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A mio malgrado, accettai la proposta di Luke. Si erano fatte già quasi le tre del mattino, e la mia casa dista molta dalla sua, non mi andava proprio di farmela a piedi. E cosa peggiore, aveva anche iniziato a piovere, e diciamocelo, non ero vestita nel migliore dei modi.

Una volta entrata nella macchina nera di Luke, lui stese un po' fermo come se stesse riflettendo su qualcosa, per poi spostare lo sguardo verso di me, tirandosi l'anello che gli contornavano perfettamente le sue carnose labbra. Non mi ero accorta di starlo ad osservare anche io, e quando me n'è resi conto, spostai immediatamente lo sguardo imbarazzata.

«Possiamo partire?» la mia voce era, a dir poco, imbarazzata, sembrava quella di una bambina.
Con la cosa dell'occhio lo vidi ghignare, per poi accendere il motore della macchina e partire, fino a lasciare quella piccola villetta, per dirigersi verso casa mia, o almeno credevo fosse così.

Nel frattempo aveva smesso di piovere, e fui felice di questa cosa, anche se, sinceramente, amavo particolarmente la pioggia, mi rilassava.
Non diedi molta importanza alla strada che percorreva Luke, poco importava. Ero immersa nei miei pensieri più strani, tra cui cominciai anche a pensare alle labbra di Luke sulle mie,e lì cominciai a scuotere la testa e a maledirmi mentalmente per aver pensato minimamente a lui.

«Siamo arrivati.»

Luke catturò la mia attenzione, quindi distolsi lo sguardo dalla radio spenta, per poi posarlo su ciò che mi si presentava davanti, cioè tutto, ma non casa mia.

«Luke, sai che non vivo in una spiaggia, vero?» posai lo sguardo su di lui, che mentre ghignava in modo divertivo, e ciò mi fece innervosire più di quanto già non lo fossi.

Cercai in tutti modi di reprimere la voglia di prendergli la testa e sbattergliela nel voltante, così aprì violentemente lo sportello e scendere, per poi richiuderlo sempre in modo poco carino. Luke, a sua volta, fece lo stesso, avvicinandosi verso la mia figura a passo svelto, era incazzato, ovvio.

«Ma sei impazzita?» sbraitò contro di me, rompendomi sicuramente un timpano, ma la cosa poco importava.
Lo ignorai e presi a camminare verso la spiaggia, intenta a farmi una passeggiata, e magari a stare più lontana possibile da Luke.
Solo che lui, quella notte o mattina, qualunque cosa era, non aveva la minima intenzione di lasciarmi stare.

«Emily, fermati!» a quel richiamo cominciai a camminare più piano, e incrociai le braccia sotto al petto, odiavo Luke Hemmings.
Quando mi raggiunse cominciò a camminare di fianco a me, standosene completamente zitto, e potevo giurare di sentire il suo sguardo su di me, e la cosa non capì se mi desse fastidio o se mi facesse piacere.

Cominciò a fare freddo, infatti mi arrivarono non pochi colpi di vento, intenti a farmi alzare la gonna nera. Ero vestita troppo leggera, e sentivo un freddo cane.
La mini canottiera di Chanel che avevo addosso era la più inadeguata per quel periodo, non so come faccia mia sorella a vestirsi così anche in pieno inverno, e non so neanche come mi sia saltato per la testa di indossare i suoi vestiti, che a parer mio, sono più corti di quanto non dovrebbero essere.

Girai lo sguardo verso Luke, e nel momento in cui lo feci, lo vidi sfilarsi il giubbotto nero di jeans, per poi restare con la sua camicia a quadri rossa e nera. Spostò lo sguardo su di me, aprì il suo giubbotto verso la direzione e con la testa mi fece il cenno di indossarlo.
Il giubbotto era comodo, largo e caldo, ed era impregnato dal suo odore. Era stato un gesto così dolce, che mi pentì di essermi comportata in modo poco carino un'attimo prima, ma cacciai subito via quel pensiero.

«Grazie Luke.» gli sorrisi, ed era uno dei miei sorrisi più sinceri. Era stata la cosa più carina che lui avesse fatto per me in questi tre anni in cui lo conoscevo, e la cosa mi fece piacere.

«Possiamo fermarci? Mi fanno male le gambe, Emily.» cedetti, stavo morendo anche io.

Crollai sulla morbida e fresca sabbia, per poi alzare lo sguardo sul cielo, che in quel momento era coperto da nuvole e c'era un piccolo strato libero dove stava la mezza luna.
Luke prese posto proprio accanto a me, seguendo il mio sguardo e rimanendo a sua volta in silenzio, proprio ciò che speravo.

* *
ho cercato di aggiornare il più prego possibile, anche perché mi andava un casino di scrivere.
volevo ringraziavi, per le tante visualizzazioni e per i tanti voti, davvero, non mi aspettavo tutto ciò,per cui grazie, veramente.

non sto qui a dirvi che vi adoro perché sarebbe una bugia, vi amo e basta.
Come al solito, se ci sono eventuali errori, scusate, lo revisionerò quanto avrò tempo.
Continuo a 38 voti
– arianasplende

My bully  ↠ lrhDove le storie prendono vita. Scoprilo ora