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Ero di nuovo in quella stanza, nera.
Pieno di collage, e poster di ogni band possibile e immaginabile.
Michael a Calum erano nel bagno della stanza con Luke, e quest'ultimo stava urlando come se lo stessero esorcizzando. Ridacchiai, erano davvero divertenti quelle urla, sembravano quasi quelle di una ragazza.

«Guarda che non è per niente divertente.»

Luke mi si presentò davanti con un dito puntato contro e la faccia seria.
Lo esaminai per bene, aveva dei pantaloncini verdi e bianchi da basket, e il torso era nudo.
Distolsi subito lo sguardo, le mie guance erano, sicuramente, peggio dei capelli che portava Michael.

«Emily, sei hai bisogno chiamaci, e tu, non ti azzardare a torcerle un capello-»

«Grazie Cal.» gli feci uno dei miei sorrisi più sinceri possibili, per poi ridiventare seria e portare il mio sguardo verso Luke.
Non appena la porta si chiuse, mi buttai sul letto cercando di prendere sonno e di evitarlo, anche se quell'azione non sarebbe servita minimamente.

Lui dal canto suo, rimase in piedi, per poi prendere qualcosa nella tasca dei jeans, presumo le sue sigarette. E infatti, dopo qualche secondo, l'odore della nicotina invase quasi tutta la stanza, facendomi tossire leggermente, non ero più abituata all'odore del fumo.

«Ti dà fastidio?» ridacchiò di gusto, prendendomi in giro, e questo non fece altro che innervosirmi.

«Potresti fumare fuori?» non perché quell'odore mi desse fastidio, semplicemente mi dava fastidio la sua presenza.
Alzai il busto, e lo appoggiai sulla tastiera del letto, fissando Luke attentamente, cosa che stava facendo anche lui. Prima che potesse rispondere la porta si aprì di botto, presentando un ragazzo mai visto in vita mia.
Quest'ultimo barcollava e già da lontano emanava una puzza terribile di vari tipi di alcolici.

Luke continuava a fumare tranquillamente la sua sigaretta -come se nessuno fosse entrato in camera sua- seduto sulla sedia accanto alla scrivania, guardando quel ragazzo in modo impassibile.

«Chi sei?» non so perché domanda ciò al ragazzo, ma comunque se Luke non faceva nulla non potevo rimanere con le mani in mano. Il ragazzo mi guardò per una manciata di secondi, per poi decidere di avvicinarsi a me in modo affrettato.
Il respiro cominciò a farsi irregolare, cosa voleva da me?
Per un nano secondo chiusi gli occhi, e li riaprì in fretta realizzando ciò che stava per succedere. Ma il ragazzo di fronte a me era, ormai, disteso a terra, con sopra un Luke intendo a pestarlo in modo atroce.

«Luke, fermo!»

Si fermò, così poi da girarsi verso di me. Fece alzare il ragazzo e lo buttò letteralmente fuori la stanza, chiudendo poi la porta a chiave.

* *
Erano ormai le due del mattino, e non avevo ancora chiuso occhio.
Non ci riuscivo, come potevo?
La musica del piano di sotto mi stava completamente rompendo i timpani, ma non era questo che non mi permetteva di dormire.
Era Luke,insomma era qui accanto a me, ed ero troppo nervosa per prendere sonno. Poi con l'episodio di qualche ora prima, dovevo seriamente smetterla di venire in questa casa.
Ma perché restavo ancora, ecco la vera domanda.

«Perché?» sbucai dal nulla, e ruppi il silenzio che c'era, era un silenzio rumoroso per i miei gusti. Sapevo che non stesse dormendo, esattamene con me.

«Cosa?» come immaginavano.

«Niente.» decisi che ciò che avevo da dire doveva essere rimangiato, non ne valeva la pena parlarne.

«Parla.» Il tono della voce era serio, e io ero in soggezione. Mi girai per guardarlo, e anche nel buio della notte, si intravedevano comunque quei suoi occhioni che mi fissavano, più intensamente del solito.

«Mi domandavo, perché ancora resto, dopo tutto quello che mi hai fatto. Perché continui a proteggermi anche se mi odi, e appunto se mi odi, perché continui a dire che vuoi baciarmi?»

Le parole uscirono naturali, come se fosse la bocca a parlare, mentre io non avevo avevo pensato a niente, avevo anche deciso di non parlarne, soprattutto con lui.

«Io non ti odio Emily.»

«Certo che mi odi, a quest'ora non mi avresti picchiat-»

Non finì neanche la frase, che fece combaciare perfettamente le nostre labbra, iniziando a muovere le sue dolcemente sopra le mie.
Ricambiai il bacio, e sinceramente, non so perché lo feci.

«Non c'è la facevo più, Em.» se ne uscì con questa frase dopo essersi staccato da quel bacio, e la cosa un po' mi dispiacque.
Ma non diedi molta importanza a ciò.

«Eh?»

«Dovevo baciarti, insomma, come hanno fatto tutti i ragazzi della scuola a non sbavarti dietro o n'è anche minimamente a baciarti?» e con questa domanda,e non potei fare a meno di sentirmi a disagio.
Non amavo parlare della mia vita sentimentale, non avevo mai avuto un ragazzo, perché semplicemente prima delle medie non mi importava frequentare qualcuno, mi reputavo ancora troppo piccola, come tutte le mie amiche del resto.
Entrata al liceo, però, ero consapevole che ci fossero stati i primi amori, no?
Be' si, ma essendo stata vittima di bullismo, e aver cercato di evitare loro per quei interi tre anni, non ho dato molta importanza a ciò, o forse si, ma anche se fosse, i ragazzi mi stavano alla larga.

«Forse è meglio che vada.»

Mi alzai da quel letto, e cominciai a camminare verso le mie cose. Non aveva senso che io restassi lì con Luke, non sarebbe cambiato niente, veramente niente.
Il giorno dopo lui e Ashton mi avrebbero sempre picchiata, insultata e umiliata, perché sarei dovuta rimanere?

«Cosa, no, perché?» balzò fuori dal letto e venne verso di me, strattonandomi per un braccio. Aveva gli occhi leggermente spalancati, e si poteva ben notare che fosse sorpreso e anche un po', arrabbiato?

«Non vai da nessuna parte, Em.»

«Devo, sono le due, e se non torno a casa mia madre e mia sorella metteranno sotto sopra mezza città per cercarmi, e poi non ne vedo il motivo di rimanere qui.»

«Emily, resta

«Ma cosa cambierebbe? Tu e Ashton tornente alla solita routine e anche io, che senso ha?»

Rimase in silenzio, forse ci stava pensando un po', e decisi che quello era il momento adatto di andarmene e lasciarlo lì con i suoi pensieri.

«Quindi, io vado Luke.»

Riuscì a mollare la sua presa per andare verso la porta della stanza e uscire da lì, e scappare nuovamente via da lui.

«Aspetta.»

«Che c'è?»

«Ti accompagno.»

* *
okay,non so sinceramente se definire questo capitolo una merda o una merda.
non mi piace, e non so sinceramente se pubblicarlo, ma dato che sto ritardando da un bel po' nell'aggiornare, ho deciso di metterlo.
Poi non so, in caso lo riscrivo e lo elimino, e per adesso dovete accentarvi di questo capitolo di passaggio.
Scusatemi ancora.
E scusate anche eventuali errori, ma non ho riletto.
– arianasplende

My bully  ↠ lrhDove le storie prendono vita. Scoprilo ora