Una luce gialla e fioca sbucò dalla finestra, cercando di risvegliarmi dal mio sonno profondo. Sgranchì le ossa per bene, per poi portare le mani sui miei occhi ancora chiusi, incitandoli ad aprirsi. Mi guardai intorno, e mi accorsi solo dopo pochi minuti che non ero nella mia stanza.
Balzai fuori dal letto così velocemente che caddi a terra.
Che ci facevo in una stanza che non era la mia?Mi ricordai, all'improvviso, della sera precedente, e sopratutto la conversazione con Ashton. Mi maledì mentalmente per aver ascoltato i ragazzi ed Amy, avevo avuto la mia prima sbronza e non riuscivo a capire se avessi combinato qualche guaio.
Certo che avevo causato un guaio, mi ritrovavo in una stanza che non era la mia!Dopo il mio momento di riflessione, mi alzai dal quel pavimento incredibilmente freddo, e cercai di analizzare la stanza.
I poster dei Nirvana ricoprivano le pareti, e non appena posai lo sguardo sul collage di foto riposto vicino al letto capii subito.«Ti sei svegliata finalmente.»
Luke entrò nella stanza e si buttò sul suo comodo letto, guardandomi compiaciuto.
Deglutì con forza e cercai di chiedergli cosa fosse successo ieri sera, mi avrebbe preso in giro a vita per questo.«Vuoi rimanere in piedi?»
I suoi occhioni azzurri incrociarono i miei. La situazione era già imbarazzante, non potevo immaginare che cosa avessi combinato la sera precedente.«No.» risposi in modo freddo, dopodiché mi accomodai sul quel letto ,e cercai di mantenere lo sguardo da un'altra parte, bastava non incrociare il suo.
«So che stai pensando. Vuoi sapere cos'hai combinato ieri sera e il perché ti ritrovi qui?»
«Direi che ovvio.»
Deglutì.«Be', non te lo dirò.»
Sbarrai gli occhi sorpresa di quella risposta.
Avevo tutto il diritto di sapere cosa avessi combinato, anche se a dirla tutta non ero particolarmente entusiasta di sapere cosa fosse successo la sera precedente.«Perché?»
«Troppe domande.»
«Perché non me lo dici?» so che ero insopportabile, e che insistendo non avrei risolto nulla, ma non importava, avevo bisogno di sapere.
«Perché so che non lo vuoi sapere veramente.»
Detto questo, avvolse le due braccia intorno al mio bacino, così da trascinarmi di più a lui.«Niente di cui potresti pentirti, comunque.»
Il mio respiro si fece irregolare, mentre il mio petto si abbassava ripetutamente.
La situazione era strana, fin troppo direi.«Quindi, nessun guaio?» cercai di sciogliere la sua presa, e questo lo fece divertire ancora di più, dato che poco mi strinse in maniere più forte.
«Esatto.»
Si avvicinò di più a me, per poi lasciare un leggero bacio sulla mia fronte.
Perché sono tutti lunatici qui?* *
Scesi di corsa le scale, cercando di evitare qualunque incidente che avrebbe potuto causare qualche danno collaterale.
Saltai l'ultimo gradino, per poi ritrovarmi il viso di Luke ad un centimetro dal mio, che situazione.
Avanzava sempre di più verso di me, e ad ogni suo passo cercavo di indietreggiare, nella speranza di scappare via.«Vai via?» finse di essere deluso e triste, allo stesso tempo.
«Ashton, lasciami!»
Sentì la voce di Amy avanzare verso di noi, finché non sbucò da dietro le scale, lasciando andare la mano del ragazzo ricciolino, che sembrava quasi offeso e deluso dalla reazione della ragazza, abbastanza infastidita.«Emily, stai bene?» mi saltò completamente addosso, avvolgendomi in un grande ed affettuoso abbraccio.
«Si. Andiamo a casa?»
«C'è un problema.»
La guardai preoccupata, spostai lo sguardo da lei ai due ragazzi dietro, Ashton sembra preoccupato, mentre Luke era abbastanza divertito.«La macchina non funziona.»
* *
«Tieni.»Mi passò un paio di boxer blu, e una sua maglietta nera, con su scritto il nome dei Nirvana con il loro logo.
«Mh?» mugugnai, non riuscendo a capire minimamente cosa avrei dovuto farci con i suoi vestiti.
«Mettiti qualcosa di comodo, no?»
«Si, certo.»
Tolsi quegli indumenti dalle sue mani, cercando di evitare il suo sguardo che, poco ma sicuro, era divertito dal fatto che fossi imbarazzata da quella situazione.«Potresti uscire? Dovrei cambiarmi.»
Posai gli indumenti sopra il letto, e alzai lo sguardo verso di lui, incrociando le braccia sotto il mio seno, forse mettendolo più in vista, dato che il suo sguardo cadde improvvisamente lì; sentì le mie guance avvampare, e sciolsi le braccia che fino al minuto prima erano unite.
Mi squadrò dalla testa ai piedi, per poi mordersi il labbro e tirare quell'anellino che aveva nel labbro inferiore.«È la mia stanza, perché dovrei uscire?»
Comincio a ridacchiare, anche se non c'era niente da ridere; nel serio gruppo c'erano troppe persone convinte di essere divertenti.Afferrai la prima cosa che cadde sotto i miei occhi, per poi tirargliela è afferrargli in pieno la faccia. Scacciò un urlo di dolore,cadendo a terra. Oh andiamo, un cuscino non può fare così male.
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My bully ↠ lrh
FanfictionGli anni del liceo non sono sempre quelli più semplici, c'è chi soffre per amore, c'è chi non va bene a scuola, insomma emergono sempre vari problemi. Lei non era mai contenta di entrare in quell'istituto, non perché avesse paura di incontrare il su...