o comunque qualcuno di quel gruppo.
Era parecchio logorroica, non capii se si trattasse di una sottospecie di disagio, ma non riuscii a seguirla del tutto, poiché l'ansia che lui potesse vedermi mi divorava ogni secondo di più.
Quando arrivammo davanti l'edificio, notai che il sorriso che aveva poco prima le si spense, non era certamente ciò che si aspettava.«Non era ciò che ti aspettavi?» chiedi curiosa, sapevo già la risposta, le si leggeva in faccia. Quasi mi piaceva quella ragazza, era trasparente, si vedeva perfettamente.
«Mette un po' di tristezza, non trovi?» mi chiese, per poi voltarsi nuovamente nella direzione della scuola.Continuò a parlare, ma non riuscii a seguirla una volta varcato il cancello.
Sollevai il più possibile il cappuccio della mia felpa, sperando che non mi notassero; loro sedevano sulla panchina infondo al cortile principale, mi domandai come fecero a vedermi quella mattina quando cercai di entrare dalla palestra, era impossibile vedermi da laggiù.
Amy si guardò un po' intorno, cercava di scrutare bene i ragazzi e le ragazze che la circondavano, nessuno comunque sembrava aver notato la nostra presenza.«Stai evitando qualcuno?» mi chiese ridendo, era parecchio divertita dalla mia goffaggine.
«Si.» alzai lo sguardo su di lei, guardandola quasi come un cane bastonato, la mia paura era palpabile anche da due metri di distanza.
Mi guardò seria, quasi preoccupata, non capiva cosa le avessero appena detto i miei occhi.Quando mi ritrovai davanti al mio armadietto, tolsi finalmente il mio cappuccio, scacciando i capelli, che fin a prima erano rimasti dentro la felpa, fuori.
Appoggiai la schiena contro esso, mentre lo sguardo di Amy mi trafiggeva del tutto, cercando di capire di cosa avessi paura.
«Ci sono dei ragazzi che mi fanno fastidio, tutto qui.» la rassicurai con un sorriso, cercando di non alludere ad altro.
Lei non fu convinta della mia risposta, ma cercò di non pensarci molto.«Devo andare in segreteria, mi aspetti lì fuori?» sembrava preoccupata, come se non volesse lasciarmi sola.
***
Aspettai Amy per un po' fuori dalla segreteria, non c'era stata traccia di Luke o Ashton fino a quel momento.
Alyssa mi aveva intravista in corridoio, ma si limitò a trucidarmi con lo sguardo.«Perfetto, abbiamo un'ora libera e puoi farmi fare il giro della scuola.» Amy spalancò la porta della segreteria, mi si avvicinò immediatamente, guardando poi seria.
«Per la cronaca, fai schifo a mentire, perciò passeremo quell'ora fuori dove mi racconterai chi stavi evitando.» cercò di trascinarmi con lei verso l'uscita di scuola, ma qualcosa mi bloccò immediatamente.«Non entriamo in classe Steeve?» Luke era sul fondo del corridoio, e mi stava raggiungendo a grandi falcate.
Non mi preoccupai più di tanto, a scuola non mi aveva mai mosso un dito.
Quando fu davanti me ed Amy, quest'ultima lo trafisse con lo sguardo.
«Mi sta facendo fare un giro per la scuola» il ragazzo sposto lo sguardo su di lei, squadrandola come se avesse la peste.«Perché non ci lasci da soli, invece?»
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My bully ↠ lrh
FanfictionGli anni del liceo non sono sempre quelli più semplici, c'è chi soffre per amore, c'è chi non va bene a scuola, insomma emergono sempre vari problemi. Lei non era mai contenta di entrare in quell'istituto, non perché avesse paura di incontrare il su...