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«Sapevo che non dovevo andare con i miei genitori su quella montagna.» Amy sospirò posando delicatamente una delle bottiglie di vetro dentro il frigorifero.
Non volevo affatto che si sentisse in colpa, la colpa era solo mia che non sapevo difendermi, e dovevo sempre farmi aiutare da altri.

«Amy, no. Non ti ho raccontato ciò per farti sentire in colpa, va bene?»

«Be', un po' di colpa c'è l'ho, e comunque devo andare, mia madre mi frigge se non torno.» ridacchiò e io la seguì, per poi accompagnarla al portone di casa, non molto distante dalla cucina. Erano le sette e mezza, mia sorella doveva tornare a momenti o tra qualche ora.
In un certo senso, mi mancava Hannah, insomma alla fine era pur sempre mia sorella, e non nascondo il fatto che anche se a volte avrei voluto buttarla giù da un precipizio, le volevo molto bene.

Nell'attesa, decisi di accoccolarmi nel divano e riposare un po', non dormivo da giorni.
Sprecavo il tempo a pensare a lui, al nostro bacio, e al perché ci rimase male quando il stessa sostenni che era semplicemente un bacio.

* *
Cercai di aprire gli occhi, ma le mie palpebre sembravano terribilmente pesanti in quel momento, avrei preferito dormire.
Continuai così per alcuni secondi, per poi aprirli e notare mia sorella seduta nell'ultimo gradino delle scale, intenta a infilarsi una delle sue scomode scarpe nere.

«Questa stupida scar-»

«Hai finito?» interruppi l'ennesima imprecazione che stava per avere, alzandomi dal divano per dirigermi verso camera mia;
quel divano era tutto tranne che comodo, non so come faccia mia sorella a dormire ogni santo pomeriggio.

«Oh sei sveglia.»
Annuì, per poi girare i tacchi e cominciare a salire i primi gradini.

«Comunque è passata mamma prima, è andata con Anne a cenare fuori.»
Non appena udì il nome di Anne, un grande sorriso non poté non farsi largo sul mio viso, così mi girai in fretta e furia verso mia sorella, che sorrideva a sua volta.
Ma data la mia goffaggine, rischiai seriamente di avere un qualche incidente che mi avrebbe causato, poco ma sicuro, la rottura di denti e del mio naso.

«Attenta!» Hannah riuscì a prendermi, per poi ridacchiare. Era consapevole che fossi, a dir poco, felicissima.

«È venuta stamattina, si è trasferita qui. Mamma non c'è stata quasi tutta la settimana qui con te solamente perché doveva  aiutare Anne, che sta a qualche isolato da qui.»

Anne mi era mancata.
Era come una seconda madre per me, con l'unica differenza che era la migliore amica di mia madre. Mi hanno cresciuta entrambe e insieme, con loro conservo ricordi migliori.
Ma se c'era Anne, significavano solo due cose. Harry e Gemma.

«Emily, fammi un favore.»

«Che tipo di favore?»
Non mi riconoscevo più, ero così felice che ero disposta a fare piaceri a quella bionda che mi si presentava davanti.

«Vieni alla festa con me.»

* *
Non posso cedere di esserci cascata di nuovo, e in più dovevo di nuovo rientrare in quella casa, dove mi ero ripromessa più e più volte di non entrar mai più. Non appena varcai il portone di quella casa, la puzza di alcol e fumo pervasero le narici, e non seppi trattenermi dal tossire.

Mia sorella questa volta non scomparì subito, e la ringraziai mentalmente per questo, ma non feci in tempo a finire di penserò che già era sparita. Mi guardai intorno, c'erano ragazzi della mia stessa scuola e altri mai visti in vita mia. Sentì una mano appoggiarsi sopra la mi spalla, e con ciò, sussultai facendo ridere quella persona di gran gusto.

«Tranquilla, sono io.»
Mi girai per poi trovare Hannah con due shot in mano. L'odore si sentiva benissimo, e il colorito era familiare: capì che si trattasse di qualche alcolico che avevo bevuto alla scorsa festa.

«Bevi.»
Mi porse uno shot, ma rifiutai raccontandole della mia prima avventura con quell'alcolico.

«Dai, su. Bevilo, fallo per la tua sorellina preferita.» tirò il labbro inferiore verso fuori, sporgendolo in avanti, cominciando a fare il verso di un cane. Era ridicola, ma a quella scena non seppi trattenermi nel ridacchiare.

«Va bene, e comunque sei anche l'unica sorella che ho, idiota.» Bevvi tutto ad un fiato, la gola bruciò come la prima volta, o anche meno, ma comunque bruciò.
Al terzo shot mi fermai, insomma l'ultima volta che ne avevo bevuti più di tre ero rimasta bloccata qui, e questa volta non volevo.
Mi alzai da quella sedia, per poi andare verso il salotto, dove metà popolazione stava ballando a casaccio.

Per mia fortuna ero abbastanza lucida.
Cercai di trovare mia sorella in mezzo a quella folla, ma dopo che vidi i quattro ragazzi seduti a cerchio intorno ad una bottiglia, decisi che dovevo andare, non era posto per me.
Sinceramente avrei preferito che quella ragazza con una nocciolina al posto del cervello, avrebbe preso una cazzo di macchina. Non è per niente prudente andare a casa a piedi alle due e mezza del mattino.
E per di più fa anche abbastanza freddo.

Luke ha un giardino abbastanza vasto, troverò un posto isolato dove sedermi e guardare per un po' il cielo, con le stelle che lo rendono ancora più perfetto di quanto non sia.
Varcai nuovamente il portone della casa, e con lo sguardo cercai di trovare almeno un posticino libero.

Alla fine lo trovai, e non era niente male.
Decisi di stendermi nell'erba, e guardare molto più rilassata il cielo, quant'era bella la notte.
Dopo averlo fissato per un po', una figura cade a sedere alla mia sinistra.
Alzai in fretta e furia il busto, per poi voltarmi per vedere di chi si trattasse e, all'improvviso, cominciai a sudare freddo e a tremare.

«Di nuovo ad una mi festa?» iniziò a ridacchiare di gran gusto, e non capì minimamente il senso di quella risata.
Portò una bottiglia, che aveva tra le mani -non so di quale alcolico- tra le labbra, cominciando a sorseggiare senza sosta, almeno mezza bottiglia.

«Mi ha portata mi sorella.»

«Sempre la solita scusa.»
Ero nervosa, e si poteva ben notare.
E non so il perché, ma ogni volta che mi rivolgeva un suo sguardo, il mio respiro si spezzava, e nel mio stomaco iniziava a formarsi un formicolio interminabile.
Non disse nulla, continuava a bere e a guardarmi con i suoi occhioni azzurri; aveva due occhi così spettacolari, che non potevi non incantarti.

«Vorrei tanto baciarti.»

My bully  ↠ lrhDove le storie prendono vita. Scoprilo ora