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Era diventato un vero e proprio strazio ormai varcare quel portone grigio.
In giardino non c'era praticamente neanche un alunno, se non i soliti fumatori di sigarette o di altro.
Faceva abbastanza freddo quel giorno e non mi spiegai come pur essendoci il sole si rischiava di diventare un ghiacciolo, e anche il perché io fossi uscita di casa visto la mia malavoglia di assistere alle lezioni della professoressa Smith.

«Ricordami perché sto ancora respirando,o meglio perché quella cazzo di vecchia decrepita insegna ancora.» Amy mi raggiunse al mio armadietto che avevo appena aperto dopo svariati tentativi, questa scuola stava cadendo letteralmente a pezzi.

«Hai la luna storta?» sapevo che facendo così l'avrei provocata di più, e non era mia intenzione farlo, ma sinceramente non capivo nemmeno cosa io stessi facendo visto che avevo ancora l'immagine del mio letto impressa in testa.

«Dio mio, mi ha messa in punizione, e per cosa? Perché ho dato due calci a quella cazzo di macchinetta che mi ha fregata per l'ennesima volta i soldi.» ripeto, questa scuola fa veramente schifo.

«Vado in classe e cerco di calmarmi un po', ci vediamo più tardi.» mi diede il solito bacio sulla guancia mattutino per poi dirigersi verso la classe del prof di inglese.
Non avrei fatto lezione per il semplice motivo che il professor Sherman aveva scelto me come guida per l'orientamento, ovvero avrei dovuto convincere i ragazzi a scegliere questa scuola anche se non delle migliori.

«Non vai in classe Steeve?» e quella voce anche se non la sentivo da parecchio era comunque una delle più riconoscibili, anche se fosse stata camuffata.

E quando mi girai lo vidi,la chioma riccia doveva essere rigorosamente folta, come sempre, ma comunque corta. Era anche fin troppo alto, e io non potei fare a meno che sentirmi più bassa di quanto non lo fossi già.
Lo squadrai per bene, per poi iniziare a fissarlo male, mentre lui mi guardava con fare interrogativo.

«Sei troppo alto Harold.»

* *
Saltai la prima ora per passarla con Harold e mi spiegò che doveva ripetere l'ultimo anno, visto che l'anno precedente l'aveva passato ovunque tranne che a scuola.

«Harold, non farti bocciare anche qui.»

«Emily, è una delle ultime cose che vorrei fare visto che devo finire questa cazzo di scuola, prendermi un anno di pausa, dopodiché inizierò l'università.» fui stupita della sua determinazione.
Harold era sempre stato quel ragazzo con la testa altrove, superava sempre il limite e sopratutto non aveva piani per il futuro, o comunque non era mai deciso su quello che avrebbe voluto fare una volta conclusa la scuola.

«E comunque non chiamarmi sempre Harold, altrimenti qui si abituano e non mi chiameranno Harry.» aggiunse poco dopo;  non gli dava molto fastidio che io la chiamassi così, visto che la prima volta che si presentò mi disse di chiamarlo in questo modo, oppure Harry, ma comunque preferiva che lo chiamassi solo io così e non gli altri perché non c'era davvero abituato e lo infastidiva abbastanza a quanto avevo capito.

«Quindi, a quanto ho sentito sei una delle studentesse migliori in questo liceo.» Harry ha sempre odiato gli studenti modello, o meglio ha sempre odiato quella categoria che, pur ricevendo il massimo pretendono ancora di più, e io non ne faccio assolutamente parte, se devo essere sincera anche se avessi ricevuto la sufficienza in qualche materia la cosa non mi avrebbe turbata  affatto.

I voti scolastici, alle volte non sono meritati, non stabiliscono il tasso della propria intelligenza, ognuno lo è a modo suo e non sarà una stupida sufficienza o uno stupido nove a far la differenza. Essere intelligenti non vuol dire essere dei geni a scuola, ma saper riflettere anche fuori un istituto scolastico, dove per un insegnante sarai sempre e comunque lo stesso voto.

My bully  ↠ lrhDove le storie prendono vita. Scoprilo ora